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Autore: Alison Cole    23/11/2015    8 recensioni
Pensate ad una ragazza qualsiasi, l'aspetto esteriore non ha molta importanza. Ha una migliore amica, un fratello e una madre strana e leggermente iperprotettiva.
Una vita normale. E fin qui, nulla di particolare.
Ma, se entrando in una pasticceria scoprisse che i suoi dipendenti allo scattare della mezzanotte si trasformassero in mostri assettati di sangue a causa di una maledizione e, per dei motivi ancora ignoti, di esser dentro a questa faccenda più di quanto lei stessa sperasse, cosa pensereste?
Beh, poiché la ragazza in questione sono io, penso di aver una gran SFIGA.
Ci mettiamo di mezzo anche un paio di affascinanti stolker e uno psicopatico megalomane e siamo a cavallo.
Sono Roxanne, una ragazza normale con una vita decisamente anormale.
"Cosa era quella... COSA?!"
"Esci dalla mia testa, dannazione!"
"Io ho ucciso molte persone innocenti... non vorrei tu fossi la prossima"
"Invece di blaterare che ne dici di morire? Non sei mica un boss finale di Kindom Hearts!"
Tutti hanno segreti da nascondere. Io sono alla ricerca della verità.
Ma voi... siete sicuri di volerla scoprire?
***
Salve a tutti! Questa è la prima FanFiction da me pubblicata in questa sezione! ^^
Siate magnanimi ahah
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Curse- La Saga delle Maledizioni'
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Chapter One
​Gray Morning


"Non capisco perché il destino, ogni volta che inventa una sfiga nuova, 
la testa subito su di me."
-Cit.

 

Probabilmente se esistesse un metodo per rendere la notte interminabile, l'avrei già trovato e eseguito da anni, evitando così di dover costringere il mio corpo ad alzarsi all'alba per raggiungere quella che la gente comunemente definisce scuola.
Do un'occhiata alla finestra nascosta appena dalle bianche tende di seta.
Il sole sta sorgendo e le sei del mattino scattano nel display dell'orologio digitale poggiato sul comodino affianco al mio letto, il quale è coperto da un lenzuolo blu cielo.
Con una scrollata di capo e un sospiro di insofferenza mi appresto a dirigermi in bagno per prepararmi.
Roxanne Hope Harmon è una diciassettenne frequentante il dodicesimo anno nel liceo del suo distretto, la sua media è del 9,9 e odia la gente e le folle.
Ah, questa sono io.

La mia fobia è nata a circa l'età di 7 anni, anche se l'evento che mi ha tanto traumatizzato sembra essersi nascosto attentamente nelle profondità della mia memoria, apparentemente irrecuperabile.
So semplicemente di essermi risvegliata in ospedale, ferita e senza alcun ricordo dell'accaduto.
Mi controllo allo specchio dopo aver passato la matita nera nell'interno occhio, dato un po' di volume alle ciglia col mascara e applicato un lucidalabbra rosso ciliegia: con sguardo critico guardo i grandi occhi castani quali sono i miei e i lunghi capelli ramati, provvisti di qualche ciocca rosso fuoco, che scendono sinuosamente fino alla curva del fondo schiena.
Faccio la linguaccia alla mia immagine riflessa nell'ampio specchio del bagno e,tornata in camera, infilo velocemente il top senza maniche verde acqua, i jeans aderenti sdruciti neri e la giacca di pelle a maniche corte, completando il tutto con le Converse del medesimo colore del top. Sistemo “benissimo” le lenzuola e, preso lo zaino nero con la stampa a teschi, mi precipito giù per le scale a chiocciola dirigendomi in cucina.
Saluto mia madre schioccandole un bacio sulla guancia e scompiglio le rosse ciocche del mio “fratellino” di 15 anni, che risponde abbracciandomi e borbottando un -'Giorno, Ro-.
Sorrido, per poi infilarmi in bocca un biscotto e affrettarmi a raggiungere la fermata del bus.
Abitiamo all'ultimo piano di un grattacielo appena fuori il centro città, in una zona abbastanza tranquilla e poco trafficata. Mio fratello Nico frequenta il decimo anno e non è per niente socievole.
Fa molta fatica a legare o semplicemente a parlare con gli altri e tende a essere abbastanza scontroso con gli sconosciuti. Non che dialoghi molto con nostra madre, la quale a volte sembra perdere addirittura le staffe.
L'unica persona che si può ritenere amica di Nico è Tim, un ragazzo della sua stessa età che abita nella porta di fronte alla nostra.
Beh, Tim e... io, anche se il nostro rapporto si può ritenere unico nel suo genere: so per certo che mi vuole un mondo di bene e certe volte è addirittura geloso e iperprotettivo nei miei confronti.
Siamo l'uno la spalla dell'altro, in completa sintonia.
Mentre mi sdraio negli ultimi due posti in fondo all'autobus, rifletto che è da un po' che non esco con Nico.
Devo inventarmi qualcosa da fare con lui.

