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Autore: Part of the Masterplan    23/11/2015    2 recensioni
Non so quante bottiglie, ho già finito senza te.
Quanti pacchetti di sigarette, calze rotte, camicie sporche di rossetto abbottonate a metà.
Bruciavamo così intensamente, così a fondo, che dopo di te è solo cenere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so quante bottiglie, ho già finito senza te.
Quanti pacchetti di sigarette, calze rotte, camicie sporche di rossetto abbottonate a metà.
Bruciavamo così intensamente, così a fondo, che dopo di te è solo cenere.
E me ne sto seduta sul pavimento della cucina, con quel freddo che mi penetra nelle ossa senza uccidermi mai davvero. E’ quello, ciò che non sopporto: il sopravvivere, il vivere a metà. Senza respirare, senza provare qualcosa che abbia senso fino in fondo. Accontentarmi giorno dopo giorno, sentendo il peso della giornata da affrontare, di quel buio nella stanza che preme più forte sulle spalle, quando mi sento smarrita e fredda, mi sento senza casa, senza riferimenti.
Non so dirlo, quante bottiglie ho finito senza te.
Piango, senza finire mai davvero le lacrime. Poco coraggiosa anche in questo, forse?
Ho strappato con rabbia la tua foto, fingendo che tu non esista più.
Ho smesso di ascoltare musica, e poi mi sono ubriacata anche di quello.
E’ sempre così, quando si tratta di te. Mi ubriaco o sprofondo nell’astinenza. In ogni caso mi faccio tanto male da non riuscire a continuare ancora.
E ho bisogno di respirare, ho bisogno di amore, ho bisogno di un’ancora.
Sto qui a ricamare frasi senza fine su un quaderno che ha già sopportato troppo e quando sento che il fondo è vicino, lo sai come sono, un bicchiere si frantuma a terra, come se rompendo quello potessi salvare una parte di me.
Quei ricami non hanno senso, il luccichio del vetro rotto, non ha senso.
Io non ho più un senso, a starmene qua senza provare passione per ciò che amo, rifugiandomi nella disperazione di una poetessa maledetta che brucia per amore.
Un amore che ha corso oltre ogni suo limite, senza esistere mai. Togliendomi quello che era colore, lasciandomi solo il nero di una penna che mi macchia le dita.
 
Sono da sola e non so quante bottiglie ho finito senza te.
Una canzone malinconica, quella felicità che prima mi hai nascosto, poi mi hai bruciato. E con quella me stessa, il mio corpo che si consumava pian piano, e perdeva ogni controllo.
Tanto forte da schiantarsi, tanto silenzioso da non esistere più. Darmi il colpo di grazia non è stato poi difficile, per te.
‘Scegli un numero, da uno a cinque.’
Il tuo sorriso impunito, una parte di me che chiedeva di morire di quel sorriso.
Mi sono arresa, lasciandoti vincere sempre.
Mi sono annullata, vedendoti trionfare sulla donna che ero, lasciandomi una bambina senza più forze.
Non so quanti avrebbero voluto avere il tuo potere su di me. E tu neanche lo sapevi, quanta forza avevi. Quella di potermi uccidere, con una sola mancanza.
 
E’ rimasto qualcosa, sul fondo di quella bottiglia.
E’ rimasto un grumo d’inchiostro e con quello il filo tormentato della mia ispirazione.
Dormi troppo lontano, anche questa notte, come mille altre notti. Con una ragazza di fianco, con l’ennesima che non saprà farti fuori davvero. Non sei mai stato mio, e io sono stata tua dal primo minuto.
Ho scelto quel numero, che io sia maledetta.
Sono mille le cose che non mi perdonerò mai, dopo di te ho capito cosa vuol dire odiarsi davvero.
Dormi troppo lontano, anche questa notte, come mille altre notti.
Come tutta la vita che passeremo lontani.
  
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