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Autore: EvelynJaneWolfman    21/11/2015    1 recensioni
Una camicia dimenticata, una ragazza in preda ai sensi di colpa ed un'ispezione fortuita! Cosa succederà a Diana, che si ritrova nel dormitorio maschile proprio dieci minuti prima dell'ispezione serale?
{Scusate la trama di cacca, non sapevo proprio che scrivere!}
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diana Lombard, Martin Mystère
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Hot Candies'
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Forse era stata un po' troppo cattiva, non avrebbe dovuto esagerare in quel modo , si disse, ricordando l'evento che si era svolto in cortile solo qualche ora prima.
Cosa le era preso? Tutta quella situazione le stava sfuggendo di mano, all'inizio era stato solo un provocarlo per vendetta, per fargli vedere che anche lei sapeva essere femminile e sensuale, ma ora...

Diana strinse la camicia preferita di Martin tra le mani. Lui non si separava mai da quel capo, ma nella fretta se l'era dimenticata sul cespuglio. Nella fretta di allontanarsi da lei.

Si morse il labbro, tentando di ignorare la strana sensazione orribile alla bocca dello stomaco.

Tutto quel provocarlo stava funzionando, aveva capito che a Martin non era indifferente, a discapito di tutto quello che diceva, ma allora perché si sentiva così insoddisfatta?

Sospirò tristemente, percorrendo il corridoio del dormitorio maschile. Alcuni ragazzi si fermarono a guardarla, stupiti di vedere una ragazza aggirarsi lì ad un ora così tarda. Mancavano dieci minuti al coprifuoco e doveva raggiungere in fretta la camera di Martin, consegnargli la camicia e svignarsela il più in fretta possibile. Non voleva certo prendersi una punizione solo perché doveva riportare qualcosa all'amico.

Aumentò il passo, cercando di non arrossire alle occhiate maliziose che le venivano lanciate da alcuni ragazzi.

Pervertiti, pensò sconvolta. Anche se lei era la meno indicata a lanciare quell'accusa ad una persona, visto che negli ultimi giorni si stava comportando come una meretrice di basso borgo.

Stropicciò per l'ennesima volta quel povero capo innocente, quello stesso capo che aveva coperto il corpo del suo amico. Si morse l'interno della guancia per impedirsi di portare la camicia al viso ed aspirare il profumo di Martin, che sicuramente impregnava ancora la stoffa.

Di sicuro sarebbe apparsa come una maniaca ai pochi ragazzi che si trattenevano ancora nel corridoio, se l'avessero vista sniffare quella camicia strampalata ed unica nel suo genere.

In effetti, si sentiva un po' una maniaca. Aveva iniziato a provare più del mero affetto fraterno per Martin e questo la faceva sentire sbagliata. Sapeva che non c'era nulla di male, non erano mica fratellastri o cose del genere, si conoscevano solo dall'infanzia. Ma era anche vero che avevano condiviso cose che comuni amici d'infanzia non condividevano.

Come fare il bagnetto insieme da bambini…

Sentì il sangue defluire in fretta verso le guance, tingendole di una sfumatura di rosso piuttosto intensa. Non riusciva a capire da quanto tempo avesse iniziato a a provare quei sentimenti, ed alla fine non aveva poi molta importanza, ora loro erano lì... nel suo cuore, insieme a Martin.

Sbagliato, sbagliato, sbagliato! , iniziò a ripetersi senza sosta, come una litania continua e straziante. Eppure, il cuore non voleva considerarlo sbagliato, se immaginava anche solo di ricevere un'effusione più intima dal suo amico, sentiva quel dannato cuore traditore battere impazzito.

Fermò la sua avanzata verso la camera del ragazzo, i suoi occhi erano appannati dalle lacrime che minacciavano di liberarsi e mettere a nudo tutta la sofferenza che provava dentro da molto tempo, ma di cui solo ora riusciva a percepirne l'esistenza.

