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Autore: MargaretMadison    20/11/2015    3 recensioni
Avere un figlio non è facile, soprattutto quando si è un padre single.
Non è più il ragazzo dai capelli sempre colorati, gli orecchini, magliette di rock band e i tatuaggi in bella vista.
I capelli sono tornati al suo biondo cenere naturale, gli orecchini sono stati tolti e le magliette sostituite da camice bianche a maniche lunghe così da coprire i suoi tatuaggi.
È un uomo, adesso. Un uomo che, però, non ha la vita che aveva sognato.
Trailer (fatto dalla mia Letizia25): https://www.youtube.com/watch?v=06ZB6tN9K_g&feature=youtu.be
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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What about us? - Morning
 
 
 







Il mattino seguente, Michael è semplicemente incredulo.
Se chiude gli occhi riesce a rivivere gli eventi della sera precedente e si sente bene. Non faceva l’amore da anni e questa volta era stata diversa, speciale proprio come Sophie che dorme sopra di lui.
Michael la osserva dormire e si domanda se lei stia sognando. Magari è proprio lui il soggetto dei suoi sogni. Chi può dirlo?
Avevano fatto l’amore, aveva sentito le mani di Sophie ovunque sul suo corpo, l’aveva fatta sua e fatta stare bene. Poi lei aveva poggiato la testa sul suo petto e gli aveva lasciato un ultimo bacio proprio sul cuore.
Fuori è giorno, l’orologio segna le 6.54 a.m. e finalmente Michael si decide a chiudere occhio perché sa che Sophie non lo lascia. Lui è ciò che vuole.
 
 
 

***

 
 
