Capitolo 1
Eragon si aggirava circospetto per le
strade di Gil’ead. Nasuada era ormai alle porte della città e Islanzadi non avrebbe tardato ad arrivare. Il Cavaliere
temeva che delle spie inviate dalle due si aggirassero per la città a sua
insaputa. Ci mancava solo che lo scoprissero lì invece che in viaggio per chissà
dove. Beh, non che si fosse recato a Gil’ead impreparato. Aveva adottato un travestimento. Sì, sì,
si era travestito. E anche bene! Avrebbe ingannato persino sua madre…beh, no,
sua madre forse no. Suo padre! Sì, se Brom l’avesse
intravisto di schiena in una stradina buia in una notte buia e piovosa di un
villaggio sperduto all’ombra di una montagna che nascondeva costantemente il
sole e la luna, non l’avrebbe riconosciuto.
Roran avanzava gobbo per la stanchezza,
gli occhi semichiusi appesantiti dal sonno senza capire dove si trovasse né
come ci fosse arrivato. L’unica cosa che non gli impediva di separarsi da Eragon era una corda legata in vita di cui suo cugino si
era allacciato un capo al polso, come fosse un palloncino.
Mentre Eragon cambiava strada
con uno scarto di pochi secondi tra una deviazione e l’altra – tutto per non
farsi seguire, anche se così attirava parecchio l’attenzione – sballottando Roran da un lato all’altro delle stradine senza curarsi del
fatto che il cugino si schiantava contro i muri delle case, Murtagh
aspettava davanti al bar. Con sé aveva due grosse bisacce e una aveva un
aspetto vagamente familiare. Controllava sempre più frequentemente il suo T-Touch preoccupato per il ritardo di Eragon.
Continuava a chiedersi quanto ci avrebbe messo Galbatorix
per finire il nuovo gioco che gli aveva comprato per
Improvvisamente da una stradina alle sue spalle comparve Eragon seguito da una cosa indefinita ma certamente
sanguinante.
« Ma dove diavolo ti eri cacciato?
» lo riproverò. Poi guardando meglio suo fratello si accorse del suo strano
abbigliamento. « Ma devi imbarcarti sull’Enterprise o stai solo facendo il cosplay
di Spock? No, perché non ti è riuscito tanto bene, sai? Ti sei solo cambiato
d’abito. Non hai l’andatura, il carisma, la mimica facciale,…
»
« Lasciamo perdere Spock, ok? »
sbottò Eragon seccato dalle critiche di Murtagh. « Piuttosto, ce l’hai? »
« Ci mancherebbe altro! Io non sono come te, le cose le
porto a termine. »
« Sì, come quando mi hai catturato sulle Pianure Ardenti o
quando mi ha sconfitto la seconda volta che ci siamo incontrati sul campo di
battaglia o quando non sei riuscito a uccidere Oromis
da solo o quando… »
« Ok, ok, ho capito! »
Varcarono la soglia del bar e la porta si chiuse dietro di
loro. Mentre avanzavano verso un tavolo isolato si sentì un tonfo e Eragon fu costretto a fermarsi. Non vedendo più suo
fratello al suo fianco, Murtagh tornò indietro.
« Che succede? Muoviti dai, che ci
fregano il posto. »
Il biondo gli indicò il polso e l’altro seguì con lo
sguardo la corda che da dove si trovavano proseguiva fino alla porta per poi
interrompersi ad un lato dell’uscio. Eragon tirò la
corda e si udì un secondo tonfo.
« Ma che diavolo è? » chiese Murtagh.
« Io non…Oddio! Roran! »
Eragon si precipitò alla porta e la
spalancò per raggiungere il cugino. Mentre usciva in strada incespicò e finì a
terra. Un gemito si levò ai suoi piedi e lui si voltò per vedere che era
successo. Murtagh intanto lo aveva seguito e se non
fosse stato per il buonsenso di non scagliarsi fuori dal bar, sarebbe finito
anche lui per terra.
« Così questa cosa è Roran? »
chiese interessato. « Non l’avevo mai visto da vicino…sai, quando ha affrontato
e ucciso i Gemelli erano parecchio distanti e c’era anche quel mucchio di corpi
che lo nascondeva in parte… »
Eragon si
districò da Roran e balzò in piedi.
« Dammi
una mano a portarlo dentro, invece di studiarlo come fosse una specie rara. »
« Eragon,
Roran è una specie rara… »
Lo trascinarono per le braccia nel bar e si diressero
verso il tavolo preferito Murtagh. Era distante dalle
finestre e dalla folla che rumoreggiava, e si poteva stare tranquilli a parlare
del più e del meno senza che qualche seccatore si interessasse ai fatti tuoi.
