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Autore: Elsira    14/11/2015    6 recensioni
STORIA PROSSIMA A NUOVA STESURA
Ciao a tutto il popolo di EFP! È un piacere essere tornata, quanto tempo eh? Ma non indugiamo oltre e partiamo con questa nuova storia di Kin!
Trascorso qualche anno dalla sfida contro Vegeta, la vita della nostra sayan trascorre tranquilla: allenamenti con il padre, lavoretti di casa e commissioni con la madre, tempo ricavato da passare con Trunks. Finché una notizia dalla nipotina Pan farà scattare a Gohan quella che all'inizio pare a tutti quanti un’ottima idea, ma che presto si rivelerà più complicata del previsto e creerà tempesta tra le due giovani sayan, le quali dovranno mettere da parte risentimenti e conflitti per affrontare una nuova, incombente, minaccia.
Per scoprire questo e altro, non vi resta che entrare e leggere!
P. S. : Nel primo capitolo si trova un mini-riassunto di ciò che è accaduto nelle long precedenti, che, giunti alla terza parte della storia, è indispensabile per fare un poco il punto della situazione, rinfrescando le idee a chi mi ha sempre seguita e ‘istruendo’ chi invece sarà incuriosito e inizierà a leggere da adesso.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Goten, Nuovo personaggio, Pan, Trunks | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl , Pan/Trunks
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue del padre e occhi della madre'
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Un ringraziamento speciale a felinala e SSJD,
i quali mi hanno dato l’input che ha fatto partire l’ispirazione per questa long non programmata e quindi scriverla.
Non vi dedico i capitoli perché non ho idea di come verranno, se saranno o meno di vostro gradimento, etc.
Ma un grazie speciale non ve lo toglie nessuno.
Un grazie anche a freelady,
che mi ha consigliato l’ottima idea del riassuntino.
Buona lettura a tutti.
 
 

Dove eravamo rimasti... (Per i nuovi lettori e per chi, come me, è 'graziato' da una memoria che meglio se lasciamo stare)

Kin è la figlia di Goku e Chichi, nata un anno dopo la sconfitta di Majin Bu, ovvero nel 773 ed è la più piccola in casa.
Ha un corpo atletico per via dei molti ed intensi allenamenti a cui si sottopone, gli scuri occhi della madre, i lunghi capelli lisci neri con la frangetta del padre e la carnagione chiara; per quest'ultima sua caratteristica, Trunks la chiama affettuosamente 'pelle d'alabastro'.
È nata con la coda tipica del sangue paterno, alla quale teneva moltissimo, ma che le è stata tagliata da Chichi per arrestare la trasformazione in Oozaru in una notte di Luna piena, quando la ragazza era già un'adolescente.
È solare, testarda, orgogliosa e un po' ingenua, con una grande passione per i combattimenti che spesso l'ha fatta finire nei guai in passato, un profondo rispetto verso le due figure genitoriali ed il ruolo che entrambe ricoprono. Ci sono solo tre cose che teme: deludere i suoi genitori, i tuoni e il buio.

All'età di diciasette anni, Kin ha scoperto cosa fosse l'amore verso qualcuno con il quale non si hanno legami familiari, grazie a Trunks. I due vivono la loro storia ormai serenamente, dopo un'iniziativa profonda ostilità di Goten verso il nuovo rapporto tra la sorellina e il 'fratello' di una vita.
Un'altra persona speciale per la protagonista è la nipotina: Pan. Il rapporto tra le due sayan è molto simile a quello che vige tra gli originali Goten e Trunks, con la peculiarità che alle volte Kin ha un atteggiamento quasi da 'mamma' nei confronti della nipote, anche se tra le due ci sono solo tre anni di differenza.
Il più grande sogno di Kin è sempre stato quello di poter diventare super sayan e quando un giorno Vegeta le rivela che non ne è capace perché donna, lei va fuori di testa. Avrebbe fatto disastri se non fosse intervenuto Goku a calmarla, insegnandole il teletrasporto con la speranza di farle passare così il desiderio della trasformazione, facendosi promettere però di utilizzare questa tecnica solo ed esclusivamente in caso di estrema necessità, perché estremamente pericolosa.
Scontrandosi successivamente contro il Principe in un duello, la sayan viene a sapere che questi le aveva mentito, nel tentativo di far scattare la trasformazione grazie all'ira. Dato che però il suo proposito non aveva funzionato, le rivela che dovrà lavorare molto sodo e ancora a lungo, per poter ottenere l'ambito stadio del super sayan percorrendo la via della forza. Se mai ci riuscirà.
Ed è dopo 3 anni da quello scontro, che la storia di Son Kin riprende...

