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Autore: QUEEN S OBLADIOBLADA    20/11/2015    1 recensioni
John, follemente innamorato di Nagisa (o così dice lui) dovrà fare i conti con un rivale, George, trasferitosi da poco nella sua scuola, o meglio, nella sua classe, il quinto Liceo Artistico sezione Design e Oreficeria.
All'inizio si contenderanno sempre la ragazza che interessa a tutti e due, diffamandosi in pubblico, facendo scherzi pesanti, ma poco a poco, per uno scherzo del destino saranno costretti a conoscersi e a confrontarsi, capendo di avere molti più punti in comune di quello che credevano, e andando ancora più avanti, diventeranno addirittura amici, complice del fatto, alcuni comportamenti poco chiari e ambigui della ragazza inizialmente contesa. L'intesa tra i due prenderá una piega.....leggete 😉
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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"Aaa ma allora lavori per davvero eh George?" Disse Nagisa con un espressione strafottente, seduta vicino a Mirko, l'amico di classe, quello che festeggiò il compleanno in cui la meschinità della ragazza era venuta totalmente a galla. Ma quel Mirko era evidentemente molto di più che un amico...
"Il biglietto grazie!" Disse semplicemente George, fissandola dritto negli occhi con uno sguardo freddo, distaccato e un pizzico di severità.
"Vuoi sapere perché uscivo con te?" Rispose la ragazza provocando una risatina soffocata a Mirko
"No, quello ora lo capisco, vorrei sapere perché IO uscivo con TE!"
"Faccio finta di non aver sentito...e John?"
"Sa tutto ció che deve sapere su di te e su quanto sei stata leale con noi!" Disse sicuro Joj, mentre il maggiore si stava avvicinando incuriosito, ancora ignaro di chi stesse per incontrare.
"Scommetto che sta ancora piangendo per il suo amore non corrisposto!" Disse con malizia Mirko.
"Scommetti male amico!" Disse, alzando due dita e mimando le virgolette che racchiudevano la parola amico.
"Casomai é ancora schifato dal tuo orripilante bacio!" Riprese con tono pungente il minore, diretto verso Nagisa. Mirko infastidito dall'affermazione si alzó di scatto avvicinandosi a Joj.
"Hey calmi ragazzi, che....." Intervení John, che si interruppe non appena realizzò di avere davanti una mezza specie di traditrice, e il suo compagno di classe, che non era di certo migliore di Nagisa.
"Ciao Johnny!" Disse con noncuranza la ragazza, e per conto suo Harnon rimase impietrito, lottando con emozioni contrastanti.
"Cosa vai dicendo in giro sul mio conto e sul mio modo di baciare?!"
Detto questo il maggiore fece un'espressione schifata, prese per un braccio George e lo trascinó in un'altra cabina.
"Non ci voglio rimuginare sopra, tantomeno non voglio ricordarmi quel bacio! Quindi spiegami solo..." Sussurró John
"Tutto quello che posso dirti é che Nagisa é una stronza, é uscita con me perché nella mia combriccola c'era anche Mirko e.."
"Ok, capito, argomento chiuso, vedila in positivo!" Disse sorridendo il maggiore
"E sarebbe?" Rispose George digrignando le labbra e le sopracciglia.
"Se non fosse per lei non ci saremmo mai odiati!" Disse proseguendo il suo cammino, lasciando indietro il minore che non riusciva a capire il senso preciso della frase.
"Ma non é carino odiarsi!" Quasi urlò George rimettendosi al passo del riccio e dandogli uno schiaffetto di rimprovero sulla spalla.
"Il fatto che prima ci odiavamo da più valore alla nostra amicizia! La rende più...non so, capito no?"
Il minore continuava a fissarlo con un'aria soddisfatta e senza rispondere.
"Hai capito?Hai proprio una faccetta da cucciolotto stupido!" Disse il biondino con una voce leggermente alterata, stritolando tra l'indice e il medio le guance morbidissime del suo collega.
"Passi da me questo pomeriggio?" Propose Joj sorridendo speranzoso, mentre l'altro continuava a giocherellare con le sue guance.
