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Autore: Pevensie    11/11/2015    5 recensioni
{ Midez | Highschool!AU | MikaVittima!AU | FedezBullo!AU }
[...] Michael accidentalmente, però, riuscì a combinarne una delle sue poiché, oltre ad essere la persona più timida dell'intero pianeta, probabilmente era anche la più maldestra. Infatti, con il suo metro e novanta di pura goffaggine, andò a sbattere contro Federico Lucia, conosciuto da tutti a scuola come Fedez. E, purtroppo, lo conosceva bene anche il ragazzo che, due anni prima, era riuscito -e che onore- ad entrare nella non così ristretta cerchia delle sue vittime.
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La realtà era che Federico trovava Michael attraente già da troppo tempo. E lui che, diciamocelo, era sempre stato un gran cacasotto e fingeva di essere ciò che non era, l'aveva baciato sulla guancia perché quel cortile era vuoto e nessuno avrebbe potuto pensare che non era il ragazzo perfetto che tutti rispettavano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fedez
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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{NB: Fedez e Mika nella storia hanno la stessa età}

 

Bullshit

 

 

«I get this feeling I can’t miss
you’re getting harder to resist
and maybe by the time I know
it’ll be too late to let you go
»

-Beautiful Disaster, Fedez ft. Mika

 

 

 

 

Era una bellissima e soleggiata mattinata di fine primavera e, incredibilmente, Michael era felice da far schifo: era l'ultimo giorno di scuola e niente avrebbe potuto rovinarglielo.

Camminava per il cortile di quello stupido liceo e, per una volta, non si vergognava della sua altezza smisurata che gli impediva sempre di nascondersi fra gli altri studenti; semplicemente non gli importava, perché nella sua testa risuonava la parola 'libertà'. Accidentalmente, però, riuscì a combinarne una delle sue poiché, oltre ad essere la persona più timida dell'intero pianeta, probabilmente era anche la più maldestra. Infatti, con il suo metro e novanta di pura goffaggine, andò a sbattere contro Federico Lucia, conosciuto da tutti a scuola come Fedez. E, purtroppo, lo conosceva bene anche il ragazzo che, due anni prima, era riuscito -e che onore- ad entrare nella non così ristretta cerchia delle sue vittime.

Pronunciò qualche parola di scusa in un pessimo italiano con il suo elegante accento inglese (perché, poi, suo padre era stato trasferito proprio in Italia?) e si diede da fare per sparire immediatamente dalla vista dell'altro, invano. Tant'è che quest'ultimo gli afferrò prepotentemente il braccio e lo bloccò, impedendogli la fuga, con quelle fotocopie ignoranti dei suoi amici dietro di lui che ridevano, pronti a vederlo sferrare un pugno a -come lo chiamavano loro- quel frocetto di Mika, perché sì, si erano persino inventati un orribile soprannome con il quale lo prendevano in giro e che il malcapitato trova ripugnante. Anche se, alcune volte, quando Federico gli concedeva la grazia di lasciarlo andare via senza nemmeno un graffio, non gli faceva così schifo.

Michael si voltò con uno sguardo impaurito che fece scoppiare in una grossa risata tutta la banda, compreso il loro leader, che sembrò persino impietosito da quel gesto. Quest'ultimo riacquisì subito la sua serietà, accompagnata dalla tipica presunzione che lo contraddistingueva.

"Hai  bisogno d'aiuto, frocetto?"

Ben presto non furono solo quei quatro colioni -come li chiamava lui- a prenderlo in giro, ma anche una parte degli studenti che si trovava accanto al luogo dove stava avvenendo la scena e che non volevano perdersela.

Gli occhi nocciola erano puntati sulle sue scarpe eleganti, decisi a non muoversi di lì. Se fosse stato fermo così tutto il tempo, magari se ne sarebbero andati dalla noia.

"Adesso non mi merito nemmeno la tua parola, Mika?"

Il ragazzo odiò il modo in cui lo disse, intriso di superiorità e prepotenza, tanto quanto si detestava per aver solamente pensato che quella sarebbe stata una giornata fantastica. Fu proprio quest'ultimo pensiero che lo risvegliò da quella sorta di stato di trans che aveva assunto e lo obbligò a fissare Fedez dritto negli occhi, sfidandolo. Perché per un'ultima volta doveva essere coraggioso, poi sarebbe tutto finito.

"Làsciami stare."