 
Fine primavera, Anno 793
 

«Mamma, ho finito, posso andare a dormire adesso?» Chiese Kin con tono supplichevole, dopo aver riposto l'ultimo piatto.

Quella sera erano venuti a mangiare Gohan e la sua famiglia; ovviamente stare assieme alla nipotina, al fratello e alla cognata era sempre un piacere, ma quando loro se ne andavano lei doveva pulire tutto e questo era tutt'altro che un piacere altrettanto grande, dato che Pan non smentiva il proprio sangue e aveva il medesimo appetito che caratterizzava il padre, il nonno e tutta la stirpe sayan.

Chichi rivolse un sorriso alla figlia. «Sì, puoi andare.»

Kin si diresse velocemente verso la propria stanza, temendo che la madre potesse ripensarci e affidarle un lavoretto dell'ultimo secondo, come accadeva ormai sempre più spesso.

«Ah, quasi dimenticavo. Kin, non è che potr...» La donna s'interruppe, poggiando il volto sul manico della granata con la quale stava spazzando la sala e osservando la porta, appena chiusasi, della camera della figlia con un sorriso dolce e un po' tirato.

Tornò a guardare a terra e raccogliere le ultime briciole sul pavimento, dicendosi che la giovane aveva già fatto abbastanza in effetti, per quella sera.

Kin si lasciò cadere seduta a terra, chiudendo gli occhi e strusciando la schiena alla porta della propria camera, godendosi il silenzio che regnava sovrano nella stanza.

Con il gomito sul ginocchio destro alzato e l'altro che le pendeva sul fianco, fece un respiro silenzioso e profondo, lasciando che l'aria profumata della notte di fine primavera proveniente dalla finestra aperta le entrasse nei polmoni.

Restò seduta per non seppe quanto tempo, non fu capace nemmeno di dire se si fosse addormentata o meno, finché un urlo straziante nella sua testa le fece spalancare gli occhi, mettendola subito in allerta. Si alzò e svelta uscì dalla propria camera, per andare dalla madre in cucina, alla quale apparteneva il grido appena lanciato.

La vide a terra, svenuta e le andò subito incontro, sollevandola per le spalle. Provò a chiamarla per farla svegliare, a darle delle leggere pacche sulle guance, ma la donna restò addormentata.

Si guardò attorno in cerca di un’idea, che le venne relativamente in fretta. Andò a prendere un senzu dal cassetto nascosto che lei, Goten e suo padre utilizzavano nei casi più disperati, quando esaurivano gli altri e rientravano a casa in condizioni troppo pietose per permettersi di farsi vedere dalla donna.

Glielo mise in bocca e l'aiutò a masticarlo muovendole la mandibola, per poi massaggiarle la gola e farla degludire.

Chichi aprì gli occhi, sbattendo le palpebre più volte e vide l'immagine della figlia farsi nitida all'interno del proprio campo visivo.

«Mamma, che è successo? Perché hai gridato?» Le chiese Kin, adottando un tono che potesse tranquillizzare la madre. L'espressione della donna, da prima confusa, dopo pochi istanti si fece terrorizzata e iniziò a tremare. Diceva parole senza senso in sussurri quasi inudibili, così che Kin avvicinò il proprio orecchio alle sue labbra e riuscì, in qualche modo, a distinguere dei vocaboli dal senso più o meno compiuto: «Tornato... Non è possibile... Morto... Gohan aveva... Torneo... Goku era... E Goten non...»

Kin scosse la testa, per poi guardare negli occhi la madre e poggiarle una mano sulla guancia cadaverica. «Mamma, ti prego calmati, non riesco a capire cosa vuoi dire.»

Chichi la guardò con occhi sgranati e con voce tremante disse solo: «Cell...»

La sayan si accigliò confusa. Quel nome... Quel nome le ricordava qualcosa.

