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Autore: Nanek    16/11/2015    8 recensioni
E da sciocco credo sia anche una buona idea prendere un pezzo di carta, una penna e fingermi come la mamma, piccoli miei, fingermi scrittore e non compositore, fingermi autore di questa storia che chissà se mai vi verrà voglia di conoscere, di leggere.
Io la scrivo lo stesso, forse perché mi sento troppo ispirato, forse perché ora capisco cosa prova la mamma quando dice di dover sfogare su carta quello che le frulla in testa.
E pensare che tutti non ci avrebbero scommesso un dollaro su di noi.
E pensare che doveva finire nell’arco di qualche mese.
E pensare che era considerato tutto impossibile.
Perché, dai, chi crede che un cantante famoso possa innamorarsi perdutamente di una fan?

Una tra mille, milioni, una che non la distingui neanche dalla folla, una che è lì e ti sembra uguale a quella accanto.
Solo una fan in mezzo ad un mare di volti che cantano le tue canzoni, volti sempre diversi.
Dai, chi ci crede che questo possa funzionare davvero?
Beh, io e la vostra mamma lo abbiamo fatto.
~
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=kLzoGYhAfeE
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Lune's Love'
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Epilogo.
 
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Spogliati di tutte le tristezze con un bel sorriso,
lascia stare l'ombra d'incertezza quando hai già deciso,
e sposta l'obbiettivo sempre avanti,
ci vuole forza soprattutto in quei momenti,
perché se guardi meglio oltre il limite di ogni orgoglio,
c'è di più.
Verrà il tempo per farti amare,
e per distrarti e commuoverti,
verrà il tempo ci puoi giurare,
se credi, se credi!
e ancora,
verrà il tempo di camminare,
a cielo aperto ed immergerti,
di tutto quel che ti fa star bene,
se credi, se credi!


 
 
