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Autore: Novalis    20/11/2015    2 recensioni
One shot partecipante al contest "Scappa o Insegui...Risolvi il Mistero" indetto su facebook da Hīkãrį Ęïėn e Hanna McHonnor.
Autore: Novalis
Titolo Storia: Il profumo delle camelie
Scelta: Originale
***
1997, Borgo di Commisso, Italia.
Il poliziotto Gabriele Falchi, stanco della sua vita monotona e noiosa, si trova a dover risolvere un caso di furto insieme a Marcello Visconti, investigatore astuto e intelligente.
Una collana di diamanti, è stata infatti rubata a Ginevra Mori, ex attrice di quasi settanta anni bella e affascinante.
Il caso sarà risolto?
E ricordate "non è tutto oro quel che luccica."
Buona lettura!
Genere: Azione, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il profumo delle camelie

 

             Questa è la mia vita, e lo sarà per sempre. Non esiste altro: solo noi e la macchina, e nell'oscurità il pubblico che guarda in silenzio. Eccomi, De Mille, sono pronta per il mio primo piano.

(Il Viale del tramonto)

 

 

10 dicembre 1997, Borgo di Commisso*, Italia

Cucinando la minestra che mi riempirà la pancia per cena, mi rendo conto di quanto faccia freddo oggi. La neve, fuori, mi arrivava quasi alle ginocchia e le finestre di casa sono tutte appannate e riempite di fiocchi di ghiaccio.

Sulla poltrona mi aspetta una bella coperta di lana, soffice e calda. Ricordo che me la regalò mia nonna per il mio sesto compleanno. Ma prima devo mangiare. Oggi ho passato quasi tutto il tempo alla centrale, e nessuno potrebbe immaginare la stanchezza e il freddo che mi pervadeva le ossa quando sono rientrato.

Prima di spegnere il fuoco, decido di accendere un po’ la tv. In questo stupido paese non succede mai nulla di interessante o che comunque possa accendere l’interesse di uno che fa il mio lavoro. E’ per questo che non mi sintonizzo mai su canali locali, ma mi soffermo sempre a guardare tg nazionali. Mi affascinano troppo i casi di cronaca nera o quelli dove c’è un giallo da svelare. Non che sia un sadico, attenzione. Utilizzando l’espressione “mi affascinano” chissà che idea ho dato di  me. E’ solo che sono un poliziotto e amo il mio lavoro.

Dopo che riempio il mio piatto della mia buona minestra, mi siedo al tavolo a mangiare. Ne ho preparata poca, come al solito . D’altronde non sono uno che ha mai amato sprecare il cibo.

“Donna ritrovata strangolata e derubata sulle sponde del Tevere” fa il giornalista del Tg1. Penso tra me che vorrei trovarmi a Roma, adesso, solo per poter aiutare a risolvere quel caso. Io, invece, sono costretto ad andare in centrale solo per firmare carte e scartoffie burocratiche di un’inutilità più unica che rara. Mi chiedo ancora cosa ci stia a fare una centrale di polizia a Borgo Commisso, se neanche i supermercati vengono derubati!

Poi, dopo cena, mi concedo un film, avvolto dalla famosa coperta di mia nonna. Domani mi aspetta un’altra noiosissima giornata e vorrei rilassarmi almeno per questa sera.

***

11 Dicembre, ore 7:00

Oddio, quanto odio la mia sveglia! Il suo “Ding ding, dong dong” non fa altro che martellarmi in testa. Dovrei cambiare quella maledetta suoneria, ma mi dimentico sempre di farlo.

La spengo dandole un pugno e dopo una doccia e un’accurata spazzolata ai denti, ciabatto di fronte al mio armadio per vestirmi. Sono un bell’uomo in fin dei conti, e ci tengo ad essere sempre ben vestito ed ordinato.

Quando finisco, vado in cucina. Dopo aver messo la caffettiera sul fuoco, però, torno in stanza con l’intenzione di rifarmi il letto. Ma non ho la possibilità di farlo, perché il telefono di casa prende a suonare.

-Pronto?- faccio in tono calmo.

-Falchi, sono Romita. L’ispettore Palazzi ha detto di sbrigarti…c’è un fatto interessante che ti aspetta.

Non so spiegarmi neanch’io bene il motivo, ma a quelle parole sento il mio cuore battere più forte. “C’è un fatto interessante” ma…cosa potrebbe mai essere?

-Arrivo subito.- rispondo in fretta e poi riattacco.

Torno di fretta in cucina per spegnere il fuoco. Al diavolo il caffè questa mattina!

Poi, dopo essermi imbacuccato come si deve con la sciarpa e i guanti, monto sulla mia Ford Anglia e volo in centrale.

 

Poso le mie cose nel mio ufficio, e dopo corro a bussare alla porta dell’ispettore Palazzi.

-Avanti.

Entro e mi accomodo sulla sedia di fronte alla sua. Noto però di non essere solo. Vicino all’ispettore c’è un uomo di mezz’età. E’ vestito in modo un po’ trasandato e ha una zazzera di capelli grigi in testa.

-Allora Falchi, andrò dritto al sodo. Non so se questa mattina hai visto il telegiornale trasmesso su Rete Commisso…- lascia la frase in sospeso, come ad aspettare una mia risposta.

