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Autore: DARKOS    22/11/2015    1 recensioni
Roxas era ormai al terzo anno della Twilight Town University, l’accademia di prestigio della regione. Ormai un “veterano”, era anche la celebrità del campus: la storia di come avesse trionfato sul Consiglio Studentesco e sull’utopia di Xemnas neanche due anni addietro era ormai leggenda e tramandata a tutte le matricole. E come ogni leggenda, anche paurosamente gonfiata: lo stesso Roxas aveva addirittura sentito una versione secondo la quale lui aveva affrontato da solo tutti i tirapiedi di Xemnas in dieci diverse prove di abilità, per poi battere il capo stesso con eleganti mosse di judo. Non poté trattenersi dal ridere, primo perché lui non conosceva nemmeno il judo, secondo perché di sicuro non aveva fatto tutto da solo: era solo grazie ai suoi amici che se l’erano cavata.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Esiste una regola non scritta nel mondo dello spettacolo: se uno show, o un film, ha riscosso successo, il sequel è dietro l'angolo. Di conseguenza, che la mia serie più seguita, Nobodies University, ricevesse una "seconda stagione" non coglie totalmente alla sprovvista. Ovviamente non è dovuto solo a quello: per quanto possa sembrare strano che me lo dica da solo, la prima serie di NU mi è piaciuta così tanto da avermi conquistato come nessun'altra, e quindi meditavo di proseguire. Ciò che mi auguro di non fare è realizzare la seconda parte di questa regola, e cioè che il sequel è, nella maggior parte dei casi, di qualità parecchio inferiore rispetto all'originale. Mi sa che ho parlato anche troppo... detto questo, a chi ha già letto la NU auguro una piacevole riscoperta dei nostri vecchi amici, e ai nuovi arrivati porgo un caloroso benvenuto e invito di andarsi a recuperare la prima parte di questa storia, giusto per avere le idee chiare. Buona lettura!

NOBODIES UNIVERSITY- SECONDA SERIE

Era una pigra mattinata di inizio Ottobre, di quando l’ombra dell’estate e delle vacanze aleggia ancora per le strade e l’autunno si avvicina alla città con la stessa lentezza e svogliatezza degli studenti alle aule. Chi ha passato i mesi precedenti con gli amici a divertirsi, chi a studiare febbrilmente per un qualche esame, e chi ha fatto tutte e due le cose.
“E quindi, abbiamo ottenuto il Cristallo Tranquillo e la Pietra Mithril… e mescolandoli a loro volta otteniamo cosa? …sì?”
“Un Cristallo Mithril, professore.”
“Esattamente! Bravo, Roxas.”
Roxas era ormai al terzo anno della Twilight Town University, l’accademia di prestigio della regione. Ormai un “veterano”, era anche la celebrità del campus: la storia di come avesse trionfato sul Consiglio Studentesco e sull’utopia di Xemnas neanche due anni addietro era ormai leggenda e tramandata a tutte le matricole. E come ogni leggenda, anche paurosamente gonfiata: lo stesso Roxas aveva addirittura sentito una versione secondo la quale lui aveva affrontato da solo tutti i tirapiedi di Xemnas in dieci diverse prove di abilità, per poi battere il capo stesso con eleganti mosse di judo. Non poté trattenersi dal ridere, primo perché lui non conosceva nemmeno il judo, secondo perché di sicuro non aveva fatto tutto da solo: era solo grazie ai suoi amici che se l’erano cavata.
“Roxas!” Una voce familiare lo indusse a voltarsi. Xion riusciva sempre a capitare a fagiolo.
Roxas accolse la fidanzata con un largo sorriso. “Ehi! Hai finito le lezioni?”
“Circa un’ora fa” rise lei. “Merlino non si sentiva bene, e quindi abbiamo finito prima. D’altronde è in età pensionabile, anche se non vuole andarci. Mio padre dovrà costringerlo… ah già! Ti cercava, vuole vederti nel suo ufficio!”
“Il Rettore vuole vedermi?”