 
Contro ogni aspettativa, quando Michael si risveglia, poche ore dopo, Sophie non è più al suo fianco. L’altra metà del letto è fredda ma riesce ancora a sentire il suo dolce profumo.
Tira un sospiro di sollievo quando vede a terra il reggiseno e il vestito di lei, consapevole che non l’ha lasciato solo.
Indossa un paio di boxer puliti e i pantaloni di una tuta e scende le scale diretto verso la cucina.
Come immaginava, Sophie è ai fornelli che prepara le uova e il bacon.
Indossa la mutandine della sera prima e la sua camicia bianca, lasciando sbottonati i primi bottoni.
Senza far rumore si avvicina alla ragazza e circonda la sua vita con le braccia. Nasconde il viso tra i capelli e riesce a sentire il suo profumo sulla sua pelle (e giura che non ci sia nulla di più bello).
«Buongiorno, piccola» sussurra baciandole la testa.
«Mi hai fatto spaventare» ridacchia stringendolo a sé «Non riesco a credere che ciò che abbiamo fatto sia reale»
«Vuoi una seconda dimostrazione?»
Sophie si allontana da lui facendo l'offesa quando, in realtà, non le sarebbe affatto dispiaciuto tornare al piano di sopra e passare il giorno a letto con Michael.
«Va’ a sederti che è quasi pronto» dice Sophie in tono autoritario. Sente Michael ridere e borbottare qualcosa di incomprensibile.
«Come va la caviglia?» chiede Michael assaggiando le uova strapazzate.
«Oh, molto bene. Non era nulla di grave, come vedi riesco a muovermi» spiega «Non sapevo fossi amico del proprietario del locale, Caleb»
«Calum» la corregge «Siamo amici dai tempi del liceo, è uno dei pochi con cui sono ancora in contatto»
Sophie inizia a fare domande su Calum e l'altro membro del loro gruppo, Luke scoprendo tante cose su Michael.
«Ero un po' punk al liceo. Avevo un piercing al sopracciglio, mi tingevo i capelli di colori improponibili e poi, ovviamente» fa vedere le braccia tatuate «avevo i tatuaggi»
Sophie ora li osserva più attentamente e si ricorda di aver passato il contorno dei tatuaggi prima di addormentarsi, stretta tra le braccia di Michael.
«Avevamo una band, poi. Ci chiamavano "5 Seconds of Summer" eravamo anche fichi, abbiamo fatto un sacco di concerti a Sidney e Calum ha scritto delle canzoni. È stato a uno dei nostri concerti che ho conosciuto Georgia. All'epoca eravamo fidanzati con altre persone e ci odiavamo a morte. Lei era una delle studentesse più brillanti e una delle ragazze più belle della scuola. Ci siamo messi assieme durante l'ultimo anno e poi pure durante il college.»
Sophie non può fare a meno di notare il e lo di malinconia che traspare dagli occhi di Michael.
E poi la storia la sai, arriva Beth un po' di sorpresa e lei non ce la fa. Ha preferito andarsene»
Sophie cerca mano di Michael sul tavolo e gliela stringe forte «Hey, non ci pensare, adesso ci sono io qui con te» e subito vorrebbe rimangiarsi quelle parole per non sembrare avventata ma Michael le sorride e le stringe la mano.
«Ieri sera quando sono venuto a prenderti mi hai chiamato Mich»
«Non ti piace?»
Alza le spalle «Nessuno mi aveva chiamato così, mi piace» dice finendo la colazione «Oggi che fai?»
«Pensavo di rimanere a casa e riposare un pochino» dice girando la tazza tra le sue mani.
«E se venissi al mare con me e Beth? Gliel’avevo promesso, se poi sa che ci sei anche tu sarà ancora più felice»
Il volto di Sophie si apre in un bellissimo sorriso «Sì, molto volentieri»
Viene tutto spontaneo, muoversi assieme in quella casa troppo grande per due persone ma perfetta per una famiglia.
In cucina, Michael lava i piatti e le tazzine mentre Sophie asciuga e mette tutto a posto. In bagno, poi, mentre lui si lava i denti, la giovane ha appena finito di fare la doccia e ora si pettina i capelli.
Michael sorride tra sé e sé, pensando che potrebbe farci l’abitudine a questo nuovo stile di vita.
Ora la attende in macchina, è passata da casa a prendere i suoi vestiti e i teli da spiaggia.
Chiude gli occhi e butta la testa all’indietro. Ancora non ci crede che Sophie sia sua – perché lei gliel’ha detto ancora una volta quando erano a casa – e cerca di ricordare ogni istante della notte passata assieme.
«Cazzo!» esclama aprendo gli occhi di colpo.
In quello stesso istante, Sophie si è seduta a fianco a lui e chiude la portiera.
«Che succede?» chiede allacciandosi la cintura.
«Ieri sera non siamo stati molto… prudenti, ecco.»
Sophie arrossisce fino alla punta dei capelli «Oh.»
«Già, oh.» sospira mettendo in moto «Prima di andare a casa dei miei è meglio se facciamo un salto in farmacia, che dici?»
 
 
 

***

 
 
 
Michael si sta già pregustando la faccia di sua madre quando le presenterà Sophie.
Le stringe forte la mano mentre lei sposta il peso da una gamba all’altra, nervosa.
Insomma, incontrerà i genitori di Michael dopo aver passato la notte più bella della sua vita, coi capelli che urlano ancora “sesso” e gli occhi di una che è completamente persa dell’uomo al suo fianco.
«Non è meglio se aspetto in macchina?» chiede mentre Michael sta per suonare il campanello.
«Come mai?»
Sophie si guarda attorno come se volesse trovare una via di fuga e poi sbuffa «Perché non mi sento psicologicamente pronta a conoscere i tuoi genitori, mi sento estremamente a disagio e penso che potrei vomitare da un momento all’altro»
Michael scoppia a riderle in faccia «Non sono dei mostri, Soph. Sono i miei genitori»
«Lo so, lo so» scuote la testa «ma io ci tengo davvero a te e voglio fare un passo alla volta anche se… beh anche se… hai capito, no?»
Ridacchia e le lascia un bacio sulla fronte. Sa esattamente cosa intende dire e gli va bene così.
«Aspettami in macchina, d’accordo?»
Abbassa lo sguardo imbarazzata «Grazie»
 