-No signore! Guardo il telegiornale solo su rete nazionale.- ammetto un po’ imbarazzato.

-Capisco! Da oggi in poi ti consiglio di informarti anche su quello che accade nel nostro paese, se non ti dispiace.- conclude in modo aspro.- in ogni caso questa mattina un personaggio di un certo lustro si è rivolto a noi per sporgere una denuncia.

Un personaggio di un certo lustro? Aggrotto la fronte.

-E’ un’attrice famosa o meglio lo era negli anni ‘50. Il suo nome è Ginevra Mori e questa mattina ha chiamato in centrale con il desiderio di parlare personalmente con me. Dice di essere stata derubata di un prezioso cimelio. Una collana di diamanti, per la precisione, il cui nome è “ il gioiello di Sissi”. Questa è la foto.- ci mostra una fotografia che mostra una collana con fiorellini di diamanti. Molto elegante.- Le fu regalata dal famoso regista Federico Fellini, in persona.- conclude, arricciandosi i baffi bianchi.

-Oh…- non so che altro dire.

Porca vacca! Fino a poche ore prima mi lamentavo della laconicità della mia vita e ore mi si presenta un caso del genere davanti agli occhi. Che qualche angelo mi abbia sentito? Nah, non credo. Nessun angelo vorrebbe che una donna venisse derubata.

-Voglio che sia tu ad occuparti dell’accaduto, ma non sarai solo. E’ un caso delicato che se non risolto entro la mezzanotte di oggi potrebbe essere trasmesso anche su reti nazionali. La signora non vuole ancora che la faccenda si sappia su scala nazionale…sai…vuole stare lontana dai riflettori dopo tutti questi anni di isolamento dal cinema. Il tuo compagno di viaggio sarà l’investigatore Marcello Visconti.

Il tizio con la zazzera di capelli si alza in piedi e mi si avvicina porgendomi la mano. A quel punto mi alzo anch’io, stringendogliela.

-Sarà un onore per me, lavorare con lei signor Falchi.- mi dice guardandomi dritto negli occhi.

-La ringrazio. Che la fortuna e la dea della giustizia siano con noi. - gli rispondo con tono sicuro.

-Bene! L’indirizzo della signora Mori è questo. L’ho già, ovviamente, informata che quest’oggi le farete visita.- ci porge un biglietto da visita l’ispettore.- Procedete con calma e cautela, e non mettetela sotto pressione. E’ una donna di quasi settant’anni e quindi…- si ferma, non aggiungendo altro.

-Ma abbiamo tempo fino alla mezzanotte di oggi per risolverlo?- chiedo ricordando le precedenti parole di Palazzi.

-Sarebbe preferibile che per quell’ora di oggi voi lo risolviate, sì, per evitare alla signora che anche i tg nazionali le mettano pressione.

-Va bene.- rispondo.

Pochi minuti dopo io e Visconti ci troviamo davanti alla macchinetta del caffè per abbozzare un piano.

-Allora finito il caffè andiamo con la mia macchina dalla signora?- propongo.

-D’accordo.

***

 

Una ventina di minuti dopo ci ritroviamo di fronte ad una villa in mattoni. E’ circondata da un piccolo giardinetto ben curato. Mi sembra strano, però, che in delle giornate così fredde i fiori continuino ad avere quell’aspetto così vivace e sano. Avvicinandomi noto persino delle camelie, ricordo che erano il fiore preferito di mia madre.

Io e Visconti ci avviamo verso la porta. L’investigatore bussa, poiché un biglietto di carta affianco alla porta ci avvisa che il campanello è guasto.

Un uomo vestito da pinguino- mi diverto a pensare tra me- viene subito ad aprirci. E’ anziano ed ha pochi capelli bianchi.

-I signori desiderano?- dice affacciandosi alla porta.

-Sono il poliziotto Falchi e lui è l’investigatore Visconti.- gli mostriamo i nostri distintivi.

-Oh prego, signori, accomodatevi pure. Vi scorto subito dalla signora.- ci invita ad entrare.

La casa all’interno è davvero meravigliosa e come presumibile anche abbastanza lussuosa. Noto anche che ci sono due cameriere, molto giovani, che mi guardano con una strana espressione in volto. Ed io che pensavo di piacere alle donne!

-Oh cari, che piacere avervi qui.- ci saluta una donna . -Sono Ginevra Mori.- si presenta.

La prima cosa che noto è che, indossa una vestaglia di seta verde, che le svolazza attorno appena fa un minimo movimento.

Visconti si sporge subito per farle il bacia mano, cosa che mi precipito a fare anch’io. La donna avrà pure quasi settant’anni ma è davvero bella ed ha un eleganza più unica che rara. Porta i capelli color neve raccolti in alto, ed al collo ha una collanina di perle davvero deliziosa. Non mi meraviglio che un suo gioiello sia stato rubato.

-Siamo l’investigatore Visconti e il poliziotto Falchi, per servirla.- fa quello che per questo caso sarà il mio collega.

-Prego accomodatevi, mie cari. Sabrina, Clara portateci della cioccolata con dei biscotti, ve ne prego.- ordina alle domestiche, scortandoci in un salottino.

