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Autore: Herm735    15/11/2015    3 recensioni
“C'è una creatura, che ovunque tu vada ti segue. Non puoi vederla, ma ti darà la caccia, ti rovinerà la vita, infrangerà tutto ciò che conosci e cancellerà la tua redenzione. C'è qualcosa in questa casa che non ti lascia mai da sola.”
Regina ha ottenuto la sua Redenzione. Emma ha trovato la sua Famiglia. Ma una nuova guerra minaccia Storybrooke, con l'arrivo di quattro ragazzi che dicono di inseguire due vampire. Però il problema non saranno solo i vampiri: sarà compito di Emma e Regina capire il motivo del loro arrivo a Storybrooke e trovare la magia che cercano, prima che sia troppo tardi per salvarla. Ma quale magia potrebbe mai essere così potente da spingere due eserciti ad una missione destinata a fallire, come preannunciato già da un'antica profezia?
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Nuovo personaggio, Regina Mills, Ruby/Cappuccetto Rosso
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'The Path Less Traveled'
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Ecco che, con terribile, imperdonabile, ritardo, sono finalmente riuscita a scrivere il sequel di Redemption.
La domanda adesso è: riuscirò mai a terminarlo?
Intanto sedetevi comodi e godetevi il primo capitolo di questo Crossover con Carmilla.
Per chi non guardasse la webserie, ecco un breve riepilogo per poter capire la storia senza doversi guardare le puntate.
Spoiler per la seconda stagione di Carmilla!!
I personaggi:
- Carmilla: vampira multisecolare la cui madre era la rettrice della Silas University, luogo in cui è ambientata la storia, protagonista della webserie.
- Laura: studentessa di giornalismo che indaga ogni segreto le si presenti davanti, intrepida e avventata, attuale (alla fine della seconda stagione) ex fidanzata di Carmilla.
- Perry: amica di Laura, ragazza tranquilla e scettica riguardo il soprannaturale, durante la seconda stagione si rivela essere la temibile reincarnazione della rettrice.
- LaFontaine: amica di infanzia di Perry e dal college di Laura, fidanzata di JP, esperta di materie scientifiche e di ricerca.
- JP: incarnazione della coscienza di uno scienziato di secoli precendente all'ambientazione della storia, nel corpo di un vampiro fratello di Camrilla, ucciso nel finale della prima stagione.
- Danny: ragazza infatuata di Laura che fa parte di una confraternita dell'università. Uccisa alla fine della seconda stagione e riportata in vita dalla madre di Carmilla come vampira (almeno credo).
Il background necessario dovrebbe essere contenuto in questa breve descrizione e nel primo capitolo. Per ogni perplessità vi prego di avvertirmi in una recensione o in un messaggio privato, proverò ad aggiungere qui ogni chiarimento in modo da facilitare la lettura.
Grazie per la pazienza e buona lettura!




Dark was the Night


Emma Swan non era una persona mattutina, per voler usare un eufemismo.
Non le piaceva doversi alzare presto e di sicuro detestava dover uscire dal letto quando fuori era ancora buio.
Quando si era alzata aveva lanciato una veloce occhiata alla sveglia accanto al letto, che segnava le quattro e quarantasette di mattina.
Si erano vestite in fretta e furia, precipitandosi dalla persona che le aveva chiamate, a quell'ora della notte, quasi in preda al panico.
Era divertente come nonostante le cose assurde che succedevano a Storybrooke ancora i suoi abitanti si sorprendevano di ogni novità, abilità che Emma aveva perduto già pochi mesi dopo il suo arrivo in città.
Appena uscì dalla macchina, richiudendosi alle spalle la portiera, il freddo gelido della notte la colpì e si strinse più forte addosso il cappotto che stava indossando, stringendo le dita attorno alla tazza calda di caffè che stava tenendo tra le mani.
Si guardò attorno velocemente e scorse delle luci lontane spostarsi tra gli alberi in una piccola radura a poche decine di metri da dove avevano parcheggiato.
Si chinò, bussando sul finestrino, per attirare l'attenzione sulla donna seduta dietro il volante.
“Mi avvio, appena finisci di parlare con Bianca vieni verso di noi.”
Senza aspettare nessun tipo di assenso si mosse svelta in direzione delle torce che aveva scrutato poco prima.
