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Autore: Woody Lee    12/11/2015    1 recensioni
(Questo testo è la storia del Ragazzo-Angelo raccontatami da mia madre, che le fu raccontata da sua madre, mia nonna, dopo la morte di mio nonno, nonché uno dei protagonisti di quest'avvenimento.
Se sia vero o no, non m'interessa.
La bellezza e la tristezza di questa storia rimarranno nel tempo)
Pensateci bene.
Non vi è mai capitato qualcosa che poteva finire veramente male e che poi non è successo fortunatamente? Beh, quello era lui.
Genere: Angst, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensateci bene.
Non vi è mai capitato qualcosa che poteva finire veramente male e che poi non è successo fortunatamente? Beh, quello era lui.

Dal 1963 al 1975, scomparve nel nulla un ragazzo di sedici anni in una piccola città dell'Albania, Rrogozhine.
Si dice che si chiamava Samir. Viveva con la madre in cima alla collina (suo padre morì poco dopo la nascita del figlio), dove ai piedi si trovava la città.
Secondo molta gente, Samir aveva una particolarità quasi impossibile da credere. Era nato con una malformazione sulla schiena. Pare avesse un gemello parassita, così credettero i medici quando l'hanno visitato alla sua nascita.

Con il passare degli anni, Samir crebbe e anche la sua malformazione.
Due piccole "corna" uscivano dalle scapole, come se fossero dei prolungamenti di quest'ultime.
Compiuti 14 anni, Samir non uscì più di casa, nessuno lo vide più in giro, i suoi pochi amici si dimenticarono di lui in poco tempo.
La sua povera madre era molto spaventata da questa "malattia" del figlio che, giorno e notte, non riusciva a sopportare l'atroce dolore provocatogli dalle corna sulla schiena.
Sua madre quindi chiamò Ismail, (Nome di fantasia) mio nonno, che si conoscevano fin da bambini.
Quando lui lo vide, Samir, al posto delle corna aveva due lunghe e possenti ali bianche. Le piume sfumavano poi in azzurro dando un effetto ottico stupendo.
Sulla cima della collina era impossibile farsi vedere anche perché nessuno ci andava mai per via dei rettili che invadevano quella zona. Quindi, mio nonno con Samir e la madre andarono lì, il ragazzo voleva far vedere loro qualcosa.

Samir non poteva indossare magliette, era magrolino, capelli biondi, occhi di un azzurro impossibile ed era alto più di due metri.
Ismail e la madre si misero davanti a lui. Samir sbatté le ali e spiccò il volo. Arrivò ad un'altezza incredibile senza nessuno sforzo ed era felice. Vide tutta la città e tutta la pianura costeggiata dalle montagne in lontananza. Ritornò giù con un violento scatto. Increduli, sia madre e Ismail, non ebbero la forza di dire niente.

Ma come ogni racconto che si rispetti, non tutto va per il verso giusto.
Mia madre mi disse che la notte di Natale del sessantatré, Samir volò via, senza dare spiegazioni, senza avvertire la madre, senza far rumore.
Ovviamente sua madre seppe solo la mattina dopo che se n'era andato. 
Samir ritornò sfondando il tetto di casa sua, cadendo al suolo.
Riportava ustioni, lacerazioni, fratture, febbre altissima, non smetteva di tossire e il suo cuore pompava con estrema fatica il sangue. Sua madre corse immediatamente da mio nonno per chiedere aiuto. 
Insieme lo curarono e per qualche strano motivo, guariva con molta fretta. Le sue ferite si richiusero in poche ore e ritornò alla normalità, in perfetta forma.
Mio nonno, esperto in medicina e medico sul campo durante la guerra, non aveva mai visto delle ferite del genere ne una guarigione così veloce.
Samir spariva la sera e tornava la mattina dopo, ogni giorno dell'anno, per dodici anni. Nessuno sapeva dove andava, nessuno sapeva come si procurava quelle gravi ferite su tutto il corpo.
Si dice che andava a salvare il mondo dalla distruzione. Ci proteggeva, tutti quanti. Questo mondo è sopravvissuto agli anni più terribili del Novecento solo grazie a lui. Il Ragazzo Angelo.
Tornava urlando. Maledicendosi. Il dolore era troppo forte, atroce. Piangeva tutto il giorno rimanendo sdraiato nel suo letto. Vedeva cose che nemmeno il diavolo s'immagina. Non era per lui. Non lo voleva. Non sapeva perché lo facesse ancora dopo tutta quella sofferenza ma doveva fermare la morte, la distruzione. 
Certe volte tornava fiero di quel che aveva fatto. Altre volte, implorava Dio di smettere di creare così tanta malvagità.
Per dodici Lunghi anni, Samir, si distrusse ogni notte per salvarci.

La sera di Natale del millenovecentosettantacinque, Samir s'inginocchiò davanti a sua madre che rimaneva sempre seduta per via del duro lavoro che faceva ogni giorno.
Le disse che quella notte sarebbe stato il suo "ultimo volo", che non doveva più andarsene via per poi ritornare in fin di vita. 
Il suo compito era finito.
Lei scoppiò in lacrime perché capì le sue parole.
Samir doveva morire alla fine, come tutte le cose buone di questo mondo. Non era eterno.
Dopo aver baciato la sua mamma per l'ultima volta, il ragazzo bellissimo e alto, se ne andò per l'ultima volta.
Rimase fuori per cinque giorni e sua madre credette che non sarebbe più ritornato.
Invece, la mattina del sesto giorno, scoprì il cadavere del figlio davanti alla porta di casa.
Al posto delle bellissime ali, aveva due grosse cicatrici.
Mio nonno lo portò in una grotta e li lo sotterrò, sotto le fredde pietre.
Era il 31 Dicembre 1975.

Mia mamma aveva già quattro anni e non lo seppe fino a due anni fa, dopo la morte di Ismail, suo padre.
Mia nonna giuro di non dire niente ai figli prima della sua morte. Le disse anche di avere una fotografia di Samir e che l'aveva nascosta da qualche parte. Forse è nella vecchia casa di Samir ma nessuno ci è mai andato.
Dopo la morte di mio nonno,mia nonna dichiarò che riusciva a vederli.
Samir e Ismail, sempre davanti a lei. Ogni volta che chiudeva gli occhi e cominciava a respirare affannosamente significava che loro erano li.

Disse ai figli che sorrideva, che presto andrà con lui. E così successe: 353 giorni dopo la morte di Ismail, lei spirò tra le braccia di uno dei suoi cinque figli, dopo avergli detto: "È qui...È qui e mi da la mano" 


                              °°°

La madre di Samir morì nel 1984. Aveva sessantacinque anni.

                              ººº

La grotta dove è stato sepolto Samir esiste veramente. Si trova a lato dell'unica strada che porta a Rrogozhine.

                              ººº

Mio nonno, dopo la morte di Samir, iniziò a bere tutti i giorni perché terrorizzato dagli avvenimenti, non voleva ricordarsi più niente.
L'alcol e il fumo lo portarono alla morte il 27 Dicembre 2012.
Mia nonna morì il 12 Dicembre 2013.



Fine

  
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