Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club
Ricorda la storia  |      
Autore: manubibi    17/11/2015    2 recensioni
L'amore, come sentimento, come legame, non ha senso. Non ha senso tornare a casa dopo scuola e buttarsi sotto la doccia perché il suono dell'acqua che scorre ti distragga, perché senti un calore che non se ne vuole andare, perché il tuo corpo ha bisogni che ti portano solo vergogna e sì, forse anche del piacere. Ma Rei stava meglio quando non provava nulla di tutto questo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Amore? Fammi un piacere, non potrei mai interessarmi ad una cosa tanto illogica!"

È questo che Rei ha detto a Gou, quando tutto il team pensava che si fosse trovato una fidanzata. Per giorni e mesi, per un intero anno, ne è stato anche convinto. 
L'amore, come sentimento, come legame, non ha senso. Non ha senso tornare a casa dopo scuola e buttarsi sotto la doccia perché il suono dell'acqua che scorre ti distragga, perché senti un calore che non se ne vuole andare, perché il tuo corpo ha bisogni che ti portano solo vergogna e sì, forse anche del piacere. Ma Rei stava meglio quando non provava nulla di tutto questo. Stava meglio quando i confini fra amicizia ed altro erano ben delineati, e quando qualsiasi altra cosa la guardava con disinteresse.
Certo, sa tutto sull'amore. Sa tutto sui danni che esso può provocare, e sa tutto sul dolore che causa sempre.
L'amore corrisponde a dolore, nella sua mente, e quella è una equazione che può comprendere. Deve essere così, perché ora che si è arreso all'evidenza ed al fatto che molti - se non la maggioranza - dei suoi pensieri correvano ad un ragazzo, per giunta, quasi è felice che se ne stia andando. È stato difficile rimanergli accanto per il resto del terzo anno, soprattutto visto il fatto che beh, l'altro non voleva proprio staccarglisi di dosso.
Nagisa deve averlo avvelenato. Deve aver fatto qualcosa per intossicarlo, deve avergli iniettato una potente dose di ossitocina. Deve averlo abbracciato nel sonno, sussurrando qualcosa nel suo orecchio e piantandogli un seme nel cuore. Un seme che è sbocciato ed ha dato vita ad una pianta di edera che pian piano si sta impossessando di lui, lo sta legando, ancorando al biondo, una pianta che vive di sole e Nagisa è luce che brucia. 

Rei lo odia, ora che lo vede piangere. Nagisa piange da mezz'ora, e non riesce a smettere, e continua a ripetergli che si sentiranno ancora ma lo fa mentre le lacrime continuano a rotolare piano giù per le sue guance tonde, soffici, ora piene di sale. 
Lo odia perché Rei ha pianificato il suo volo, ha studiato per tre anni per poter entrare alla Università che voleva frequentare, eppure Nagisa che piange gli sta piantando lame addosso, lo sta prendendo a pugni, e sta stringendo il suo nodo attorno a lui. Come può andarsene sapendo di significare così tanto per il suo migliore amico? Perché in fondo per lui Nagisa ha mutato forma e accezione, ma non glielo ha mai detto. Dirglielo ora, poi, sarebbe solo crudele. 
Sa solo che ci sono due forze uguali e contrarie in azione dentro di lui: staccare le dita piccole di Nagisa da se stesso e voltarsi, e rimanere lì, perdere il volo, stringerlo a sé, baciarlo, portarlo a casa e farlo suo.
"Devo andare, Nagisa-kun," mormora con una fermezza che finge e che deve aver assimilato da lui - dal modo in cui Nagisa spesso nasconde i propri sentimenti reali. L'altro lo guarda con gli occhi pieni di acqua e sale, vagamente rossi e gonfi, poi sorride nonostante il tremolio sulle sue labbra. Piccole, rosse da quanto se le è morse nell'ultima ora e mezza. 
"D'accordo, Rei-chan, fai un buon volo!" Nagisa risponde, asciugandosi le lacrime.
No, dovresti trattenermi e costringermi a rimanere qui con te, dovresti dirmi che il mio posto è qui, che senza Rei-chan non sai nemmeno come allacciarti le scarpe, che hai bisogno di me. Ma Nagisa è diventato grande, sorride come prima ma è diventato un ragazzo forte e più o meno indipendente, ha un progetto per se stesso, un sogno da inseguire, o almeno così ha detto. Se la caverà anche senza di me, pensa, eppure continua a guardarlo mentre trattiene le lacrime, mentre si tortura il labbro per non scoppiare di nuovo a piangere, anche perché la gente li sta guardando da quando sono lì. Non che gli interessi qualcosa. Nagisa-kun può piangere quanto gli pare, è un suo diritto, e nessuno dovrebbe mai pensare che è strano o che non dovrebbe perché è ormai un uomo. 