Purtroppo però era già stato occupato da una coppietta che festeggiava
l’anniversario di matrimonio. Il cavaliere lasciò andare il braccio di Roran e furibondo si avvicinò alla coppia.
« Questo è il mio tavolo! »
Eragon con il cugino caricato sulle
spalle seguì il fratello per impedirgli di far scoppiare una rissa.
« Dai, possiamo prenderne un altro… » disse vago
guardandosi intorno in cerca di un altro posto libero.
L’unico disponibile era un tavolo in mezzo al bar circondato
da un gruppo di amici che festeggiavano una laurea. Eragon
si volse verso la coppia, gli occhi fiammeggianti.
« Dateci questo posto o farete la fine di questo qui » li
minacciò.
Per rendere tutto più teatrale scaraventò il corpo quasi
esanime del cugino sul tavolo. I due poveri innamorati si alzarono in tutta
fretta e scapparono verso il tavolo al centro del bar.
« E non provate mai più ad
occuparlo! » gridò Eragon.
Prese il palmare che l’uomo si era dimenticato e fece per
lanciarglielo, ma Murtagh lo fermò.
« Che fai?! »
esclamò scioccato. « È un i-phone!
Può sempre tornare utile. »
E se lo infilò in borsa.
Intanto Eragon aveva fatto
sedere Roran su una delle due sedie che accerchiavano
il tavolo.
« Ne manca una… »
Murtagh gli fece cenno di prendere posto
sull’altra e si avvicinò a dei giapponesi poco distanti. Erano tutti intenti a
fotografare in giro, così il cavaliere afferrò saldamente lo schienale della
sedia di uno di loro e gliela tolse da sotto il sedere facendolo stramazzare a
terra. Poi tornò al tavolo.
« Eccomi qua. »
« Bene! Cosa prendiamo? »
Un debole lamento si levò da Roran
e i due cavalieri dovettero avvicinarsi per capire quello che diceva.
« …ci…u…o… »
« Ciuccio? »
« Eddai, Roran, non sei più un bambino! » esclamò Eragon.
« …c…an…uro… » ripetè Roran
« Che? »
chiese Murtagh alzando gli occhi sul fratello
speranzoso che lui avesse capito.
« Un canguro? »
« …n…cia… »
« Ah, un succo d’arancia! »
« Che è?! Il matrimonio ti ha rammollito?
» chiese Murtagh. « Va beh! Cameriere, due Martini e un succo d’arancia. »
Il cameriere, che stava a tre metri dal cavaliere, annuì e
si diresse verso il bancone per consegnare l’ordinazione.
« Contento? »
« Certo che io non ti capisco…del succo d’arancia…poi ti
brucia lo stomaco… »
« Ma che arancia e arancia! Del
cianuro! Voglio del cianuro! Così vado al Creatore e non sto più a sentirvi! » ululò Roran.
Lo sforzo lo prosciugò di tutta la forza rimastagli e il
povero neo Varden si accasciò sul tavolo molto più
vicino alla morte di prima.
Murtagh rimase spiazzato e – finalmente!
– si rese conto che aveva sottovalutato la gravità delle condizioni di Roran. Eragon d’altro canto
scoppiò a ridere.
« Ma dai che dopo ti fa male, Roran! »
Poi si avvicinò al fratello e
gli sussurrò all’orecchio: « Ma guarda te, ‘sti contadini. Non capiscono niente di alcolici. »
Murtagh
tacque, indeciso tra il credere a Eragon o il
prenderlo a schiaffi per la sua idiozia. In quel momento arrivò il cameriere e
portò l’ordinazione. I tre bevvero in silenzio le loro bibite…cioè, Eragon e Murtagh bevvero in
silenzio le loro bibite. Poi travasarono il succo d’arancia in un biberon e lo portarono
alle bocca di Roran. Gli
solleticarono le labbra con la tettarella di silicone – a Roran
il gusto del caucciù non piaceva – finché non le schiuse abbastanza da
potercela infilare dentro.
Al terzo giro, finalmente Eragon si ricordò del perché erano lì.
«
Allora? Ce l’hai? »
Murtagh gli
lanciò un’occhiata.
« Me
l’hai già chiesto e ti ho detto di sì. »
« E allora che aspettiamo?! »
« Che
tuo cugino si riprenda! »
«
Nostro. »
« Che? » chiese il maggiore, ma la sua attenzione era da tutt’altra
parte.