 
«Squadra Hemmings, siete pronti?!» urla Luke, già pronto alla porta d’ingresso: il giaccone pesante, la sciarpa di lana e l’immancabile cappello rubato a Calum ancora molti anni fa.
Dal corridoio, avanzano uno alla volta.
La prima a comparire è Gaia Charlie: due trecce bionde piuttosto lunghe che scendono dal cappello viola, intenta a sistemarsi la sciarpa troppo lunga e scomoda, gli occhi bassi, quegli occhi azzurri come il cielo, seri e piuttosto arrabbiati, le manine intente a sistemare quell’impiccio, stringe i denti, prima di lasciarsi andare a una lamentela.
«Papà, io non ci riesco! Non voglio la sciarpa!» alza lo sguardo su di lui, lasciando incrociare i loro occhi così uguali, accelerando il passo, lui già pronto a chinarsi, a darle una mano.
«Ma come siamo belle con le trecce» le fa un complimento, vedendola sorridere compiaciuta. Le sistema la sciarpa alla meglio, aiutandola poi con i guanti, stampandole un bacio sulla fronte «Principessa, è sistemata, alla perfezione» le fa l’occhiolino, mentre lei si volta verso il corridoio, in attesa, cercando con lo sguardo qualcuno.
«Filippo! Veloce!» urla infatti, sentendo dei passi arrivare più velocemente: la figura del piccolo Hemmings si fa vedere subito, quasi affaticato, mentre si sistema il cappellino nero nei capelli biondi.
Quegli occhi blu guardano sua sorella, quel sorriso che mette in mostra le fossette, le si avvicina con passo spedito «Sono pronto!» le prende la mano «Oggi devi correre, Gaia! O perdiamo contro Chris e Megan!» la incita, mentre lei annuisce, lasciando che l’adrenalina le vada già in circolo, pronta a vincere.
«Li facciamo fuori tutti!» esclama, catturando l’attenzione di Luke.
«Abbiamo una pinguina agguerrita, oggi» sorride divertito, ma lo sguardo minaccioso di sua figlia lo destabilizza un po’.
«Papà, io sono una super leonessa, non una pinguina!»
«Ma i leoni hanno freddo con la neve, i pinguini sono più forti!» protesta Luke, mettendosi al pari di una bambina.
Lei, però, sembra pensarci su, guardando poi Filippo.
«Tu cosa sei?» e Luke nota l’aria confusa di suo figlio, intento a pensare a tutti gli animali che vivono in mezzo alla neve: quello che li spetta è una battaglia a palle di neve con i piccoli Clifford, Irwin e Hood, una guerra di vitale importanza.
«Sono un orso polare!» annuncia soddisfatto della sua scelta, cominciando a fare versi piuttosto rumorosi.
«Io non voglio essere un orso» si lamenta Gaia, mettendo il broncio, l’aria triste, ma suo fratello sembra volerla aiutare.
«Tu sei la leonessa della neve! Tutta bianca, con i tuoi poteri non sentirai freddo!» e Luke si stupisce per l’inventiva, notando come sua figlia cambi espressione: il sorriso torna, l’entusiasmo si impossessa di lei, la voglia di “farli fuori tutti” che le riempie il petto.
«E chi sarà la mia pinguina?!» interviene ancora una volta Luke, fingendo un broncio che, però, non sembra sfiorare minimamente i due figli lì presenti, tanto che Filippo lo liquida subito con un «Antea può fare la pinguina, tanto non gioca, è troppo piccola» frase che mette a tacere suo padre, mentre dal corridoio si fanno finalmente vedere le ultime due, le ritardatarie.
«Mamma, veloce!» la richiama Gaia Charlie, trascinando Filippo fuori dalla porta, posizionandosi davanti all’ascensore.
«La pinguina di papà!» Luke si lascia scappare un commento fin troppo acuto, prendendo tra le braccia quella bambina di appena un anno, intenta a godersi il suo ciuccio, ma che ride non appena lui la prende con sé.
Antea lo guarda, ha gli occhi blu come suo fratello, come sua mamma, ha capelli castani che lui si affretta a coprire con un cappellino: Calum non aveva sbagliato, mesi prima, a dire che sarebbe stata identica a Vanessa, tanto che la cosa preoccupa Luke, già con mille pensieri rivolti alla sua adolescenza già designata come “l’adolescenza di una ribelle, farà trio con Apple e Roxanne”.
«Bene, abbiamo un orso polare, una leonessa della neve, una pinguina in giallo, un papà pinguino niente male e pure la mamma gattina. Che bella squadra» commenta Luke, mentre Vanessa saluta Charlie che dorme sul divano, accarezzandogli le orecchie, per poi uscire tutti, chiudendo la porta dietro le loro spalle.
«Lo zoo è nulla in confronto» gli risponde Vanessa, intenta a sistemarsi i capelli, abbottonandosi il giubbotto «Luke ricordiamoci il passeggino» dice meccanicamente, mentre lui la fa passare dentro l’ascensore.
«È già tutto in macchina, micina» e le lascia un bacio rubato sulle labbra, davanti gli occhi disgustati dei loro figli, mentre la piccola Antea fa versi di lamentela, dato che il suo papà non la sta calcolando.
«Papà ma tu giochi vero?»
«Certo, Filippo! Devo riempire lo zio Michael di neve anche dentro le mutande!»
«Sì! Papà sei troppo forte»
«Però voi dovete aiutarmi, lo zio Calum sa come farmi cadere»
«Gli lanciamo la neve, così non ti attacca!» e la conversazione su possibili strategie di guerra dura per tutto il tragitto in macchina, fino all’arrivo a quel campetto, dove la famiglia Clifford e la famiglia Irwin li stanno già aspettando.
La famiglia Hood, come sempre, arriva venti minuti dopo.
E Vanessa, seduta con Antea in braccio, vicino a Mary e Giada, lo guarda giocare con i suoi figli.
Lo guarda giocare, lo guarda correre come un pazzo con Gaia in groppa.
Lo guarda sussurrare qualcosa all’orecchio di suo figlio.