E dire che è stato proprio Nagisa ad insistere per salutarsi di nuovo, nonostante il fatto che si siano salutati abbondantemente nei giorni precedenti, ogni volta con una coltellata al cuore. Ma adesso sta per andarsene davvero, e non è una questione di vedersi o non vedersi mai più. Lo faranno, si sentiranno, ci sono mille modi per farlo.
Eppure è il liceo che finisce, le strade che si separano, il club che non sarà mai più lo stesso, questo è ciò che cambia. Rei sa che i cambiamenti sono necessari e che sono tali solo se spaventano, eppure fa male. 
Sorride annuendo, con lo sguardo carico di una affezione che non può più nascondere - non ha mai potuto, neanche e soprattutto non quando ancora non sapeva che si sarebbe trasformata in un amore così forte e silenzioso. 
"Prenditi cura di te, Nagisa-kun." Fallo per me, io non potrò essere qui a ricordarti che i pasti dovrebbero essere equilibrati, a dirti che troppe caramelle di faranno venire il mal di pancia, a passarti i compiti per casa anche se so bene che non è bene farlo, a fare tutto ciò che vuoi perché a te non posso dire di no
Il più piccolo annuisce con un sorriso, tira su col naso, lascia andare la sua maglietta, e finge ancora, continua a farlo. Rei si volta, finalmente, trascinando con sé una valigia che pesa, una valigia che vorrebbe si rompesse, eppure fila via e lo fa scomparire oltre la barriera del check-in.

Nagisa rimane in piedi da solo, fissa il punto in cui ha visto sparire il viso di Rei, e poi va a sedersi su una sedia, scoppia di nuovo e questa volta non si trattiene, piange così forte che tutti gli altri seduti attorno a lui si mettono a guardarlo chi con comprensione e simpatia, chi con irritazione, chi con imbarazzo. 

Non mi interessa, volevo solo che durasse di più, volevo solo avere Rei-chan con me per sempre eppure è una cosa così stupida da desiderare. Rei-chan diventerà uno scienziato e sarà famosissimo e scoprirà qualcosa di grandioso per tutti, perché Rei-chan è intelligente e grandioso e io non potrei mai impedirgli di prendere il suo sogno per le corna e domarlo. 
Anche se fa male. E gli ho fatto vedere quanto mi faccia male... sono uno stupido.
.

Rei si guarda attorno nel suo appartamento di Tokyo, piuttosto piccolo e stretto visto che non può permettersi di più. Si guarda attorno rendendosi conto di quanto sia diverso. Di quanto gli manchi la luce, ora, anche se il Sole splende ancora, fuori. Si guarda attorno, solo, in un appartamento senza personalità, con anche un po' di paura anche se la paura è normale, pur se irrazionale. Sa che ad Iwatobi la sua intelligenza era fuori dal comune ma a Tokyo le cose sono diverse, però ha un amore per la conoscenza che sicuramente non lo lascerà indietro. 
Eppure manca qualcosa. Certo che manca qualcosa. Manca la peste che l'ha costretto ad abbandonare uno stile di vita regolato fino all'ultimo dettaglio, che l'ha forzato a praticare uno sport diverso e innamorarsi, che l'ha buttato in mezzo al caos e poi ha pianto quando è finito tutto. Manca Nagisa. 
Almeno ora può piangere anche lui. Non l'ha fatto prima perché la sua decisione stava traballando, e doveva mantenere almeno una parvenza di controllo. Ma ora che lo fa, si siede con gli occhi bagnati e rilegge i messaggi dei suoi amici. Makoto e Haruka sono lì da un anno e lo stanno aspettando nell'appartamento di Haruka per dargli il benvenuto... eppure ora ha solo voglia di stare solo e chiedersi se abbia davvero fatto la cosa giusta.
E poi le dita gli sfuggono dal controllo. Non intendeva farlo, davvero, ma...

"Vieni a Tokyo con me, Nagisa-kun."
Nagisa sta tornando a casa in treno, con gli occhi ancora rossi e gonfi e la faccia devastata, eppure quando legge il messaggio impallidisce, col fiato mozzato. Non aspettava altro, probabilmente. È una idea affrettata e dovrebbe parlarne con i suoi genitori e se loro sapessero che lui correrebbe in cima al mondo per il ragazzo che ama - perché sì, lo ha nascosto bene e nei migliori dei modi perché lui della finzione ha fatto un'arma, ma lo ama dal momento in cui l'ha visto saltare l'asta, e lo ama ancora di più da quando l'ha convinto ad unirsi al club di nuoto, da lì è stato solo un crescendo e non ha mai smesso.
Eppure lui un sogno ben definito non ce l'ha, ha solo monconi di idee che lo confondono e lo trascinano alla deriva. Rei-chan gli ha suggerito la maggior parte di quelle idee. Rei-chan saprebbe cosa fare.
"Sì," risponde senza pensarci, e dopo aver premuto invia si sente arrossire e poi invadere di un calore che stringe il suo cuore con forza, che gli fa asciugare le lacrime. A chilometri di distanza, sorride e Rei lo può sentire sulla sua pelle.

** 

Ho pianto così tanto scrivendo sta fic che non sono riuscita a tenerli separati, cioè va contro ogni logica che mi governi, NON CE LA FACCIO ;_____; OTP unbent and unbroken amori miei nclpf
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club / Vai alla pagina dell'autore: manubibi