Chiuse gli occhi e strinse le palpebre con forza, ordinando alle lacrime di ritirarsi, anche se sapeva benissimo che non era impossibile. Sospirò, tentando di calmarsi e, solo quando sentì di riavere il controllo sulle proprie emozioni, riprese a camminare. Avrebbe volentieri dato la colpa a Martin per tutto quello che stava provando, ma il poveretto non aveva nessuna colpa, non l'aveva di certo costretta ad innamorarsi di lui. Era successo.

Si fermò davanti alla porta della camera di quello che ormai non riusciva più a considerare solo un amico. Sollevò la mano per bussare, ma questa si fermò in aria, a pochi centimetri dal legno laccato e scuro.

Paura. Una paura oscura le fece contrarre le membra. Aveva paura che lui la odiasse dopo quel pomeriggio, aveva paura di averlo perso per sempre, ancora prima di avergli confessato tutto. Se mai l'avesse fatto.

Un rumore in corridoio la fece sobbalzare e bussò in fretta, prima che il coraggio le venisse meno di nuovo.

Sentì un tonfo sordo provenire dalla camera, seguita da una colorita imprecazione che la fece ridacchiare. Sicuramente quell'idiota era inciampato in tutto il disordine che regnava in quel tugurio che era la sua camera.

Appena sentì il rumore della maniglia che si abbassava, il sorriso morì dalle sue labbra ed un brivido gelido percorrerle la spina dorsale.

La porta venne aperta lentamente ed un Martin palesemente assonnato le si parò davanti. << Diana? Che ci fai qui a quest'ora?>> Il biondino era ormai sveglio del tutto. Non si sarebbe mai aspettato che Diana, la ragazza che non trasgrediva mai nessuna regola, fosse di fronte alla sua porta, nel dormitorio maschile a solo due minuti dal coprifuoco, secondo la sveglia sul comodino.

<< Io… io ero solo venuta a resistuirti questa.>> La ragazza le porse la sua adorata camicia e lui rimase sorpreso nell'apprendere di non aver proprio fatto caso all'assenza di uno dei capi che amava di più.

Fissò Diana, che spostava lo sguardo ovunque eccetto che su di lui, aveva le guance rosse e si stava torturando il labbro inferiore coi denti. La trovò terribilmente deliziosa e quel pensiero lo gelò dal terrore, era da giorni che quella piccola strega inconsapevole lo stava torturando ed ora, ritrovarsela così davanti alla propria porta non era di certo il modo migliore per far evaporare i bollenti spiriti che sembravano aver preso possesso del proprio corpo.

Stava per allungare la mano, per riprendersi la camicia, ringraziarla e liquidarla prima di commettere qualcosa di sbagliato ed irreparabile, quando il suono di un fischietto rimbalzò tra le pareti del corridoio, facendoli sbiancare dal terrore. In fretta, senza nemmeno pensarci, trascinò Diana dentro la camera, chiudendo velocemente la porta ed intrappolando la ragazza tra di essa ed il suo corpo. Era così preso dall'ascoltare i passi del preside in corridoio, che non si era reso conto della posizione equivoca in cui aveva messo entrambi.

Diana invece ne era ben consapevole. Alzò il viso verso Martin, il suo sguardo fisso e serio era incollato alla porta, come se stesse cercando di vederci attraverso. La camera era completamente buia, ad eccezione di un raggio di luna che si era posato sugli occhi del ragazzo, illuminandone le iridi color cioccolato. Diana sarebbe potuta annegare in quegli occhi, li adorava, così come adorava la cioccolata che tanto gli ricordavano.

In quel momento, bloccata contro il suo caldo corpo e la fredda porta contro la schiena, comprese che quello che provava per lui non era una semplice infatuazione. Lei era veramente, totalmente ed irreparabilmente innamorata di quello stupido biondo dal sorriso malizioso e sfrontato.
Posò una mano sul petto del ragazzo, nell'iniziale tentativo di allontanarlo da lei ed evitare di fare cose di cui si sarebbe pentita, ma appena il suo palmo venne a contatto con la pelle di Martin, si rese conto che lui non indossava la parte superiore del pigiama. Allontanò la mano come se si fosse appena scottata e si chiese come avesse fatto a non accorgersene prima.

