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Autore: California123    19/11/2015    3 recensioni
Dopo quasi sei mesi dalla morte del marito e dalla chiusura dell'enorme whormole che ha distrutto Central City, Caitlin è decisa ad andare avanti. L'arrivo di Jay garrick stravolge i piani della ragazza e mette a dura prova la fiducia di Barry. Jay sembra essere arrivato con l'intento di distruggere Zoom, ma che cosa succederebbe se avesse portato con sé anche qualcos'altro?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Caitlin Snow, Cisco Ramon, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ottimo lavoro, Barry.”

La voce di Caitlin risuonava repentina all’interno dell’apparecchio, dal tono con cui aveva pronunciato quelle semplici parole era riuscito a percepire l’ombra di un sorriso comparire sul volto della ragazza. Quella situazione gli provocò una scarica di adrenalina insostenibile. Nonostante ci fosse abituato, Barry sorrise leggermente, si piegò con cautela sull’asfalto e raccolse il corpo a terra, in una manciata di secondi passò dal ritrovarsi nel cuore della caotica Central City al dolce silenzio degli STAR labs. Un uomo sulla quarantina sbatteva con insistenza i palmi delle mani contro il vetro a specchio della cella in cui era rinchiuso nel vago tentativo di poter uscire e vendicarsi di quella disfatta. Il moro lanciò un ultimo sguardo in direzione del malvivente con cui si era imbattuto pochi minuti prima, dopodiché percepì il tacchettio delle suole di Caitlin farsi largo lungo il corridoio e fermarsi sinuosamente sulla soglia della porta.
 
“Un uomo in grado di diventare invisibile? Seriamente? Certe situazioni si vedono solo nei film.” Annunciò lei, con un sorriso sghembo ed una posa del tutto naturale che le metteva in risalto il vestito blu elettrico che le cingeva il corpo. “Davvero scontato.”
Il ragazzo scoppiò in una sonora risata, una risata genuina senza alcuna traccia di amarezza. Per quanto quella situazione fosse del tutto sbagliata, Caitlin era riuscita per la seconda volta a distrarlo quel giorno. Sfortunatamente quel momento non durò a lungo, difatti, dopo essersi ripreso, si lasciò andare ad un mesto sospiro. Al ché la mora vedendolo in quello stato si era avvicinata di qualche passo, così da poter essere al suo fianco.
“Riusciremo a sconfiggerlo, come abbiamo sempre fatto. Non sei solo, Barry, Zoom lo è.” Fece lei, questa volta con lo sguardo rivolto verso il ragazzo. Un gesto che non passò inosservato dal diritto interessato, la quale annuì lievemente con dei cenni da parte del capo.
“Non è un metaumano del nostro mondo.” Iniziò lui, riferendosi all’uomo rinchiuso all’interno della cella, e dando per la prima volta sfogo ad i suoi pensieri “Ne manderà ancora altri, come possiamo dirlo?”  Questa volta aveva le sopracciglia aggrottate e la voce abbassata di alcuni toni per via dello sforzo.
Caitlin appoggiò con delicatezza la mano sul tessuto ruvido della tuta rossa che gli adornava il braccio, dopodiché fece per parlare, ma fu interrotta dalla voce allarmata e dai passi frettolosi di Cisco.
“Ragazzi.” Mormorò il bruno, con una mano poggiata al petto, per tentare di prendere fiato a causa di quella corsa improvvisa. “Ho interrotto qualcosa?” li guardò entrambi per qualche istante, poi riprese a parlare. “C’è un problema, riguarda la lacerazione al piano sotterraneo. Fate presto!”
In pochi minuti, Cisco e Barry si ritrovarono di fronte alla lacerazione degli star labs, seguiti dopo qualche istante da una stremata Caitlin. Tutti e tre rivolti verso quella luce abbagliante, divenuta improvvisamente più forte.
“Si sta chiudendo.” Mormorò Barry, in preda al panico. Detto ciò, con un rapido movimento delle braccia tirò indietro gli altri due, fin troppo sconcertati per intervenire ed evitare che la lacerazione li risucchiasse all’interno.  Infine, come se si svolgesse a comando, la lacerazione riprese quella tinta tenue e bluastra che fin dall’inizio l’aveva caratterizzata. Con ciò le uniche reali differenze erano le dimensioni, difatti era notevolmente più ristretta e con quel vortice aveva sparso sul pavimento una serie di cartacce e oggetti senza valore.
“Che cosa è successo?” Urlò Jay, poggiando la mano sulla soglia della porta. Lo sguardo impietrito vagava lungo l’enorme stanza e la gola gli era divenuta improvvisamente secca.
“Non dirmi che non ne sapevi niente.” Intimò Cisco, con il dito puntato contro l’uomo apparso all’improvviso. “Casualmente, sei arrivato quando la lacerazione si è chiusa.”
“Ero qui accanto, ho sentito il trambusto e sono arrivato in ritardo, non è opera mia. Si tratta di Zoom.” Rispose secco l’uomo, per via di quella accusa, a parer suo, senza fondamenta. “Voglio solo aiutarvi.”
“Davvero? Chiese Cisco, facendo trapelare un tono del tutto ironico. “Perché mi sembra che da quando sei qui, non hai insegnato nulla a Barry, sennonché è troppo debole per sconfiggere Zoom.”
“Cisco.” Ribatté Caitlin, che fino a quel momento era rimasta in silenzio ad ascoltare quel breve scambio di battute. “Dobbiamo focalizzarci su altro, adesso.”
“E’ coinvolto, Caitlin.” Aggiunse il bruno, fingendosi furibondo, poi si avvicinò all’uomo più alto di lui di una spanna per tentare di provocarlo una seconda volta. “Non dovremmo fidarci di chi si allea con Zoom.”
“Non sono un alleato di Zoom.” Sbottò Jay, esasperato, al ché diede una spinta al ragazzo. “Sto solo tentando di tenervi al sicuro.”
Dato quell’involontario contatto tra lui e Jay, Cisco rievocò nella sua mente le stesse situazioni vissute in precedenza. Si trovava come suo solito in una situazione extra-terrena. Di fronte a se, vi era una figura coperta da una tuta scura, con un logo che rappresentava un fulmine disegnato sul petto. Ma non fu quel dettaglio ad incutergli tanto terrore. Fu il suo sguardo, l’uomo era di fronte a lui, e anche se mentalmente si ripeteva quanto questo fosse impossibile. Lo osservava, analizzava ogni sua mossa in attesa che commettesse il più piccolo degli sbagli. Poi in una frazione, la strana figura sollevò la mano e prese per il collo un uomo, sollevandolo senza problemi.


