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Autore: rocchi68    11/11/2015    3 recensioni
“L'umano il cui nome verrà scritto su questo quaderno morirà”
Questa è la prima regola del Death Note e questa è la storia di come un umano qualunque cadde nel mondo degli shinigami.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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L'umano il cui nome verrà scritto su questo quaderno morirà
 
Questa è la prima regola del Death Note e questa è la storia di come un umano qualunque cadde nel mondo degli shinigami.
 
Chiunque utilizzi il Death Note non conoscerà né l’Inferno né il Paradiso, ma solo il nulla.
 
Queste erano le esatte parole che lo shinigami rivolgeva all’umano che raccoglieva dal suolo il suo quaderno per la prima volta.
 
Eppure qualcuno era finito in questo mondo.
Nessuno poteva farlo volutamente e appropriarsi di qualcosa di proprietà di uno shinigami era impossibile.
Tutto però cominciò in quel lontano giorno…
…un giorno che quasi nessuno ricorda.
Ma cosa sono i ricordi? Sono solo segni del nostro passaggio.
Si crede che le due entità superiori abbiano il dono della premonizione, ma è davvero così?
È un dono o una maledizione?
 
Prima o poi tutti gli esseri umani muoiono, senza alcuna eccezione.
 
Poche erano le regole, ma tante le possibilità di utilizzo.
Ma in questo mondo non esiste che uno shinigami parli con uno spirito scampato dai due regni.
I spiriti o anime defunte vengono deviate al regno celeste o al regno infernale a seconda delle azioni commesse in vita.
Se la bilancia pende verso il male qualcuno brucerà per l’eternità, ma se questa pende verso il bene ecco aprirsi le porte celesti.
E se la bilancia fosse in equilibrio?
 
La persona che avrà il Death Note sarà posseduta da un Dio della morte, il suo proprietario originale, fino alla sua morte o alla fine del quaderno.
 
Non è mai accaduto che tutto fosse in equilibrio.
Tutti hanno commesso qualcosa che può spingere da un lato o dall’altro le sorti del destino.
Eppure è accaduto sul serio.
 
Qualora la bilancia della giustizia sia perfettamente in equilibrio, l’anima della persona incontrerà lo shinigami, il quale deciderà cosa farne di lui.
 
Non era mai successo, ma quella regola esisteva apposta per essere rispettata.
Uno shinigami non era solo il custode del suo Death Note, ma era anche il giudice che decideva dove mandare un’anima indecisa.
Si poteva contare sulla loro neutralità, ma spesso gli stessi dei della morte si prendevano molto tempo per decidere.
Era uno spasso vedere gli uomini con i loro tormenti girare per le strade ed era altrettanto divertente vederli morire nei modi più disparati.
 
“Dottore il battito è sceso di nuovo.”
“Abbiamo bisogno di un’altra sacca.” Erano momenti frenetici, si trattava di salvare o di veder morire una vita.
“20 mg di morfina.”
“Preparate il defibrillatore.” Urlò il medico che stava facendo il possibile per protrarre la sofferenza di quell’individuo.
“200.”
Il cuore continuava a non andare, ma l’equipe non si voleva arrendere.
“Non c’è battito.”
“300.”
“Niente battito.”
Sullo schermo iniziava a delinearsi la solita linea retta che preannunciava la morte, ma il dottore convinto che ce la potesse fare, alzò nuovamente il livello.
“360.”
“Dottore…”
“Ce la può fare.”
“…è finita.” Disse semplicemente un’infermiera mentre chiudeva la macchina.
“Ora del decesso 22:41.”
 
La morte è come un viaggio nel quale non si conosce la destinazione, ma si sa solo che non esiste un ritorno.
La morte è la fine di tutto.
La fine di un viaggio.
La fine dei ricordi.
È la fine della fine.
Non esiste nulla oltre a questo.
Il Paradiso ti garantisce la pace ultraterrena, l’Inferno il tormento eterno.
Non esiste una via di mezzo.
O sei stato buono o sei stato cattivo.
Non esiste mezzo buono e mezzo cattivo.
Nelle condizioni non era prescritta una simile possibilità.
 
Eppure gli shinigami esistevano apposta.
Il mondo degli shinigami serviva appunto per le anime divise.
Non era mai stata una guerra per accaparrarsi il futuro delle anime.
Come dicevo: o si è buoni o si è cattivi.
I cattivi finivano giù nell’antro oscuro a fare compagnia ai poveri diavoli, mentre i buoni avrebbero cantato gioiosi insieme agli angeli.
E chi non voleva né Paradiso, né Inferno, che fine faceva?
Finiva sotto giudizio dello shinigami.
E ogni individuo aveva il suo shinigami.
Gli stessi dei della morte rifiutavano di essere custodi e accompagnatori di anime inutili.
Alla fine tutti decidevano di andare in Paradiso e loro erano lì ad annoiarsi come sempre.
 
Gli stessi shinigami da dove vengono?
Sono sempre esistiti? O sono nati dopo?
Lo shinigami è stato il primo essere a comparire nel mondo.
Troppo annoiato e stanco per svolgere le sue mansioni da Dio, creò due figure altrettanto potenti che potessero prendere il suo posto.
Io stesso potrei dirvi che uno shinigami ha una potenza superiore alle entità di Paradiso e Inferno, ma ha rinunciato ad essere l’unico per riposarsi un po’.
E ora è costretto a lavorare come traghettatore: un finale ingiusto per il Creatore.
“Dove sono?” Si chiese l’unica anima che aveva varcato il mondo degli shinigami e lo spettacolo che aveva davanti a se era davvero desolante.
Rocce e sabbia ovunque, alberi inesistenti e tutto volto verso una tonalità di grigio sempre più crescente.
Era inutile camminare, ma nulla gli vietava di continuare a muoversi.
Tanto ovunque sarebbe andato, il risultato sarebbe stato sempre lo stesso.
Era in un labirinto.
Il mondo degli shinigami era un labirinto noioso e senza interesse.
O almeno lo era per un’anima senza futuro.
 