Io e Visconti ci sediamo su un divano in velluto rosso, mentre la Mori si accomoda su una poltrona.

-Oh non potete immaginare quanto sia triste in questo momento, cari signori.- tira fuori un fazzoletto di stoffa dalla tasca della sua vestaglia. Poi si asciuga gli angoli degli occhi.- Quella collana mi era stata regalata da Federico Fellini, ve ne capacitate?- poi inizia a singhiozzare lievemente.

-Signora, la prego, si calmi. Le va di raccontarci cos’è successo?- propongo usando il tono più gentile che conosca.

-Oh sì, certo!- si sfiora il naso con il fazzoletto.- Beh vedete…io sono una donna di un certo livello, amo l’eleganza e l’alta classe e amo passare del tempo con i miei amici. L’altra sera  ho deciso di organizzare una cena in onore dell’anniversario dell’uscita in teatro del mio primo spettacolo. Per l’occasione avevo scelto di indossare il mio abito più bello e il gioiello di Sissi…sapete la collana che mi fu fatta in dono.

Vedo Visconti scrivere freneticamente su un blocchetto di carta.

Annuisco con il capo.

-Era una collana meravigliosa. Formata da tanti piccoli fiori fatti in diamanti che circondavano il  mio collo splendidamente. Sapete,- fa un piccolo singhiozzo,- io amo i fiori, in particolare le camelie…vi piace il profumo delle camelie?- ci domanda.

A non darci il tempo di rispondere, però, è una delle cameriere che ho visto all’inizio. Ci porge una tazzina di cioccolata e dopo aver posato il piattino dei biscotti al centro di un tavolino tra le poltrone, si congeda con un piccolo inchino nei confronti della vecchia attrice.

-Oh ve ne prego, mangiate qualcosa.

Io e l’investigatore facciamo ciò che ci ha detto.

-Stavamo dicendo…oh sì dei fiori.- riprende la Mori dopo aver sorseggiato un po’ della sua cioccolata. Guardandola meglio noto che mentre parla gesticola molto. Deve essere un vezzo da attrice, penso.- Beh dovete sapere che questa collana era conservata in un posto solo da e da mio marito, buon’anima, conosciuto. Pensate che ero così affezionata a questo vecchio cimelio che, attorno vi ponevo sempre delle camelie, in modo tale che quando la indossassi il meraviglioso profumo di questi fiori mi circondasse.- conclude, posando la sua tazzina sul tavolino.

Dopo aver bevuto un po’ di cioccolata, poso anch’io la mia tazza. Poi guardo negli occhi la signora.

-Capisco. Ma quindi…quando è stato l’esatto momento in cui lei ha capito che la collana le era stata rubata?- domando.

-Quando, ieri sera, dopo cena, non l’ho più ritrovata. Vedete, seppur bellissimo, il gioiello di Sissi era un po’ pesante da portare al collo. Immaginate…tutti quei diamanti.- continua a gesticolare.- Per questo motivo, prima di far versare il caffè, ero salita in camera a posare la mia collana sul comò di fronte al mio letto matrimoniale. Ero convinta che a fine serata l’avrei ritrovata lì e invece…- riprende a singhiozzare.

Mi schiarisco la voce e guardo Visconti.

-Quando se la sente, continui pure.- continua il mio collega.

-Oh sì…scusatemi!- si asciuga gli occhi.- Dicevo che…a fine serata appena sono risalita in camera non l’ho più ritrovata. Inizialmente non mi sono preoccupata, perché pensavo che fossi io a ricordare male, così mi ero messa a controllare il mio posto segreto…quello dove nascondevo il mio gioiello. Ma anche lì…non ho trovato nulla.- fa un sospiro.

-Mhm…e alla sua camera, ieri sera, chi avrebbe potuto fare accesso?- chiede, adesso, Visconti.

-Nessuno! E’ questo il problema. Dopo aver lasciato la collana sul comò, ho chiuso la porta della mia stanza a chiave e poi ho riposto quest’ultima nella tasca del mio abito.

Il caso si stava facendo interessante.

-E il suo rapporto con i domestici? Lei si fida di tutti coloro che sono qui dentro?- faccio adesso.

-Certo! Assolutamente sì.- risponde l’attrice.- il caro Walter è il maggiordomo migliore che ci sia. E Clara e Sabrina sono due fidate cameriere. Pensate che Clara è persino la figlia di una delle mie più care amiche, ex attrice anch’essa.

-D’accordo, signora. E dei suoi ospiti? Ce n’era qualcuno con cui magari lei non ha un buon rapporto?

-Oh no, assolutamente! C’era anche la mamma di Clara, la mia migliore amica, contenta che sua figlia lavori per me,- sorride.- Ero circondata solo da amici…figurarsi se avessi fatto sedere alla mia tavola persone a me sgradite. Anche se...- fa un sospiro.

-Anche se?- faccio io.

-In realtà non vorrei...dirlo...nel senso che non mi sembra il caso ma...ieri sera tra i miei ospiti c'era anche un mio cugino.

Io e Visconti ci guardiamo.

-E quindi?

