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Autore: Canzonette    14/11/2015    1 recensioni
Sogno ad occhi aperti nel treno Maastricht-Liegi
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appoggiando la testa al finestrino, Elena riusciva a vedere un pezzetto del viso del bambino seduto oltre al sedile che li separava. Il treno era fermo, era stato un colpo di fortuna arrivare in anticipo dato che ora si era messo a piovere. Dal suo posticino al calduccio sul treno in direzione Liege Guillemins, Elena guardava la stazione sotto la pioggia. Ecco, ora il bambino si era spostato e l'unica cosa che Elena distingueva erano i suoi capelli neri.
Quel bambino si chiamava Jan, sedeva composto davanti a sua nonna e non si immaginava mica che Elena lo stava a guardare. Inoltre, aveva di meglio a cui pensare, seguiva con attenzione il discorso che Clorinda gli stava facendo "vedrai che andare in una scuola privata ti farà bene" diceva "incontrerai bambini più simili a te, imparerai più cose e le maestre saranno più brave. "ma non mi piace l'uniforme.." Provò a contestare Jan "sciocchezze. Sono vestiti come altri" "il tessuto mi fa prurito" "questo ancora non lo puoi sapere, e poi é inutile discuterne, ormai é deciso" Jan sospirò. Perché provarci? Era una guerra persa in partenza, Clorinda era una tipa tosta, e non accettava mai un "no". Appoggiando la testa al finestrino intravide la il giubbotto di Elena, che nel frattempo si era addormentata. Il treno partì, e Clorinda iniziò a leggere un libro: "Maschere nude" di Pirandello. Per qualche secondo, Jan si chiese come delle maschere potessero essere nude, poi decise che gli scrittori sono gente strana, e che é inutile cercare di comprendere cosa gli passa per la testa. Seconda fermata: Visé. Erano arrivati in Belgio. Il treno stava rallentando, poi si fermò del tutto. Clorinda si alzò per andare in bagno. Appena Jan sentì i suoi passi allontanarsi si alzò di scatto, afferrò il suo cappello e prima di rendersene conto era sul marciapiede della stazione, sotto la pioggia.
Iniziò a correre, verso la fine del binario. Accelerò quando sentì dei passi affrettarsi dietro di lui. Non sapeva dove andare, pensò di seminare il suo inseguitore infilandosi in un corridoio che sperava portare verso l'altro binario, ma (troppo tardi) si rese conto che era un vicolo cieco. Si girò lentamente, e sorprendentemente dietro di lui non c'era Clorinda né un controllore belga imbestialito. Bensì, con tutti i capelli fradici dalla pioggia e il fiatone causato dalla corsa, davanti a lui c'era Elena. "chi diavolo é questa tipa e perché sta qui in piedi a fissarmi, dopo avermi inseguito sotto la pioggia?" Dopo aver fatto questo pensiero, Jan però corse ad abbracciarla. Fu un abbraccio breve, ma piuttosto stritolante. Poi Elena lo prese per mano e insieme si avviarono verso l'uscita della stazione. Giunti all'uscita, Jan confessò di essere scappato. Elena rispose: "la sai una cosa? Anche io." Jan sorrise.
Poi arrivò l'annuncio: Il loro treno aveva avuto un guasto, ma sarebbe partito tra cinque minuti. "torniamo?" "torniamo."
   
 
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