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Autore: Queen_V_Introspective    22/11/2015    6 recensioni
Sequel di “Miedo a Perderte”
Alcune volte capita di smarrire se stessi: A causa di un lungo viaggio,
A causa di un rapporto difficile,
A causa di una separazione forzata o ad un'amnesia.
Il percorso per ritrovarsi talvolta si presenta lungo, doloroso e tortuoso.
Ma non sarà né il tempo, né un viaggio in un’era diversa, né la mancata memoria a causa di un maleficio a dividere ciò che l'amore unisce.
“L’odio è potente, ma mai quanto l’amore. Namunah gli ha cancellato la memoria, ma non ha nessun potere sui suoi sentimenti. Il tuo amore è più forte del suo sortilegio. Se riuscirai a riaccendere in lui l’amore che vi unisce l’un l’altra vedrai che ti riconoscerà.” (Miedo a perderte cap.18)
||AGGIORNAMENTO STORIA:Mercoledì||
Ringrazio Spirit99 per la disponibilità, la gentilezza e l'accuratezza nel revisionare tutti i miei testi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Akai Ito'
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***
Capitolo 1
Una scelta difficile.

***

 

Akane rimirava silenziosa le foglie d’autunno che, smarrite, lentamente cadevano dagli alberi.

Lei si sentiva esattamente come quelle foglie dopo tutto quel trambusto: smarrita.

Una pioggia di colori morti investiva le strade di Nerima, il sole ogni tanto faceva capolino illuminando le strade con i suoi flebili raggi di tanto in tanto, dispettoso, si celava birichino, dietro il grigiore di quelle nuvole soffici. Erano trascorse diverse settimane da quando era rientrata a casa, da quando tutto era di nuovo al suo posto, da quando loro finalmente erano riusciti a salvarsi e a riappropriarsi della propria vita.

Eppure era tutto così strano, nuovo ai suoi occhi.

Per lei quella non era più la sua realtà, la sua vera vita era intrappolata in quel viaggio durato anni, alla ricerca di sé stessa e del suo amore perduto. Per ritrovarsi lì, in quella dimora così vuota senza di lui, aveva rischiato tutto per quell'amore eppure lui aveva deciso di partire e di lasciarla da sola, ancora una volta. Non sapeva più chi fosse, “percepiva solo un affetto profondo in cuor suo” o almeno queste furono le sue parole non appena rientrarono da quel viaggio assurdo.

Non l’amava, questa era l’amara verità.

La sua storia l'aveva ammaliato, incantato, e si era offerto di aiutarla poiché era stata in grado di smuovere il suo cuore che Namunah aveva gelato e oscurato, però non provava alcun sentimento verso la giovane; se non quello di profonda gratitudine per averlo salvato dalla sua maledizione, da quel mondo stravagante e da tutto quel dolore.
Sentiva di non appartenere a quel posto, né di avere niente in comune con la ragazza o con quelle persone che affermavano di essere i suoi familiari. Aveva smarrito sé stesso in quel viaggio, tanto da non riconoscere nemmeno più il suo stesso padre.

E lei lo aveva percepito, era smarrito in quella casa, aveva gli occhi spenti e sempre melanconici. Lui era lì solo perché obbligato verso Akane, per riconoscenza e si sforzava di continuo per fingere di stare bene e di adattarsi a quella realtà, alle persone e alla situazione, perché gli avevano raccontato che quella era la sua vita, per lo meno lo era prima di partire per quel viaggio sul monte Hooh, che aveva mutato tutto. E così, non tollerando più la vista di quell'estraneo al posto del suo amato, aveva deciso di lasciarlo andare.

Una scelta difficile.

