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Autore: _L_Black_    14/11/2015    2 recensioni
James e Lily Potter sono morti, lasciando dietro di loro la disperazione e la gioia per una guerra finita.
Ma quella notte, anche un'altra famiglia fu spezzata dai seguaci del Signore Oscuro.
Sirius Black è ad Azkaban e sua moglie brutalmente uccisa dai mangiamorte, lasciando la loro unica figlia in mano agli ultimi parenti rimasti.
Orion e Walburga Black.
Alyssa Black crescerà con gli ideali della purezza, con una voce dentro di lei che urla "libertà" e la voglia di scoprire cosa sia davvero successo quella notte.
La guerra l'aspetta e Alyssa è pronta a combatterla per i suoi ideali.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Orion Black, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Prologo
 
Quella notte il villaggio Godric's Hollow, era avvolto da un manto di nebbia che emanava una tranquillità surreale, le stelle non erano visibili e l'unica fonte di luce, proveniva dai lampioni lungo la strada.
Il silenzio, venne spezzato da un "pof"  dovuto ad una Materializzazione e infatti, pochi secondi dopo, un uomo comparve in mezzo alla strada. Si strinse nel suo mantello scuro ma era così malconcio, che il freddo dell'ultimo giorno di ottobre, gli penetrava dentro fino ad arrivare alle ossa. Camminava a capo chino, osservando i ciottoli della via con fare distratto, i suoi passi erano lenti e precisi ma i suoi occhi iniettati di sangue, tradivano la stanchezza che stava provando. Girò ad una traversa e procedette il suo cammino, con un groppo in gola e il cuore batteva sempre più forte, ogni volta che si avvicinava sempre di più, alla fine della traversa. Il silenzio della notte, fu ben presto spezzato da un chiassoso vociare, che lo fece fermare per un attimo.
Era arrivato.
Non appena sbucò sulla strada parallela a quella di poco prima, il bagliore delle innumerevoli bacchette lo accecò un momento. Fece per muovere la gamba ma non ci riuscì, il pensiero del motivo, per il quale lui si trovasse lì proprio a quell'ora, lo destabilizzò non poco. Gli Auror non si erano ancora accorti della sua presenza, motivo per cui continuò a rimanere lì, con l'intenzione di darsi una calmata. Di essere forte, per lui ma soprattutto, per lei.
La facciata in mattoni rossi della casa, era illuminata a giorno e la porta principale, era soggetta ad un via vai di Auror, che non si preoccupavano della privacy di quella famiglia.
Già, perché mai preoccuparsi di loro, quando il padre ha ucciso quindici persone?
Peter.
Il nome di uno dei suoi migliori amici, s'impose sopra ogni pensiero e il suo corpo, fu vittima di un sussulto. Il piccolo Peter, colui che non era mai stato granché coraggioso, si era sacrificato per provare a salvare i suoi amici.
James.
Il suo sorriso e la sua esuberanza, presero ben presto il posto di Peter e di nuovo, un groppo gli salì in gola e fu come se non riuscisse più a respirare. Non avrebbe più sentito le sue battutacce, le sue cronache del Quidditch o i suoi pensieri su quanto fosse bella Lily.
Lily.
Il suo sorriso e la sua intelligenza, erano un qualcosa che rimaneva impresso nelle menti di chiunque, la conoscesse. E lui, era stato fortunato ad averla come confidente e come amica. Lily era piena di difetti ma mischiati a quelli di James, diventavano perfetti. Un'amica, una moglie, una madre esemplare.
Harry.
Non era riuscito a vederlo, perché Silente aveva ben pensato di affidarlo subito a sua zia, in modo tale da tenerlo al sicuro. L'ultimo ricordo di lui che aveva, era un sorrisone e il bavaglino, sporco di latte e biscotti. Non lo avrebbe più rivisto e questo pensiero, non fece altro che farlo sentire un poveraccio senza arte né parte. Per Silente, lui non era in grado di occuparsi di Harry ma con lei, avrebbe combattuto fino all'ultimo.
 
-Remus.-
 
Alzò lo sguardo e rimase sorpreso, di trovare proprio Emmeline lì, a osservarlo con preoccupazione. Lei, che con Dahlìa non aveva mai voluto avere niente a che fare, si era presentata non appena la notizia era fuoriuscita. La osservò in silenzio per qualche secondo, i capelli castani erano diventati crespi a causa dell'umidità e il volto normalmente allegro, in quell'istante era contratto in una smorfia così seria, da credere di non avere Emmeline Vance di fronte.
 
-Non siamo arrivati in tempo.- mormorò Emmeline, abbassando lo sguardo sui ciottoli.
 
