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Autore: MorriganNik    11/11/2015    4 recensioni
[Dal testo] Odio l'inizio di qualunque cosa, perché l'inizio è sempre il seguito di una fine. L'inizio del rapporto tra me e Takishima segna la fine della nostra rivalità. Forse, questo è l'unico inizio che mi può piacere.
[Storia partecipante al contest "Uno sguardo vale più di mille parole" indetto da Himeko Kuroba sul forum di EFP]
[Storia partecipante al contest "La luna ci sorride sussurrandoci che è tempo di andare" indetto da Himeko Kuroba e Ayumu sul forum di EFP]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hikari Hanazono, Kei Takishima, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE DELL'AUTRICE: 
Eheh è la prima volta che scrivo su questo fandom, quindi spero di non aver combinato un casino ^^' buona lettura a tutti!

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_SE GUARDO GLI OCCHI TUOI..._

Gli occhi sono lo specchio dell'anima~

L'inizio è la fine di qualcosa, ecco perché non ne vado pazza. L'inizio della giornata segna lo scorrere del tempo, l'inizio della maggiore età segna la fine della spensieratezza, l'inizio è la parte che odio di più.

I raggi del sole che entrano dalla finestra della mia camera baciano il mio viso ancora assonnato. Cerco di raggomitolarmi sotto le coperte del mio futon, ma qualcosa me lo impedisce: guardo l'ora e vedo chiaramente che sono le otto passate. C-come?! SONO TREMENDAMENTE IN RITARDO! Corro in bagno per lavarmi la faccia e i denti, dò una pettinata veloce alla mia chioma di capelli neri, indosso la divisa della S•A e, quando sono sicura di aver preso tutto, corro giù dalle scale e gridando un sonoro 'Ciao, io vado!' esco di casa per dirigermi alla Hakusenkan. 
Mia mamma stava cercando di dirmi qualcosa ma sono già in ritardo di mio, non posso perdere altro tempo... 
Se Takishima sapesse che sono in ritardo, me lo rinfaccerebbe per tutta la giornata.