"Mi bastano 10...anzi, ci bastano 10 minuti!" Continuó velocissimo il minore, quasi fosse ansioso e avesse paura di ricevere una risposta negativa.
"Vuoi che ti aiuti con la prospettiva? Oppure con quella tavola del cavolo delle ombre sulla scala che..."
"No, non voglio che mi aiuti con la prospettiva!" Disse quasi deluso il moro, prendendogli le mani che stavano torturando la sua faccia, tra le sue.
"Oggi é il tuo giorno speciale!" Urló super contento Joj
"É il tuo compleanno Johnny! Guarda che mi sono informato!"
John rise oscillando il suo capo in segno affermativo.
"Volevo passare un po'di tempo con te...cioé solo con te, non con le altre persone che..."
John sorrise, diventando rosso come un peperone, tolse le sue mani dalla stretta di George e abbassó lo sguardo con imbarazzo, ogni tanto, sentiva come una morsa allo stomaco, e un calore che si diffondeva per tutto il suo corpo, provocata forse da determinati comportamenti del ragazzo che aveva davanti.
"E dopo 10 minuti mi mandi via?!" Disse il biondino con tono offeso.
"No, ma...vabbé era per dire!" Rispose l'amico riprendendo a camminare
"Auguri bello!" Urló tutto civettuolo il minore dandogli un bacio sulla guancia.
John sembrava non avere nessuna reazione a quel gesto, ma in realtà moriva dalla vergogna e si chiedeva come Joj potesse essere così spontaneo anche davanti a un vagone di gente.
"B-E-L-L-O!!" Riprese il collega, lasciandogli un altro bacio sullo zigomo, era evidente che lo stava facendo apposta per farlo imbarazzare.
"Ti senti giá più vecchio?"
"Dopo solo una settimana di lavoro con te, chi non si sentirebbe rinco?"Rispose ironico greco, beccandosi uno sguardo offeso dal collega, che si trasformò ben presto in un sorrisetto.
"Fritzerino mio!" Scherzò il minore sbattendo le suo lunghe ciglia come una prima donna, lasciandogli un altro bacio... un altro, e un altro ancora, per il puro piacere di vedere il suo amico arrossire ma fare finta di nulla.
Continuó fino a che non lo vide irritarsi, aggrottare le sopracciglia e girarsi di scatto, forse per intimargli di smetterla, ma effettivamente le labbra di Joj gli impedirono di parlare.
"Cazzo George!" Disse poco convinto John rivolgendo subito il volto al pavimento, con degli occhi sbarrati al massimo.
"Ti sei girato di botto, non ho fatto in tempo a frenarmi!" Si giustificó il minore che sarebbe scoppiato a ridere da un momento all'altro.
"Allora sii più attento quando credi di baciare una guancia ed invece baci delle labbra, guarda, sono differenti!" Disse a bassa voce il biondino, indicando con fare stizzito in sequenza continua prima le guance e poi le labbra.
"Pfffahahhaahahahah dai...puoi stare tranquillo, chiameresti quel contatto bacio? Io no! Ahahahahahha" rispose divertito George spingendo il collega in avanti.
"Che ci trovi da ridere?"
"É divertentissimo!Poi quella ragazza laggiú ci fissa, ahahahahahahahha!" Greco sbarró gli occhi e arrossí a quell'affermazione.
"Dai, avrà qualcosa da raccontare alle amiche!" Continuó il minore, che si beccó una schicchera sulla guancia.
"Ma ti immagini però che figo che sarebbe John, se io ci provassi con te?"
"Smettila di fare la checca!Non scherzare, e se quella è omofoba?"
"Se non sei gay non dovresti preoccuparti... sei gay?" Striduló tra le risate Joj, che non ricevette alcuna risposta
"Sarebbe divertente comunque farti la corte, perché arrossisci ogni volta!" Continuó il minore carezzando delicatamente il volto del collega, e leccandosi maliziosamente le labbra, per provocarlo, nulla di serio.