Immaginò cosa l'amica stesse provando in quel momento, la sensazione di essere totalmente inutile, il vuoto incolmabile all'altezza del petto, altri amici che non sarebbero tornati più tornati.
 
-Non... - provò a parlare ma un singhiozzo, era riuscito a uscire allo scoperto e dovette prendere fiato, prima di tornare a parlare. -non è colpa tua.-
 
La voglia di dare la colpa a qualcuno era tanta ed Emmeline era lì, pronta a prendersela ma Remus, sapeva bene che non c'entrava nulla. Sirius, era stato lui per tutto il tempo, lui era la causa della morte dei gemelli Prewett, di Dorcas... di Marlene. Aveva pianto ai loro funerali ma la realtà era un'altra.
La spia, era lui.
Si chiese se Dahlìa lo sapesse ma intuì di no, visto la fine che aveva fatto. Iccisa a sangue freddo nella casa, che i due avevano sempre adorato.
 
-La bambina?- riuscì a chiedere, nello stesso istante in cui scacciava quei pensieri.
 
-È viva, Remus. Molly Weasley è arrivata giusto in tempo.- spiegò, con un sorriso incoraggiante.
 
Remus tirò un sospiro di sollievo a quelle parole. Doveva essere forte per lei, sarebbe stato come un padre e l'avrebbe cresciuta, esattamente come Dahlìa voleva.
Forte e indipendente.
Emmeline gli fece segno di seguirlo lungo il viale e i due, dovettero stare attenti a non scontrarsi con i numerosi Auror, che quella notte erano lì in cerca di indizi su Sirius. Tutte le luci di casa erano accese e dalle finestre, s'intravedeva un via vai di persone sconosciute a quel luogo. Stavano per passare nel giardino sul retro, quando due Guaritori Mortuari, uscirono di casa con un corpo steso inerme su una barella e nascosto da un telo, con lo stemma del San Mungo raffigurato sopra.
 
-Roy, che diamine!- sbottò un Auror, con tono rabbioso. -Potevate Materializzarvi, anziché uscire in strada!-
 
-La casa è piena di incantesimi difensivi, signore,- bofonchiò Roy, accaldato per il peso che stava trasportando. -L'Auror Kingsley sta ancora lavorando per disinnescarli tutti ma ci vuole ancora tempo, e noi dobbiamo fare l'autop... -
 
L'uomo si bloccò di colpo, quando si rese conto che Remus ed Emmeline, si erano fermati a guardarli.
Come se fosse mosso da chissà quale forza a lui superiore, si avvicinò alla barella ed uno dei due Guaritori, sbuffò irritato da quella fermata improvvisa. Remus sollevò il telo e trattenne il fiato, riconoscendo i lineamenti della ragazza. Sembrava stesse soltanto dormendo, intrappolata in un incubo e che di lì a poco, avrebbe riaperto gli occhi.
Ma non sarebbe mai accaduto nulla di ciò, Dahlìa non si sarebbe mai risvegliata, non avrebbe più sorriso né ammonito Sirius ogni volta che straparlava; non avrebbe più cantato la ninna nanna, non avrebbe più tenuto sua figlia stretta tra le sue braccia e soprattutto, non l'avrebbe vista crescere. Se n'era andata a ventidue anni, lasciando una bambina nel momento, in cui aveva più bisogno di lei.
Non avrebbe rivisto più una delle sue più care amiche e non poteva credere che quella, fosse l'ultima volta. Perciò osservò bene quei lineamenti, dal volto a forma di cuore fino ai capelli neri, che Sirius aveva tanto amato.
 
-Non ha sofferto.- gli sussurrò, quello che aveva scoperto da poco, si chiamasse Roy.
 
