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Autore: Soul of dreams    11/11/2015    0 recensioni
Invece adesso lo so.
Oggi, dal cornicione di questo palazzo, finalmente ho capito.
Tu non tornerai mai da me, sei andato via così violentemente che anche la tua immagine si sta frantumando lentamente.
Ma davvero vuole morire?
Nessuno si suicida perché vuole morire.
E allora perché lo fa?
Perché vuole fermare il dolore.
-Cit.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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11 Settembre


Nessun giorno vi cancellerà dalla memoria del tempo.
-Cit.

Boom.
Un boato si infrange nell'aria.
Si insinua nelle pieghe del tempo.
Per un secondo il mondo sembra fermarsi.
Esso tace, lasciando spazio a quel rumore di urlare le sue malate ragioni.
È un attimo e ogni cosa si trasforma in fumo e cenere.
Si spegne tutto, i cuori che battano, i sogni che liberi danzavano fra quelle mura, le preoccupazioni di un padre, la spensieratezza di un ragazzo.
Si percepisce solo rumore e morte, nient'altro.
Si, questo è quello che ricordo.
Quando ti persi io ero avvolta in un alone di innocenza, che non mi permise di comprendere la gravità della situazione.
L'unica cosa che riuscii a cogliere, erano cenere e macerie.
Non ho mai saputo attribuire un significato a quello che è successo.
Avrei voluto poter piangere la tua morte in maniera adeguata, ma tu non c'eri più.
Sei scomparso come sabbia al vento.
L'attimo prima la tua presenza invadeva quell'edificio e l'istante dopo ti sei dissolto.
Non c'era niente. Tu non eri lì, eppure la mamma è convinta del contrario.
Ha pianto così tanto...
Si, quella lapide priva di significato ha raccolto molte delle sue lacrime.
Sono sempre rimasta in disparte, lontana da quel luogo.
Per cosa si dispiaceva?
Sotto quel cumulo di terra non c'era nulla per cui piangere, la mamma lo sapeva ma ha sempre continuato a recarsi al cimitero, su quella tomba vuota e fredda.
Per un po' sono stata arrabbiata con lei, perché si comportava in maniera così strana?
Tu non sei morto, perché non eri lì.
Come faccio a saperlo?
Perché anch'io all'inizio ero confusa, credevo realmente che tu ci avessi lasciato per sempre, anche se non ne avevo la certezza.
Così un giorno, intristita, chiesi: “Nonno dov'è papà?”
Quando gli porsi questa domanda, stava leggendo il giornale, mentre era seduto sulla sua poltrona preferita.
Alzò lo sguardo su di me e disse: “Tesoro il tuo papà è dovuto andar via, perché il Signore che sta lassù aveva bisogno di lui.”
“Il Signore che sta lassù? Vuoi dire quello che abita sulle nuvole insieme agli angeli?” Chiesi ingenuamente.
“Si, proprio lui.”
“Allora quando papà gli avrà donato il suo aiuto, poi tornerà da noi?”
Gli occhi color ghiaccio di quell'uomo stanco e consumato dal tempo, si riempirono di un velo di malinconia che all'epoca non riuscii a decifrare.
Mi sorrise e accarezzandomi la lunga chioma castana non rispose.
Quel quesito irrisolto riecheggiò nella mia mente per molto.
Ma fu grazie ad esso che germogliò in me la speranza del tuo ritorno.
Ed è da lì che nacque la mia particolare consuetudine.
Da quella piccola conversazione si creò in me un sentimento di ottimismo che mi ha tenuto in vita fin ora.
Ad ogni 11 Settembre prendevo la mia scimmietta di peluche e la mia sediolina e, posizionandola davanti alla finestra, scrutavo il cortile con la convinzione che tu,da un momento all'altro, avresti percorso il piccolo vialetto e mi avresti stretto nuovamente fra le tue braccia.
Pregavo Dio affinché esaudisse il mio desiderio e ti lasciasse tornare di nuovo da me, ma ovviamente questo non è mai accaduto.
Ma è naturale, questa è la realtà.
Le mie idee potevano sopravvivere solo nella mia fantasia perché al di fuori di esse, diventavano qualcosa di astratto.
Quello che bramavo era destinato sempre e comunque a sgretolarsi piano, anche se non ne ero consapevole.
Invece adesso lo so.
Oggi, dal cornicione di questo palazzo, finalmente ho capito.
Tu non tornerai mai da me, sei andato via così violentemente che anche la tua immagine si sta frantumando.
A volte credo che sei solo frutto della mia immaginazione, che tu non sei mai esistito, però poi mi ricredo.
Mi basta fissare gli occhi della mamma e ogni dubbio scompare.
Il dolore racchiuso in quelle iridi vale più di mille parole.
Ed ora eccomi qui.
Sono passati quattordici anni da quel brutto episodio.
Avevo tre anni quando mi lasciasti con la promessa che saresti tornato presto.
Be’ ora ne ho diciassette e nonostante tutto continuo ancora ad aspettarti.
Questo è il quattordicesimo anno che attendo il tuo ritorno.
Ho deciso di fare qualcosa di diverso.
Non voglio più restare inerme a guardare, la sofferenza è diventata troppa da gestire, così sarò io a venire da te papà.
Il sole riscalda la mia pelle, mentre il mio sguardo si perde nel vuoto lasciato dal crollo delle due torri.
Stringo forte al petto la mia scimmietta, quella che mi regalasti per il mio terzo compleanno.
Una lieve brezza calda sferza il mio viso, facendomi sorridere.
Faccio un bel respiro e chiudo gli occhi.
“Arrivo papà, potremmo stare insieme per sempre, e nessuno ci dividerà questa volta.”
Mi sbilancio in avanti mentre vengo avvolta da una luce accecante, che si tramuta subito in buio.
“Eccomi, presto sarò di nuovo al tuo fianco.”

Il tempo di un ultimo pensiero e l'impatto con il terreno fu disastroso e immediato, con esso si spense non solo la sua vita, ma anche tutte le sue illusioni e la sua sofferenza.
Sofferenza scaturita da un evento che non potrà mai essere spiegato razionalmente.
Ma davvero vuole morire?
Nessuno si suicida perché vuole morire.
E allora perché lo fa?
Perché vuole fermare il dolore.
-Cit.

  
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