Non aveva fornito spiegazioni sulla partenza improvvisa del giovane, nessuno era al corrente del motivo, né il perché di quel viaggio affrettato organizzato così su due piedi. Avevano solo notato che fosse rientrata nel Dojo, mentre Ranma si allenava e dopo qualche ora entrambi, con aria di sufficienza, in sincrono si erano diretti nelle rispettive camere. Dopo un bel po' di tempo, il ragazzo era sceso e aveva comunicato a tutti che a breve sarebbe partito per un lungo ed intenso viaggio, senza esser certo di quando e se avrebbe fatto ritorno. Voleva fortificarsi e imparare nuove tecniche di combattimento, o per lo meno questa era la motivazione che aveva fornito. Nonostante tutti fossero stupiti avevano accettato di buon grado la decisione del giovane.
Eppure vi era qualcosa di celato nelle parole di Ranma o in quegli atteggiamenti di Akane, freddi e distaccati. Non si era degnata minimamente di salutarlo nel momento in cui il giovane si era allontanato dalla dimora, né tanto meno aveva presenziato il giorno dopo in casa se non per i rispettivi pasti.

Aveva continuato così per settimane, Nabiki, Kasumi e Ukyo avevano provato a comprendere quale fosse il reale motivo del suo comportamento ma non vi era alcun verso per riuscire a carpire i motivi che avevano spinto entrambi i due giovani ad allontanarsi.
Man mano che il tempo trascorreva, Akane con molta fatica aveva ripreso tutte le sue abitudini, presenziando piuttosto spesso alle attività del Dojo, in casa e in altre faccende.
Tutto appariva tranquillo, le cose stavano man mano ritrovando il loro posto, il tempo aveva ripreso a scorrere, lento ed inesorabile. Forse questa era la cosa peggiore: lo scorrere lento delle ore.
L’agonia, l'angoscia e la morte dell'anima era proprio quel ticchettio dell'orologio che segnava ore, mesi e forse anni. Più trascorreva e più la ferita si apriva, più i giorni volavano via e più divenivano lunghi, creando un divario enorme tra i due giovani.
Perché anche se lei cercava di celare la sua sofferenza, sul suo viso vi erano i segni del dolore causato da quelle distanze forzate, e per quanto potesse amare il giovane Saotome, la delusione stava distruggendo il sentimento che la legava a lui.
Ma non poteva far altro che accettare ed andare avanti. Era terribilmente stanca, aveva voglia solo di ricominciare a vivere per quanto difficile potesse essere, e lei ci stava provando, soprattutto lo stava facendo senza di lui.
Non si può costringere qualcuno ad amarci, o costringerlo a restare al nostro Fianco. Bisogna lasciare andare le persone, lasciarle libere di scegliere ciò che realmente desiderano. E lei aveva fatto esattamente questo, l'aveva lasciato libero di percorrere la propria strada, nonostante tutto, consapevole del fatto che forse non sarebbe mai più tornato indietro, ma quando ami qualcuno sei disposto a qualsiasi cosa pur di renderlo felice.
Come poteva legarlo a lei? Come poteva anche solo ipotizzare di obbligarlo ad amarla? Era assurdo!
Non avrebbe mai potuto perdonare se stessa semmai avesse anche solo formulato una tale assurdità!

Lui doveva restare non perché lei lo volesse, ma perché il suo cuore lo desiderava.

E nel momento in cui il suo cuore aveva scelto di andar via, anche se aveva percepito un dolore lancinante nell'anima, aveva sorriso e gli aveva augurato buona fortuna.
Perché quella era la decisione più opportuna, era stata forse la più difficile di tutta la sua vita, ma era sicuramente la scelta giusta.




 
 
***

 
Dodici mesi dopo.


 
Dodici mesi che Ranma è andato via, a volte guardandomi dentro percepisco solo il vuoto… è come se non sentissi più niente, come se non fossi in grado di percepire più dolore o di provare una qualsiasi emozione. Spesso il quesito che mi pongo è: cosa mi sta accadendo? ma non so darmi alcuna risposta. Da quando quel giorno è entrato a far parte della mia vita in modo irruente e forzato, io non ho smesso un attimo di pensare a lui, di contare su di lui, di affidarmi a lui. Peccato però che non sia servito a molto, lui ha scelto una strada diversa che ci ha separato. Forse è giusto così, forse il destino o i Kami hanno già scelto per noi, tutto è già stato deciso.
Non possiamo opporci al nostro fato, né combatterlo, ma possiamo accettare il suo volere e soprattutto andare avanti.