D'improvviso si ricordò di uno dei racconti che le erano stati narrati quand'era bambina e le parole fino all'istante prima prive di senso pronunciate dalla madre, acquisirono significato con l'apparire nella propria mente l'immagine di un essere verde maculato simile ad una locusta troppo cresciuta, con la faccia umanoide e viola, dotato di un pungiglione con il quale risucchiava qualsiasi cosa e l'assorbiva, per diventare più forte.

Ricordava che Gohan lo aveva ucciso con non poche difficoltà, che suo padre era morto per colpa sua, impedendo a Goten di poterlo avere accanto durante la sua infanzia. Ricordò che da ciò che le era stato raccontato, quell'essere fanatico di perfezione qual'era Cell era un androide, creato con lo scopo di uccidere suo padre. Ricordò che le era stato raccontato di un Trunks arrivato da un altro tempo, il quale aveva visto distruggere il proprio mondo e i propri affetti dai cyborg creati da quel pazzo fanatico del Dr. Gelo.

Guardò sua madre, chiedendosi come fosse possibile che Cell fosse tornato in vita.

«Vieni mamma, ti porto a letto, devi essere stanca e aver avuto una visione.» Le disse con voce tranquilla, per cercare di calmarla. La donna, troppo spaventata, si lasciò prendere in braccio e venir sistemata nel proprio letto, vuoto.

Kin le diede un leggero bacio sulla fronte, le tirò su le coperte e le sorrise rincuorante. «Buonanotte, mamma. Ci vediamo domattina.» Spense la luce, chiudendosi poi la porta alle spalle, facendo appena in tempo a vedere dalla grande finestra della camera da letto che ormai era l'alba e il sole stava sorgendo.

Rimase un istante perplessa con la schiena poggiata alla porta chiusa e l'unghia del pollice tra i denti, chiedendosi come mai suo padre non fosse nel letto con la madre e sorprendendosi che lei fosse stata l'unica a correre al grido della donna. Eppure, non era possibile che non avesse svegliato il fratello e il padre.

Andò in camera di Goten, a controllare se fossero lì e cosa stessero combinando, ma la trovò vuota, così come il resto della casa.

Dove diamine erano finiti? Eppure era certa che dopo cena fossero andati entrambi dritti a letto.

Tentando di non farsi prendere dal panico, si lasciò cadere a terra e con la mente cercò di rintracciare le auree dei due familiari scomparsi. Non seppe per quanto si concentrò, ma non riusciva a percepirle. Perché mai avrebbero dovuto azzerarle?

Una sensazione di angoscia iniziò a pervaderla, ma la scacciò immediatamente e provò a concentrarsi nel tentativo di trovare una soluzione logica.

Un'idea le venne in mente e, senza pensarci due volte, rintracciò l'aura di Trunks e si teletrasportò da lui.

Stranamente da ciò che pensava, anziché in camera dell'uomo si ritrovò in una landa desolata.

Si guardò attorno, chiedendosi perplessa cosa ci facesse Trunks in quel posto a quell'ora, dato che era uno che adorava dormire, quando la sua attenzione fu attirata dal secondo grido straziante della giornata.

Utilizzando la super velocità, si diresse verso le grida incessanti di Trunks, per vederlo alla fine bloccato ad una parete rocciosa.

Era a braccia e gambe aperte, tenuto in verticale da una forza invisibile che con tutta probabilità lo privava anche di potersi muovere per liberarsi e contrattaccare. Di fronte a lui, si trovava un essere verde che rideva come un maniaco ad ogni colpo, godendo evidentemente del dolore che stava procurando al sayan.

In quel momento, per la mente di Kin passò solo un nome: Cell.

Quindi, quello era Cell. Sua madre non se l'era sognato. Ma com’era possibile?

Lo psicopatico alzò il volto della sua preda, prendendolo per i capelli, ricaduto in avanti per via della mancanza di energie e sul punto di svenire dal dolore.

Trunks sollevò appena le palpebre, non riuscendo ad aprire completamente gli occhi. Dalla sue labbra uscirono dei versi sofferenti, mentre quelle dell'avversario si aprivano in un sorriso di gusto.

Cell caricò il pugno, pronto a dargli il colpo di grazia, quando una voce a lui sconosciuta lo distrasse dal proprio dilettevole intento.

«Lascialo andare immediatamente.» La voce di Kin, che scandì con un ringhio ogni singola lettera, fece voltare entrambi.