La voce di David la scosse molto prima che riuscisse a distinguere i profili delle persone che la attendevano. Suonava impaziente e arrabbiato, ma una nota stonata spinse Emma ad accelerare subito il passo: era spaventato.
“Che sta succedendo?” chiese appena fu sicura di essere udita.
David si voltò, incontrando il suo sguardo, per poi tornare a fissare le quattro persone ferme davanti a loro.
Emma li osservò attentamente.
C'era una ragazza che sembrava nervosa ed impaziente, bassa e dai capelli biondo cenere, aveva le mani ed i vestiti sporchi di terra, i palmi sollevati e rivolti nella direzione di David, come in gesto di arresa, verso la canna della pistola appena visibile sotto l'abbagliante luce della torcia che lo sceriffo stringeva in mano.
“Non vogliamo fare del male a nessuno. Siamo solo di passaggio” mormorò con voce scossa la giovane ragazza con un accento che fece immediatamente intuire ad Emma che non provenivano da zone a loro note.
Accanto a lei c'era una ragazza mora, mingherlina e molto pallida, con la parte inferiore del viso imbrattata di sangue ed i vestiti sporchi e strappati. Insieme a loro c'erano una ragazza con i capelli corti e rossi ed un ragazzo moro che si guardava attorno come se stesse ancora cercando di capire dove diavolo fossero finiti.
“Sono stata chiamata perché è stato trovato un ragazzo morto” fece notare Emma, senza distogliere lo sguardo da quei bizzarri ragazzi.
“Oh, quello sarei io” il ragazzo dall'aria confusa fece un passo avanti, la sua voce suonava altolocata ed elegante, come se provenisse da un'altra epoca.
Le sopracciglia di Emma schizzarono verso l'alto.
“Non sembri morto.”
“Ma no” le sorrise, con un leggero inchino della testa come a scusarsi “temo sia stato un semplice malinteso, ero malamente svenuto quanto questo gentiluomo è venuto in mio soccorso, ma adesso mi sento molto rinvigorito. Non vogliamo causare ulteriore confusione, quindi se per voi non è un problema, potremmo togliere subito il disturbo.”
“Fermo dove sei principino” lo prese in giro Emma per le sue parole pompose. “Mio padre ha detto che eri morto.”
“Suo padre?” domandò la ragazza biondina spostando lo sguardo verso David. “Come può essere suo padre, avete la stessa età.”
“Non aveva battito, non respirava, Emma! Ero di pattuglia quando ho sentito una ragazza urlare, sono corso fin qui e l'ho trovato steso a terra, con la ragazza bionda che lo scuoteva. L'ho fatta allontanare e ho preso i segni vitali. Ma ti giuro, potrei scommettere che quel ragazzo era morto stecchito quando sono arrivato.”
Emma continuò a fissare quello strano ragazzo che si guardava ancora attorno come spaesato. La profezia che Henry le aveva fatto dal futuro risuonò chiara nella sua mente.
Ruby e Whale non sono gli unici mostri della Foresta Incantata.
Ne manca uno alla lista, ma dovrai arrivarci da sola.
Ricordati solo che nessuno è al sicuro quando cala la notte.
“Come ti chiami?”
Il ragazzo esitò, guardando nella direzione della ragazza coi capelli corti, che annuì quasi impercettibilmente.
“Mi chiamo JP.”
“Ok, JP” Emma sospirò. “Ascoltami molto attentamente perché sto per farti una domanda che non ho intenzione di ripetere e che non pensavo avrei mai fatto a nessuno nella mia intera vita da adulta, ma eccoci qua” sospirò nuovamente, scuotendo la testa, come se anche lei fosse incredula davanti alla frase che stava per pronunciare. “Sei un vampiro?”
“Qualcuno con un cervello” mormorò piano la mora, a cui la bionda diede immediatamente una gomitata, come invitandola a tacere.
Lui spostò nuovamente lo sguardo, lasciandolo vagare per posarsi sugli alberi, sul terreno, ovunque, prima di tornare finalmente a guardare la donna che stava ponendo quella bizzarra domanda, come se fosse confuso su quale fosse la risposta appropriata da darle.