Lo guarda arrivare vicino a loro per poter salutare la sua piccola Antea e per rubare un bacio porta fortuna a lei, lei che alza gli occhi al cielo al vederlo sempre così bambino, così felice, così sempre pieno di quella voglia di essere felice ogni giorno, con lei, con la sua famiglia.
*
«Quindi… manca solo un pezzo finale a questa storia»
Sono le undici e mezza, quando Vanessa entra in camera, trovando Luke sotto le coperte, intento a rileggere quella storia. Ancora in forze, a quanto sembra, nonostante la giornata piuttosto impegnativa, dato che ha praticamente portato a casa tutta la neve del parco: quando i bambini si mettono d’impegno, riescono davvero ad essere delle macchine da guerra.
«Già. Ma… so già che voglio scrivere» le sorride, baciandola piano, lasciando che si accoccoli a lui, sentendo le mani fredde di sua moglie sfiorargli la pelle.
«Sono una micina curiosa» ammicca, baciandogli la mandibola.
Lui sorride, rispondendo a quei baci, lasciando un po’ di spazio anche a loro due, lasciando che i loro corpi si intreccino.
Si baciano intensamente, cercando di non fare rumore, dato che i piccoli Hemmings dormono.
Si baciano, si sfiorano, riconoscendo l’uno il corpo dell’altra, riconoscendo quel profumo di loro due, lasciando che dalle loro labbra vengano sussurrate parole che solo loro due possono dirsi, confessarsi, ogni volta come se fosse la prima.
Restano abbracciati, guardandosi negli occhi, sono seri in viso, mentre la mano di Luke continua ad accarezzarle le guance, i capelli, tracciando il contorno di quel viso che ha visto cambiare sotto i suoi occhi.
Le bacia le labbra, ancora una volta, prima che lei chieda ancora una volta le sue intenzioni: vuole addormentarsi sentendo la parte finale di quella storia, vuole addormentarsi sognando la loro storia, il loro passato insieme, vuole sognare ancora il loro primo bacio, con il cielo di ottobre.
«In realtà so che vuoi ricordarti i ceffoni che mi hai dato, furbetta» la prende in giro, ma lei sembra intenzionata a non lasciarsi provocare, troppo catturata dai suoi occhi che le sorridono, troppo curiosa di sapere cosa gli passa per la testa, capace di istigarlo di nuovo pur di sapere tutto, pur di farlo cedere.
Luke sospira, lasciando che quelle parole scivolino via piano, lente, lasciando che quel discorso entri nella mente di lei, discorso interrotto da qualche lacrima, da qualche bacio, da qualche abbraccio improvviso, discorso che i loro figli leggeranno prima o poi, discorso che spera davvero serva a trasmettere loro qualcosa di davvero importante.
*
Quando vi sentirete persi, confusi, come se tutto fosse solo un lungo tunnel buio, senza il minimo spiraglio di luce, sarà lì che troverete qualcuno pronto a salvarvi.
Non ci crederete mai alle mie parole, in quel momento.
Mi darete dello sciocco, dell’eterno innamorato, del fortunato ad aver trovato una ragazza come la mamma.
Non ci crederete mai alle mie parole, in quel momento e lo capisco, perché neanche io ci avrei mai creduto di avere una seconda possibilità per cambiare in meglio la mia vita.
Ma lasciate che queste parole restino in un piccolo spazio della vostra testa, del vostro cuore. Lasciate che ci sia sempre questa piccola briciola dentro di voi, pronta a farsi sentire quando ci sarà solo il buio, lasciate che questa vocina ci sia, sempre e comunque.
Perché presto o tardi, quella vocina diventerà una voce chiara, forte, che vi guiderà, che vi salverà, che vi farà vedere davvero una luce di speranza.
C’è per tutti, bambini miei, c’è per tutti a questo mondo, anche se sembra impossibile, anche se con tempi diversi: arriverà in ritardo di anni, arriverà fin troppo in anticipo, arriverà quando sarete allo stremo, ma arriverà, per tutti voi.
Verrà il tempo in cui avrete la fortuna di poter condividere qualsiasi cosa con qualcuno.
Verrà il tempo in cui troverete una persona pronta a stare con voi sempre, una persona che non deve essere per forza il vostro specchio, perché non è divertente se vi somiglia troppo, è più bello che sia diversa, almeno un po’, almeno per poter condividere idee nuove, magari migliori delle vostre, magari in grado di farvi vedere il mondo da altre prospettive.
Arriverà una persona in grado di farvi accettare ogni cosa di voi, del vostro corpo, della vostra personalità, quella persona impazzirà per i vostri difetti, impazzirà per le vostre idee strane, surreali, sciocche, ma impazzirà per voi, senza stancarsi mai.
Arriverà per tutti, bambini miei, anche quando non crederete più a nulla. Arriverà, basta solo alzare gli occhi al momento più giusto, quando sentirete il bisogno di guardare oltre il vostro naso, quando avrete semplicemente voglia di farlo: avverrà tutto con la stessa semplicità con la quale respirate, camminate, senza neanche rendervene conto.
Arriverà per tutti, arriverà per voi, anche in modo diverso.
C’è chi trova la felicità di vivere insieme ad un’altra persona, c'è chi non riesce a salvarsi da solo; c'è chi, in momenti di buio, trova conforto e speranza in un gatto, un cane, in un coniglio: un cucciolo in grado di far sentire il calore di un amore diverso, unico, raro, un cucciolo in grado di salvare pure l'anima più disperata.
Ma c’è anche chi trova la felicità di vivere solo con se stesso, c'è chi ha solo bisogno di capire quanto sia forte da potersi rialzare senza il bisogno di mani diverse dalle proprie.