Trunks la guardò con le pupille che si erano ridotte alla grandezza di aghi da quanto sorprese. Con l'esigue energie rimastagli, provò a farla fuggire e salvarsi: «Kin... Va' via di qui...»

Cell osservò il volto massacrato dell'uomo che teneva in pugno. «Kin?» Posò nuovamente il proprio sguardo violaceo sulla sayan, avvolta da fulmini e un’aura tendente al dorato, che si stava dirigendo verso di loro. «Quindi tu sei la figlia di Goku, nonché sorellina di Gohan e Goten.»

Kin continuò ad avanzare, mettendo un piede di fronte all'altro, sentendo una rabbia crescente dentro di sé. «Lascialo andare immediatamente.» Ripeté, alzando lo sguardo e puntando i propri occhi neri in quelli del mostro.

Cell sorrise irrisorio, lasciò la presa sui capelli di Trunks e, senza distogliere lo sguardo da lei, gli assestò un pugno al petto, perforandoglielo ed estraendone il cuore. L'aura di Trunks svanì nel nulla.

Il cyborg sorrise con tono di sfida rivolto alla sayan, sogghignando: «Ops, che sbadato. Devo averlo ucciso.» Liberò il corpo del sayan dalla presa della propria aura, gettò con noncuranza l’organo della sua vita dietro di sé e incrociò le braccia al petto, leccandosi con gusto la traccia di sangue rosso che gli aveva macchiato il labbro superiore. «Proprio come tutti gli altri.»

Lo sguardo di Kin si fece appena interrogativo, mentre i suoi capelli divenivano dorati. Qualcosa le bloccò il piede dal completare l'ulteriore passo, spingendola a guardare verso terra.

Solo allora vide uno stivale blu che per lei era sin troppo familiare.

Fece scorrere lo sguardo lateralmente, per scorgere inevitabilmente il gin color arancio indossato dal corpo ormai senza vita del padre, steso a terra con gli occhi completamente bianchi.

Vicino a Goku c'erano i cadaveri di Vegeta, Goten, Gohan, Piccolo, Krilin, Tenshihan, Yamcha, Jiazou. Non era stato risparmiato nessuno.

«Avanti ragazzina, perché fai quell’espressione così sorpresa? E dire che ho anche avvertito tua madre quando sono venuto a casa vostra questa notte.» Disse Cell, inclinando leggermente la testa di lato. La riaddrizzò, si portò la mano avanti al volto con il palmo rivolto verso il cielo e chiuse poi le dita a pugno, sussurrando malefico: «Vi avrei sterminati tutti quanti.»

Kin posò i propri occhi, divenuti azzurri e privi di pupilla, sul nemico. Non aveva mai provato tanta rabbia come in quel momento.

«E adesso tocca a te, raggiungerli all’inferno.» Lui rise, sicuro di sé. Quella vista non fece che aumentare la sua furia.

Quando stava per scattare in avanti ed affrontarlo, per vendicare tutti, sentì una voce lontana che la chiamava.

Una voce familiare.

Una voce appartenente ad una persona che credeva ormai morta.

«Kin... Kin... Avanti, svegliati principessa!» Goku chiamò ancora la figlia con un sorriso.

Spalancando lo sguardo e con l'affanno, la sayan si voltò verso di lui e gli buttò le braccia al collo.

«Papà... Sei... Sei vivo...» Gli chiese, con la voce ancora colma di paura. Lui, confuso per quel buongiorno insolito, le batté affettuosamente la mano sulla schiena e le sussurrò con voce tranquilla: «Ma certo che sono vivo.» La scostò dal proprio petto e la guardò negli occhi, raggiante: «Dobbiamo allenarci assieme stamane, ricordi?»

Kin lo osservò per ancora qualche secondo un poco stralunata dal sogno che iniziava già a non ricordare più, rammentandosi invece dell'allenamento di cui le stava parlando il genitore. Con il cuore che ancora minacciava di uscirle dal petto da quanto batteva forte, gli fece un largo sorriso e gli disse che sarebbe stata pronta per uscire in dieci minuti.

Goku sorrise di ricambio e uscì dalla camera, dandole appuntamento a tavola per fare colazione assieme. Prima di chiudersi la porta alle spalle, la vide annuire.

Kin si passò la mano sul lato della testa e chiuse gli occhi, ancora seduta sul letto con le coperte a coprirle le gambe incrociate, cercando di ricordarsi l'incubo che le aveva lasciato quell'orribile sensazione addosso.

