Storie originali > Comico
Segui la storia  |       
Autore: Veni Vidi Jackie    23/11/2015    1 recensioni
Matilde, amica (o qualcosa di più?) da più di un anno di Jack, ha da tempo dimostrato con lui atteggiamenti aggressivi. Quando lei troverà l'amore in Frank, Jack verrà prima relegato in secondo piano e poi abbandonato dalla ragazza. Ormai libero, la fine del "regime tirannico" di Matilde dovrebbe farlo stare meglio, ma la gelosia lo dilanierà e ben presto lo farà arrivare sull'orlo della pazzia.
In questa situazione, saranno personaggi assai strani a farlo tornare su di morale!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mentre mi dirigo all'autoscuola, rifletto su ciò che mi ha detto Seneca. Possibile che io stia guarendo? Sì, forse stavolta sì. Non so perché, ma all'improvviso ho la sensazione di potercela fare. Adesso posso sconfiggere il ricordo di Matilde. No, non si parla di “sconfiggere”. Cosa ho imparato? Che non devo dimenticarla, ma mantenerla nel mio cuore. Lei adesso è solo per Frank, ma io posso ancora esserci per lei. Sì, ce la posso fare. E' come una partita di tennis, non devo mollare.
- Dunque in questo luogo ti insegnano a guidare? -

Ah, già. Mi ero dimenticato che con me ci sono Tacito e Catullo. Hanno insistito con questa storia della patente e io non ho potuto che accontentarli, ma questa volta non sarò io a farli provare a guidare. Oggi andiamo all'autoscuola, così non faranno danni...spero.
- Sì, Valerio – rispondo a Catullo.

Lui si gira entusiasmato verso Tacito, che ricambia con la stessa espressione.

Entriamo nella motorizzazione, mentre i miei amici non fanno che guardarsi intorno. Alla scrivania trovo la signora Giulia, che ha insegnato a me a guidare. Ci salutiamo con calore, mentre le presento gli altri.
- Ti presento...ehm...Gaio Valerio e...Publio Cornelio...- le dico, facendo avvicinare i due uomini a lei.
Catullo e Tacito, infatti, si mostrano molto timidi ed insicuri. Spero solo che non mi facciano fare delle figuracce.
- Che bei nomi! - esclama la donna – da dove venite? -

Tacito si schiarisce la gola e gonfia il petto, come se stesse per dire una cosa molto importante.
- Da dove veniamo, chiede? Come può dubitarne? Non vede la nostra magnificenza, non riconosce la nostra virtù? Noi proveniamo da quell'orgoglioso impero di...-
- Di Spagna! - intervengo – sì...dall'impero di Spagna...-

Tacito e Catullo mi guardano, poi annuiscono con decisione. Forse hanno intuito che ciò che stavano per dire non era molto conveniente.
- Pensavo che in Spagna ci fosse la monarchia...- dice la donna, dubbiosa – ma probabilmente mi sbaglio! Bene, firmate qui e possiamo iniziare. -

Sospiro di sollievo, poi mi sposto per lasciare che i due uomini firmino alcuni fogli. Non stanno più nella pelle per la gioia, sembrano due bambini ad un Luna Park.
- Chi vuole iniziare per primo? - domanda la donna.

I miei amici si indicano a vicenda, ma alla fine l'insistenza della signora costringe Tacito a cedere.
- D'accordo...andrò io...-

Saliamo sulla macchina della motorizzazione, Tacito al posto di guida affiancato dalla donna, io e Catullo nei sedili posteriori. Giulia chiede a Tacito (che si guarda attorno come un pesce fuor d'acqua) se ha mai guidato prima, lui fa cenno di no con la testa.
- Bene, allora sarà ancora più bello! - esclama la signora Giulia – Adesso schiaccia fino in fondo la frizione, accendi la macchina e poi dai una leggera accelerata. -

Tacito rivolge una veloce occhiata verso di me dallo specchietto retrovisore, dalla quale percepisco che è spaventato a morte. Gli annuisco, cercando di incoraggiarlo. Tacito sorride debolmente e poi fa come gli è stato detto. L'auto fa un balzo in avanti, poi si ferma.
- Va bene, prova di nuovo – suggerisce con delicatezza Giulia.

Tacito obbedisce e stavolta la macchina percorre una decina di metri, per poi fermarsi.

Catullo esulta alle mia spalle, orgoglioso del suo amico.
- Non ci posso credere! Ho guidato! Jack, io stavo guidando! - grida di felicità Tacito, dandomi una pacca sulle ginocchia da davanti. - Molto bene, adesso prova a immetterti nel traffico e andiamo a fare un giro – dice Giulia.

Tacito dà un'occhiata allo specchietto laterale, mette la freccia e parte. Non va molto veloce, ma almeno stavolta la macchina non si ferma. Percorriamo l'ampio viale che conduce fino al mare, dove Giulia fa scendere Tacito e fa invece salire al posto di guida Catullo.
- Hai visto? Non hai visto quando ho lasciato attraversare quell'anziano? E quando ho fatto la rotonda? E quando mi sono fermato perché il semaforo era rosso? - mi chiede con entusiasmo Publio, sedendosi accanto a me - fantastico...-

Catullo si siede tremante al posto di guida, poi guarda con terrore Giulia, che gli sorride per incoraggiarlo.
- Forza, fai come ha fatto il tuo amico. Frizione e acceleratore. -

Valerio osserva i pedali, poi mormora qualcosa tra sé e sé e scuote la testa. Ad un certo punto chiude gli occhi, batte le mani ed esclama:
- Portami fino a casa! -

Catullo si guarda attorno, rimanendo deluso perché l'auto non si è mossa di un centimetro. Tutti noi lo guardiamo perplessi, indecisi su cosa dire.
- Ah, io ho capito! - dichiara Giulia – Era uno scherzo, giusto? Sei troppo divertente! -

La donna inizia a ridere, mentre io e Tacito la imitiamo, sebbene sappiamo con certezza che Valerio non stesse scherzando. Come ho già fatto con Tacito, guardo Catullo nello specchietto retrovisore e cerco di infondergli un po' di fiducia.

Valerio schiaccia con incertezza l'acceleratore, facendo muovere la macchina in avanti. Incoraggiato, spinge ancora di più e rapidamente acquistiamo velocità. Giulia annuisce compiaciuta.
- Bene, te lo avevo detto che non era difficile. -

Catullo, però, accelera ancora di più e improvvisamente ci ritroviamo a sessanta cinque chilometri orari in una strada urbana, con noi tre urliamo di andare più piano.
- Non posso! - grida Valerio – prima voglio fare uno strike di pedoni, credo valga mille punti! -

Con terrore ci rendiamo conto che il nostro pazzo guidatore sta effettivamente puntando una coppia di persone che stanno attraversando la strada. Urliamo ancora più forte, mentre Tacito si rannicchia contro di me per la paura.

L'auto si avvicina sempre di più ai due pedoni, che guardano impotenti il mezzo venirgli incontro. - Valerio! - grido, in un ultimo disperato tentativo.

Catullo non mi risponde, ispirato da chi sa quale demone.

Quando ormai siamo ad una quindicina di metri dalle due persone, chiudo gli occhi per non guardare.

E' adesso che sento un paio di spari e la nostra auto deviare all'improvviso, andando a a sbattere contro un albero.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Veni Vidi Jackie