Solo in quel momento, Martin abbassò il capo verso di lei. Lo vide sgranare gli occhi sorpreso, come se avesse appena compreso cosa fossero i neutroni, cosa veramente impossibile. Voleva dire qualcosa, ma aveva la gola secca e le corde vocali sembravano atrofizate.

Lo vide avvicinarsi col viso al suo e sbatté più volte le palpebre, per vedere se era tutto uno scherzo della sua immaginazione. Ma non era un parto della sua mente e lo capì quando le calde labbra di Martin si posarono sulle sue, dolci, morbide e protettive. Chiuse gli occhi, sentendo il cuore fare festa nella sua gabbia toracica, dischiuse le labbra e quello che era iniziato come un bacio innocente si trasformò in qualcosa di più.

Martin la spinse con più forza contro la porta, mettendo fine a quei pochi centimetri che avevano separato i loro corpi. La sua lingua cercò la sua e lei si lasciò scappare un mugolio di piacere, mentre le mani del ragazzo s'intrufolavano furtive sotto la sua maglietta e le dita le accarezzavano la morbida pelle del fianco.

Portò entrambe le mani sul petto di Martin, accarezzandolo con delicatezza, quasi temesse di fargli del male. Lui mise fine al bacio ed iniziò a mordicchiarle il labbro inferiore, mentre la sua mano risaliva dal fianco fin sotto al seno, accarezzano la parte inferiore del suo reggiseno.

Diana gemette, inarcandosi quanto poteva verso la mano di lui, nel tentativo di sentirlo ancora più vicino. Martin non poté fare a meno di sorridere compiaciuto a quella reazione ed avvicinò il bacino a quello della ragazza, facendole sentire quanto la desiderasse. Stava per baciarla ancora, quando dei colpi forti alla porta li fecero sobbalzare e staccarsi velocemente.

<< Mystére, ispezione. Apra subito!>> La voce autoritaria del preside spezzò del tutto l'incantesimo in cui erano caduti. Martin iniziò a sudare freddo, mentre l'eccitazione abbandonava il suo corpo e Diana pregava ogni santo e divinità di salvarla da un'espulsione certa.

<< Corri a nasconderti nella doccia, Diana.>> Ordinò il biondo alla ragazza, che non se lo fece ripetere due volte e corse in bagno a rifugiarsi dietro le tendine di plastica blu della doccia, mentre sentiva Martin aprire al preside.

Si appoggiò contro le fredde mattonelle bianche, pregando di non essere scoperta mentre cercava ancora di elaborare quello che era successo tra lei ed il suo "amico". Si portò una mano alle labbra gonfie, che sentiva ancora formicolare.

Se il preside non l'avesse scoperta avrebbe dovuto comunque affrontare qualcosa di peggiore: Martin, i suoi sentimenti e quello che sarebbe potuto succedere tra di loro quella sera. Non sapeva se l'amico l'avesse baciata perché provava le sue stesse emozioni o semplicemente perché si era lasciato trasportare dalla situazione ed aveva paura di scoprirlo.

Ritornò alla realtà quando sentì Martin augurare la buona notte al preside e chiudere la porta.

Nella camera scese il completo silenzio, nessun suono o respiro spezzata la quiete che regnava in quel momento. Diana aveva paura di uscire da quel piccolo rifugio, paura di uscire allo scoperto, sia fisicamente che interiormente. Non sentì i passi di lui avvicinarsi, né la porta del bagno aprirsi e l'oscurità non proiettava nessun'ombra, quindi dovette reprimere un urlo quando la tendina venne scostata con forza.