-Beh sapete...io e lui non siamo mai stati in buoni rapporti. E' un uomo scapolo, burbero e inacidito dalla vecchiaia. L'altra sera, però, ho deciso che, visto la ricorrenza, sarebbe stato opportuno che gli andassi a fare una visita e che lo invitassi a cena. E' uno dei pochi parenti che mi rimangono, e mi era sembrato carino come gesto.

Annuisco.

-Contrariamente alle mie aspettative, Matteo, questo è il suo nome, ha accettato il mio invito. Ieri sera, infatti, si è presentato a cena. Sempre con il suo fare burbero, eh...però è venuto.

Non capisco dove voglia andare a parare.

-Ha dei sospetti su quest'uomo?- le chiede Visconti.

-Non saprei...il fatto è che ieri, era seduto accanto a me a tavola e dopo il caffè ha chiesto di andare in bagno. Potete chiedere conferma a Walter. Tra me lui non c’è stato un buon rapporto e…- abbassa gli occhi. Sembra afflitta e dispiaciuta.

-Quindi, secondo lei, quest'uomo potrebbe averle sfilato la chiave mentre eravate a tavola, e con la scusa del bagno, potrebbe essersi intrufolato in camera sua.- concludo.

-Esatto. Sapete, penso che si fosse anche accorto che nel momento del caffè, non avevo più la mia collana, e approfittando del fatto che tutti eravamo impegnati con la cena, abbia tentato la sorte provando a vedere se trovava la mia collana in camera mia.

-Ma, mi scusi la domanda, perché secondo lei avrebbe voluto farle un torto simile? Alla fine, seppur il vostro rapporto fosse in cattive acque, ha accettato il suo invito.- dice Marcello.

-Questo sì...pensavo anch'io che avesse accettato il mio "gesto di pace" ma...non saprei...magari la sua era solo finzione. Non mi ha mai potuto soffrire, purtroppo.- sospira.

Sembra realmente dispiaciuta.

-Poi potrebbero anche essere dei pensieri infondati. La mia è solo un'ipotesi.- continua.

-Certo! Ma, se posso chiedere, perché tra lei e Matteo non c'è mai stato un bel rapporto?

-Invidia...suppongo. Ha sempre vissuto di rendita e non ha mai concluso nulla nella su vita.- ci guarda fisso negli occhi.

-D'accordo signora. Allora …direi che per il momento è tutto, se il mio collega non ha altre domande…- lascio la frase in sospeso guardando Marcello, che prontamente fa un cenno di negazione con la testa.

-Potremmo solo dare un’occhiata alla sua camera? Sa…vorrei provare a vedere se trovo eventuali indizi.- dice.

-Ma certo miei cari. Walter!- grida il nome del maggiordomo.

Qualche attimo dopo l’uomo arriva.

-Mi dica signora.

-Accompagna questi due giovanotti nella mia camera, te ne prego.

Il modo di parlare di questa signora mi fa ridacchiare. E’ come se fosse ancora su un palcoscenico a recitare.

Salita una rampa di scale, Walter ci apre una porta. Poi, ci fa un leggero inchino e se ne va.

-Io direi di iniziare a controllare il comò.- propone Marcello.

Annuisco guardandolo. Noto che dalla tasca del suo soprabito esce un piccola scatoletta. La apre estraendo da essa una  piccola lente di ingrandimento, un paio di guanti sterilizzati, una boccettina con della polvere e un pennello.

-Wow…tutta quella roba in una valigetta così piccola?- domando meravigliato.

-Bisogna sapersi adattare, amico mio.- mi guarda sorridendo.

Poi si mette subito a lavoro. Anch’io inizio a dare un’occhiata in giro.

Sembra tutto in ordine e la stanza profuma di camelie. Deve proprio impazzire per questi fiori, la signora. Noto il letto ben ordinato, i comodini ai lati del letto ben lucidati e il grande armadio. Quanto avrei voluto che anche la mia stanza fosse stata così in ordine! Do un’altra occhiata in giro, notando le foto dell’attrice da ragazza: in una c’è persino il famoso Fellini che le cinge le spalle con un braccio. Non posso fare a meno di pensare che da signorina, era proprio una bella donna la Mori. Certo io non ho mai visto neanche un suo film…deve essersi ritirata dalle scene molto giovane!

Poi decido di controllare la serratura della porta. Non noto nessun segno di scasso, segno che il ladro deve aver avuto la chiave per entrare: quindi l'opzione che il colpevole sia il cugino Matteo, potrebbe essere corretta.

-Okay, ho preso tutte le impronte digitali. Ora, proporrei di andare a fare qualche domandina ai domestici e di farci, poi, dare l’indirizzo degli ospiti presenti ieri sera a cena, compreso il tal Matteo.Ma prima di passare dai vari convitati, proporrei di andare prima in centrale per prendere degli atti di ispezione. – dice Visconti, guardandomi negli occhi.

-Sono d’accordo.

 

***

 

Quando entriamo in cucina , a darci il benvenuto c’è solo una cameriera, che di dice di chiamarsi Sabrina. Ci chiede se può offrirci qualcosa ma noi facciamo di no con la testa.

-Senta Sabrina, possiamo rubarle solo qualche minuto? Sa…a proposito del furto che è stato commesso ieri sera in questa casa.- faccio in tono tranquillo.