Ma John era stufo di arrossire ogni volta per quello che faceva George, era stufo di sentire quella sensazione strana al petto e allo stomaco, quella reazione che solo lui gli provocava, ma aveva sempre evitato di darsi una spiegazione, forse aveva paura di conoscere le conclusioni, forse le sapeva nel profondo. Non ce l'aveva col minore, voleva semplicemente essere lui a provocarlo, lui a farlo diventare rosso come un peperone e con lo sguardo imbarazzato. Quindi - e si stupí di se stesso - poggió la sua mano sulla morbida pelle del minore, carezzando con il pollice quelle labbra piene e leggermente inumidite dal gesto di scherno che gli aveva fatto prima. Joj, per lo stupore dischiuse leggermente la bocca, e guardó perplesso John, che insolitamente sicuro di se, inumidí la sua bocca in modo poco casto.
Non era mai capitato a George di provare un senso tale di imbarazzo, un imbarazzo cosí forte da paralizzarlo, inibirlo, e renderlo stranamente ansioso. Non poteva fare altro che guardare rapito quelle labbra, anch'esse piene e dall'aspetto morbido. Non poteva non perdersi in quegli occhi così verdi e profondi dal taglio allungato, impegnati in un'espressione di provocazione nata come un gioco, ma che ora non gli sembrava più tale. Si disse che era colpa della situazione se le gambe gli tremavano, se percepiva le farfalle sfrecciare nella sua pancia e se sentiva di voler far combaciare quelle labbra alle proprie, di..... Scacció via tutti quei pensieri troppo strani, quando il maggiore cambió traiettoria e gli andò a posare un bacio sulla fronte impallidita....
"Certo, mica mi avrebbe baciato volontariamente sulle labbra! Diamine! Per primo io non voglio un suo bacio, e poi lui sta solo cazzeggiando come ho fatto io prima, con la sola differenza che stavolta é lui a provocare me, sono io a sentirmi imbarazzato" pensó il minore, inconsciamente deluso del fatto che John avesse stravolto la traiettoria, andando a baciare la fronte....un bacio sulla fronte, che per quanto banale potesse essere fece perdere dei battiti al nostro piccolo Joj, che si sarebbe potuto mimetizzare perfettamente in una pozza di latte per quanto era impallidito.
"A dopo Georgie!" Disse Harnon soddisfatto del suo operato, lasciandogli un'altra carezza sul volto, e fissando McLerrison attentamente, prima di scomparire tra i vagoni, come se la sua espressione imbambolata e da cucciolotto fossero il suo trofeo.
"Che aspetto amorevolmente stupidooo!!!!" Pensó il maggiore tra se e se, che si maledisse subito dopo, stava diventando davvero una checca diabetica? Naaaaaaa diabetico forse, ma non era mai stato attratto da un altro uomo...in fondo uno non é che da punto in bianco inizia a provare sentimenti per qualcuno del suo stesso sesso. O Forse....
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"Johnnyyyy!" Tornó tutto come prima...il solito George pimpante ed espansivo. Forse il maggiore sperava che si sarebbe comportato in modo impacciato, per via dell'imbarazzo che gli aveva fatto prendere prima, ma McLerrison non gli diede questa soddisfazione.
"Seguimi, devi venire qui!" Continuó euforico George
"Hey quanto siamo gasati eh?!" Disse John con una punta di tenerezza, e, camminando dietro l'amico, si fermó a fissare una foto appesa al muro che ritraeva Joj all'etá di...piú o meno 13/14 anni.
"Zitto! Non dire nulla!" Urló stizzito il minore, evidentemente irritato dallo sguardo indecifrabile del biondino nello scrutare la sua foto. Gli prese la mano e lo trascinó in camera sua.
"Allora...niente preliminari" inizió imbarazzato George appoggiandosi sulla sua scrivania
"Devi stuprarmi?"
"Deficienteeee!!!!"
Il riccioluto sorrise semplicemente, con un'espressione di chi la sapeva lunga.
"Ho notato che in cameretta tua non hai questo CD, e beh, come fun numero due dei Beatles devi possederlo! il numero uno sono io" disse euforico McLerrison porgendogli un CD contornato da un nastrino verde.
"Love Album.....cos'è?"
"É un mashup tra le canzoni dei fab four, ed é stupendo!"
"Grazie Joj! Gli scarafaggi li ascolterei pure nella tomba!" Rispose il festeggiato scompigliandogli i capelli.