Anche se il cuore duole, se la ferita giorno dopo giorno dilaga, si può fare ben poco, dobbiamo imparare a conviverci ed attendere che tutto finalmente svanisca.

Eppure mi chiedo spesso dove sia, cosa stia facendo o se pensi un po' a quel noi; poi ricordo esattamente la sua espressione quando gli ho detto che doveva andar via se voleva ritrovare sé stesso perché aveva smarrito il suo io: d’improvviso quegli occhi di un blu profondo, tristi e vuoti, in cui sono annegata un milione di volte hanno ripreso a vivere; e lì ho compreso che sono annegata forse per un’ultima volta in quel profondo oceano di sentimenti. Così, ho deciso, sì, perché lui non ne sarebbe mai stato capace, mi ha salvato ed io ho salvato lui come sempre. Non avrebbe potuto abbandonarmi, in fondo anche se non rimembra nulla una parte di lui è ancora la stessa, una piccola parte di lui è ancora qui insieme a me.

Qualcuno potrebbe darmi della sciocca, potrebbe pensare che io abbia preso una decisione folle, ma tutti stanno errando. Io, ho solo lasciato libero in modo del tutto disinteressato un uomo dalla sua prigione. Gli ho lasciato libero arbitrio, lui e nessun altro avrebbe dovuto decidere né avrebbe potuto farlo al posto suo, e se lui ha scelto di partire, allora è la scelta opportuna.
Perché non è la scelta giusta, non lo sarà mai, il suo posto è qui accanto a me, lo è sempre stato; ma non posso obbligare qualcuno ad amarmi, o anche solo a rimirarmi con lo sguardo spento e la mente altrove. Non avrei potuto sopportarlo, non ci sarei mai riuscita e forse non accadrà mai.
Preferisco sapere che lì fuori, in un posto del mondo a me sconosciuto c’è qualcuno che probabilmente prima o poi si risveglierà dal suo intorpidimento, che il suo cuore finalmente ritorni a battere per me.
Perché sì, io ci spero ancora e forse lo farò sempre.
Il genio aveva ragione: l'odio è potente ma mai quanto l’amore.
 

 
***

 
 
Ed eccomi qui, è trascorso esattamente un anno da quel giorno.Quante cose sono cambiate nella mia vita... amori, famiglia e ideali.
Ho viaggiato a lungo, forse in modo disperato alla ricerca di un qualcosa che speravo con tutte le mie forze di rimembrare o ritrovare, ma che non ho trovato.

Forse non lo troverò mai.

Non si possono “cercare o ritrovare” i sentimenti, quelli li proviamo e basta. Non si può obbligare il cuore ad amare qualcuno, né tantomeno possiamo illudere qualcuno che saremo in grado di farlo. Forse Akane starà soffrendo, sicuramente la causa sarà solo mia, prima o poi troverà qualcuno in grado di amarla veramente. Io ne sono certo!
Mi dispiace sul serio che lei creda fermamente che io sia Ranma Saotome, che tutti ne siano convinti e soprattutto che si aspettino così tanto da me. Io, in cuor mio sento sempre e solo di essere Alahdin catapultato in un universo a me sconosciuto, con individui che affermano tante cose che riguardano un mio ipotetico passato nella quale io non credo. Forse sarà anche vero, forse ho smarrito me stesso in quel presunto viaggio, io, purtroppo, non potrò mai venirne a conoscenza finché la mia amnesia non svanirà. Ho sperato a lungo di ritrovare me stesso; ho cercato negli angoli più reconditi della mia mente, del mio cuore o della mia anima, ma ahimè ho trovato solo il niente.

È come se ci fosse un muro impossibile da abbattere.