Vedo la donna guardarmi con serenità. La fisso negli occhi che mi scrutano con sicurezza e fermezza.

-Certo signori.- dice subito. Poi si siede ad una sedia del tavolo.

Anch’io e Marcello ci accomodiamo.

-Dunque…ieri sera cosa ha fatto di preciso?- le domando, mantenendo il mio sguardo nel suo.

-Ho lavorato. Ieri sera, infatti, alle sette e mezza ho apparecchiato la tavola in salotto per ordine della signora, poi ho tagliato le carote e ho messo a bollire il riso per l’insalata e mentre Clara preparava gli antipasti, io sono andata fuori a stendere i panni.

-Stendere i panni la sera?- chiedo.

-Sì…perché ad una certa ora il vento si fa più freddo e i panni asciugano prima.- spiega.

Mi sembra sincera. Non gesticola né guarda mai il pavimento, infatti.

Poco dopo ci descrive minuziosamente le mansioni che ha fatto, per ordine della signora, fino al momento in cui è andata a letto.

-Ma…mi dica un po’…la signora quando l’ha avvisata che la collana era stata smarrita?- domanda, ora, Visconti.

-Alle tre di questa mattina…se non ricordo male.- ci risponde, dopo averci pensato un po’.

-E a che ora la signora ha chiamato Rete Commisso per raccontarle dell’accaduto?

- Alle sei di questa mattina. Sapete, la signora ha cercato disperatamente la sua collana, per tutta la casa per molte ore. Credo non abbia proprio riposato, questa notte.

-Va bene Sabrina…grazie! Puoi dirci dove possiamo trovare Clara e Walter?

La domestica ci risponde, poi ci saluta e infine riprende a lavorare.

Dopo circa un’ora  il taccuino di Marcello è pieno delle risposte degli altri due domestici e abbiamo tutte le impronte digitali. Alla fine tutti sono risultati abbastanza sicuri e sinceri. Hanno dato anche risposte  piuttosto simili tra di loro, tutte attinenti al fatto che hanno lavorato in cucina per gran parte della serata.

Poi, decidiamo di andare a salutare la Mori e di chiederle gli indirizzi dei suoi ospiti. Il maggiordomo ci dice che è andata fuori a dar da bere ai suoi fiori.

Messi i cappotti e le sciarpe, però, mi fermo davanti alla porta di ingresso. Voglio controllare se sono presenti dei segni di scasso. Non vi trovo nulla, però.

Dopodiché usciamo e troviamo la Mori di fronte alle sue camelie. Ha dei guanti di gomma colorati sporchi di terreno e sembra concentrata in quello che sta facendo.

-Signora , noi andiamo allora! Abbiamo raccolto abbastanza informazioni per il momento. Potremmo, però,  prima di andarcene, chiederle l’indirizzo dei suoi invitati e di suo cugino?

La Mori ci guarda per un attimo stranita e quasi spaventata. Che le sarà preso?

-L’indirizzo dei miei ospiti e di Matteo? E quale sarebbe il motivo?- ci chiede.

Deve essere un po' scossa la signora. Che razza di domande ci fa?

-Vorremmo porre delle domande ai suoi amici. E poi a suo cugino, perché da quel che ci dice, è l'indiziato numero uno.- rispondo io.

-Se proprio insistete. Rientriamo dunque…vi scriverò i diversi indirizzi su un foglietto di carta.

Se proprio insistiamo...! Voleva o no che il caso fosse risolto?

***

 

 

-Okay quindi questa è…la casa della signora Lombardi?- mi chiede l’investigatore.

-Sì…la prima dei nostri indiziati.- parcheggio di fronte ad una piccola villa.

Scendiamo dalla mia Ford Anglia, prendiamo gli atti di ispezione freschi freschi di centrale e poi andiamo a suonare il campanello dell’abitazione.

Una donna anziana viene ad aprirci e ci lancia uno sguardo intimidatorio. Dove sono finite quelle vecchiette docili di una volta?

Le mostriamo i nostri distintivi e dopo averle spiegato brevemente il motivo per cui siamo lì , ci fa accomodare.

La casa è meno bella rispetto a quella della Mori, ma è ugualmente accogliente e inoltre c’è anche un albero di Natale ben addobbato.

-Sì ho sentito questa mattina l’accaduto, su Rete Commisso. Mi spiace per la povera cara Ginny. Posso offrirvi un caffè, comunque?

-No, signora, grazie! Senta le dispiace se le facciamo delle domande?- le chiede l’investigatore.

-No prego, ma non penserete che…oh sì insomma…che sia io la ladra, vero?- ora gli occhi della signora sono spalancati e sembrano spaventati.

-Sono solo domande di controllo, signora, non si preoccupi! Vogliamo tutti scoprire chi ci sia dietro il furto del Gioiello di Sissi, ma per farlo dobbiamo fare il nostro lavoro. Porremo delle domande anche alle altre persone che erano presenti alla cena di ieri sera in casa Mori. - cerco di tranquillizzarla.

La signora sembra rasserenarsi e così inizio con le solite domande.

Dopo aver raccolto abbastanza risposte, procediamo con il fare dei controlli in giro per la casa. Non troviamo nulla.