<< Diana? Puoi stare tranquilla, è andato via.>> La voce di Martin la tranquillizzò e riprese a respirare. Per un breve attimo aveva creduto di essere già espulsa e senza nessuna possibilità per il futuro.

<< C… come facevi a sapere che non avrebbe visto in bagno?>>

<< Tutte le volte che viene ad ispezionare la mia camera, si limita a guardarsi in giro e a raccomandarmi di mettere in ordine.>> Ridacchiò il ragazzo, entrando nella doccia ed occupando quel poco spazio rimasto, costringendola ad appoggiarsi contro il suo corpo.

<< Ha… ha ragione il… il preside, dovresti mettere in ordine.>> Balbettò imbarazzata, ringraziando l'oscurità che celava il rosso del suo viso e tutte le emozioni che in quel momento vi si potevano leggere sopra.

<< Io credo sia perfetta così.>> Sbuffò il biondo, l'unico in grado di non vedere tutto quel disordine per quello che era: spazzatura.

<< Ma se è un porcile!>> S'inviperì lei, dimenticandosi l'imbarazzo e la situazione molto intima in cui si ritrovavano.

<< Se ti da così tanto fastidio, perché non pulisci tu la mia stanza?>> Cercò subito di portare quella discussione a suo favore, lui.

<< Perché mai dovrei farlo? Per me puoi affogarci in questo porcile!>> Sì, era meglio iniziare a discutere, così avrebbe trovato una buona scusa per uscire da quella stanza e non rovinare la loro amicizia. Anche se non avrebbe mai dimenticato il bacio che si erano scambiati solo qualche minuto prima.

<< Diana, Diana…>> La canzonò lui, agitando il dito in aria, consapevole che comunque lei non l'avrebbe visto a causa del buio. << Non è questo il modo di trattare il ragazzo che ti piace.>>

Diana si strozzò con la sua stessa saliva. Cosa aveva appena detto?! << Chi… chi cavolo ha mai detto che tu mi piaci?>> Cercò di risultare il mio scocciata possibile, ma sembrò più un bambino che viene scoperto a rubare i biscotti nel cuore della notte.

<< Be', dopo tutti questi giorni in cui tenti di mandare al diavolo il mio autocontrollo e dopo il bacio di prima, credo che anche un'idiota come me l'avrebbe capito.>> Il tono del ragazzo era calato di qualche nota, ora era solo un altro sussurro nella notte, misto al respiro affannato dal panico di lei.

<< No… tu non…>> Le labbra di Martin si riposarono sulle sue, interrompendo la bugia che stava per uscire dalle labbra di lei.

<< Non ti preoccupare.>> Sussurrò lui, interrompendo il contatto delle loro labbra solo per poco. << Puoi sempre pulirmi la stanza per farti perdonare.>> Disse e la baciò di nuovo.

Diana gli circondò il collo con le braccia, stringendolo di più a sé e pensando che forse poteva anche pulirgli la stanza, in fondo si era comportata male…

-ANGOLINO DI EVELYN-

Buonasalve!

Mi scuso per il ritardo di questa shot, ma ho avuto davvero da fare con altre storie e problemi familiari, quindi perdonatemi.

Questo sarà un angolino pieno di scuse, perché vi devo chiedere scusa anche per l'orribile un po' più "spinta" (è la prima volta che scrivo una cosa del genere, abbiate pietà di me), e devo chiedervi scusa anche per gli errori che avete trovato. Ho dato solo una controllatina veloce al testo.

Vorrei dedicare questa shot a Notteinfinita (l'idea di far riportare la camicia a Martin è stata sua ed io l'ho rubata spudoratamente u.u quindi un grazie a lei).

Be', spero che questa shot non sia proprio da buttare ( è anche la più lunga che abbia mai scritto, yeeee! **) e che lasciate un commentino per farmi sapere cosa ne pensate.

Ora mi volatizzo, ma presto pubblicherò altre shot, quindi preparatevi u.u

Grazie di tutto!

Evelyn ♡

  
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