Un muro indistruttibile tra me ed il mio passato che non viene giù e per quanto io ci provi, per quanto io mi sia sforzato, non ho ottenuto alcun risultato.
Mi ritrovo a vagare senza meta, da solo, in questi luoghi anonimi, ho esplorato gran parte del globo terrestre in un solo anno alla ricerca di qualcosa che non c’è.
Alla ricerca di una risposta ai miei tanti quesiti, che non arriva e forse non arriverà mai.
Sono diventato più forte e più abile, questo viaggio, l'ennesimo della mia vita, mi ha davvero messo a dura prova. Sono stanco di viaggiare, di cercare e forse anche di sperare. Vorrei solo riposare, chiudere gli occhi e non percepire altro, non avvertire più questo vuoto che tormenta maligno la mia anima giorno e notte.

 

 
***
 


 
Oggi il cielo è cupo, non riesco a comprendere perché Akane sia così gelida, distaccata, vorrei poter fare qualcosa per aiutarla… ma cosa? Non so in quale modo agire
Era tutto più facile quando ero un piccolo porcellino, quando di notte stretto al suo petto le consentivo di sognare con serenità. Io e Ukyo abbiamo tentato di lasciarla dialogare, per comprendere cosa possa averla spinta ad accettare la partenza di Ranma, ma non vi è stato verso.

È sempre la solita testarda, cerca di risolvere i suoi problemi sempre da sola, senza accettare l’aiuto di nessuno. Eppure lei ha bisogno d'aiuto, lo leggo nei suoi occhi colmi di dolore, disperazione o frustrazione.
Tutto questo l'ha cambiata, anzi ci ha mutato…  Quel principe viziato ha giocato con le nostre vite, si è divertito a raggirarci, ad usarci come marionette a suo piacimento. Ha distrutto la nostra esistenza, ed ora la fatica è immensa per ricostruire i cristalli andati in frantumi.

Tutti quei piccoli frammenti di noi stessi sparsi in giro per l’universo, in cui ognuno ha perso e ritrovato qualcosa. Gli unici però a fare i conti con questa dura realtà, coloro che hanno pagato il prezzo più alto sono stati loro: Ranma e Akane.

Il destino ha voluto che la loro storia, oltre ad iniziare forse nel peggiore dei modi, tra astio reciproco di entrambi, i pretendenti di Akane di cui, ahimè, anch'io un tempo ero tra i tanti, o le tante corteggiatrici di Ranma, a cui lui non ha mai messo un freno, hanno quasi distrutto quel rapporto speciale che li ha uniti. In fondo si sono amati dal primo istante in cui i loro occhi hanno avuto il piacere e la fortuna di incrociarsi.
Tutti siamo consapevoli che il filo rosso del destino unisce quei due. Certi amori fanno giri immensi e poi ritornano(1) e mi auguro che anche per loro accada questo, magari non è tempo per loro(2), non ancora, c’è dell'altro che li completa e che entrambi ignorano o hanno semplicemente ancora bisogno di cercare.

L'attesa però, è quella che danneggia entrambi, di lui non ho avuto più notizie, mi basta osservare Akane per capire cosa questi lunghi anni di sofferenza stiano causando.
Loro hanno pagato più del dovuto quel conto salato, forse dovrei essere arrabbiato con Ranma, in fondo è a causa sua se siamo finiti in quel pasticcio. Lui e la sua stupida mania di voler liberarsi della sua maledizione!
Avrebbe dovuto impedire ad Akane di seguirlo, avrebbe dovuto tacere, partire in silenzio e fingere, così Safulan non avrebbe creato intralci e loro ora sarebbero felicemente sposati.
Poi ripenso al fatto che Safulan non avrebbe fatto distinzioni e magari al posto di Akane avrebbe rapito Shan-Pu, Mousse, me o qualcun altro tra i presenti.
E noi non saremmo rimasti inermi, non avremmo mai potuto abbandonarli nelle sue grinfie, quindi non sarebbe cambiato nulla. Non possiamo imputare nulla a Saotome, non è colpa sua… la colpa è di tutti che egoisticamente abbiamo pensato solo a noi stessi e a nessun altro. Ed ora ecco che proprio loro, quei due fidanzati un po’ insoliti, legati da un sentimento profondo, sono distanti chilometri.