Passano circa sei ore quando io e Visconti finiamo di interrogare tutti i convitati, tranne il famoso cugino, e di ispezionare tutte le case .

Inutile raccontarvi per filo e per segno ciò che i convitati alla cena della Mori ci risposero, posso dirvi però che tutti mi avevano fatto una bella impressione. Sembrano seriamente dispiaciuti per la signora e anche abbastanza sinceri. Certo è, però, che come hanno insegnato tanti celebri autori italiani e non, ognuno di noi è portato ad indossare quotidianamente una maschera e quindi, come cita il famoso detto: “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”.

La prossima tappa è la casa di Matteo Ferretti (il cognome ce l'ha scritto la signora, su un biglietto). E' lui l'indiziato numero uno.

Pochi minuti dopo ci ritroviamo davanti ad un condominio.

Controllato il citofono, notiamo che il tizio abita al primo piano. Poco male, non avremmo salito molte scale.

E' questione di secondi, quando suoniamo e  ci troviamo di fronte alla porta del cugino. E' un uomo dal viso ossuto, con dei baffi alla Maurizio Costanzo e dei piccoli occhi grigi.

-Chi siete? Che volete?

Wow. Che personcina affabile.

Gli mostriamo prontamente i nostri distintivi, ci presentiamo e gli accenniamo la situazione. Ferretti ha un espressione riluttante in viso, quasi schifata, però ci fa entrare e accomodare su un divano.

Beh...questo atteggiamento non va molto a suo vantaggio.

La sua casa è davvero lussuosa. Forse anche più della Mori. Non capisco perché avrebbe dovuto essere invidioso di lei.

-Cioè mi state dicendo, che Ginevra, mi sta accusando di furto? Vi ha detto che potrei essere stato io a rubarle la collana di diamanti?- la voce roca, forse dovuta alle troppe sigarette, rende il suo discorso più...duro. -Allora facevo bene, a pensare che il suo invito era solo un gesto ipocrita.- piega la bocca.

-Esatto signore. - fa Visconti.

-Roba da pazzi. Assurdo.- si alza in piedi.- E come potrei aver commesso una tale azione?- sembra sorpreso.

-La signora ci ha detto che eravate seduti vicini a tavola e che, per un momento della serata, lei si era allontanato dalla sala da pranzo, con la scusa del bagno.

L'uomo sbuffa.

-Non era una scusa. Quel rimbambito del maggiordomo cucina malissimo, e avevo urgenza di andare in bagno.- fa una smorfia.

So che non dovrei fare certi commenti, ma è davvero odioso questo tipo.

-Mhm.- fa Visconti.- se è così sicuro di sè, non le dispiacerà se prendiamo le sue impronte e se ispezioniamo la casa, no?- gli mostra l'atto di ispezione.

-Oddio Santo.- fa contrariato.- Fate quel che volete. Ho la coscienza a posto e non avrei avuto motivo di rubarle quella collana. L'altra sera si è presentata a casa mia porgendomi l'invito, e ho accettato credendo alle sue parole, e adesso...faccio bene a non fidarmi.- biascica l'ultima frase sottovoce.

-Non le dispiace se prendiamo le sue impronte, vero?

-Certo che mi dispiace. Ma fate pure, che debbo dirvi.

Marcello mi guarda.

-Falchi, tu dai un'occhiata alla casa mentre comincio a prendere le impronte al signore.

Gli faccio un cenno col capo e poi mi alzo dal divano.

Inizio con il controllare il soggiorno. Certo se il ladro fosse questo vecchio scorbutico, non credo che sarebbe stato così stupido da porre il gioiello in un posto ben visibile, ma tentare non nuoce.

Cerco tra cassetti, dentro vasi e sotto divani, sotto lo sguardo inacidito di Ferretti.

Dopo qualche minuto, vengo affiancato da Visconti. Poi, passo a perlustrare la cucina e i mobili del corridoi. Noto che c'è una cristalliera, così mi precipito ad analizzarla.

Passano minuti, minuti e ancora minuti ma non c'è nessuna traccia della collana. Che sia davvero innocente?

-Falchi?- mi sento chiamare.

Noto l'investigatore chiamarmi dalla camera da letto. Mi avvicino ed entro notando Marcello piegato su di un  lampadario.

-Amico, credo che il caso si sia risolto prima del previsto. Sbaglio o coincide con la collana della foto che ci ha fatto vedere l'ispettore, stamattina?- si gira nella mia direzione, mostrando trionfante una collana di piccoli fiori di diamanti.

Sorrido contento.

-Dove l'hai trovata?- chiedo avvicinandomi.

-Era impigliata, a regola d'arte oserei dire, attorno a questi.- mi indica con la mano, inguantata da un guanto in lattice, una lampada alta circa un  metro e cinquanta. E' situata vicino ad un comò e la parte superiore è piena di diamantini che circondano una lampadina.

-E come hai fatto a notarla? Si confondeva benissimo con i diamanti della lampada.- lo guardo sorpreso.

-Non sarei un buon investigatore se non l'avessi notato.- mi fa l'occhiolino.

Gli sorrido e poi ci incamminiamo verso il colpevole.

