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Autore: little devile    16/11/2015    9 recensioni
Una serata come le altre a raccontarci storie horror, però con il particolare che quella sera è successa una cosa davvero strana. TRATTO DA UNA STORIA VERA.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La bambina del terzo piano
 
TRATTO DA UNA STORIA VERA

 
La serata si stava preannunciando un disastro, il bar del nostro paese aveva chiuso prestissimo: alle nove e mezza, nonostante fosse estate.
 Mariarosaria e Francesca detta Kekka, le sorelle gemelle del gruppo dovevano tornare a casa presto, perché il giorno dopo dovevano alzarsi presto perché dovevano andare al matrimonio della cugina.
Essendo gemelle non avevano nulla in comune nel loro aspetto, neanche nel carattere. Mariarosaria aveva a capelli lunghi e ricci, Kekka corti e lisci, però dello stesso colore, entrambe portavano gli occhiali da vista.
Mariarosaria, caratterialmente era una ragazza socievole e simpatica. Kekka invece, era scontrosa e urlava sempre. Però a me facevano sempre ridere i suoi scatti d’ira, non so perché. Forse perché mentre urlava rideva.
Francesca e Manuel, anch’essi fratelli dovevano rientrare presto perché il mattino dopo dovevano andare al mare.
Francesca e Manuel invece, non andavano d’accordo per niente, Manuel stuzzicava sempre Francesca e lei cascava sempre nei suoi giochetti. Insomma, un’accoppiata davvero unica.
Francesca aveva la pelle scura e Manuel chiara, non si somigliavano per niente, tranne per gli occhi, color cioccolato.
Le uniche senza impegni eravamo io e Teresa.
Teresa era una ragazza molto alta e dolce. Simpatica, e molto socievole. Come Francesca, anche lei aveva la pelle scura, però tra loro non c’era alcun grado di parentela.
Poi c’ero io, la lunatica del gruppo. Bassina con i capelli ricci e gli occhi verdi.
Mi piaceva stare con gli amici, però amavo anche la solitudine. Non parlavo molto, cosa stana per una ragazza. Infatti le mie amiche parlavano come una macchinetta, mentre io me ne stavo in silenzio ad ascoltarle parlare.
 
 Dopo una lunga discussione, decidemmo di stare un po’ nel nostro posto preferito, cioè una panchina sotto il palazzo dove abitavano Francesca e Manuel.
Quel palazzo era davvero strano, ogni anno veniva qualcuno ad abitarci e poi dopo pochi mesi se ne andava.
Una famiglia molto amica di Francesca e Manuel, che abitava al terzo piano se n’era andata da pochi mesi, però ancora dovevano pagare un altro mese di affitto. Così avevano deciso di istallare delle luci che si accendevano e spegnevano in un orario preciso. Lasciavano sempre la finestra aperta, per scoraggiare i ladri. Io ero scettica, non pensavo che un trucchetto del genere potesse funzionare. Invece funzionava eccome.
Una sera dei ladri si erano appostati di fronte al palazzo, però avevano notato delle luci che si accendevano e spegnevano, così se ne sono andati. Sciocchi ladri.
 
Non sapendo cosa fare Manuel accese il suo lettore musicale sul cellulare, e si mise a ballare “Maria Salvador di J Ax” Lui ballava in modo buffo per farci ridere, e ci riuscì. Dopo aver ascoltato parecchie canzoni decidemmo di raccontarci storie horror, dato che avevamo deciso di tornare tutti a casa alle undici precise e le cose da fare in un piccolo paese erano limitate.
Dato che io, Manuel e Francesca eravamo patiti di storie horror, raccontammo noi le storie.
- Dai, parliamo di altro io ho paura. -  Disse Mariarosaria impaurita.
- Uff, quante storie sono soltanto storielle inventate… forse. – Risposi io per prenderla in giro. Lei sgranò gli occhi e mi fulminò con lo sguardo. Subito scoppiai a ridere.
- Vero’, smettila di prendermi in giro. Io ho paura davvero. – Piagnucolò Mariarosaria.
- Dai, raccontate forza. -  Disse Teresa tutta entusiasta.
- Ehi, fermi tutti. – Ruggì Francesca guardando il suo cellulare.
- Cosa c’è? – Disse con curiosità Kekka.
- Questa sera c’è Annabelle in tv. –
- Ahh, che bello. – Squittì io allegramente.
- Inizia tra un’ora. Quindi tra poco tutti a casa – Suggerì Francesca.
- Marì, lo sai che cos’è Annabelle? – Domandò Manuel a Mariarosaria.
- No, e non voglio saperlo. – Disse lei imbronciata.
- Io lo so. – Disse Kekka.
- Ok, cos’è? – Chiesi io.
- Una bambola posseduta. –
- Oh si – Sghignazzai io. – Una bambola davvero dolce e carina. –
- Basta vi prego stanotte avrò gli incubi. –
 