 
 

***

 
 
Karen Clifford è una delle persone più sveglie e attente che Michael abbia mai conosciuto in vita sua e probabilmente in un’altra vita deve aver lavorato come profiler per FBI o qualcosa del genere. Nel momento esatto in cui apre la porta e guarda in faccia suo figlio, intuisce che è successo qualcosa.
«Niente da raccontarmi, Mikey?» chiede sospettosa facendo entrare il figlio in casa.
Michael nasconde un sorriso e guarda altrove «Cosa? E chi te lo dice?»
«I tuoi occhi, e quel sorriso da scemo che ti ritrovi stampato in faccia. È per la ragazza con cui sei uscito ieri sera?»
Mike si gratta la testa imbarazzato raggiungendo il salotto, probabilmente il padre e Beth devono essere al pieno di sopra perché la casa è particolarmente silenziosa.
«Ehm, non proprio. Ho visto Sophie ieri e… stiamo assieme, più o meno»
Karen si siede sul divano in pelle nera e unisce le mani «Come più o meno? O state assieme o no! Non ci sono vie di mezzo»
«Non gliel’ho ancora chiesto»
«Così ha già più senso. Beh, sono convinta che Beth sarà felice, parla sempre di Sophie come se fosse una dea e ieri ha fatto un disegno, aspettami»
Michael osserva la figura della madre alzarsi dal divano e raggiungere la cucina dove stacca dal frigorifero uno dei tanti disegni che Beth fa per lei e per il nonno. È una donna bella, forte e indipendente e spera davvero che Beth prenda tutto da lei.
«Ecco, guarda qui» dice rientrando nel soggiorno. Si siede nuovamente sul divano ed indossa gli occhiali da vista. Michael segue il suo esempio e si siede proprio affianco a lei contemplando il disegno.
C’è una casa grande con un tetto rosso e il giardino, una macchina nera e tre persone dal corpo sproporzionato. Si riconosce subito come l’omino alto e dai capelli biondi che tiene per mano una bambina (Beth) che guarda un’altra figura femminile coi capelli arancioni e boccolosi.
«Vede già Sophie come un membro della famiglia, non è bellissima come cosa?» domanda Karen togliendosi gli occhiali.
Michael accarezza il foglio, è una cosa bellissima, sì.
 
 
 
