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Autore: milla4    14/11/2015    0 recensioni
La Natura ci ama, gli elfi ci proteggono, gli umani distruggono?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Conosceva quel posto come il suo corpo, ogni appiglio era  impresso nella sua testa, poteva farlo benissimo ad ogni chiusi, non sarebbe caduta perché la paura per lei era un’emozione futile ed aveva imparato a non seguirla, non fu affatto facile rinchiuderla in un angolino della mente sempre più piccolo e stretto, ogni tanto cercava di fuggire, ma la sua padrona riusciva a fermarla ogni maledetta volta.

Una sbarra di ferro… mano destra


Un mattone…piede sinistro


Un’altra sbarra di ferro, ma attenzione, è appuntita….mano sinistra


Un pezzo di parquet sporgente…piede destro e così via, sempre uguale, gli stessi movimenti ogni volta, finché non raggiunse la sua meta
Con un balzo felino si issò sopra quel vecchio pavimento di marmo in quello che doveva essere il resto del salone di un appartamento.
Ferma, chiuse gli occhi e ascoltò: niente rumori sospetti…bene si può procedere. Avanzò con la solita grazia che la contraddistingueva e giunse finalmente in quella che fu la stanza di un bambino: il suo sguardò si posò immediatamente sulla piccola statuina appoggiata sul letto, la prese con grazia e la osservò con la curiosità di sempre.
Era la riproduzione di un gattino di porcellana, di colore bianco su cui erano stati disegnati dei baffi e un pelo fulvo.
Sorrise, le emozioni che quell’oggetto le dava erano le poche che ancora provava, libertà, grazia… vita. Non rimase molto, odiava rimanere erma in un luogo troppo a lungo così come era entrata uscì e si diresse a cercare l’ignoto, come ogni mattina.
 


Un,  due... avanti!
Un due… manca poco, dai!
Passo dopo passo Luis doveva inventare sempre nuovi incitamenti per Moira, era stanca le sue gambette da bambina di cinque anni non avrebbero retto ad un altro giorno di estenuante fuga.
Eppure dovevano continuare, perché se l’avessero catturati sarebbero morti,  e non sarebbe stata una bella morte.
-Lù, non ce la faccio più! Ho fame, sete e voglio mamma e papà!- Moira si lanciò addosso al fratello maggiore e stringendosi alla sua maglietta ormai lercia si lasciò andare a un pianto dirotto.
Gli faceva male vederla così, dopotutto era ancora una contessina ed era da poco tempo che era venuta a contatto con l’ingiustizia della vita, come lui del resto.
Luis si chinò e l’avvolse con le sue sottili braccia dopodiché la sollevo e la cullò come fosse un neonato.
- Shh, è tutto apposto, domani arriveranno anche loro… ora però dobbiamo arrivare a Clorina, così saremo al sicuro!- la piccola aveva nascosto il viso tra il petto e il braccio del fratello maggiore ma appena sentito nominare Clorina lo alzò di scatto: nei suoi occhi una felicità incredula.
Luis sorrise e la rimise a terra, sapeva che ora avrebbe camminato molto più volentieri, ora che conosceva la loro destinazione.
 
Passarono altre ore sotto al sole cocente di metà mattinata ma l’entusiasmo non si affievolì; avevano sentito parlare di quella mitica città, Clorina, fin da quando erano piccoli, i loro genitori raccontavano della sua strana Natura, modellata dall’uomo m non domata,  un patto stretto tra due specie opposte.
Il saper di poter toccare le magiche siepi del Labirinto di Delia era una motivazione sufficiente per non fermarsi.
Quando Luis intravide i primi ruderi della città, si sentì rincuorato, non aveva mappe con se e finora si era affidato solo al suo istinto non proprio sviluppato.
 
Nebbia, una fitta nebbia si alzò davanti loro, era una delle difese di Corina, sua madre gli aveva spiegato come sorpassarla senza farle del male, perché in realtà era un essere vivo e senziente che aveva messo la una vita a servizio di quel luogo magico... come i loro genitori solo che loro avevano pagato il prezzo più alto.
 
-Lok tam, lok tam- Luis pronunciò le parole di apertura con grave solennità e aspettò.
Non ci volle molto, la nebbia si diradò con la stessa velocità con cui era arrivata, aveva riconosciuto in lui un amico.
 
Non è ciò che dici a fare la differenza, ma cosa senti nel cuore quando lo fai.
 