Non è un male, bambini miei, non è un male credere di potercela fare da soli: l’importante è sentirselo dentro, l’importante è scegliere quello che fa stare bene noi stessi, nessun altro.
Non importa quello che penseremo io e la mamma, non importa quello che penseranno i vostri stessi fratelli/sorelle, non importa neanche quello che pensano i vostri migliori amici.
Scegliete quello che sta meglio a voi, scegliete la vita che più vi piace, che più vi rende felici: soli, o con qualcuno. Il resto non conta, il resto ve lo create voi, perché potete fare qualsiasi cosa, pure andare sulla Luna.
Potete scegliere di camminare stringendo la mano di qualcuno, potete scegliere di camminare affiancati da un cucciolo a quattro zampe, ma potete anche scegliere di camminare da soli e di riuscire comunque a stupirvi del mondo, della vita, nella sua quotidianità.
Potete scegliere, non fate mai scegliere gli altri, perché avrete solo un cammino da percorrere, e non vale la pena sprecarlo, non vale la pena farlo disegnare agli altri.
Siete gli artisti della vostra vita, siete in grado di poter tracciare la strada che volete, siete in grado di scegliere la colonna sonora che più fa per voi.
La mamma ha sempre avuto una musica leggera, a tratti quasi pazza, tipo un vortice, piena di speranza, una musica dove parole rassicuranti entravano nella sua anima, una musica che avrebbe tanto voluto condividere con qualcuno. Le nostre strade si sono incrociate, si sono allontanate per un po’, per poi tornare più unite di prima.
Le nostre musiche si sono completate, trovando nuove melodie, già pronte a nascere, come se fosse già tutto scritto.
Io e la mamma abbiamo avuto questo, dalla vita.
Noi possiamo solo essere un esempio tra mille, un esempio di vita che potrebbe piacervi, o forse anche no. Forse siamo troppo romantici per voi, forse siamo troppo innamorati e con troppi cuori rosa a riempire le nostre iridi.
Forse, preferite qualcosa di diverso da quello che siamo, forse vi piace di più la vita dello zio Calum, o quella degli zii Michael e Ashton, noi non vi trascineremo mai a compiere i nostri stessi passi.
I vostri passi saranno sempre vostri e basta, che siano passi di chi cammina da solo, che siano passi che sono affiancati da altri: sono vostri e basta.
Cadrete, perché non è vita senza cadute.
Cadrete e cadrete sulle vostre ginocchia, fino anche a crollare del tutto, sentendo un male dentro da non sentirvi quasi vivi.
Ma vi rialzerete, anche se in quel momento non lo crederete possibile. Vi rialzerete, forse a fatica, forse velocemente, forse con le ferite troppo aperte, ma vi rialzerete, perché tutti si rialzano, prima o poi.
Vi rialzerete da soli, o vi aiuteranno a farlo, ma voi siete i primi a volerlo.
Siete voi quello che contate per prima cosa, se non credete in voi, niente e nessuno potrà farlo.
Siete voi l’importante, siete voi che potete muovere il mondo, solo se lo vorrete davvero, solo se sarete in grado di lasciare un piccolo spazio a quella vocina, dentro la vostra testa.
Io e la mamma crediamo in voi.
Ricordatelo sempre, anche quando ci arrabbiamo, anche quando ci odierete, anche quando andrete via di casa, ma noi crediamo in voi, in ogni vostra scelta.
Saremo lì, quando cadrete, saremo lì fino a quando sarà possibile, ma saremo lì sempre, anche quando non vi sembrerà più così.
Siete i nostri figli, siete la cosa più bella che ci sia mai capitata, oltre a noi due insieme. Siete la cosa più strabiliante, siete il motivo per cui ci meravigliamo sempre e ancora della vita.
Vogliamo bene ad ognuno di voi, allo stesso modo, senza più e senza meno, siete tutti e tre sullo stesso gradino di importanza: quello più alto, quello che da lì non si può più andare oltre, e questo non cambierà mai.
Seguite i vostri sogni, bambini miei, seguiteli e non lasciateveli mai scappare: nessun sogno vivo rimarrà inappagato, non smettete mai di crederci davvero, perché io sono il chiaro esempio che, da una piccola stanza di Sydney, con quelle casse rosa, un ragazzo è potuto arrivare così in alto, con la sua musica cantata davanti a milioni di persone, con la sua musica che rimbomba ancora nelle cuffiette di qualcuno.
Non smettete mai di crederci, non smetteteci mai per davvero, neanche quando tutto sembra monotono e privo di senso: ci sarà sempre un dettaglio che potrà cambiare la vostra vita, ci sarà sempre, basta solo guardare più a fondo.
Io e la mamma saremo sempre i vostri più grandi sostenitori, anche se farete cose che magari non condividiamo, ma saremo lì, nonostante tutto.
Saremo sempre lì, bambini miei, saremo sempre lì ad appoggiare i nostri figli.
Non dimenticatevi mai di sognare, non dimenticatevi mai di perdervi in pensieri immaginari, non siate mai schiavi della ragione, come dice sempre la mamma: l’isola che non c’è è importante, non deve essere sempre –ed esageratamente- presente, ma non deve neanche sparire del tutto dalla vostra vita, deve essere sempre lì, a farvi sperare che qualcosa di perfetto per voi arriverà sempre, semplicemente, senza troppi programmi.
Vi vogliamo bene, bambini, ve ne vorremo sempre tanto.
E con questa storia di noi, speriamo di avervi trasmesso qualcosa, speriamo di avervi fatto capire qualcosa che considererete davvero importante per voi, per la vita che vorrete davvero, per la vita che non vi toglierà il sorriso.
Con tutto l’amore che abbiamo dentro per voi,