Dire che ero felice, era dire poco. Avevo risolto un caso, e avevo reso felice una vecchia donna. 

 

***

Guardo sodisfatto l'orologio presente nel mio ufficio. Sono le 22.00 e il caso è concluso. Ho trovato il gioiello di Sissi prima dello scadere della giornata.

Ferretti, è nell'ufficio del "grande capo" e tutto va alla grande.

Dopo aver trovato la collana della Mori impigliata nella lampada del vecchio, quest'ultimo si è quasi sentito male. Continuava a dire che era tutto un piano cospiratore contro di lui e che non aveva la più pallida idea che la collana fosse in casa sua. Ha aggiunto anche che chiamerà il suo avvocato.

Ovviamente nessuno gli ha creduto. Chiamasse tutti gli avvocati che vuole, ma la collana della signora Mori è stata trovata in casa sua, e questo è un elemento lampante. Lui dice che è una cospirazione nei suoi confronti? Io dico solo che è un vecchio scorbutico, con qualche problema mentale. A quale scopo rubare un oggetto caro ad una signora che gli aveva anche offerto un "gesto di pace"? Folle, ecco com'è stato il suo comportamento.

Poco dopo sento bussare.

-Sì?

-Ciao amico.- fa raggiante Visconti.- senti, ho portato le impronte digitali prese e la collana trovata ,in laboratorio. Ovviamente le impronte prese a casa della signora e quelle presenti sulla collana coincideranno con quelle di Ferretti. Che ne diresti, allora, di andare di persona a casa della Mori a darle la buona novella?- ha gli occhi che gli brillano.

-Oh, sì, certo- rispondo alzandomi e infilandomi velocemente il cappotto.

***

Parcheggio la mia Ford frontalmente alla villa della signora. Alla fine, come stamane, ci abbiamo impiegato poco a raggiungere l’abitazione.

Io e l’investigatore ci accorgiamo che le finestre sono, come presumibile, ancora illuminate e che delle sagome nere passano frontalmente ad esse, ogni tanto.

-Andiamo?- fa Visconti.

-Ah ha.- è la mia risposta.

Usciamo e l’aria fredda della sera ci investe in pieno. Non sta nevicando ma tutta la neve di questi giorni, copre ancora i marciapiedi e le strade.

Percorriamo il piccolo vialetto attorniato da camelie.

-Che dici, sta male, se prendo una camelia? Sono così belle.- chiedo consiglio al mio collega.

Si stringe nel suo cappotto.

-Non sarebbe tanto corretto…però alla fine è solo un fiore. Avanti, prendilo.- mi incita, facendomi un mezzo sorriso.

Mi avvicino con la felicità di un bambino che è in procinto di scartare un regalo. Ho sempre amato le camelie, con i loro colori, le loro forme e i loro incantevoli profumi.

Quando stacco, facendo molta attenzione a non rovinare l’insieme dei fiori, la camelia, me la porto al naso ispirandone il profumo.

Poi mi giro verso Visconti, ma…sul suo viso è dipinta una strana espressione in volto. Ha le labbra leggermente dischiuse e gli occhi spalancati. Guarda attentamene le camelie.

-Ehi, stai bene?

-Oh mio Dio. – è la sua risposta.

Punto il mio sguardo dove noto che lui ha il suo e la camelia mi cade dalle mani.

Marcello mette le mani nel vasetto di terreno e inizia a scavare.

-Porca miseria…ma questa è…è la collana della signora Mori?

Rimango come impietrito.

Visconti, sfila dalla tasca del suo cappotto un paio di guanti in lattice. Poi rimette le mani nel vaso, estraendone …“il gioiello di Sissi”.

-Ma cosa…è uno scherzo?- quasi urlo.

-Shh…non urlare.- fa Visconti.- credo che abbiamo sbagliato tutto, Falchi, tutto. Perché se la collana è qui, vuol dire che…

-…che Ferretti non c’entra assolutamente nulla.- mi passo nervoso una mano nei capelli.

-Ma perché, porca miseria, perché?

-Perché era giusto così.- risponde una voce.

Ci giriamo. E’ la Mori. E’ in vestaglia, sull’uscio della sua porta. I capelli, ora sciolti, le volano dietro le spalle. Dietro di lei ci sono le due cameriere e il maggiordomo che si guardano spaventati.

-Ha inscenato tutto? E’ stata tutta una farsa?- le chiedo, schifato.

-Esatto. Cosa pensavate? Che potevate liberarvi della grande Ginevra Mori così? In un battito di ciglia? Illusi! E voi due, vi avevo fatto più idioti, lo sapete? Come avete fatto a risolvere il caso in così poche ore? Dovevate metterci di più così che io sarei finita dove merito: in televisione. Brutti sciocchi, avete rovinato tutto.

I suoi occhi sono infiammati da una strana luce. Sembra …pazza.

-Non si preoccupi perché in televisione ci finirà lo stesso. Si parlerà, però, di come è stata sbattuta in cella.- le risponde Visconti.

-Lei è una pazza. Ha rovinato tutto, lo sa?- dico velenoso.

