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Autore: Undead    11/11/2015    16 recensioni
Voldemort ci rende partecipi di alcuni episodi della sua vita, fin da quando era solo un bambino creduto da tutti diverso. Verremo a conoscenza dei suoi pensieri, dei suoi desideri. Sapremo cose che ci sono state tenute nascoste.
Dal testo:
"Gli piace quando gli altri bambini hanno paura di lui, a volte anche gli adulti ne hanno."
"Magari disperso da qualche parte c’è esattamente qualcuno come lui, che sta pensando esattamente le stesse cose, qualcuno che può fare quello che sa fare lui. Anche se così fosse Tom è sicuro che nessuno potrebbe mai essere più in gamba di lui."
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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È una notte buia e tempestosa. Una di quelle notti che spaventano tutti i bambini, tutti tranne uno.
Il piccolo Tom ha sempre adorato la pioggia, il freddo, i tuoni e soprattutto il buio.
Tom non ha una famiglia, ha una cameretta che condivide con bambini sempre diversi che puntualmente, in queste nottate, si rifugiano nella sala d’ingresso con gli adulti che gestiscono l’intera struttura.
Tom in queste notti si ritrova tutto solo ed è finalmente libero di esplorare senza l’intromissione di nessuno il luogo in cui è costretto a vivere, vuole scoprire tutti i segreti che, è certo, esso nasconde. È un bambino davvero precoce per la sua età, non crede a tutte le storielle che gli vengono raccontate, non crede che una qualche famiglia un giorno verrà a prenderlo.
 
Lui se la sa cavare da solo, non ha bisogno di nessuno e vuole andarsene da lì, sa che un giorno riuscirà a trovare il modo di andare via e poter essere completamente se stesso, senza sentirsi giudicato o deriso.
 
Gli piace quando gli altri bambini hanno paura di lui, a volte anche gli adulti ne hanno.
Tom è in grado di fare cose che loro non riescono a spiegarsi e in realtà non riesce a farlo nemmeno lui, ma si sente forte e vuole far sapere al mondo che lui è capace di fare queste cose, non le vuole tenere nascoste, vuole che tutti lo temano.
Vuole diventare famoso, essere conosciuto da tutti per le cose straordinarie che sa fare ed è convinto che ancora non sia a conoscenza di tutto ciò di cui è capace, in fin dei conti ha solo 10 anni e più passa il tempo più scopre nuovi talenti, si sente più forte e sicuro di sé.
 
La cosa che sa per certa è che odia tutte le persone che ha conosciuto fin ora, nessuno lo capisce e ormai si è convinto che mai nessuno potrà farlo.
Su questo però potrebbe sbagliarsi in fondo conosce solo una piccolissima parte del mondo e nulla al di fuori di quelle quattro mura.
Magari disperso da qualche parte c’è esattamente qualcuno come lui, che sta pensando esattamente le stesse cose, qualcuno che può fare quello che sa fare lui. Anche se così fosse Tom è sicuro che nessuno potrebbe mai essere più in gamba di lui. È innegabile però che gli piacerebbe conoscerlo, chissà magari potrebbe avere un amico per una volta, non che questo gli interessi molto, in fondo è sempre stato da solo, forse non saprebbe neanche cosa farsene di un amico.
 
 
È dalla nascita che mi trovo imprigionato in questo posto, un orfanotrofio dove nessuno mi capisce, mi sento isolato in mezzo a centinaia di bambini che si alternano e che le educatrici, o meglio coloro che si fingono di essere nostri familiari, spacciano per miei fratelli.
Io non ho nulla da condividere con loro, sono un branco di marmocchi che appena inizia il divertimento se ne vanno urlando e piangendo.
Mi chiamano mostro e mi dicono che sono cattivo, strano, anormale.
Qualche tempo fa quasi ci credevo, pensavo di avere qualcosa che non andava, ma adesso ho capito che sono loro a essere in errore. Sono invidiosi di me, vorrebbero essere forti e coraggiosi come me. Io sono il migliore e loro sono tutti delle nullità che rincorrono le coppiette che vengono a scegliere un figlio, vogliono essere scelti. Io non voglio che nessuno mi adotti, mi troverei incarcerato nuovamente in un posto che devo imparare a conoscere da capo, dove non ho più i miei privilegi che ho conquistato.
Certo voglio andarmene da questo posto ma voglio andarmene per stare da solo ed essere libero, non per intrufolarmi in una stupida famigliola.
Per questo quando ci sono le giornate di visita do il meglio di me stesso e combino più casino possibile, quando noto che mi stanno guardando faccio cadere dal tavolo i giochi con cui qualcuno sta giocando, faccio rovesciare le sedie e faccio volare in aria le costruzioni comandandole come se fossi un direttore d’orchestra. Grazie a queste mie doti vedo il panico dilagare sulle facce di tutti e ben presto scappano via, nessuno di loro mi ha mai parlato ed io sono felice così. 
   
 
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