Io non credo che il loro filo si sia spezzato, no, non è possibile.

Il filo non si spezza mai, il filo o c’è oppure no, ma quando c’è resiste a tutto.

E loro resisteranno ancora, lo so, io lo sento.

Sin dalla nascita siamo destinati a qualcuno e niente e nessuno può rompere quel legame.


 
La leggenda del filo rosso “赤い糸 (akai ito) del destino, è una credenza molto diffusa in Giappone, che si rifà a un’antica leggenda cinese.
La leggenda narra che ognuno di noi nasce con un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra.
Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati: il grande amore, per gli occidentali l’anima gemella.
Le due persone così unite, sono destinate a incontrarsi, non importa il tempo che dovrà passare, le circostanze o le distanze che le separano.
Perché, il filo rosso, sarà lunghissimo e fortissimo e non si spezzerà mai.
Sarà lo stesso destino a tenerlo saldo e unito finché esse non s’incontreranno.





 
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© Credits
(1) La frase sopra citata non mi appartiene, essa è stata tratta dal singolo di Antonello Venditti "Amici Mai" senza fini di lucro.
(2) 
La frase sopra citata non mi appartiene, essa è stata tratta dal singolo di Luciano Ligabue "Non è tempo per noi" senza fini di lucro.

Tutte le frasi o i riferimenti tratti dalla leggenda del destino sono stati estrapolati da svariati siti sul web senza alcuna finalità di lucro.


 
 
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Note dell'autrice.
Salve a tutti, come promesso, ecco il sequel della mia prima long "Miedo a perderte".
So di aver tardato nella pubblicazione purtroppo gli impegni e un blocco temporaneo non mi hanno permesso di postare prima. Sono felice di poter condividere con voi nuove emozioni, chiedo venia per non aver rispettato alcune regole temporali e verbali, purtroppo per adattare al meglio la storia ho dovuto in questo primo capitolo agire in questo modo, vi assicuro che dal secondo capitolo in poi la storia seguirà una direzione unica e quindi non vi saranno due tipi di narrazione o tempi verbali. Per adesso il raiting è arancio, ovviamente man mano che procederò con la stesura dei capitoli finali deciderò dal loro contenuto se sarà opportuno o meno variare raiting, in ogni caso verrete avvisati tutti. Ho optato di utilizzare l'asterisco per separare i POV di ogni personaggio, qualora non riusciste a distinguere il personaggio che narra basta informarmi della situazione e provvederò ad inserire i rispettivi nomi. Ringrazio la mia affettuosissima Beta-Reader Spirit99 per aver revisionato ancora  i miei testi, per la sua impeccabile presenza ed il suo impegno eccellente svolto con professionalità ma soprattutto con passione ed amore. Ringrazio in anteprima i lettori silenziosi, coloro che (Se ne avranno piacere ovviamente) inseriranno la mia fanfiction tra le Preferite/Seguite/Da Ricordare e i recensori. Chiedo venia per eventuali errori, o qualora qualcosa non fosse chiara non esitate a contattarmi, provvederò subito a correggere, qualsiasi vostra opinione negativa o positiva che essa sia se fatta con criterio ed educazione è sempre ben accetta. 
Infine Ringrazio le mie care Ladies.

La storia verrà aggiornata ogni Domenica.


Buona lettura con Affetto,
Annalucia.



 
© Disclaimer. Tutti i personaggi sono tratti dal Manga/ Anime Ranma 1/2 essi non mi appartengono, la sua autrice originale è Rumiko Takahashi e le case editrici che pubblicano le storie di Ranma 1/2  nei vari paesi. 
Essa non è scritta a scopo di lucro.
 
 
 
   
 
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