-Rovinato cosa? La mia vita? Pff…siete stati voi, pubblico ingrato, a rovinarmela. Non farmi fare più un film, né uno spettacolo teatrale, né cedermi neanche un’ intervista! Fate schifo, avete buttato alle ortiche il mio talento e mi avete costretta a inscenare tutto questo. Riandando su rete nazionale, mi avrebbero rivisto tanti cari registi e mi avrebbero sicuramente preso in uno dei loro nuovi film.- dice ad alta voce.

L’investigatore la guarda con disgusto, poi lo vedo estrarre il suo cellulare, e comporre un numero.

-Rientri in casa e non si muova. – le ordino.

-Altrimenti?- mi minaccia.

Noto che è a piedi nudi, e che sta tremando. Deve essere completamente malata, questa donna.

Vedo il maggiordomo avvicinarsi a lei, nel tentativo di riportarla dentro, ma la donna lo respinge.

-Non mi toccare. Vattene! Devo difendere il mio nome.

Il vento si fa sempre più forte e il suo fischiare copre quasi la voce della donna.

-Ho appena chiamato la polizia. Le consiglio di rientrare dentro e di aspettare lì chi verrà ad arrestarla.- fa Visconti.

-Nessuno arresterà nessuno, perché io sono Ginevra Mori.- fa la donna, urlando.

Poi…è questione di secondi. La Mori fa qualche passo verso di noi, lentamente, poi più velocemente fino a quando inizia a correre. Ci supera e inizia a correre in strada.

Io e Visconti ci guardiamo, poi iniziamo a inseguirla anche noi, fino a quando…due luci in lontananza ci segnalano una macchina in arrivo. Corro con quando fiato ho in corpo, ma…è troppo tardi. La Mori è distesa a terra e una macchina è al suo fianco.

 

IL GIORNALE DI COMMISSO

                                                                                                              

13 Dicembre 1997

           “Il profumo delle Camelie”. Questo è il titolo che noi della redazione de “il Giornale di Commisso” abbiamo deciso di dare a questo articolo, il cui vero protagonista non è nient’altro che questo splendido fiore.

Vedendola e conoscendola, nessuno avrebbe mai pensato che Ginevra Mori, attrice famosa per la sua interpretazione in "Anche le rose più belle hanno le spine" film cult degli anni sessanta, settant’anni, occhi azzurri come il mare e fascino alla Greta Garbo, sarebbe stata capace di un simile evento. Nella giornata dell’undici dicembre, infatti, una denuncia da parte della donna è stata sporta alla centrale di Commisso, in merito alla sparizione di un famoso cimelio: “il gioiello di Sissi” (in alto la foto), regalato alla Mori dalla stesso regista Federico Fellini. A sconcertare, però, non è stata la sparizione dell’oggetto ma il suo ritrovamento. Grazie all’ indagine e all’intelligenza di Marcello Visconti e di Gabriele Falchi, rispettivamente investigatore e poliziotto della Centrale di Borgo Commisso, è stato scoperto che il cimelio non era stato derubato.  Era stata la stessa Mori, non a caso, a “girare il suo personale spettacolo”, nascondendo il gioiello tra le sue camelie, famose in tutto il paese, per attrarre attenzioni su di sé. Coinvolto nell’indagine è stato anche il cugino della donna, conosciuto con il nome di Matteo Ferretti. L’uomo era stato arrestato per il ritrovamento del gioiello nella sua casa. Solo infine si è scoperto che questo non era il famoso “gioiello di Sissi” bensì una sua identica copia, a detta della polizia, inserita nella casa dell’uomo nel momento in cui la Mori gli aveva fatto visita.

A “orchestrare” il tutto è stata la stessa attrice che, dopo essere stata scoperta dalla polizia, ha tentato la fuga gettandosi in strada. La sua fuga, però, non è andata a buon fine, una macchina l’ha infatti investita.

Le sue condizioni attuali, fortunatamente, non sono critiche. La donna ha, infatti, riscontrato solo un lieve trauma cranico e una frattura alla caviglia.

Quello che è certo, però, è che, una volta dimessa dall’ospedale, la Mori pagherà per “la sua opera” una pena di un anno di prigione affiancato da delle cure psichiatriche.

Per il momento questo è tutto. Siamo sicuri, però, che il caso della Mori paragonato simpaticamente a quello messo in scena nel famoso film “Il viale del tramonto” avrà altri risvolti inaspettati.

Roberta Ranieri.

FINE

* Il Borgo di Commisso, non è realmente esistente. E' un paesino che ho inventato io, e che ho immaginato fosse presente nel Nord Italia.

Il suo nome deriva dal latino "commissum" che significa "misfatto" :)

Ciaoo ragazzi. Se state leggende queste note, vuol dire che avete letto tutta la one shot, quindi GRAZIE!!

Questo mini racconto giallo partecipa ad un contest indetto su facebook. Non so cosa ne sia venuto fuori, so solo che mi sono molto divertita nel scriverlo.

Generalmente scrivo storie originali romantiche, ma mi sono voluta mettere alla prova con il genere giallo.

Spero che vi sia piaciuto, e si va va lasciatemi un piccolo commento. Grazie mille per l'attenzione e grazie ancora per aver letto il mio scritto. Buon proseguimento,

Novalis :)

   
 
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