Dopo aver riso come pazzi, per la paura incondizionata di Mariarosaria, Manuel decise di raccontare storie su fantasmi e anche su Annabelle. Mariarosaria stava attaccata al braccio di Teresa e lei rideva come una pazza scatenata. Io avevo anche un po’ i brividi, perché dietro alla panchina c’era un boschetto. E la mia mente stava immaginando di tutto, da lupi mannari a pazzi omicidi con motosega al seguito.
 
Ormai era ora di tornare tutti a casa, le undici stavano arrivando, tutti noi ci stavamo alzando dalla panchina, quando sentimmo un urlo. Girammo la testa e vedemmo una Mariarosaria terrorizzata. Stava guardando verso una finestra aperta. La finestra degli amici di famigli di Francesca e Manuel.
- Ehi, perché urli? – Domandai io.
- Guardate, c’è una bambina lassù. – Urlò terrorizzata.
Tutti alzammo lo sguardo verso la finestra del terzo piano, però non vedemmo nulla.
Pensai subito una cosa, avendo parlato di Annabelle, forse Mariarosaria aveva le allucinazioni.
Con il batticuore alzai lo sguardo e guardai attentamente verso la finestra, ahimè non vidi nulla.
-  Dai, ragazzi non… - Iniziai a parlare, però venni interrotta da Teresa.
- Oddio, l’ho vista anche io. – Urlo impaurita.
Con batticuore che aumentava guardai di nuovo verso la finestra, ma non vidi nulla. Saltando sulla panchina guardai meglio. Scrutai per bene la stanza, meglio quello che si intravedeva. C’era un tavolo con una sedia, un lavandino e una scopa, poi vidi un ombra che si muoveva in un angolo. A quel punto urlai e scappammo tutti. Con il cuore che martellava a mille continuammo a correre. Dietro le mie spalle sentì una strana sensazione, come se qualcuno ci stesse spiando. Sentivo uno brivido che saliva sulla colonna vertebrale e si espandeva su tutto il corpo, mi venne la palle d’oca e mi fermai. Con il fiatone mi voltai e guardai di nuovo verso la finestra. Non vidi nulla, soltanto la luce della casa spenta e nient’altro. Guardai i miei amici e scoppiammo a ridere.
- Vi rendete conto? Ci siamo lasciati influenzare da una storia su una bambola e ora abbiamo le allucinazioni. – Dissi io con il fiatone.
Gli altri ridevano tutti e con calma ritornammo alla panchina. Avevo ancora quelle sensazione addosso, avevo la pelle d’oca e sentivo su di me lo sguardo di qualcuno.
Arrivati alla panchina alzammo tutti lo sguardo però non vedemmo nulla.
Era tutto calmo e tranquillo.
 
Anche se sono passati mesi, mi chiedo se Mariarosaria e Teresa hanno davvero visto qualcosa oppure se lo sono immaginato.
Non si sa se quello che abbiamo visto abbia a che fare con il problema degli inquilini che se ne vanno dal palazzo. So soltanto, che da quella sera, ogni volta che passo da quel palazzo guardo sempre verso la finestra del terzo piano.
 
ANGOLO AUTRICE:
Buongiorno a tutti, finalmente dopo mesi e mesi sono ritornata a scrivere.
Se qualcuno di voi ricorda di aver letto una storia simile a questa, beh ero sempre io che scrivevo la stessa storia. Quella precedente l’avevo cancellata perché non mi soddisfaceva molto.
Comunque, se vi state chiedendo se è successo davvero quello che ho scritto nel racconto, posso dirvi soltanto una cosa: SI È SUCCESSO DAVVERO. Tranne una cosa non è vera, cioè la parte del film, quella sera non c’era nessun film horror. xD
So che non fa poi così paura, però quella sera dovevate esserci, sembrava davvero un film horror. Pensavo che una bambina saltasse dalla finestra e ci uccidesse uno a uno. Chissà se si trattava davvero di allucinazioni oppure di qualche fantasma, sinceramente non voglio nemmeno pensarci, in quel palazzo succedono davvero cose assurde.
Cosa dire di Manuel e Francesca, loro in quel palazzo ci abitano. Quando sono ritornati a casa hanno fatto le scale tre gradini alla volta. xD
Alla prossima. ^.^
  
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