Aveva notato che dall’altra
parte del locale c’era una ressa di ragazze adoranti intorno ad un uomo che
tracannava Glen Grant.
« È nostro cugino. »
« Io mi disimparento, se
continua così » disse tornando a guardare il fratello. «
Allora, che hai intenzione di fare? »
« Intanto ci riprendiamo dal viaggio, poi potremmo uscire
dalla città di nascosto, e anzi ho portato un travestimento per te… »
« Io da Darth
Maul non mi travesto! Che poi finisce male. »
« Sì, sì, come vuoi. »
Eragon mise il broncio e si volse
dall’altra parte. In quel momento Roran si riprese e Murtagh gli si avvicinò.
« Senti, ma fa sempre così, o si è
rincretinito quando ha incontrato Saphira? »
« Ma che Saphira
e Saphira! È tutta colpa di Arya…
»
« Altro due di picche? » chiese il cavaliere interessato.
« Macché! Improvvisamente gli si è
dichiarata e Eragon era tutto felice. Il problema è
che poi si è reso conto che è incredibilmente appiccicosa. È per questo che è
single da cent’anni… » disse Roran.
Poi abbassando ulteriormente la voce continuò: « Me l’ha detto Blodqualcosa…sai quella specie di elfo-licantropo blu… »
Murtagh annuì.
« Meglio soli che mal accompagnati,
eh? »
« Già. Non sai quanto mi sia
pentito di aver sposato Katrina! È che fa davvero
paura, quando si arrabbia… »
« Eragon
me l’ha accennato. »
« Poi ora sta sempre con Angela.
Stanno facendo una coperta all’uncinetto per Saphira…
»
« Tuo cugino…mio fratello…insomma,
Spock me l’ha detto. »
« E poi quando il bambino piange di
notte sono sempre io che devo alzarmi per vedere che c’ha. “Io me ne occupo di
giorno e tu di notte” » continuò Roran
imitando la moglie. « Come se io non lavorassi durante
il giorno. »
« È quello che dico anche io » disse Murtagh
per niente interessato alle vicende del cugino.
Quello probabilmente se ne accorse perché smise
all’istante di parlargli e si volse verso Eragon e
prese a punzecchiarlo rinfacciandogli tutte le idiozie fatte in gioventù. Il
cavaliere scosse la testa. Altro che Arya! Era la
vita contadina che faceva quell’effetto!
Si guardò intorno annoiato e quando non riuscì più a
sopportare i racconti sulla gioventù in comune dei suoi due improbabili
compagni di bevuta, si alzò prese le sue borse e li guardò impaziente.
« Andiamo, allora? »
Eragon e Roran
raccattarono le loro cose e si affrettarono a seguire Murtagh
che si era avviato all’uscita.
« Metti sul conto dell’altra volta » lo sentirono dire al
barista.
Quello da dietro il bancone annuì e gli fece un cenno di
saluto. Il cavaliere si fermò sull’uscio e spalancò la porta per lasciar
passare i due sventurati ex contadini. Poi si volse verso il gruppo di ragazze
che lì accanto stava ancora attorniando il tizio col Glen Grant.
« Ci si vede, Alessandro! » lo salutò.
Uscì e raggiunse i compagni. Mentre la porta si chiudeva
si udì provenire dall’interno un’esclamazione sdegnata.
« Ma io sono Michele! »
Commento
dell’autrice
Forse questa è la parte dove potete capire che non sono
pazza del tutto. Comunque!
In molti (per così dire) mi hanno chiesto un seguito a
“Come vennero decise le sorti di Alagaësia o Eragon e Murtagh al bar” e così
li ho accontentati, anche se pensavo di non scrivere un seguito per una storia
così pazza. Anche perché le demenziali non sono il mio forte.
Il punto è che secondo me la parodia non deve
necessariamente essere un susseguirsi di idiozie e prese in giro. Dovrebbe
invece essere una cosa vagamente seria che contiene battute intelligenti. Non
credo di esserci appieno riuscita come la scorsa volta e mi dispiace molto per
questo, un po’ perché i miei standard non sono stati rispettati, un po’ perché
a rimettercene principalmente siete voi, che avete letto questo capitolo.
Passando alle citazioni. Il T-Touch
di Murtagh deriva dal fatto che mio fratello lo
scorso maggio continuava a nominarlo costantemente e quindi mi ha condizionato
un po’ la vita.
