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Autore: always_sheo46    23/11/2015    2 recensioni
"C’era un gioco che gli piaceva fare nei momenti di noia e tristezza, ripensava a quello che aveva sbagliato nel passato e con l’aiuto di un’immaginaria giratempo tornava indietro negli anni per sistemare gli errori: ogni volta ripensa a quel giorno, alla sua partenza, alle sue lacrime, al suo egoismo".
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charlie Weasley, Nimphadora Tonks | Coppie: Charlie/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Si conoscevano da ormai troppi anni, eppure guardandola si sentiva in profondo imbarazzo.
Non era riuscito a sostenere il suo sguardo, abbassandolo prontamente quanto aveva incontrato i suoi occhi.
Si erano conosciuti al quinto anno ad Hogwarts, lui era diventato prefetto mentre lei era solo una piccola peste, erano subito diventati amici. Charlie introverso, a differenza di Ninfadora, estroversa, si completavano a vicenda.
Erano stati inseparabili, fino alla sua partenza per la Romania. Lo aveva ostacolato in tutti i modi, con la gentilezza, l’amore, la testardaggine. Perché in fondo la loro amicizia era diventata di più, si era trasformata in amore.
Pensava fosse veramente la scelta migliore andarsene da lei, allontanarsi. Ora rimpiangeva le decisioni prese, il suo corpo stava urlando alla vista delle mani che una volta stringeva lui, poste fra quelle di un altro, vedeva gli occhi innamorati che un tempo guardavano lui rivolti verso Remus, ricordava le sue morbide labbra sulle sue.
Non riusciva a dimenticarsi i pomeriggi passati alla Tana fra una risata e una tazza di cioccolata calda, la sua preferita. Credeva che la loro amicizia potesse durare in eterno.
“Pensieroso?” la conosceva quella voce.
“Ninfadora!”  era sobbalzato alla sua vista.
“Non ha il permesso di chiamarmi così” disse la ragazza passando ad un rosso accesso.
“E’ il tuo nome”. Si era giustificato il ragazzo.
“Si ma non mi piace e tu lo sai benissimo”. Aveva sorriso e il silenzio li aveva circondati. Si guardavano, a volte Charlie fissava la punta delle scarpe con fare interessato, ma nessuno dei due sembrava volesse parlare di quell’argomento che stava arrovellando il cervello del ragazzo da settimane.
“Come ti sei trovato in Romania?”. Nel suo tono non c’era amarezza o rabbia, solo curiosità. Non si stupì, si stava  parlando di Tonks, non era il tipo litigioso e rancoroso, lei era solare e espansiva, il suo opposto.
“Bene”. Perché non riusciva a parlare? Sentiva solo una fitta all’altezza del petto, come tanti spilli, gelosia pensò. Da quanto tempo non provava quella sensazione, troppo.
Aveva di nuovo abbassato lo sguardo, intento ad arrotolare un filo scucito della camicia attorno all’indice, nella testa vorticavano mille parole e mille discorsi, tutti si concludevano con un  semplice “mi dispiace”.
Solo a distanza di anni aveva capito quando gli dispiacesse averla lasciata ed essere partito, aver perso per sempre la sua amicizia, ma soprattutto il suo amore.
C’era un gioco che gli piaceva fare nei momenti di noia e tristezza, ripensava a quello che aveva sbagliato nel passato e con l’aiuto di un’immaginaria giratempo  tornava indietro negli anni per sistemare gli errori: ogni volta ripensa a quel giorno, alla sua partenza, alle sue lacrime, al suo egoismo.
“Charlie…”
“Tonks, mi volevo scusare, lo so,  sono stato egoista, ho pensato solo a me stesso e ai miei sogni, senza pensare a te e a quel noi che poteva nascere. Non ho mai avuto il coraggio di rinunciare a tutto per l’amore, sono sempre stato un codardo e me ne pento. Non volevo farti soffrire, volevo il meglio per entrambi e lo voglio ancora” l’ultima frase gli bruciò la gola, aveva capito che non era lui il meglio per lei. “Ninfadora, io ti ho sempre amato e continuo a farlo ora… non so cosa mi succede”. Una piccola lacrima era spuntata all’angolo dell’occhio sinistro.
La ragazza per la prima volta era senza parole, stupida dal discorso dell’amico, i suoi capelli variarono dal blu al giallo, infine tornarono del loro colore abituale rosa cicca.
“Charlie, io ti ho perdonato tanti anni fa, mi conosci, anzi mi conoscevi. Sono cambiata, sono maturata e mi sono sposata. Sono cambiate tante cose sa quando sei partito, il mondo è cambiato. Non sai quante volte ho sperato in un tuo ritorno, ma la tua lontananza mi ha fatto crescere, ho conosciuto lati del mio carattere prima sconosciuti e ho capito chi veramente sono e cosa voglio dalla vita. Ci sono state tante novità, l’Ordine della Fenice, il corso per Auror, Remus, il matrimonio e il bambino. Charlie, sono incinta, aspetto un bimbo. Tutto questo però non esclude la tua presenza nella mia vita, ma non nel modo in cui vuoi tu. Un tempo anch’io ti ho amato, ma adesso il mio cuore è per un altro. Spero che tu possa capire”. Aveva parlato tutto d’un fiato, le parole erano venute fuori da sole. Ora era lei a non riuscire a sostenere il suo di sguardo. Si avvicinò al marito toccandosi la pancia.
Charlie la seguì con lo sguardo, non era cambiata in fondo così tanto negli anni, determinata e testarda. Entrò in casa deciso a dimenticare Ninfadora Tonks e qualsiasi altra donna, perché dall’ultimo dialogo aveva capito che preferiva i draghi alle ragazze.


Ho scritto questa nuova storia dopo aver letto ed essere rimasta colpita da questa coppia, di solito io non amo molto che Tonks venga associata con qualcuno che non sia Lupin, mentre questa volta mi ha incuriosito molto. Charlie non viene descritto molto nel libro perciò mi sono ispirata molto alla mia immaginazione. Se la storia vi è piaciuta recensite, se la storia non vi è piaciuta recensite comunque. Sono sempre contenta di ricevere una vostra osservazione (positiva o negativa!!!).

 

   
 
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