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Autore: _Kiiko Kyah    21/11/2015    3 recensioni
warning: questa shot parla di ansia/attacchi di panico. potrebbe risultare un po' pesante per qualcuno, e per questo pongo il rating giallo, giusto per sicurezza.
La stanza è fredda. Perché è fredda? Era abbastanza calda fino ad un attimo fa.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caleb/Akio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La stanza è fredda. Perché è fredda? Era abbastanza calda fino ad un attimo fa.
Mentre pensa questo, Akio si rende conto che sbattere le palpebre gli sembra faticoso. Seduto a gambe incrociate sul proprio letto, spende un paio di secondi buoni a cercare di stringere gli occhi. Riesce a chiuderli, ma ha poco tempo di celebrare questa piccola vittoria.
Si chiede se il dolore che sente al petto sia causato dal battito improvvisamente accelerato del suo cuore. Non è proprio un dolore, in realtà – è qualcosa di simile ad un peso, o ad una stretta soffocante.
Non respira. Cioè, respira, però a fatica. I suoi occhi color argento si aprono di scatto; diventa ancora più difficile chiuderli. E, mentre le palpebre iniziano a pizzicargli e lacrime premono per uscire, Akio non è in grado di stabilire quando inizia ad andare in iperventilazione – sa solamente che succede.
I suoi respiri pesanti riempiono la stanza, e gli rimbombano nelle orecchie come tuoni. Muove una mano all’altezza del petto e sente distrattamente il rumore del suo telefono che, da appoggiato sul materasso, cade per terra. Pur essendo sicuro che abbia fatto un bel tonfo, non se ne preoccupa.
Cerca di concentrarsi invece sul trattenere le lacrime. Sa perfettamente che stanno per scendergli inesorabilmente giù per le guance, e fa un grande sforzo per frenarle. Poi, ad un tratto, ricorda di essere da solo nella proprio camera e che – per quanto sia frustrante ammettere di poter, voler piangere – almeno non lo vedrà nessuno. E smette di sforzarsi.
Ha la tentazione di coprirsi il viso con una mano. Non lo fa, perché sa che peggiorerebbe solo la sua sensazione di mancanza di respiro, la quale non fa altro che farsi più intensa ad ogni secondo. Si allunga allora verso l’interruttore della luce, non troppo lontano da lui, e in un attimo è immerso nel buio.
Si siede composto, cercando una posizione in cui respirare non sia altrettanto difficile come lo è adesso. È una posizione quasi impossibile da trovare, in questo momento. Riesce faticosamente a serrare le palpebre e si sfrega leggermente un occhio con le dita di una mano. Con l’altra cerca i propri capelli, e ne afferra una ciocca castana; la tira un po’, cercando di distrarsi col dolore dai singhiozzi che gli escono spezzati dalle labbra, dal cuore che non accenna a placarsi e dai suoi respiri pesanti e rumorosi.

Non riesce. Non riesce a fare niente, in realtà. Non riesce a muoversi, non riesce a calmare il proprio respiro o i propri battiti, e non riesce a smettere di piangere. Non riesce a non sentire una morsa gelida intorno al proprio cuore, a non sentire quel dolore, quel disagio, quella vocina nella propria testa che, anche se non dice una frase compiuta che sia una, non vuole smettere di tormentarlo.
E non riesce a capire il perché.
Non sa perché questa non è la prima volta che gli capita, non sa perché capita, non sa perché non può controllarlo. Non sa perché fa così dannatamente male. Non sa perché non sembra finire mai.

E questo gli fa una gran rabbia.




Angolo di Kiiko
 Sapete in chi non pensavo di potermi immedesimare mai? Fudou. E invece...
La mia esperienza di internet e fandom vari mi dice che non è cosa strana avere, per certi personaggi, headcanon che ci rispecchiano. Persino Dostoevskij inserì personaggi epilettici nei propri libri, dopo aver cominciato a soffrire di epilessia!
Quello che non mi aspettavo, nel proiettare i miei problemi di ansia su un personaggio o mio o di qualche serie... era di trovare Fudou così adatto.
È anche vero che di Akio questa one-shot ha poco, ma nella mia testa, è lui il protagonista di questa scena. In realtà nella mia testa, questo headcanon è più sviluppato di così.
Mi immagino Akio che dopo la morte di Kageyama e la fine del FFI inizia ad accumulare stress, stress che poi sfocia in una crisi esistanziale che conduce a svariati attacchi di ansia e veri e propri attacchi di panico, che lui tiene ben nascosti perché non vuole essere debole come lo era suo padre. E l’ansia ha effetti sulla sua vita – comincia a mangiare poco, dormire anche meno, essere sempre più nervoso e suscettibile...
E poi finalmente non farcela più a soffrire così tanto e rendersi conto di non poter andare avanti così e farsi a malincuore ma di proposito scoprire da qualcuno perché sa che se qualcuno non lo costringe a fare qualcosa, lui non farà mai niente... e poi mesi di terapia e poi hopefully lenta guarigione fino a diventare una persona più o meno stabile come si è visto in IE Go.
Ma beh... scrivere una cosa del genere non farebbe altro che farmi piangere e innescare i miei, di attacchi di ansia. Meglio evitare... insomma ora mi immedesimo in Akio per qualche motivo
In ogni caso non sono molto furba, perché nel descrivere quest’attacco di ansia ho effettivamente rischiato di farmene venire uno. ^^”
Vado ad ascoltare canzoni allegre. Bye-bee.
Un bacio,
Kiiko 
  
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