Di colpo le tornò in mente l'immagine del cuore di Trunks in mano a Cell, di lui che le diceva di andarsene, di lui che cadeva ai piedi del mostro. Il proprio organo mancò un battito.

Sapeva di aver promesso al padre di non farlo se non in caso di estrema necessità, ma quello per lei era un caso di estrema necessità, perciò si portò le dita alla fronte e si teletrasportò immediatamente da Trunks.

Con suo grande sollievo, stavolta guardandosi intorno riconobbe la camera da letto del sayan. Un sorriso le attraversò il volto e i suoi occhi si posarono sulla schiena dell’uomo che stava beatamente dormendo nel suo letto, combattendo un'evidente lotta con coperte e cuscino, che si trovava ad abbracciare e sbavare.

Una risata la prese e gli si avvicinò silenziosa, poggiando le braccia al bordo del letto e collocando dolcemente il proprio volto su quest'ultime.

Restò ad osservarlo e perse la cognizione del tempo, finché lui non si girò rumorosamente, lasciando in pace il cuscino e biascicò qualcosa di incomprensibile nel sonno.

Kin diede una breve occhiata all'orologio appeso al muro della stanza, sopra il letto e accorgendosi dell'ora tarda, decise di tornare a casa propria. Si alzò, diede un leggero bacio sulla fronte del sayan e si voltò, portandosi le dita alla fronte, ma Trunks la prese per un polso e la fece cadere sul letto.

In un istante stesa su di un fianco di fronte a lui, l'istante dopo si ritrovò a pancia in su con il sayan sopra di lei che le baciava sensualmente il collo, senza che riuscisse a capacitarsi di come fosse successo.

«Dove pensavi di andare?» Le sussurrò nell'orecchio, passando a stuzzicarle il lobo con evidente desiderio. Lei si lasciò scappare un lieve sorriso, per poi chiedere: «Da quanto sei sveglio?»

«Circa trenta secondi.» Rispose soave l'uomo, passando a sfiorarle le labbra e facendo scorrere la propria mano sul corpo della sayan, accarezzandole appena prima il seno per dirigendosi poi più deciso verso i pantaloni del pigiama. Si arrestò e la guardò alzando un sopracciglio tra il malizioso e il sorpreso, quando sentì la mano della compagna poggiarsi delicata sulla propria e fermarlo.

«Lascia stare, Trunks.» Disse Kin con un sorriso dolce, per poi aprire gli occhi e puntarli in quelli dell'amato. «Non sono venuta per questo, ma solo per assicurarmi che tu stessi bene.»

Trunks tirò indietro la testa e accigliò lo sguardo, adesso completamente confuso. «Perché? Che sarebbe dovuto accadermi?»

La sayan si tirò a sedere, facendo di conseguenza ereggere la schiena di lui e gli sfiorò appena le labbra con le proprie, posando tenera una mano sulla sua guancia e rispondendogli guardandolo negli occhi chiari: «Ho fatto un incubo orribile stanotte, sono venuta a controllare che si trattasse effettivamente solo di un brutto sogno. Tutto qui.»

«Che cosa hai sognato?» Gli chiese l'uomo, curioso e con espressione amorevole. Lei distaccò un istante lo sguardo, per poi puntarlo nuovamente sul compagno. «Che diventavo un super sayan.»

Trunks spalancò gli occhi, confuso. «E ti sembra una cosa orribile? Non è da sempre il tuo più grande desid...» Non riuscì a terminare la frase, interrotto dalle braccia dell’amata che gli avvolsero la schiena e il suo volto immerso nei propri pettorali, in evidente ricerca di protezione e sicurezza.

«No. Non se devo pagare il prezzo del sogno.» La udì sussurrare, sicura ma con voce ancora tremante dalla paura che aveva provato.

Non disse nulla, la strinse semplicemente a sé in quell’abbraccio, tentando di farle passare tutte le sensazioni negative che provava in quel momento.

Dopo minuti di silenzio e immobilità, Trunks baciò delicatamente i capelli dell’innamorata, facendole così alzare il volto e mostrarle il proprio sorriso rassicurante. Dovette attendere pochi secondi, per veder sorridere anche lei, rasserenata.