Nulla può descrivere l’emozione da loro provata nel vedere quella che da sempre sentivano come “casa”.
Moira mise una mano in quella del fratello e strinse forte, sapeva di dover amare quel posto, ma era pur sempre una bambina e la sua fantasia non le permetteva di apprezzare le meraviglie del luogo.
Luis sospirò. Ricambiò la stretta e con passo deciso si incamminò verso il cancello del labirinto. Sì, perché un’altra difesa era da superare il Labirinto.
 
Spesso, quando i suoi genitori ne parlavano, si riferivano ad esso come a un Lui vivo e vegeto, che provava emozioni ed era gentile con i puri di cuore ma letale con nemici.
Si ergeva su una collina nella cui valle sorgeva una città Clorina, ora ridotta a cumuli di pietre e nelle cui strade ogni traccia di Sacra Magia era andata a morire. Come i suoi abitanti.
 
-Aspetta qui- Luis lascò la mano della sorella, alzò un piede e calpestò la ghiaia che ricopriva l’intero perimetro del labirinto: lo aveva fatto, lo aveva calpestato e ora stava aspettando una sua reazione ma nulla. Tutto taceva in quella mattinata piena di Sole, neanche un cinguettio frenava quel silenzio così carico di aspettativa. Nulla.
 
Un altro passo e Luis fu dentro chiamò la sorella a sé  –Moira, avanti… siamo al sicuro-.
Sì, perché se il Labirinto ti permetteva anche solo si sfiorarlo vuol dire che ormai eri entrato letteralmente in lui, ti aveva percepito come una parte di sé, e nessuno mai potrà mai più ferirti.
Moira entrò trotterellando accanto al fratello, era così emozionata che non si accorse di essere inciampata nel suo vestito e scivolò, ma invece di cadere a terra, dei piccoli rami si mossero per sollevarla ed agiarla al suolo, come una pietra preziosa.
Luis non poté fare altro che notare come un essere tanto imponete fosse in grado di tanta gentilezza; non si stupì affatto dell’improvvisa vitalità delle piante, in fondo loro erano discendenti da maghi e quindi la magia era anche parte di loro e di Clorina.
 

 
 
NOTA: La storia è nata grazie al contest "una domanda a te e una me" indetto da grazianarena e all'ispirazione datami dalle risposte al questionario di Releeshahn
Maschio o femmina? Femmina. 
- Buono o cattivo? Caotica-Neutrale: Il Cinico, l'individualista definitivo, colui che si scaglia contro le tradizioni e le leggi solo perché limitano la sua libertà personale. Non si può mai dire cosa farà, né quali danni causerà, poiché le sue azioni sono regolate solo dall'umore del momento. Un esempio classico è l'attaccabrighe fine a se stesso, assolutamente privo del rispetto della legge e della società. Spesso da un suo piccolo gesto possono generarsi numerose sofferenze o inaspettati (ed apparentemente irragionevoli) aiuti. Ligio al principio che, nelle scelte, bene e male siano praticamente ininfluenti, questo allineamento è forse la personificazione più concreta ed instabile del caos (Wikipedia). 
- Umano o non umano? Non umana. 
- Occhi? Neri. 
- Vestiti? (quando li indossa) maglia e scarpe nere, giacca e pantaloni bianchi. Vestiti di taglio militare, con diverse mostrine o medaglie.  - Poteri? Si. Se è sì, quali? Tra i tanti, ha la capacità di attirare la sventura su una persona a sua scelta. 
- Dove vive? http://pre12.deviantart.net/b80d/th/pre/f/2015/251/5/b/the_topiary_by_jjcanvas-d98u0oj.jpg
- Cosa il protagonista fa spesso? Che tic lo caratterizza? Ha un posto speciale al quale si reca di frequente, anche se questo luogo è apparentemente insignificante agli occhi di tutti. In particolare, è attirata un elemento strutturale del luogo (una roccia, una parete, un soprammobile...) al quale si avvicina e che tocca ogni volta, quasi ossessivamente.  - Bevanda preferita? Vino bianco del Reno... peccato però che questa bevanda non esista più da qualche centinaio di anni! -
Storia comica, drammatica o commedia? Mi piacerebbe che fosse un po' dramma e un po' commedia, ma che tendesse più al dramma.
- Bonus: qual'è lo scopo della sua vita? Rimediare all'errore che ha compiuto anni addietro, quando le è stato detto che avrebbe dovuto salvare il mondo... un mondo che adesso è decisamente meno popoloso, nonostante lei abbia portato a termine con successo l'incarico!
   
 
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