Altra citazione è “Star Trek”. Solo
dopo averlo scritto mi sono resa conto che qualcun altro prima di me aveva
tirato in ballo Spock e l’Enterprise in una fan fiction
su “Il Ciclo dell’Eredità”. È una delle mie storie preferite e una parodia che
mi ha fatto ridere fino alle lacrime. Quindi ringrazio Dk86 per la sua splendida storia
“Diario di un cavaliere di riserva” e
per avermi fatto apprezzare almeno un po’ il periodo che Eragon
trascorre tra gli elfi in “Eldest”.
Non è una citazione, ma ci stava lo stesso: Murtagh che dice che vuole dirottare l’aereo. Insomma come
è possibile che negli aeroporti ti chiedano “Scusi, signore, per caso vuole
dirottare l’aereo?”. Insomma solo un deficiente viene a dirti di sì! O no?! E questo vuol dire che Murtagh
è deficiente…Inoltre per un libro Nasuada ha rotto le
scatole con il commercio dei merletti…ci sarà qualcuno che deve trasportarli,
no? La “Consegne espresse di re Orrin
spa”, appunto!
L’i-phone è stato nominato
perché…così. Insomma è l’ultima frontiera del “se non ce l’hai, sei out”, non
poteva mancare, no?
Darth Maul è
l’unico cattivo di “Star Wars” (tranne Anakin per parte del terzo episodio) da essere abbastanza
giovane per essere interpretato da Murtagh.
Ok, poteva interpretare il conte Dooku, ma ve lo
immaginate Murtagh vestito alla
Christopher Lee, un po’ Sith, un po’ Saruman? Inoltre Darth Maul muore tagliato in due da Obi
Wan, quindi…
Tornando alle cose serie.
Ringrazio chi ha recensito la prima parte di questo storia per aver apprezzato il delirio di una pazza, e
in particolare:
ayay, spero che apprezzerai anche questa “parte seconda”. Come
mai quasi ti commuovevi?
stefy_81, spero di non aver deluso le aspettative che avevi per il seguito.
Bilu_emo, sono contenta che ti sia piaciuta tanto. Come ho già netto, non
pensavo di riuscire a scrivere una parodia, tanto meno se demenziale. I miei
generi sono più che altro quello romantico e quello fantasy. Mi trovo molto più
a mio agio…ma sono felice che il mio esperimento abbia dato buoni frutti. Spero
ti divertirai ancora.
Nelithen, il povero Murtagh…speriamo che Paolini non
ce lo faccia finire male. L’eroe che si redime è sempre stato un must delle storie fantasy ed eroiche. Anche perché quando
un personaggio sparisce dalle serie io mi scoraggio e non ci fantastico più.
Non potrei mai tirar fuori un personaggio morto in una fanfiction
a meno che non si tratti di un AU. Spero che Murtagh
non ti deluda!
Nahid,
davvero, non ti aspettavi la dedica? Era di dovere per una che l’ha promossa da
“delirio da nascondere” a “delirio da pubblicare”! Comunque presto o tardi (credo molto tardi)
arriveremo a dedicarci capitoli alla velocità della luce (e a buona intenditrice
poche parole)! Inutile augurarmi che le tue speranze abbiano trovato conferma,
tanto l’hai letta in anteprima…
DreamGirl91, chissà che cosa accadrà tra Nasuada e Murtagh…al momento in cui scrivo i ringraziamenti non lo so
nemmeno io (per la cronaca, questo accade quasi due mesi fa). Secondo me invece
Eragon ha qualche speranza con Arya
[seguono spoiler sul terzo libro] soprattutto per come si comportava su “Brisingr”. Spero che tu non sia rimasta delusa. Quanto a Islanzadi…siamo fortunati che Arya
non sia come sua madre!
Skaky Drastez,
spero che Murtagh ti piaccia anche in questo seguito.
Torno a ringraziare quanti hanno letto la mia prima
sciocca storia e ringrazio chi ha deciso di darmi una seconda chance. Se voi
non ci foste, sarebbe stupido scrivere fan fiction.
A presto, spero. Baci,
Chiara.
10 dicembre 2008 – 28 febbraio 2009
PS: questo capitolo è dedicato a tutti voi. In particolare
a Nahid, che è sempre disponibile a darmi un giudizio
in anteprima, e agli utenti del forum Gedwëy Ignasia di forumfree, che
continuavano a chiedermi a gran voce il seguito e che si sono zittiti dopo aver
capito che ci avrei messo un’eternità ad accontentarli. Scusate!!!