 
Durante il tragitto in macchina per il mare, Beth, seduta sul sedile posteriore, continuava a cantare delle canzoni Disney mentre Sophie ondeggiava la testa a ritmo di musica canticchiando sottovoce.
«Non canti?» chiede Sophie rivolta a Michael.
Accenna un sorriso «Uhm, nah»
«Ma mi avevi detto che suonavi in una band da giovane»
«Io sono ancora giovane, tesoro» sottolinea lui «E non canto da così tanto tempo che…»
«Canteresti per me?» chiede di slancio Sophie
Michael boccheggia, non canta da quando Georgia l’ha lasciato. Era solito canticchiare qualche canzone dei Radiohead per farla addormentare tra le sua braccia. «Siamo arrivati» esclama parcheggiando la macchina in un parcheggio vuoto.
La spiaggia è praticamente vuota e cerca subito con lo sguardo un posto all’ombra dove rifugiarsi, si è scottato così tante volte da perdere il conto.
«Beth, andiamo a cercare le conchiglie, dai» esclama Sophie prendendo per mano Beth che, come un razzo, si precipita sulla spiaggia.
Michael scuote la testa, ovviamente sarà lui a dover prendere l’ombrellone, le asciugamani e la borsa con dentro le creme solari e i giochi da spiaggia di Beth e sistemare tutto.
Dopo qualche istante, Sophie e Beth tornano da Michael.
«Grazie per avermi aiutato» dice sarcasticamente Michael, sistemandosi gli occhiali da sole sopra il naso.
Sophie ridacchia e osserva Beth prendere la parola «Abbiamo preso le conciglie» e fa vedere fiera quello che ha trovato sulla spiaggia.
«Conchiglie, Beth» la corregge Sophie «Si chiamano conchiglie»
Beth annuisce senza dare peso alle parole di Sophie e si siede affianco al suo papà, iniziando a giocare con la sabbia.
Michael si sistema meglio sull’asciugamano e chiude gli occhi. Non si è tolto la maglietta e non lo farà per tutta la giornata.
Sophie sbuffa, decisamente annoiata: Michael che sonnecchia e Beth che gioca da sola con la sabbia.
Lentamente, inizia a togliersi gli shorts di jeans e si sbottona la camicetta, rimanendo in bikini.
«Vuoi una mano a preparare i castelli di sabbia, Beth?» le chiede avvicinandosi, ma la bimba scuote la testa e continua a giocare da sola.
Sbuffa, nuovamente, e va a sdraiarsi affianco a Michael, poggiando la sua testa sul petto di lui.
«Qualcosa non va?» chiede Michael guardandola con la coda nell’occhio.
Sophie fa cenno di sì con la testa «Non mi piace stare in spiaggia a on fare nulla.»
Michael ridacchia «Mi sembri Beth.»
«Su, per lo meno fanno fammi le coccole» dice stringendosi ancora di più a lui.
Obbedisce subito, stringendo la giovane tra le sua braccia. È felice, ora: la sua bambina gioca poco lontano da lui e può stringere a sé la ragazza che l’ha tormentato da tempo.
Rimangono così per qualche minuto, quando Sophie si alza all’improvviso e cerca di mettere distanza tra i due.
«Tutto ok?» domanda lui, visibilmente preoccupato.
«Sì, cioè, no. Insomma… io adoro stare abbracciata con te e fare la coppia di pensionati sposati ma penso che forse è meglio rallentare. Beth potrebbe farsi domande sul nostro rapporto. Prima di ieri notte non eravamo così intimi.» spiega calcando l’ultima parola «Voglio davvero fare parte della famiglia, Mike. Ma temo che se andiamo così veloci la magia svanirà presto»
Michael osserva attentamente l’esprssione del volto, accorgendosi subito del tremolio incerto della sua voce e del suo sguardo basso.
«Soph, tu sei già della famiglia. Beth ti adora e così anche io» si avvicina e prende le sua manine tra le sue, visibilmente più grandi «Capisco il tuo punto di vista e condivido pienamente solo che…» a questo punto Michael si fa ancora più vicino, tanto da sussurrarle all’orecchio «Se ti presenti con un bikini del genere mi sarà difficile non starti addosso e vedrai cosa ti farà il pensionato.»
Sophie arrossisce fino alla punta dei capelli ed è costretta a mordersi l’interno della guancia per nascondere un sorrisino. Michael, d’altro canto, la osserva ghignando.
Sophie non può immaginare cosa l’aspetti quella sera.




































MY LITTLE TALK.
bella raga, come state?
SORRYYYY FOR BEING LATE ma la scuola mi tormenta e non ho il tempo per fare nulla. Davvero. Sul capitolo BEH HO TANTE COSE DA DIRE (In particolare sule ultime righe ma VI LASCIO IMMAGINARE, le scene smutty sono finite in questa storia, forse).
avrei tante cose da dirvi ma poco tempo, perché sono davvero di corsa. purtroppo temo che dovrete aspttare smepre due settimane tra un aggiornamento all'altro perché ora non ho più capitoli pronti, devo partire da zero e in una settimana non riesco a scrivere mezza riga :/
anyway ho iniziato una nuova Fan Fiction che aggiornerò ogni settimana (per ora) una long  acui sto lavorando da tantissimo (reason why, WAU è passata in secondo piano nella mia vita) ed eccovi il link:  sperando che vi piaccia (ci ho messo l'anima, giuro)
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3309666&i=1
adesso scappo davvero, lasciate una recensione se volete darmi dritte for the future <3
bacissimi
Megghy

 
  
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