Roxas aveva già incontrato il Rettore Ansem in molte occasioni. Quasi quotidianamente anzi, visto che usciva con la figlia già da un anno. Era però la prima volta in tanto tempo che veniva convocato in modo ufficiale, per giunta durante le ore di lezione: c’era qualcosa sotto.
Ansem lo accolse con calore e lo pregò di sedersi. Poi, come i suoi due figli, attaccò a parlare senza fare troppi giri di parole: “Certo ti chiederai perché ti abbia mandato a chiamare. Nulla di grave, tranquillo.”
“Oh, bene. Iniziavo a pensare che fosse chissà cosa.”
“Non ho detto che non fosse importante. Roxas, conosci i Campionati?”
Certo che Roxas li conosceva. I Campionati Hikari d’Intelligenza, conosciuti anche come Campionati o CHI, erano una tradizione secolare, che vedeva competere gli studenti e studentesse d’élite delle sette università più prestigiose in varie discipline, il tutto ad altissimo livello. Erano LA competizione per eccellenza, frequentata dai geni di tutto il Paese e dintorni, e l’accademia vincitrice di più gare avrebbe di sicuro ricavato fondi e numerose richieste d’iscrizione per i cinque anni a venire, che erano giusto l’intervallo di tempo tra un’edizione e l’altra.
“Si terranno quest’anno, alla fine del primo semestre. E vorrei che tu vi prendessi parte.”
Per poco il ragazzo non cadde dalla sedia. “Io? Ai Campionati? Impossibile!”
“Tu dici? Dovresti smetterla di pensare a te stesso come una matricola. Sei al terzo anno, e non esagero se affermo che sei anche lo studente più brillante del campus. I tuoi risultati parlano da soli.”
“Sì, ma… di sicuro c’è gente più adatta.”
“Oh, gli elementi validi non mancano. E non pretendo mica tu vada da solo, ovvio! Non sai fare tutto. Anzi, scegli tu chi portare, mi fido di te. Ti dico solo che ovviamente puoi rifiutare se vuoi, ma mia figlia mi ha già comunicato di voler partecipare, e non serve essere un indovino per sapere cosa si aspetta da te.”
Già, Xion non faceva mistero dei suoi desideri. Non che fosse crudele o dispotica: ma i due anni passati avevano conferito più sicurezza alla timida matricola, che ora era una ragazza piuttosto vivace. A Roxas non dispiaceva, non del tutto almeno, ed era comunque felice per lei. Tuttavia, sapeva di dover accettare il suo destino.
“Comprendo benissimo, signore: e accetto. Mi permetta solo una domanda, se posso… e Xemnas?”
Ansem assunse il cipiglio severo che mostrava ogni volta che si parlava di suo figlio.
“Anche se la sua riabilitazione procede a ritmo sostenuto, non penso un evento simile gli farebbe bene: in più, non essendo stato propriamente bocciato, le altre scuole potrebbero sostenere che non è più ufficialmente uno studente, e creare problemi.”
Continuarono a discutere dei Campionati e di eventuali preparazioni, finché divenne ovvio che Ansem non poteva ignorare oltre i propri doveri. Roxas fece per andarsene, ma gli era venuta in mente una cosa.
“Signore, prima che vada…”
“Sì, Roxas?”
“Bisognerà informare il Presidente del Consiglio di tutto ciò.”  
Il Rettore sospirò. “È proprio necessario, vero? Sii gentile, parlaci tu: confesso di non essere portato a gestire le donne.” Non era propriamente un segreto. Mentre Roxas usciva dallo studio, Ansem mormorò ancora: “E tuttavia pare che le donne della mia famiglia abbiano un debole per chi gli è succube.”
Il ragazzo chiuse la porta. ‘Chissà cosa intendeva dire’ pensò, mentre senza dire nulla si lasciava guidare docilmente da Xion che lo aspettava fuori dalla porta, senza neanche chiedergli se avesse accettato o meno.

“E perché dovrei dirglielo io? La faccenda riguarda te!”
“Perché è la tua ragazza, non la mia!”
Luxord si accasciò sul letto e acconsentì. “E va bene! E va bene! Le parlerò io! È solo che tende a diventare aggressiva quando ci sono cose che non può controllare. E io ci andrò di mezzo.”
“Ma tu non hai colpe.”
“Parli come se non conoscessi Larxene da due anni, amico mio. Dirà che avrei dovuto… che so, infiltrarmi nella mente del Rettore e sapere tutto con largo anticipo, o robe del genere. Sul serio, speravo che diventando Presidentessa si sarebbe saziata del controllo, ma l’ho ampiamente sottovalutata.”
Larxene aveva presentato la propria candidatura all’inizio del secondo anno, in modo improvviso e inaspettato. La strategia non le mancava: sfruttando il fatto di essere sia Miss Campus che parte degli ormai amatissimi Nobodies, aveva colto tutti di sorpresa e annientato la concorrenza. Il suo primo atto da Presidentessa fu quello di abolire Miss Campus e quindi detenere il titolo a vita; il secondo quello di rifiutare un posto nel Consiglio a Luxord, cosa che Roxas in cuor suo approvava.
Ma a parte alcuni episodi di egoismo come quelli, gestiva l’incarico in maniera esemplare. Ovviamente a nessuno era venuto in mente di candidarsi come suo rivale: ora era Regina anche di nome, oltre che di fatto.
“Certo che questi Campionati devono essere una cosa seria, da come me li hai descritti. Sicuro di farcela?”
“Credo… spero di sì. Il livello è altissimo, ci sono bambini prodigio che vengono preparati solo per quest’evento. Tu vorresti venire?”
“Io? Nemmeno morto! Non vedo l’ora di finire questo dannatissimo terzo anno e filarmela, i due anni in più di Magistrale potete farveli voi teste d’uovo. Per quel che mi riguarda, ho ben altri progetti.”
“Prestidigitazione?” disse Roxas, ben conoscendo l’amore smisurato dell’amico per la magia e i giochi di prestigio.
“Non più, Roxas! Devi aggiornarti! Ora le magie si svolgono non più davanti al pubblico, ma dietro le quinte! Mi specializzerò in effetti speciali!”
“Ah, sì?”
“Sì, anche Larxene è d’accordo, dice che è una buona fonte di reddito e si sposa bene con la mia fantasia e inventiva. E tu? Prima ho detto che avresti fatto la Magistrale, e lo do per scontato, ma hai qualche piano?”
“Non lo so ancora” ammise il biondino. “Xion farà sicuramente la Magistrale, e anch’io… ma non ho nemmeno idea su cosa mi specializzerò.”
“Comprendo. Beh, per ora sei scusato: direi che hai ben altro a cui pensare!”
Roxas gli diede ragione, specie per via di una parte che aveva taciuto a Luxord, un’informazione rivelatagli dal Rettore durante il colloquio.
“Roxas, ascoltami bene: Noi vantiamo il maggior numero di vittorie dei Campionati di chiunque altro, un record secolare. Ma recentemente sono un po’ perplesso. Cinque delle altre università che da sempre prendevano parte alla competizione sono state rimpiazzate da nuove che non avevo mai sentito prima. In più, le università a quanto sembra sono tutte succursali di un’unica fazione. Stai in guardia: la cosa è fin troppo sospetta per essere una semplice curiosità.”
Il ragazzo pensava la stessa cosa, e ripeté il nome di quella fantomatica fazione che possedeva a quanto pareva ben cinque delle università migliori del Paese.
“Foretelling…”

   
 
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