La scuola è... deserta. Come è possibile? Dove sono finiti tutti quanti?
<< Credevi di essere in ritardo?>> dice una voce alle mie spalle, una voce che avrei preferito non sentire << Lasciati dire una cosa: oggi è domenica, numero due.>>
Quel... quel... QUANTO ODIO QUEL NOMIGNOLO! Ogni volta che lo dice, mi sembra di ricevere una mattonata di 3 quintali sulla testa. 
<< Takishima... Quante volte te lo devo ripetere?>> dico mentre le mie sopracciglia sono in preda ad un tic nervoso << Non chiamarmi NUMERO- aspetta... perché sei in divisa?>> quando mi sono girata, Takishima era vestito con la divisa della S•A, eppure mi ha detto che oggi è domenica. Quando glielo faccio notare, le sue guance arrossiscono leggermente: è chiaramente in imbarazzo.
<< Hikari, Kei, cosa ci fate qui a scuola di domenica mattina?>> Tadashi era sbucato da non so dove, anche lui vestito con la divisa. Beh, non che la cosa sembrare strana essendo il figlio della preside.
<< Eheh>> mi passo la mano sulla testa << lo sai quanto sono sbadata no? Credevo di essere in ritardo e sono corsa a scuola.>> Il problema ora era un altro: siamo a dicembre inoltrato e sono solo in divisa. Nella foga sono uscita senza prendere sciarpa e cappotto e ora che non sono in movimento sto congelando.
<< Oh, meno male>> dice Jun mentre scende dalla macchina, seguito da Megumi e Ryuu << almeno non siamo gli unici con la testa tra le nuvole.>>
Già già! dice, o meglio scrive, Megumi sulla sua lavagna regalatagli da Yahiro durante il loro appuntamento.
<< Beh, non statevene lì al freddo. Entrate! Akira sta preparando i suoi biscotti>> non me lo faccio ripetere due volte: corro dentro la scuola!
<< Penso che Hikari stava morendo di freddo>> sento dire da Ryuu. Quel ragazzo non si fa sfuggire nulla.
Mi precipito da Akira per chiederle se vuole una mano, anche se sono negata in cucina.
<< Ciao Akira!>>
<< Hikari!>> esclama, chiaramente sorpresa << come mai sei qui? Con la divisa poi>>.
<< Credevo di essere in ritardo, ma ho realizzato troppo tardi che oggi era domenica. Ci sono anche gli altri di là>>.
<< Davvero? Allora preparo subito altri biscotti>>.
<< Ti serve una m->> non faccio in tempo a finire la frase che Akira mi spinge fuori dalla cucina dicendomi di andare a fare una sfida con Takishima. Perché non ci ho pensato prima? Ma che sfida gli posso proporre? Vediamo... Posso sfidarlo in cucina! Ehm... No, vincerebbe lui di sicuro. Una sfida a chi resiste di più al freddo? Decisamente no, non voglio dovergli fare da balia di nuovo. Ma allora cosa posso fare?
Continuo a pensare a qualche sfida mentre torno dagli altri quando finalmente mi viene una brillante idea! 
<< TAKISHIMA! Ti propongo una sfida!>> dico entrando nella serra: era preso dalla lettura di un libro, mentre gli altri chiaccheravano tranquillamente, con qualche risata di Jun di tanto in tanto. 
<< E quale sarebbe, Hanazono?>> mi chiede senza staccare gli occhi dal libro.
<< Prima decidiamo i premi, ti pare?>> dico con uno sguardo malefico.
<< Ah>> dice sospirando << e va bene. Se vinco io, mi devo dare un bacio>>. Ho sentito bene? U-un ba-ba-bacio? Non devo assolutamente perdere!
<< Che c'è? Sei diventata tutta rossa. Hai paura di perdere, numero due?>> quanto odio quel nomigliolo...
<< C-certo che n-no! Se vinco io, invece, non mi chiamerai mai più "numero due">> almeno per un po'. Stranamente accetta la sfida.
<< La sfida consiste nel guardarci negli occhi. Il primo che distoglie lo sguardo, perde>> Takishima arrossisce violentemente. Ho detto qualcosa di strano? Non mi sembra, ma... 
<< Perché dobbiamo guardarci neglio occhi? Non possiamo fare... qualcos'altro?>> 
<< Cosa c'è? Hai paura di perdere, Takishima Kei?>>
<< No. Quando cominciamo?>> ora si che si comincia a ragionare. Chiamo Jun per fare da albitro e la sfida inizia.
Entrambi ci concentriamo sugli occhi dell'altro: non credo di aver mai notato quanto siano belli gli occhi di Takishima, quel nocciola simile al colore dei capelli. 
Aspetta, cosa vado a pensare? Sento il cuore che inizia a battermi forte. Cos'è questa sensazione? Mi perdo nei suoi occhi nocciola che sembrano volermi parlare, sembrano volermi dire qualcosa, ma cosa? Perché mi sento agitata? Mi devo concentrare sulla sfida ma sento il volto andare a fuoco, così come quello di Takishima. Riesci a capire quello che voglio trasmetterti con lo sguardo? Questa sensazione che provo sin da quando eravamo bambini, il nostro rapporto rapporto che è sempre stato contrastato dalla mia voglia di batterti, pian piano è diventato qualcosa di più grande. Solo che me ne sono accorta solo ora. I nostri volti si avvicinano sempre di più e il mio cuore accellera i suoi battiti. 
Gli altri sono distratti, impegnati a mangiare i biscotti che Akira ha appena portato, e Takishima ne approfitta per rubarmi un bacio. Ecco cosa cercavano di dirmi quegli occhi tanto profondi quanto il mio amore per lui. 
Le sue labbra morbide si posano delicatamente sulle mie. Vedo i suoi occhi chiudersi lentamente per lasciare spazio di esprimersi alla bocca. 
Lo seguo subito dopo.
<< Era ora. Ci è voluto un po' prima che lo capiste>> dice Aika, probabilmente con il sorriso sulle labbra, a giudicare dalla voce.
Takishima si stacca da me. << Ma cosa avete capito? Ho solo preso il mio premio della sfida. Hikari ha distolto lonsguardo per una frazione di secondo quando è arrossita, quindi o vinto la sfida>>.
<< Cosa... come... quando...?>> sono confusa. Eppure so che quello era un bacio che racchiudevano i sentimenti di Takishima. 
<< Quindi, ho vinto ancora io numero due>> dice Takishima e una mattonata mi cade in pieno sulla testa.
<< NON CHIAMARMI NUMERO DUE!!!>>
<< Guardate! Sta nevicando!>> dice Jun e tutti si precipitano fuori.
Takishima mi mette il suo cappotto sulle spalle e mi tende la mano << Andiamo, Hikari>>.
Così, mano nella mano, raggiungiamo gli altri in quella splendida giornata d'inverno.

Odio l'inizio di qualunque cosa, perché l'inizio è sempre il seguito di una fine. L'inizio del rapporto tra me e Takishima segna la fine della nostra rivalità. Forse, questo è l'unico inizio che mi può piacere.
   
 
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