“Non sarai mai abbastanza veloce.” Urlò lui, scaraventando il corpo inerme contro la parete del laboratorio.
Solo in quel momento di terrore, Cisco riuscì a mettere a fuoco la fisionomia di quel viso e i capelli biondi.


Jay.
 
Poi l’incubo si concluse. Era di nuovo agli star labs. Di fronte a sé aveva Barry e Caitlin, entrambi erano visibilmente scossi per via dell’accaduto, mentre di lato vi era posizionato Jay, con lo sguardo chino sul pavimento.
“Mi dispiace.” Mormorò il bruno, con lo sguardo ancora carico di terrore, la mano poggiata sul muro freddo per sorreggersi. “Ho esagerato”
“Ne riparliamo dopo. Adesso è meglio se ti riposi un po’” Sentenziò Caitlin, avvicinandosi alla porta, così da poter portare l’amico sul lettino d’ospedale per riposare.
“Cisco, Caitlin aspettate. Ho trovato qualcosa.” Mormorò Barry, riluttante, dopodiché si abbassò e raccolse da terra un tesserino malridotto, nonostante ciò la calligrafia, l’etichetta ed il nome erano ancora intatti grazie all’involucro in plastica che lo aveva protetto. Tutti e tre posarono lo sguardo sul piccolo oggetto, tirato fuori dalla lacerazione.
“Barry Allen, reparto di bioingegneria meccanica, agli STAR labs.” Lesse ad alta voce Caitlin, sul suo volto le si leggeva un’ombra di dubbio. “il mio stesso settore.”
“Jay, perché non me ne hai mai parlato?” Cominciò il moro, distogliendo finalmente lo sguardo da quel tesserino tanto annerito.
“La lacerazione ha provocato un blackout?” Domandò Jay, tremante. I suoi timori stavano prendendo la meglio sulla sua razionalità. “Le celle di contenimento.”
“Si, ma non è un problema. Le celle in cui teniamo i metaumani sono riconosciute dal sistema. Quando avvengono i blackout rimangono chiuse.” Rispose Cisco, senza trovare il nesso tra le due cose. “Cosa c’entra adesso?”


Senza tener conto di quella lunga serie di domande, Jay cominciò a percorrere il corridoio. Fu solo quando concluse il secondo gradino della rampa e vide tutte le celle in questione chiuse tranne una, ossia la più importante, che percepì il terrore dinnanzi ai suoi occhi. Lei era fuggita, ed avrebbe portato il gelo nel cuore di chiunque pur di riscaldare il proprio.
 
   
 
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