"Pensavo avessi inciso un album per esprimere tutto il tuo amore per me e regalarmelo come fosse una confessione, ma questo va bene lo stesso eh!"
Disse con aria civettuola e fintamente offesa il biondino.
"Non ti é bastato oggi? Farmi morire dalla vergogna! Un tale affronto, quando sai benissimo che io t'amo! Pfffahahahhahaha" Continuó la commedia McLerrison
"A parte gli scherzi, lo potremo ascoltare insieme, ti piacerebbe?" Chiese Harnon cercando di non apparire inopportuno. Come risposta affermativa ricevette un sorrisone a 32 denti...forse 40.
"Lo sai John..anche se ci conosciamo da poco io ti vedo come un fratello, é scemo forse dirai...visto che fino a poco fa ci scannavamo, ma sento come un qualcosa che ci lega e ci fa intendere perfettamente. E voglio dirti di non giocare a fare il finto cinico, anche se so che ti piace molto, ti prego di non prendermi in giro!"
Inizió impacciato Joj con i suoi occhioni da cucciolotto che a tratti fissavano il pavimento e a tratti il suo amico.
"Non ho nulla per cui prenderti in giro. Ci sembra così strano perché appunto ci conosciamo da poco e nemmeno tanto bene, ma nonostante questo, tu..." Provó a spiegarsi John cercando di non apparire un completo scemo.
"Io che?" Chiese impaziente McLerrison
"Tu... Hai un non so che di...ecco speciale!Anche solo quando ridi é come se irradiassi di positività tutto ció che ti circonda, e le persone lo percepiscono, o per lo meno io me ne sento travolto" Riprese tutto di un fiato il maggiore, che ormai si era seduto sopra il lettino dell'amico, e aveva un tono quasi colpevole, come se si sentisse tale perché gli stava esprimendo le sue sensazioni....o meglio, come se si sentisse sbagliato nell'avere certe emozioni nei suoi confronti.
"E mi sento felice quando ti vedo così propenso ad aiutare gli altri, o semplicemente ad amare gli altri...cioé tu sei una di quelle persone che sprizzano affetto da tutti i pori come se..."
"John io...cioè sei sincero?Non mi stai prendendo in giro?!" Disse incredulo il minore
"Non ti Prendo in giro..." Disse rassegnato il festeggiato, abbassando il suo volto e piegandolo da un lato. Pensó che George non avesse apprezzato tutto lo sforzo che aveva fatto per esprimersi in quel modo tanto sincero.
"Sei un ragazzo dolcissimo!" Disse Joj prendendogli il volto tra due mani e costringendolo a guardargli negli occhi.
"Non credevo di poterti trasmettere questa emozione, tanto per la cronaca....mi hai riempito l'anima di speranza, e mi hai motivato!"
"Motivato in cosa?"
"Motivato a vivere John"
Il maggiore continuava a fissarlo senza capire pienamente cosa stesse dicendo McLerrison.
"Cioè é tutto così strano non trovi?" Riprese con occhi lucidi il minore, e il biondino, preoccupato si alzó mettendosi di fronte a lui.
"Credevo di sapere come fosse essere morti, sapere di esistere senza alcuno scopo preciso nella vita, se non quello di essere l'oggetto della felicitá dei miei genitori. Bisogna rientrare nei loro stereotipi sai? Loro si fanno miliardi di pippe mentali e non posso sgarrare, non posso essere semplicemente un essere piccolo ed insignificante, che non ha chiesto a nessuno di vivere, no, loro vogliono che io dia il massimo....che SIA il massimo, ma io tutto questo non lo voglio per me. Hanno scelto di concepirmi per la loro gioia, se esiste poi, per un loro egoismo, non pensando che forse io non voglio dover dipendere da qualcuno per essere felice."
"Non dire così George, ti stai sbagliando! Chi ti ha messo in testa tutte queste cose?" Disse arrabbiato Harnon, sentendosi impotente davanti un tale discorso.
"La realtà John, la realtà me le ha messe in testa! Ci sono momenti felici si, ma non so sai, se possano compensare tutto il resto"
"Smettila!" Quasi urló John, stringendogli una mano.