Allungo le gambe occupando la seggiola affianco e lancio un'occhiata al cellulare, controllando la data.
Mancano un paio di settimane al compleanno della mia migliore amica, Khloe, e per quanto riguarda il suo regalo, sono ancora in alto mare.
Sono completamente assorta nei miei pensieri, quando con la coda dell'occhio vedo la lunga chioma bionda di Stacy Smith dirigersi con passo deciso nella mia direzione.
Ci risiamo, penso io, esausta.
Stacy è una ragazza affascinante, piena di carisma e... soldi, con cui pensa di poter comprare tutto...e tutti.
Platinata, riccia, occhi azzurro pastello, alta e slanciata, curve moderate, unghie laccate, trucco impeccabile e vestiti costosissimi... se aggiungiamo che è anche capitano delle cheerleader (Un classico!) e una... dai facili costumi, come mi piace definirla, allora è il tipo di ragazza con cui meno ho a che fare meglio è.
Quando infatti la ragazza dagli occhi cielo aveva proposto alla sottoscritta un mucchio di soldi in cambio delle risposte al test di matematica, avevo declinato l'offerta con un -Se non lo fai da te, non imparerai mai-, mossa dal mio senso di giustizia, guadagnandomi però così il primo posto nella lista nera della riccona.
Non che mi interessasse o mi interessi tutt'ora.
Semplicemente è una seccatura in più.

-'Giorno, Stacy-, l'anticipo sorridendo,-Dormito bene?-
Seguita dalle sue due copie riuscite male, soprannominate dalla qui presente Stacy2 e 3, la bionda si ferma davanti a me con aria truce.
-Spiritosa. Io se fossi in te non scherzerei molto, visto che per quello che è successo ieri non avrai chiuso occhio-, dice, un sorriso maligno stampato sulle labbra.
La guardo con un'espressione confusa.
-Di cosa stai...-, ma vengo subito interrotta dalla riccia.
-Non lo sai?! Povera cara. Come mi duole dovertelo riferire io-, attua, portandosi una mano al cuore, gesto seguito dalle risate delle “copie”.
Stronza.
-Beh... si da il caso che ieri il tuo adorato fratellino abbia saltato le lezioni... di nuovo. E sai, è stato beccato da “qualcuno”, così rischia l'espulsione e...-.
Prima ancora di finire la frase scatto dalla seggiola come una molla, le afferro il polso della mano destra, che prima agitava freneticamente durante la spiegazione, e le rivolgo uno sguardo omicida.
-Tu... cosa hai FATTO?!-.
La bionda mi osserva un attimo interdetta per poi sorridere strafottente.
-Solo il “dovere” della Presidentessa del Consiglio Studentesco-.
D'istinto, stringo ancora di più il polso che tengo saldo nella mia presa.
-Questa giuro che me la paghi- .
-Tsk...-, fa una smorfia di dolore, -Tanto sai perfettamente che la colpa è solo tua. Nico è così solo a causa tua!-
Bingo. Il mio viso da minaccioso diventa cupo.
Libero il polso della bionda e mi ricompongo, tornando a sedermi nella mia posizione iniziale.
-Vattene-, sussurro gelidamente, incredibilmente ascoltata dalla riccia che, dopo un attimo di incertezza, si allontana, andando dalla parte opposta del bus.
Quella strega...
Emetto un verso contrariato e incrocio le braccia al petto con in viso un cipiglio di pura rabbia.
Come hanno potuto Nico e la mamma non avvisarmi di ciò che era successo?! Mi sento tradita, anche se...
Il mio viso si rilassa, assumendo più che altro un'espressione triste, mentre i sensi di colpa tornano a tormentarmi.
Mio fratello è un bel ragazzo: due splendidi occhi grigi, capelli ramati come i miei, un fisico atletico dovuto al nuoto e un sorriso a dir poco stupendo, eppure... è sempre solo, scostante e non ha di certo una ragazza.
E la causa di tutto ciò è strettamente legata all'episodio avvenuto 10 anni fa...
Ne sono certa.