“Tecnicamente sono la coscienza residua di me stesso salvata in archivi cartacei di una biblioteca e successivamente in formato digitale, dove sono riuscito a riacquistare il possesso della mia volontà, mettendomi in contatto con le fanciulle qui presenti, che in seguito ad un'inaspettata serie di eventi mi hanno fornito un corpo nuovo in carne ed ossa in modo da potermi liberare dal vincolo mortale che mi univa alla biblioteca in cui sono stato rinchiuso per secoli. Ma sì. Il corpo in cui mi trovo adesso apparteneva ad un vampiro.”
Emma lo fissò immobile per qualche secondo per capire se stesse scherzando, se fosse pazzo o se stesse dicendo la verità.
“La tua totale incapacità di contenere informazioni ci farà ammazzare tutti” borbottò nuovamente la ragazza dai capelli mori.
Emma si passò una mano sul viso.
“Ok, ricapitoliamo quello che è successo. Tu sei un vampiro che è svenuto in mezzo ad una foresta. Come è accaduto esattamente? Chi ti ha colpito e dove erano due delle tue amiche quando mio padre vi ha trovato?”
“Beh, il motivo per cui siamo qui” rispose la ragazza bionda, parlando molto velocemente e agitando le mani in modo frenetico “è che stavamo inseguendo due nostre amiche, che adesso non sono più nostre amiche, perché una di loro, Perry, è la reincarnazione della terribile rettrice nonché madre-vampiro di tutti gli esseri sovrannaturali che regnavano sul nostro campus, mentre l'altra, Danny, è stata trasformata da lei in un vampiro e adesso se ne vanno in giro cercando qualche strana fonte di magia per ripristinare il loro dominio che dura da secoli sulla nostra università e sugli ignari studenti.”
Emma aggrottò la fronte.
“Università? Allora non venite dalla foresta incanta, da dove venite esattamente?”
“Foresta incantata?” mormorò la ragazza bionda, inclinando la testa di lato.
La mora invece sgranò gli occhi, ma dissimulò subito il suo interesse.
“Veniamo da Styria, Austria. Dalla Silas University per essere precisi” le rispose il ragazzo di nome JP.
“Ok, un momento. Quindi, se ho capito bene, state facendo questo per salvare un'università. Sul serio?” chiese, inarcando un sopracciglio ed inclinando la testa di lato. “Che adolescenti bizzarri” mormorò. “Ok, e come mai tu eri svenuto esattamente?”
“Beh, Danny – la nostra ex amica che adesso è un vampiro – mi ha lanciato contro quel tronco” indicò un albero alle proprie spalle.
“Già, noi eravamo rimaste indietro” intervenne la ragazza dai capelli rossi “perché stavamo tentando di catturare Perry, che sarebbe l'altra nostra amica, quella che al momento è tipo posseduta.”
Emma iniziò ad essere confusa.
“Ma poi abbiamo sentito Laura” indicò la bionda “che urlava e siamo corse fin qui. Abbiamo trovato lui” fece un cenno della testa verso David “armato di pistola, che minacciava i nostri due amici. Ha chiamato te al telefono e noi abbiamo pensato che fosse meglio non contraddire il tizio con la pistola, quindi...eccoci qui.”
“Solo per essere chiari” la ragazza dai capelli scuri e ricci parlò con voce profonda, le parole che uscivano dalle sue labbra erano trascinate l'una dall'altra come se scorressero legate da una catena che rendeva a sua voce calma e affascinante. “Siamo rimasti perché né io né il mio amico ci sentivamo in vena di uccidere un innocente e perché non volevamo rischiare che provando a fuggire lui avrebbe sparato ad una delle nostre due amiche mortali. Ma stasera, quando tornerai a casa, ringrazia la tua buona sorte perché se sei ancora vivo non è altro che un puro capriccio del fato. Se avessi incrociato la mia strada anni fa, non saresti stato altro che una facile preda per lenire la mia sete di sangue” disse, guardando David negli occhi.
“Sta scherzando” intervenne Laura con una risata nervosa. “Lei scherza, non ascoltatela. Lancia sempre minacce a destra e sinistra quando è arrabbiata.”
Emma li guardò, indecisa su cosa fare.
“Ok, quindi se ho capito bene, voi siete i buoni e state inseguendo due persone che cercano una fonte di magia per poterla usare...per fare cosa esattamente?”
“Riportare in vita un pesce gigante, fondamentalmente” rispose la rossa.