La vide chiaramente, una leggera e dolce incurvatura nel ghigno del ragazzo che non si trasformò in un sorriso strafottente, in una risata o in una presa in giro, ma rimase tale; non sapeva nemmeno cosa fosse. Ma gli piacque, e parecchio anche.

"Oh, il ragazzone ha tirato fuori le palle."

Quanto lo odiava. Forse era questo il suo più grande problema con lui: non lo capiva. Un momento prima gli sembrava "normale", mentre quello successivo l'avrebbe fatto scomparire dalla Terra.

"Ti detesto." Gli sfuggì.

Era la prima volta che lo diceva seriamente a qualcuno e, per quanto fosse vero, si sentì vagamente in colpa ad averlo fatto. Ma non se ne pentì.

E poi arrivò quel fatidico momento.

Tutti attorno a loro iniziarono a gridare la parola "rissa" in un coretto che gli fece accapponare la pelle.

Fedez si tolse lo zaino e lo buttò a terra, pronto ad accettare quella nuova sfida. Michael, al contrario, si guardò bene dal farlo, non voleva assolutamente abbassarsi a quei livelli. E poi era certo che avrebbe perso: nonostante il suo avversario fosse di almeno quindici centimetri più basso di lui, aveva almeno il doppio della sua forza, perché le sue braccia le aveva osservate tanto e a lungo - prima che lo picchiasse, quando lo insultava o anche quando si trovava lontano da lui- e aveva notato tutti i suoi muscoli dovuti ad ore ed ore di allenamento e Michael, che preferiva trascorrere quel tempo guardando serie tv, non poteva di certo eguagliarlo.

E mentre il più alto si preparava ad incassare l'ennesimo pugno, notò solamente in quell'istante quanto Federico fosse oggettivamente bello. Vedeva i suoi occhi castani che avevano assunto un'aria seria, illuminati dal piercing che aveva fra di essi e le sue labbra, in particolare l'arco di cupido, sembravano essere state disegnate, tanto gli parevano perfette. Ma ciò che più lo affascinava era la miriade di tatuaggi colorati che adornava il suo corpo, rendendolo misterioso, rendendolo perfetto per essere esplorato. Capì perché tutte le ragazze lo bramavano. E, forse, in una remota parte del suo cuore lo faceva anche lui.

Michael osservò Fedez sorridergli e comprese che era giunta la sua ora, socchiuse gli occhi e aspettò il fatidico colpo. Naturalmente, non tardò ad arrivare e gli fece male da morire, come mai un altro suo pugno aveva fatto prima di quel momento. Le nocche del bullo, infatti, avevano aggredito ferocemente lo zigomo destro di Mika, il quale tratteneva a stento le lacrime dovute al dolore. L'unica ed immensa consolazione fu il suono della campanella. L'ultima. Estate. E tutti se ne andarono, consci della libertà che li attendeva, lasciandolo solo con il suo dolore.

Dopo essersi ripreso un po', aprì gli occhi, che erano rimasti serrati per tutto il tempo, e si stupì di trovare ancora davanti a sé Fedez. Michael lo guardò in cagnesco, quasi fossero stati amici da una vita e lui si fosse offeso per quel gesto. L'altro, invece, fece qualche passo in avanti e si avvicinò ulteriormente al ragazzo, che già era spaventato dal poter ricevere un altro pugno. Le intenzioni di Federico, però, erano ben diverse. Tant'è che Michael, al posto di sentire la sensazione della mano dell'altro che si infrangeva contro di sé, sentì le labbra morbide di Fedez poggiarsi dove prima erano state le sue nocche. Cosa diavolo stava succedendo?  

La realtà era che Federico trovava Michael attraente già da troppo tempo. E lui che, diciamocelo, era sempre stato un gran cacasotto e fingeva di essere ciò che non era, l'aveva baciato sulla guancia perché quel cortile era vuoto e nessuno avrebbe potuto pensare che non era il ragazzo perfetto che tutti rispettavano. Certamente non era il tipo che credeva nell'amore, lo sapevano bene Giulia -la sua fidanzata- e tutte le scenate che gli aveva fatto per i mille tradimenti. Eppure, quando solo sfiorava i ricci ribelli di Michael per deriderlo, sentiva il cuore martellargli nel petto e si dava dello stupido perché si comportava come una ragazzina in piena crisi ormonale, soprattutto perché i pantaloni gli andavano subito stretti appena questo accennava a mordersi il labbro o quando lo scopriva a fissarlo.