Stronzate, pensò, il suo viso parla chiaro. Ma non lo disse, preferì annuire mentre Emmeline, gli mormorava all'orecchio di seguirla. Lo fece ma prima, aspettò che i Guaritori Mortuari portassero via Dahlìa. Perché sapere che lei fosse ancora lì, lo destabilizzava troppo. Prima ancora di arrivare nel giardino sul retro, un pianto disperato di un bambino lo fece impallidire ma Emmeline, si comportò come se nulla fosse e lo spinse a tenere il passo. Quando il giardino si presentò ai suoi occhi, Remus rimase sorpreso nel trovarlo semivuoto; c'erano soltanto due Auror, che scandagliavano il terreno alla ricerca di qualcosa e all'estremità di quel piccolo pezzo di terra, era seduta una donna dai capelli rossi con in braccio una bambina urlante.
Molly Weasley tentava di calmarla ma era impossibile, sembrava che si fosse accorta che qualcosa non andasse, Remus intuì ciò perché non l'aveva mai vista così disperata. Lasciò Emmeline con i due Auror e corse da lei, ancora incredulo di poterla abbracciare di nuovo. Molly non lo riconobbe subito e fece per allontanarlo ma, non appena si rese conto dello sbaglio, sospirò rincuorata e gli passò la bambina, rimanendo in religioso silenzio. Nonostante gli anni che Molly e Dahlìa si passavano, erano diventate grandi amiche, tanto che il suo Ron giocava sempre con la piccola di casa Black.
La bambina, smise di piangere nello stesso istante, in cui Remus la strinse a sé. Iniziò a cullarla lentamente e nel frattempo, chiuse gli occhi per estraniarsi, almeno qualche secondo, da quella situazione surreale. Un fruscio dietro di loro, lo portò a spalancare gli occhi e per un istante, incontrò lo sguardo verde smeraldo di Molly, che lo osservava in silenzio come se non avesse il coraggio di parlare. Non si pose alcuna domanda anzi, ignorò quello sguardo e tornò a dare tutta la sua attenzione ad Alyssa, che a differenza sua stava fissando intensamente un punto alle loro spalle. Remus a quel punto decise di voltarsi e non si sorprese, di trovarsi di fronte Albus Silente intento ad avvicinarsi a loro con la calma, che da sempre lo contraddistingueva. Appena fu accanto al gruppo, la bambina si allungò verso di lui e provò ad afferrargli la lunga barba ma Remus, la fermò. La piccola sbuffò ma non si mise a piangere anzi, sembrava come se capisse che non era il caso di fare i capricci.
 
-Buonasera Remus, signorina Vance. Molly cara, come sta andando la vita da neo-mamma?- chiese con tono gentile, sicuramente per alleviare il momento, troppo duro da affrontare per tutti quanti, lui stesso compreso.
 
-Bene profess... cioè, volevo dire Albus.- disse, con tono incerto. -Ginny è tranquillissima, il problema sono i gemelli. Due vulcani in eruzione.-
 
Silente le sorrise e decise di far toccare la sua lunga barba alla bambina, che la prese con grande gioia, iniziando ad accarezzarla e alle volte a tirarla. Sorrise dolcemente alla creatura, poi alzò il capo su Remus e lo fissò negli occhi, con uno sguardo indecifrabile. Una brutta sensazione, s'insinuò in lui ma provò comunque a scacciarla, stringendo ancora a sé la piccola.
 
-Signorina Vance, ha avvisato Remus?-
 
-Non ancora.- rispose lei, abbassando lo sguardo, quando Remus si voltò.
 
-Avvisarmi di cosa?- sbottò il diretto interessato.
 
Silente ed Emmeline si guardarono per un attimo, che a Remus parve lungo una vita e non dissero nulla, fino a quando l'uomo ricordò loro della sua presenza. Emmeline si spostò di qualche passo e si strinse nel suo mantello mentre Silente, con estrema lentezza, tolse la mano della bambina dalla sua barba.
 
-Mi dispiace, Remus. Ho fatto il possibile ma purtroppo, deve andare ai parenti più prossimi.-
 
-E quali sarebbero, di grazia?- esplose, facendo sobbalzare la bambina. -Lei non ha più nessuno a parte me...-
 
-... E i Black. Sul serio, Remus, voglio tu sappia che mi sono battuto fino all'ultimo, ma purtroppo la legge e l'evidenza dei fatti non...-
 
-È per quello che sono, vero?- ringhiò, guardandolo truce.
 
-Assolutamente no.- negò con un cenno del capo e sospirò, con aria stanca. -Non hai un lavoro e non potresti occuparti di lei. In più, come ho già detto, la legge non aiuta.-
 
-E quindi? Mh? Deve andare a vivere con quei mostri?-
 
Le urla di Remus, costrinsero gli Auror ad avvicinarsi ma Silente, li convinse ad andar via con un semplice gesto di mano. Molly ed Emmeline non ci provarono neanche a calmarlo ma la prima, decise di riprendere la bambina, la quale stava osservando la figura di Remus, con occhi impauriti.
 
-Ho già avvisato i Black, dell'imminente arrivo della nipote. Non possiamo farci niente, mi dispiace ma con loro, vedrai, crescerà bene. Sono cambiati.-
 
Remus sorrise sprezzante e scosse il capo, con fare imbestialito. -Gente come loro, non cambierà mai.-
 
~
 
Le aveva provate tutte ma nulla, la sua figlioccia sarebbe finita nelle mani di Orion e Walburga Black. Con il cuore che gli batteva forte nel petto, la portò da loro e sperò che prima o poi, lo perdonasse per quel gesto.
Erano in una piazza che Remus non aveva mai visto, Sirius infatti non gli aveva mai detto dove si trovasse la casa, salvo riferirgli che era proprio in mezzo ad un quartiere abitato da Babbani. Si guardò attorno e fece qualche passo, stando attento a non svegliare la piccola, che finalmente si era addormentata tra le sue braccia. Tra il numero undici e il tredici, spiccava una dimora dall'aspetto austero, con delle scale in marmo e due Gargoyle a presidiarla. Segno che li stavano aspettando.
Silente salì i gradini mentre Remus rimase indietro di qualche passo, gustandosi a pieno gli ultimi minuti con lei. L'anziano suonò il campanello e la porta si aprì subito, facendo uscire un vecchio Elfo Domestico, il quale doveva essere stato fino a quel momento, dietro la porta ad attenderli.
 