"Credevo persino che le persone non siano state fatte per stare con altre persone, quale presunzione si può avere per pretendere che un essere umano si faccia carico dei macigni di un altro uomo? In fondo in fondo non si puó amare qualcuno, si ama tutto ció che la persona ti da, tutto ció che fa e ti far stare bene, non la persona. Ma uno non può vivere con questa convinzione, giusto?" Finí Joj, non riuscendo più a trattenere le lacrime. Era la prima volta che mostrava a qualcuno questo lato di se.
"No Joj, no!" Disse, e istintivamente lo cinse tra le sue braccia, in un abbraccio che probabilmente valeva più di qualsiasi altra parola, che comunque non sarebbe mai uscita dalla bocca del maggiore.
"Io...non avevo idea che tu pensassi questo genere di cose, cioè ti vedevo sempre solare e non sapevo davvero che tu potessi soffrire cosí!"
"Allora lo sappiamo io te ora"
"Mi sento davvero impotente a vederti in questo modo Georgie, vorrei che tu..." Disse emozionato il maggiore, che con delicatezza, accarezzava la testa di Joj
"Tranquillo!" Disse il minore staccandosi dall'abbraccio e fissando negli occhi il biondino.
"Hai fatto tutto invece John! Mi hai detto delle cose che mai nessuno mi aveva detto prima, forse perché si danno per scontate."
"Non voglio che quei pensieri ti tormentino ancora, e mi sento bene sapendo che tutto ciò che penso di te ti fa sentire felice!"
"Non é solo questo, mi hai dato anche una scossa, mi hai riempito di calore con ciò che hai detto, perché pensavo davvero di essere inutile, ma ora mi basta sapere che c'è anche solo una persona al mondo a cui do delle emozioni, e credo...cioé é immensamente difficile spiegarmi non voglio sembrare..."
John lo abbracció nuovamente e George si sentiva tremendamente riportato in vita da quel ragazzo.
"La realtà ti avrà anche insegnato questo, ma pensa che...i...io potrei insegnarti altro, perché non sei inutile!" Sussurrò con occhi lucidi il maggiore, sfiorando involontariamente con le labbra l'orecchio dell'amico. A quell'affermazione Joj si strinse di piú a lui.
"Stai attento comunque quando decidi di dirmi certe cose..."
"Perché?" Chiese ansioso il maggiore
"Perché se continui di questo passo finiró per innamorarmi di te John!" Disse sotto voce, e con un suono appena percepibile poiché aveva le labbra poggiate sulla spalla dell'altro.
"Scemo!" Disse il riccioluto, sciogliendo l'abbraccio e diventando tutto rosso.
Il minore sorrise, come per fargli capire che stava solo scherzando, anche se una piccola parte di se, sapeva che quella possibilità di innamorarsi di Harnon era più che concreta...forse qualcosa si era giá smossa nel suo cuore.
"A che ora vengono i tuoi parenti?"
"Alle sette e mezza Joj!"
"Bene, sono le otto!" Disse ironico il minore tirando delicatamente un ricciolo del biondino.
"Ti conviene andare non trovi?"
"Ma io volevo restare con te!" Disse con aria tenera John
"Sicuro che possa andare?" Riprese il maggiore, prendendo delicatamente una guancia morbidosa di Georgie e stritolandola.
"Si! Devi!" Rispose semplicemente Joj porgendogli il suo CD, e quando le loro mani si sfiorarono, per errore, Harnon ebbe una strana sensazione, come se non gli bastasse di sfiorargli le mani per errore, ma volesse stringerle e intrecciarle alle sue perché...noo ma che giornata era quella? Troppi pensieri un po' strani...
"John il CD..." Disse imbarazzato il minore, dopo che l'amico continuava a fissarlo intensamente, in uno sguardo indecifrabile, e con le mani che stavano accarezzando delicatamente le sue.
"Scusa!" Urlò imbarazzatissimo il festeggiato, lasciando le sue mani li dove erano
"Scusa io, se ti faccio perdere tempo!" Disse mortificato pivello, che si avvicinó a greco per dargli un bacio di saluto, ma quello gli bloccó il volto prendendolo tra le sue mani, leggermente insicure. Rimasero un po' a guardarsi, a perdersi l'uno negli occhi dell'altro.