Fedez non indugiò oltre e si spinse ancor più giù con le labbra, decidendo che avrebbe voluto volentieri assaporare il suo collo, ancor prima della bocca. Collo che in precedenza aveva desiderato baciare, mordere e succhiare con prepotenza fino a lasciare tracce violacee. E l'avrebbe sicuramente fatto poiché voleva che egli sapesse che ormai gli apparteneva e non poteva farci niente.

Michael, nel frattempo, si domandava perché era ancora lì, immobile, assecondando la causa di tutti i suoi problemi e delle sue insicurezze. Perché provava così tanto piacere ad essere fra le braccia del suo incubo peggiore? Sapeva di star giocando col fuoco esattamente com'era a conoscenza che avrebbe finito per scottarsi. Ma non gli importava perché Fedez, in quel momento, lo faceva sentire vivo. Sperò solamente che non lo stesse prendendo in giro come era solito fare.

Federico sorrise sul collo del ragazzo quando, avvicinandosi ancor di più a lui, lo sentì gemere e notò la sua crescente erezione sotto al tessuto dei pantaloni; perciò, da grande stronzo qual era, decise di dargli il colpo di grazia. Poggiò, infatti, la mano sulla patta di questi e rise profondamente quando il ragazzo si morse il labbro per non far uscire alcun rumore dalla sua gola. Strinse appena e guardando Michael dritto negli occhi gli sorrise come avrebbe voluto fare già da molto tempo: non in maniera strafottente tipica da lui, ma con dolcezza e desiderio. E, quando anche l'altro ricambiò questo gesto, si alzò sulle punte -maledetta altezza- e, afferrandogli il volto, lo baciò sulle labbra perché, diamine, non riusciva più a resistergli.

Secondo Federico sapeva di rimpianti quel bacio, di scelte sbagliate e di una vita che avrebbe potuto andare diversamente. Però, sapeva anche di cambiamento. Perché era certo che, anche con tutto l'autocontrollo che aveva in corpo, non sarebbe più stato in grado di trattenersi. E, mentre le loro lingue si inseguivano in una danza pericolosa, già si immaginava i momenti in cui l'avrebbe provocato davanti a tutti, sfiorandolo per sbaglio. Qualcuno li avrebbe sicuramente scoperti prima o poi. Ma, in quell'istante, non gli importava.

Scioltisi dall'intimità di quell'attimo, Federico si allontanò dal ragazzo e prese il suo zaino, ricoperto da mille disegni psichedelici -somiglianti ai suoi tatuaggi- che lui stesso aveva dipinto durante le ore di lezione, e si incamminò verso l'uscita della scuola, notando solo in quel momento una bidella che li aveva spiati per tutto il tempo. Accennò un sorriso e si decise a tornare sui suoi passi, scoprendo un Mika dalle guance rosse e in fiamme almeno quanto le labbra.

"Ci vediamo l'anno prossimo, Mich." Sussurrò all'orecchio dell'altro, per poi andarsene, questa volta definitivamente.

E Michael se ne restò impalato per un po', ancora sconvolto da ciò che era appena successo, la sensazione del fiato caldo di Fedez ancora sul suo lobo.

La scuola gli sarebbe decisamente mancata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pevensie's corner:

 

Da completa novellina in termini di AU, in questo fandom, su questi cantanti, su questa coppia, mi sento abbastanza in imbarazzo perché non ho la più pallida idea di come sia uscito questo lavoro. Premetto che conosco poco sulle vite di entrambi, quindi non uccidetemi se ho scritto qualche boiata da qualche parte xD Comunque (come se ve ne fregasse qualcosa ahah), è stato un processo molto lungo, dato che l'ho scritta in una settimana buona, mentre solitamente per le one shot ci impiego una notte, altrimenti perdo l'ispirazione e la storia non è costante. Quindi, spero proprio che non sia successo! Esattamente come spero che Fedez non vi sia sembrato troppo OOC, anche se ci tengo a precisare che il vero Federico della storia è quello che compare da metà in poi e non il bulletto. Inoltre, questa one shot si chiama Bullshit (ovvero "stronzata") per l'atteggiamento falso di Fedez, perché Mika all'inizio dice di odiare quest'ultimo (anche se non è vero) e che non vede l'ora che sia estate (altra cosa non vera).

Sono più che certa di essermi dimenticata come al solito qualcosa, ma penso di aver parlato fin troppo.

Spero in un vostro parere!

 

Pevensie

 

 

   
 
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