Papà Luke, Mamma Vane.



 
THE END
 








Note di Nanek
Ed è finita pure lei.
È finita pure questa storia, e mi sa che se mi dilungo troppo piango.
È finita, e io sono ufficialmente laureata.
È finita, e non mi sembra vero.
Spero davvero che vi piaccia questo epilogo, spero davvero che, soprattutto la parte finale, vi faccia sorridere e vi dia un po’ di… boh, forza? Coraggio? Fiducia? Perché questo era l’intento.
Perdo solo due parole per dirvi una cosa un po’ meno bella: Vapor, non so quante di voi la stiano seguendo ma… non so quanto durerà nel mio profilo, se la vedete sparire… è perché la cancello.
È un periodo un po’ strano, questo.
Sono piena di impegni, sono piena di cose da fare e lo scrivere sta un po’ perdendo colpi: non ho voglia, non ho ispirazione, mi sembra di scrivere solo scemenze… è un periodo dove mi sto perdendo tanto in persone un po’ più reali e presenti… ve l’ho detto che sono innamorata, no? ecco, una persona reale effettivamente mi sta facendo perdere via.
Mi sto un po’ lasciando travolgere da quel poco di vita sociale che ho e… non so se Vapor la continuerò, non lo credo proprio.
Ci tenevo a scusarmi, per chi la sta leggendo. Vi chiedo scusa, e spero un po’ nella vostra comprensione.
Per il resto, GRAZIE di cuore a chi ha seguito questa storia fino alla fine. Grazie per aver creduto in questi personaggi, grazie per non averli abbandonati. Grazie davvero per ogni singola cosa, non so davvero come esprimere la mia gratitudine.
Grazie a Mary e Jade, mie grandi sostenitrici che mi hanno aiutato a continuare questa ff, quando era sospesa <3 grazie Mary ancora per il bellissimo banner <3 ma grazie ad entrambe per aver betato ogni singolo capitolo <3 vi voglio un bene immenso <3
Grazie a tutte voi che leggete in silenzio, grazie a chi ha lasciato qualche recensione, grazie alle preferite/ricordate/seguite, grazie davvero di cuore <3
Grazie a Nek, come sempre, per avermi ispirato tantissimo, perché in questa storia, traboccano i valori che lui esprime sempre nelle sue canzoni <3
Grazie davvero, ci sentiremo, forse presto, forse più in là, ma ci sentiremo <3
Nanek
 

 
  
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