"Johnny...Cosa?" Sussurrò con tono interrogativo il minore, mordendosi il labbro inferiore per l'imbarazzo
"Non lo so..." Rispose greco, che a quel gesto semplice e innocente non avrebbe più potuto resistere.
"Scusa" Aggiunse il maggiore, discolpandosi per ció che l'istinto gli stava premendo di fare.
Inclinó il suo volto, assottigliando lo sguardo assorto e fissando il minore negli occhi, quasi come era accaduto quella mattina, con la sola differenza che ora era cosciente di ció che desiderava, anche se non sapeva il perché. Il minore, seppur imbarazzato e impaurito da quello sguardo tanto carico di desiderio e affetto, non cercó nemmeno per un momento di sfuggire a quegli occhi tanto affascinanti e rassicuranti, anche se si rendeva conto che forse sarebbero cambiate molte cose da li a poco.
Successivamente John contempló le labbra dell'amico, e si poteva notare perfettamente nel suo sguardo, che era ancora spaesato da tutte quelle sensazioni che stava provando. Il maggiore diminuí poco a poco la distanza tra le loro labbra, fino a che finalmente, timide ma decise, si unirono. Harnon credeva di aver fatto una grossa stronzata, ma il fatto che George non lo avesse spinto via e che anzi, poggió la sua mano calda accarezzando delicatamente il suo volto, smentí la sua paura. Il minore non perse tempo quando il biondino dischiuse la bocca, e approfondí il bacio potendo finalmente constatare nel modo piú tenero possibile che quelle labbra erano davvero stupendamente morbide come sembravano. Il maggiore fece scivolare le sue dita nei capelli folti e morbidi di McLerrison. John era un po' impacciato all'inizio, ma a George non importava, gli sembró quasi che da quando si scambiarono il primo sguardo d'odio, stessero solo aspettando quel contatto cosí intimo. Gli intrecci passionali tra le loro lingue, e il dolce scontro fra le loro labbra, erano di gran lunga più appassionanti e speciali dello schifoso bacio di Nagisa. Un gesto desiderato dal nulla, forse represso da molto tempo, ma molto più intenso di quello che il maggiore condivise con la ragazza che diceva di amare.
Il cellulare di greco squilló.
A malincuore si ritrassero, uno con l'essenza dell'altro mischiata alla propria, formandone una nuova, quella di John e George.
"I...io...é mia madre..." Si giustificó imbarazzato il festeggiato.
"Oh si, giusto devi andare!"
"Allora ciao!" Si guardarono ancora per un po' incerti di quello che sarebbe cambiato tra loro.
Avevano le guance che parevano le fiamme del confortante fuoco invernale, o meglio, rosse come la passione che guidó quel loro gesto. I loro stessi corpi ardevano di quella fiamma, innescata all'unisono, quasi non ne potesse più di essere smorzata con forza.
John andó via, e Joj ancora incredulo lo guardava dirigersi verso la porta d'uscita, nemmeno lo aveva accompagnato...
In quel pomeriggio i due trovarono l'emozione fantastica di cui Joj non era sicuro che potesse compensare tutto il male e la solitudine della vita. Quell'emozione che tutti cercano e a cui tutti aspirano...la felicitá. _^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^ Salve! Spero la storia continui ad interessarvi, ringrazio tutte coloro che hanno aggiunto tra le seguite o hanno recensito. In questo capitolo si scava un po' nel carattere di George, nonostante l'apparenza in realtà è molto triste poiché non trova il suo scopo nella vita e John esprimendogli le sue sensazioni gli fa capire che lui non é inutile, anche se ancora non trova del tutto il suo scopo ( un po' l'ha intuito ) spero di non essere stata troppo pesante con l'aggiunta di queste tematiche, e soprattutto spero che si fondano bene tra la trama della storia e che non appaiano come un pezzo preso ed incollato li con forza. Al prossimo aggiornamento, se volete lasciatemi una recensione, ne sarei grata. Ciao!
  
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