-I padroni la stanno aspettando.- gracchiò l'Elfo, volgendo il suo sguardo oltre la figura di Silente e posandosi sul fagotto dormiente, tra le braccia di Remus.
 
L'Elfo lo squadrò da capo a piedi e il suo volto, si contorse in una smorfia di disgusto. Doveva essere sicuramente Kreacher, lo intuì dall'età e dal modo in cui si comportava sia con Silente, che con lui.
 
-È il padrino.- disse Silente, indicando la bambina con un cenno del capo.
 
L'Elfo borbottò qualcosa in risposta mentre dall'interno della casa, rumori di passi si facevano sempre più vicini. Remus trattenne il fiato e la sua mano, andò ad accarezzare il visino ben nascosto dalla coperta, non voleva lasciarla lì, Dahlìa non avrebbe mai voluto un futuro del genere per sua figlia ma tanto era.
Nessuno, avrebbe mai lasciato una bambina in mano ad un lupo mannaro.
Un attimo dopo, i coniugi Black erano alla porta e i loro occhi, erano tutti per la piccola. All'uomo salì il magone, al pensiero che la mattina successiva, si sarebbe svegliata in una stanza che non era la sua.
 
-Kreacher, prendi la bambina.- ordinò Walburga Black, senza distogliere lo sguardo da lei.
 
Kreacher annuì e scese gli scalini di corsa, avvicinandosi a Remus e allungando le mani, per prenderla. Fissò l'Elfo mentre questi gliela toglieva dalle braccia e seguì la sua figura con gli occhi, quando la riportò dalla padrona. Walburga Black la prese e la osservò dormire, mentre la cullava. Ad occhi estranei, poteva sembrare una nonna amorevole ma Remus, sapeva bene cosa si celava dietro tutta quella dolcezza: sensi di colpa dovuti ad errori passati. Si rese conto, che quella era la prima volta che i coniugi Black, vedevano la loro nipotina e un sorriso amaro comparve sulle sue labbra. Per loro era la prima volta mentre per lui, era l'ultima. Sembrava proprio che il destino, lo stesse prendendo in giro.
 
-Grazie, Silente.- esclamò Orion, mentre sua moglie accarezzava il volto della piccola, con delicatezza.
 
-Non fate gli stessi errori.- si limitò a rispondere Silente.
 
La famiglia Black rientrò in casa e l'Elfo, si prodigò a chiudere la porta, senza degnare i due di un saluto. Silente scese i gradini e tornò in strada mentre le scale e i Gargoyle, scomparivano tra il numero undici e il tredici. L'anziano si Materializzò ma Remus non seguì il suo esempio anzi, rimase lì, a fissare il punto di congiunzione tra le due case Babbane.
 
-Addio, Alyssa Sophie Black.-
 
Un pof, ruppe il silenzio della strada ma nessuno se ne accorse. Nel frattempo, al numero dodici di Grimmauld Place, gli anziani coniugi festeggiavano l'arrivo dell'ultima Black.
 
~
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
 
Questo è il Prologo riscritto da capo, seguendo le indicazioni di quello precedente. Per chi già conosce la storia, fatemi sapere cosa ne pensate mentre per chi non la conosce e si sta approcciando a lei per la prima volta, chiedo pazienza. Sto sia scrivendo i capitoli nuovi, che riprendendo quelli vecchi scritto nel 2015 quindi dal capitolo Sorriso fino al capitolo Grace, sono quelli vecchi e ancora da riscrivere ma comunque li lascio, per chi magari non vuole aspettare (e fidatevi, ci metterò un po' a riprenderli tutti).
Passo ora alla presentazione:
Piacere, sono Laura e ho ventisei anni, questa fan fiction è la ripresa di una scritta nel lontano 2011 e poi cancellata, a favore di questa, iniziata per l'appunto nel 2015 ma che ha avuto il suo exploit durante il primo lockdown.
 
Lasciatemi un feedback positivo o negativo che sia, sono sempre pronta a migliorare.
 
_L_Black_
  
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