“Giusto” rispose Emma, che cominciava ad essere piuttosto sicura che quei ragazzi si stessero facendo beffa di lei.
Magari erano soltanto dei ventenni ubriachi che erano per sbaglio incappati in quella foresta – eccetto che nessuno privo di magia poteva entrare a Storybrooke – e si erano inventati quella storia così fantasiosa solo per farsi beffe di loro. In fondo, andava bene qualsiasi cosa, fatine, draghi, principesse, perfino Pinocchio...ma i vampiri! Quello era davvero troppo per Emma, anche dopo tutti i suoi anni in quella città.
“Sentite ragazzi, non voglio sminuire la vostra situazione, per carità, ma capite che questa storia è un tantino, come dire” fece una pausa alla ricerca delle parole giuste. “È davvero difficile da credere.”
Ci fu un lungo attimo di silenzio.
“Ok, quindi possiamo andarcene?” chiese la mora. “Avremmo piuttosto fretta, quindi se non avete altre domande...”
Dei passi alle spalle di Emma distrassero la ragazza dalla frase che stava pronunciando.
Una donna si avvicinò con lentezza al gruppetto di persone radunate in quel piccolo spiazzo al centro del bosco.
Aveva lunghi capelli neri ed indossava dei tacchi molto alti, un tailleur nero ed una sciarpa rossa sotto il pesante cappotto che stava indossando. La mani erano coperte da degli eleganti guanti, sempre neri, e nella destra stingeva un caffè.
“Avrei riconosciuto quella voce trascinata e presuntuosa ovunque. Dopo tutti questi anni vai ancora in giro a torturare gli umani con vuote minacce?”
Nonostante il suo abbigliamento fosse completamente stravolto rispetto a quello in cui era stata abituata a vedere quella donna, i lineamenti del suo viso le erano fortemente familiari, ed ogni dubbio residuo che poteva aver avuto era stato completamente spazzato via al suono inconfondibile della sua voce.
“Regina.”
Lei sorrise, un sorriso tutt'altro che felice. La sfidò con lo sguardo, piuttosto, come se quell'incontro fosse stato da lungo atteso ma allo stesso tempo poco sperato.
“Mircalla.”
Per diversi momenti il silenzio tornò a regnare sulla fresca notte.
Poi le due donne, quasi simultaneamente, come se stessero danzando, si mossero l'una verso l'altra, fermandosi a meno di due metri di distanza e fronteggiandosi con aria di sfida.
“Vostra maestà, dove avete lasciato i vostri abiti succinti, la vostra carrozza ed i vostri servi? Cosa ci fate qui, in questo mondo, senza guardie, senza magia, indifesa e sola nel cuore della notte, facile preda di chiunque in cerca di una vendetta?”
Regina sorrise, senza distogliere lo sguardo.
“Non farti ingannare dai vestiti che indosso, Contessa. Non sono né sola, né indifesa. In effetti, se lo desiderassi potrei incenerirti con un semplice gesto della mia mano.”
Così dicendo sollevò la mano destra, accendendo una sfera di fuoco sopra il proprio palmo senza interrompere il loro contatto visivo.
“Woah!” esclamò Laura, facendo diversi passi indietro. “Magia! Questa è magia. Siamo in un posto con la magia, come se ci fosse bisogno di rendere tutta questa storia ancora più folle, adesso c'è anche la magia.”
Regina spense la sfera, spostando lo sguardo verso la ragazza che aveva appena parlato.
“Chi è la bionda, il tuo nuovo giocattolo?”
“Ah, è divertente, sai, perché ti stavo per chiedere la stessa identica cosa” rispose Carmilla, senza battere ciglio.
“Ma guardati Karnstein, secoli di vecchiaia e vai ancora in giro con delle ragazzine.”
“Sai, Regina, stavo per aggiungere anche questo. Dovresti smetterla di anticipare le mie frecciatine, è imbarazzante.”
“E dov'è l'adorabile Madre? Non la vedo in giro.”
“Morta. E reincarnata in una loro coetanea” indicò i ragazzi alle sue spalle. “Storia lunga. Per farla breve, dobbiamo scappare. Ci vediamo tra altri quarant'anni, strega.”
“Che per te sono praticamente una pausa caffè, vecchia” replicò Regina, portandosi le mani sui fianchi.