Sempre fermi in quella posizione, Kin proseguì, prima che Trunks potesse davvero convincerla a restare lì con lui tutta la mattina: «Ma adesso devo tornare a casa perché papà verrà a cercarmi in camera da un momento all'altro e non voglio che scopra che gli ho disubbidito, util...»

«...Di nuovo…» Aggiunse lui, con un sorriso divertito e alzando le sopracciglia. Lei roteò gli occhi per la puntigliosità della correzione e ripeté: «Di nuovo… Utilizzando il teletrasporto senza che fosse una questione di vita o di morte.»

Trunks tirò un sorriso dolce, prese il volto della sayan tra le mani e le lasciò un bacio leggero sulla fronte, dicendole appena: «Va'.»

Lei rispose sorridendo e teletraportandosi a casa propria.

Dopo pochi istanti, sentì suo padre bussare alla porta della propria camera e chiedere confuso: «Kin? Tutto apposto? Non sei tornata a dormire, vero?»

«No, mi sto cambiando. Un minuto e arrivo.» Gli disse, sollevata dal fatto di essere tornata appena in tempo. Poi aggiunse, togliendosi la maglia del pigiama in fretta e ridendo: «Non mangiare la mia parte di colazione!»

Lo sentì ridere a sua volta, mentre lei si toglieva anche i pantaloni e indossava la propria tuta più velocemente possibile.

Imboccò la porta e si sedette al proprio posto, gustando con un sorriso soddisfatto la cucina squisita della madre e contenta come non mai che quella fosse la realtà.

 
 

Elsira #13

Sì, lo so cosa state pensando:
"Ma non avevi detto che saresti stata assente per molto?"
"Che non avresti pubblicato nulla per settimane se non per mesi?"
"Ma sei già di nuovo qui a romperci le scatole?"
E la mia risposta è: sì. È vero. È tutto vero.
Ma che ci posso fare io se m'è presa l'ispirazione ieri notte e non riuscivo a dormire se non la mettevo nero su bianco? Non è che abbia avuto molta scelta... Se non scrivevo, non dormivo. -.-
E dato che alla fine l'avevo scritta, mi pareva inutile tenerla lì ad aspettare che fosse completo tutto il resto e così l'ho pubblicata. (E poi avevo anche secondi fini, a pubblicarla in fretta, che però taccio...) Almeno, intanto questa c'è.
Come titolo del capitolo, non avevo idea di che mettere... Se avete un'idea, non vergognatevi a dirmela, sarò più che felice di inserirla, ovviamente dando i rispettivi riconoscimenti.
Il resto, verrà. Quando? Non si sa. Non sto più a fare previsioni, perché tanto ho capito che con me non servono a niente...
Vi volevo dire solo una cosa: la parte "truce" di Cell, penso sarà l'unica a raggiungere quel livello di "crudeltà". Avevo pensato di toglierla, per abbassare il rating, (dato che, oltretutto l'avevo pensata come verde 'sta storia) però poi mi son detta: "sai che c'è? Voglio fare questa long a rating rosso e vedere cosa mi viene fuori".
Quindi se seguirete me e la mia mente malata, in poche parole e come direbbe uno dei miei amici più cari: anata no saiaku no akumu no junbi*

P. S. : Il rating rosso, se resterà e non cambierà in arancione, non avrà niente a che fare con il rating rosso della precedente OS. Ci tenevo a precisarlo u.u
Diciamo che è... Un rosso più tenue... O comunque di diversa natura, mettiamola così xD
E aggiungo che non è per niente scontato il fatto che rimanga rosso, anzi... Semplicemente, preferisco far partire la long come rossa e poi semmai farla 'calare di tonalità' in futuro se mi rendo conto che un arancio può bastare, piuttosto che doverla cambiare negli ultimi capitoli e averla mezza rossa e mezza arancio (se non addirittura gialla...).
Comodità mia, dunque :P
Ora chiudo qui sia con il post scriptum sia con le note autrice, perché altrimenti vengono più lunghe del capitolo xD
Alla prossima! (Che chi lo sa quando sarà...)



*preparatevi al vostro incubo peggiore.

 


Se lasciate una recensione con i vostri pensieri non potete che farmi piacere :) Se notate degli errori o avete dei consigli, non esitate a farmelo sapere; voglio davvero migliorare il mio modo di scrivere e ve ne sarei davvero grata se mi aiutaste ^^ 
   
 
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