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Autore: namedemme    11/11/2015    0 recensioni
Harry Styles ha sedici anni ed è un ragazzo londinese che sta per imbarcarsi sull’R.M.S Titanic come passeggero di prima classe.
La sua famiglia è una della più altolocate di Londra e suo nonno, Edward Smith, padre di sua madre Anne, sarà il capitano del transatlantico più grande di quei tempi, considerato innaffondabile.
Per l’anziano comandante questa sarà l’ultima nave in cui presterà servizio prima della pensione, così tutta la famiglia Styles-Smith ha deciso di stabilirsi in America e di imbarcarsi con il loro caro.
A bordo Harry conoscerà Louis Tomlinson, diciannovenne di umili origini assunto come cameriere del ristorante di prima classe, con il quale nascerà subito una fortissima intesa.
Da quel momento i due cominceranno a frequentarsi segretamente e il loro legame si rafforzerà sempre di più minuto dopo minuto, ora dopo ora, ma l’idillio verrà spezzato quando la “nave dei sogni” si trasformerà nella “nave degli incubi”…
[Il rating potrebbe cambiare con l'evolversi della storia]
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Una piovosa mattina d’autunno si ritrovò a riordinare la soffitta, posto buio e abbastanza polveroso ma carico di ricordi. 
Mentre spostava e sistemava oggetti e foto di vario genere lo sguardo profondo dei suoi occhi color nocciola cadde su un taccuino.
Era piuttosto vecchio e malandato, ma nonostante questo le pagine erano in buone condizioni.
I primi due fogli erano stati strappati bruscamente; ricordò quando se ne accorse poco dopo l’acquisto e decise di non farci troppo caso. Lo aveva preso per poterci riportare pensieri e qualsiasi cosa le passasse per la testa e pensasse valesse la pena trascrivere. Tuttavia, non era mai stato utilizzato perché non molto tempo dopo era entrata in un periodo buio e se n’era scordata quasi del tutto.
Sfiorò la copertina con il palmo della mano nodosa e una marea di sensazioni la pervase. Dei flashback le percorsero la testa rapidi come fulmini, e decise. Decise che doveva raccontare ciò che aveva vissuto. E lo avrebbe fatto tramite quel piccolo manufatto che aveva rivenuto.
Era ormai molto anziana, era molto in là con gli anni ed era malata. Un tumore stava mangiando lentamente il suo corpo, e quello era uno dei pochi periodi di tregua dal dolore e dalla sofferenza, grazie soprattutto a chemio e medicinali vari.
Prese il taccuino e scese lentamente le scale, passo dopo passo, per quanto il suo fisico provato le poteva permettere.
Si sedette alla scrivania della sua stanza, posò davanti a sé il piccolo blocco di carta e prese un profondo respiro. Non sapeva se qualcuno avrebbe mai letto la sua testimonianza, non sapeva nemmeno se qualcuno l’avrebbe mai trovata, ma in quel momento le importava solo di scrivere e raccontare.
Prese una penna da un portapenne che si trovava su un angolo della scrivania e iniziò.

Boston, 10 novembre 1987

Il mio nome è Gemma Styles. Ho novantacinque anni e non mi resta molto da vivere.
Vivo a Boston da quando sono arrivata in America il 18 aprile 1912 a bordo di una nave chiamata Carpathia.
Sarei dovuta arrivare a New York a bordo della nave più imponente e maestosa dell’epoca e sbarcare con la mia famiglia
in mezzo a moltitudini di persone curiose venute a vedere l’arrivo della nave ritenuta innaffondabile: il Titanic.

Tuttavia, non sempre va tutto secondo i nostri piani.
A New York sono effettivamente arrivata, ma a bordo di una nave che aveva soccorso me e gli altri fortunati scampati
alla tragedia, infreddolita e avvolta in una coperta che un marinaio molto premuroso mi aveva passato.

Avevo solo vent’anni ma dentro di me qualcosa era andato in frantumi. Niente sarebbe stato più come prima.
Le settimane successive mi svegliai più volte nel cuore della notte urlando, preda degli incubi più atroci che mente umana può concepire.
Caddi in depressione e mi ci volle parecchio tempo per riprendere in mano le redini della mia vita.

Ora però non voglio dilungarmi troppo su di me, voglio raccontare cosa accadde in quei pochi ma fatidici giorni.
Ero la giovane rampolla di una della famiglie più altolocate di Londra e mio nonno,Edward John Smith, era il capitano del Titanic. 
Vi avrebbe prestato il suo ultimo servizio prima della pensione e per questo motivo decidemmo di seguirlo e di stabilirci definitivamente in America. 
Non stavo più nella pelle.
Così io, mia madre Anne Smith, mio padre Desmond Styles e mio fratello Harry ci imbarcammo la mattina del 10 aprile 1912 come passeggeri di prima classe. Con noi si imbarcarono anche la famiglia del mio fidanzato, Liam Payne, il cui padre, Geoff Payne, era un potente magnate della finanza inglese.
Harry ed era il membro della famiglia a cui tenevo di più, gli volevo un bene immenso ed ero molto protettiva con lui,
nonostante questo avevamo cieca fiducia l’uno nell’altra e ci confidavamo tutto.
Il giorno successivo alla partenza del Titanic Hazza, così lo chiamavamo tutti, mi disse che aveva conosciuto un ragazzo,
e che gli aveva fatto provare emozioni 
che mai prima d’ora avevano attraversato il suo cuore.
Mi chiese consiglio, e lì comincio tutto.

In queste pagine parlerò del translatantico e del viaggio, ma mi incentrerò su una storia in particolare.
La storia di Harry e Louis.

A quel punto Gemma sentì qualcosa scivolarle sulle guance e successivamente vide delle gocce cadere sulla pagina che aveva davanti e bagnarla.
Erano le sue lacrime.

   
 
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