Emma iniziò a sentirsi gelosa del loro lanciarsi frecciatine, quello era sempre stato il suo modo di comunicare con Regina prima che entrassero in confidenza e non le piaceva affatto il tono che stavano usando.
“Allora, volete il nostro aiuto o no?” chiese alla fine, sospirando ed alzando gli occhi al cielo, portandosi le mani sui fianchi.
“Finalmente ti sei decisa ad offrirti di fare qualcosa.”
“Solo perché tu sei troppo orgogliosa per chiedere aiuto.”
Carmilla non rispose, ma sollevò una mano tra loro, aspettando che Regina la afferrasse per poi tirarla contro se stessa ed abbracciarla velocemente.
“È bello rivederti, maestà.”
“Anche per me, contessa.”
E poi, come se quello scambio non fosse mai avvenuto, si allontanarono di nuovo, ricominciando a rivolgersi anche agli altri.
“Allora, cosa ci fate qui?”
“Come abbiamo detto alla tua amica, mia madre ed una vampira appena convertita sono fuggite attraverso un portale fin qui, noi le abbiamo seguite. Sappiamo solo che sono alla ricerca di una qualche magia.”
“Beh, ha senso. Questa è l'unica città al mondo dove possono trovarla, quindi era destino che finissero qui” mormorò Regina, sospirando.
“Dove siamo, esattamente?” domandò Laura. “Qualcosa mi dice che non ci troviamo più in Austria, ho ragione?”
Emma rise, scuotendo la testa.
“No, ragazzina. Siete molto, molto lontano da casa. Siamo a Storybrooke, nel Maine. Stati Uniti d'America.”
La ragazza bionda arricciò il naso, alzando gli occhi al cielo.
“Fantastico. Chi lo sente mio padre dopo questa.”
“Andiamo. Se tua madre è in questo bosco non è sicuro per nessuno di noi rimanere qui. Possiamo tornare a casa mia per stanotte e decidere domani sul da farsi.”
Tutti compresero cosa stava dicendo, ma nessuno si mosse.
“Cosa avete, sto parlando un'altra lingua? David, abbassa la pistola, ragazzini, voi iniziate a camminare verso le nostre auto, non c'è tempo da perdere.”
David, dopo quasi un'ora con il braccio teso nella stessa direzione, si decise finalmente ad abbassare la pistola, anche se ancora dubbioso.
“Due di voi verranno con me nella volante della polizia, altri due con Regina ed Emma.”
La rossa ed il ragazzo guardarono verso Carmilla, che annuì con un gesto deciso. Senza esitare oltre si mossero al seguito dell'uomo che fino a poco prima li stava minacciando.
Carmilla e Laura si incamminarono nella stessa direzione subito dopo, lasciando Emma e Regina qualche passo indietro.
La bionda si voltò, appoggiando delicatamente una mano sul braccio della donna al suo fianco e sollecitandola a guardarla negli occhi.
“Pensi che sia una buona idea, portare due vampiri in casa nostra, insieme a nostro figlio?” mormorò, insicura.
Regina le sorrise.
“Per prima cosa, stai tranquilla. Conosco Mircalla e possiamo fidarci di lei. Sua madre era alleata di mia madre, quindi è in automatico una minaccia per questa città. Non possiamo permetterle di rimanere qui, quindi le aiuteremo a sbarazzarsi di lei.”
Emma sembrò convinta da quella spiegazione.
“E per seconda cosa?”
Regina sorrise di nuovo, ancora più della prima volta.
“Casa nostra. Nostro figlio.”
Emma ricambiò il sorriso radioso.
“Non è la prima volta che li chiamo così.”
“No, hai ragione. Ma ogni volta che lo dici io mi sento così irragionevolmente felice. Chi lo sa, saranno ancora i residui dell'incantesimo del Cuore Redento.”
Emma le sfiorò una guancia con le dita in cui non stava stringendo il suo caffè.
“Non credo che sia quello. Penso che sia semplicemente quello che si prova quando si ha accanto il Vero Amore.”
Si scambiarono un ultimo sorriso, baciandosi velocemente sulle labbra, prima di seguire gli altri nella direzione delle macchine.








Fatemi sapere cosa ne pensate, domenica prossima arriverà (a meno di imprevisti) il secondo capitolo.
A presto, un abbraccio!




  
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