Sensazione? Intuizione? Sensi di colpa insensati?
Forse, eppure ricordo vivamente un bimbo di 4 anni vivace, sorridente e estroverso, bimbo che dopo l'incidente non è più stato.
Tra l'altro nessuno sembra sapere cosa sia successo quella maledettissima sera e l'unica a poterlo scoprire sono io.
Certo, Stacy non si riferiva a “quello”, quando intendeva che era colpa mia, visto che gli unici a conoscenza dell'accaduto sono mia madre, Nico, Khloe ed io, però, involontariamente, ha fatto centro e mi ha ferita terribilmente... come suo solito.

-Roxie-Roxie!-.
Vengo scaraventata con forza sulla Terra dalle più nere profondità dei miei pensieri a causa delle grida di una ragazza.
-K-Khloe! Come te lo devo dire di non urlare come un'aquila!?-, abbasso la voce dandomi un'occhiata intorno.
-Così attiri l'attenzione di tutti-, la rimprovero.

Una ragazza un poco più bassa di me, snella, con luminosi occhi grigi da cerbiatto, vaporosi ricci castani e una spruzzata di lentiggini sul viso sposta le mie gambe e si siede nel posto affianco al mio.
-Uff... Che noiosaa!-, si lamenta lei mettendo il broncio.
D'istinto un sorriso affiora sulle mie labbra, ricambiato dalla mora.
Gli occhi di perla della ragazza saettano un attimo su di me per poi essere spostati in un punto impreciso, in mezzo alla moltitudine di persone che si trovano sul mezzo di trasporto.
-Che succede?-, le domando.
-Niente-, risponde lei di rimando, riportando tutta la sua attenzione sulla sottoscritta.
Arriccia le labbra per un istante e poi sorride pericolosamente.
-Sei libera più tardi?- 


Ali's Note: 
OHAYOO! *saluta energicamente con la manina*
Bevis: Sembri un'ebete... 
Ali: Taci che ti strappo le orecchie da coniglio che ti ritrovi!
Ehm... In realtà non sono sempre così aggressiva ^^"
*silenzio*
Rick: Spero tu stia scherzando...
Ali: Ed ecco la gratitudine verso la vostra autrice ç_ç 
Tornando a noi, questa era più una presentazione, un quadro generale insomma.
Nei prossimi inizierò a dare indizi e poi, SBAM, colpo di grazia u.u
Blake: Ma se riveli tutto che effetto sorpresa è?
Ali: ....taci, piccoletto u.u
Blake: Hai solo un anno in più di me e non sono poi così basso ç_ç
Tornando a noi...
Signori e signore se il capitolo vi è piaciuto o volete ugualmente commentare, recensite e inserite tra le preferite, ricordate o seguite (sempre se volete ç_ç)!
Per oggi è tutto! Konbanwa! <3
Alison Cole

   
 
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