“Bene, bene è ora di andare.” Disse lo shinigami che aveva in custodia l’anima tormentata che gli era stata inviata.
“Stai andando via Ryuk?”
“Sempre meglio di questo mortorio.” Due shinigami avevano ascoltato le poche parole che il dio diceva e tanto per ammazzare il tempo iniziarono a chiacchierare.
“È solo che un’anima ha bisogno del mio giudizio.”
“Sarà divertente.”
“Non è giusto però. A me capitano sempre le anime degli animali.” Gook era un vecchio amico di Ryuk e si lamentava di continuo per il trattamento a cui era costretto.
“A presto.”
 
Il ragazzo stanco di camminare stava riposando su una roccia aspettando qualcosa che potesse modificare quella routine fin troppo noiosa per i suoi gusti.
Si divertiva a passare il tempo, lanciando i teschi in un burrone e gli piaceva credere che appartenessero alle persone che lui odiava.
“Vedo che ti piace.” Il giovane sentendo quella voce cadde dal masso e per poco non cadeva lui stesso dal dirupo.
“Perché ti spaventi tanto? Piacere io sono Ryuk, il tuo shinigami.”
“Ryuk? Shinigami?”
“Non sai chi sono io?”
“Non te l’avrei chiesto se lo sapessi.” Alla creatura non piacevano quei comportamenti, ma preferì sorvolare, solo per quella volta.
“Devo cominciare dall’inizio.”
“Chi sei e cosa ci faccio qui? E chi sono io?” Il mostro si era seduto nella sua tipica posa e stava aspettando che il ragazzo facesse lo stesso.
“Io sono Ryuk, proprietario del Death Note e tuo shinigami custode. Tu sei un’anima venuta qui perché le due entità non sanno di quale regno sei degno.”
“Parli dell’Inferno e del Paradiso?”
“Io servo come giudice e in base alle regole che io stesso ho scritto, al termine del prossimo mese, ti saprò dire quale regno ti accoglierà.”
“Ma…”
“Vuoi chiedermi se puoi tornare in vita?” Chiese lo shinigami facendo uso del dono della preveggenza.
“Sì. Uno shinigami dovrebbe essere in grado di fare qualcosa.”
“Nei miei poteri è possibile contro invertire l’ordine, ma per fare ciò il tempo si accorcia.”
“Spiegati meglio.”
“Per tornare in vita devi trovare una persona che senza di te vive peggio.”
“Vuoi forse dirmi che…” Utilizzò di nuovo il suo potere ed interruppe il ragazzo senza preoccuparsi troppo di risultare scortese.
“È come la storia del se non fossi mai nato. Se trovi anche solo una persona che vive peggio dopo la tua morte allora puoi tornare in vita, purché…”
“Purché?” Chiese, vedendo che lo shinigami non continuava con le sue spiegazioni.
“Questo te lo spiegherò più avanti. Sappi solamente però che questa è un arma a doppio taglio.”
“Ma non è semplice come me lo hai spiegato?” Voleva saperne di più di quella storia, ma non voleva nemmeno farsi nemico il suo custode.
“Qualora nessuno sentisse la tua mancanza, ti resterebbe solo l’Inferno. Ma se qualcuno sta peggio, allora la questione cambia. Te lo spiegherò nell’eventualità che questo accada.”
“Quante volte è successo che qualcuno da qui torni in vita o sparisca con il Diavolo?” Chiese il ragazzo fissando lo shinigami con paura.
“Tu sei il primo a farmi visita dopo oltre otto millenni di storia.”
“E prima?”
“Mai nessuno è tornato in vita e per noi shinigami questo è solo uno spasso insignificante. A noi non importa se tu sei destinato all’Inferno o al Paradiso, ci preme solo divertirci alle tue spalle.”
“E se volessi diventare uno shinigami?” Chiese il giovane cogliendo di sorpresa il dio stesso.
“Non si può. Gli shinigami sono unici e nessuno può diventarlo senza la volontà delle tre grandi entità superiori.”
I due restarono per qualche momento in silenzio, ma poi il giovane, troppo curioso per quella sua nuova pseudo esistenza, fece un’altra domanda alla creatura.
“E la memoria?”
“Ti tornerà non appena saremo tra gli umani. Sarai invisibile per tutto il tempo e attraversando i portali che incontreremo, giungeremo al momento della tua morte per vedere come i tuoi conoscenti hanno appreso la notizia della tua dipartita. Poi faremo un piccolo strappo nel futuro e vedremo come procede la loro vita senza di te.
Iniziamo questo viaggio?” Ryuk quindi porse la mano al ragazzo e insieme camminarono verso la loro prima destinazione.
 





Angolo autore:
Il prossimo capitolo non so ancora quando uscirà, ma tanto non mi aspetto chissà cosa.
Succederà come nelle altre storie, dove nessuno mi fa sapere cosa ne pensa.
Alla prossima (forse).
   
 
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