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Autore: OblivionRoseSide    23/11/2015    0 recensioni
Una giovane ragazza con una delicata maledizione, Edith. Ma sarà in grado di nasconderla agli occhi di un imbranato libraio di provincia? O la situazione le scapperà di mano?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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G- *Appena sveglio e già di malumore, nessun modo migliore di quello per cominciare una giornata.
Il vago ricordo di un brutto sogno mi aleggiava intorno senza darmi troppa pace, convincendomi a radermi senza troppe cerimonie e ad uscire il più in fretta possibile, incurante dei segni che la lama aveva lasciato sul mio viso.
Appena fuori il pesante portone del vecchio palazzo diroccato una violenta ondata di luce mi colpi' in pieno, facendomi maledire in silenzio l'assurda fretta che mi aveva spinto fuori, ma evidentemente avevo già fatto troppo tardi.
Affrettai il passo, evitando distrazioni su cui soffermarmi ancora e alzando solo di tanto in tanto lo sguardo al cielo tutt'altro che terso.
Ormai era tempo che ogni mattina percorrevo quello stesso tragitto e mi era facile indovinarlo anche con il naso per aria.
Non ci misi molto, fortunatamente. Avevo quasi corso e non capitava mai a me che tendevo sempre a prendermela comoda da quel punto di vista.
La bottega mi fu davanti in men che non si dica e in altrettanto fu aperta e sistemata. Detestavo arrivare in ritardo, specialmente sul lavoro.
Ora che tutto era sistemato, un momento per riprendere fiato mi era concesso. Mi guardai intorno e Respirai a fondo il profumo pungente di inchiostro e carta che impregnava quello spazio che, seppure angusto, mi risultava spesso accogliente.
In lontananza cominciavo a sentire quello che a breve sarebbe arrivato sotto forma di temporale, ma questo non riusciva a distrarmi dall'osservare titoli e nomi impressi su ogni testo, facendo l'appello come se loro potessero rispondere. Una specie di piccolo rituale di un maniaco del controllo.
Il ticchettio della pioggia non tardo' ad arrivare. Accarezzai una delle rilegature che stavo osservando in quel momento e le promisi che non avrebbe corso il rischio di bagnarsi per quel giorno. Forse un lato positivo lo aveva avuto, l'arrivare in ritardo.
Guardai la porta, chissà se avrei sentito il suo campanello se non avesse smesso di piovere.*

E- 
*Socchiusi piano gli occhi sentendo subito la realtà piombarmi addosso e la vita propagarsi per le mie vene stanche. Un altro giorno a quanto pareva... Mi parai dalla luce della finestra che filtrava con la mia manica scura e finemente ricamata. Non sapevo bene dove avessi trovato il coraggio di aprire le pesanti tende che adornavano camera mia ma lo feci. Tutto fu inondato e per alcuni secondi non vidi niente... dovetti cercare con le mani attorno a me un appiglio per non cadere. Mi trascinai in bagno per guardarmi allo specchio, mossi leggermente la testa di lato per poi socchiudere le labbra e guardare attenta i canini che sporgevano dall'ordinata linea che disegnavano i denti. Li sfiorai con l'indice uno dopo l'altro mentre con una mano calavo lentamente la spallina della vestaglia, poi lasciai fare il resto alla forza di gravità. Non ci volle molto che fui completamente nuda, la vasca era piena e mi avvicinai con passo cadenzato sorpassando la veste ormai caduta a terra. Mi immersi lentamente poiché l'acqua era bollente ed il mio corpo era delicato. In alcuni momenti mi morsi le labbra per il calore troppo forte, dopo non molto mi stavo già crogiolando in quel bagno rilassante. Il mio corpo freddo e cadaverico riprendeva colore e vigore durante quei momenti e parevo addirittura umana. La carne tornava rosea e morbida, tutto si rilassava. Niente escluso. Era ancora presto per uscire ma quella mattina sarei andata a comprare dei libri, miei fedeli amici. Ero curiosa di trovare qualche nuova storia avvincente e avevo letto sul giornale che c'era una piccola bottega di rilegatura. L'avrei visitata e valutato con i miei occhi se i commenti della critica fossero stati spietati o fin troppo gentili e accomodanti. Mi ero vestita in modo casuale, non avevo vestiti adatti a quel tempo e gli unici pantaloni che possedevo erano anticheggianti e neri, con vistosi ricami dello stesso colore. Misi sopra una felpa slargata che nascondesse il mio fisico. I capelli li lasciai sciolti, ricadevano morbidi a contrasto sul nero degli indumenti. Uscii nel freddo della città osservando divertita il rivolo di fumo che mi usciva dalle labbra ogni volta che respiravo. Poi partii alla volta del negozio. Non mi ci volle molto, la villa era vicina alla cittadina e arrivai quasi subito, sempre con il mio sguardo poco entusiasta ammirai l'insegna. Molto poco convincente. Sospirai e prima di entrare suonai il campanello. Il cielo già minacciava di far piovere il diluvio universale e benché la pioggia non mi desse noia volevo evitare i vestiti bagnati addosso *

G- 
*La consegna arrivata il giorno prima era in condizioni disastrate. Questa volta mi avrebbero sentito bene.
Il giorno prima non avevo avuto dieci minuti liberi per controllare il nuovo pacco, ma non contavo presto su una visita a giudicare dai tuoni sempre più forti che cominciavano a far tremare la vetrina.
Tornai a concentrarmi su quei poveri testi umidi e addirittura sporchi. Liberai a stento il piccolo bancone della bottega e li' ve li adagiai uno per uno.
Ancora una volta mi ritrovai ad elencare ad alta voce i nomi di quei testi mentre, uno alla volta, li ripulivo e li accarezzavo, armato di straccio.
Concentrato com'ero, quasi non mi resi conto del campanello che suonava. Neanche me lo aspettavo, in verità. Mi limitai ad alzare un braccio e a fare cenno alla figura dietro alla porta di entrare. Solo quando fu dentro mi voltai verso di lei, dimenticando il libro che avevo tra le mani.*
- Prego, come fosse di casa. Posso Aiutare?
*Mi ritrovai ad osservarla, forse anche troppo. Sperando di essermene reso conto in tempo, scostai lo sguardo da quei lunghi capelli e da quegli occhi. Non dovetti sforzarmi di sorriderle e le andai incontro, destreggiandomi tra le pile di libri che ci circondavano.
- Io e i miei amici, qui, siamo a vostra disposizione.

E- *Il posto sembrava malconcio, la pioggia e i libri non andavano d'accordo. Forse un amore impossibile che consumava la carta e lasciala la pioggia insensibile. Scossi appena la testa per scrollarmi di dosso il bagnato. Lo feci vicino all'uscita curandomi di non sciupare altra innocente carta. Poi alzai il viso e mi guardai attorno, annusai piano l'odore di quel posto come un gatto curioso. Con la stessa grazia di un felino iniziai a girare per il posto dopo aver lanciato uno sguardo inquisitorio verso il commesso. Lo avevo squadrato da capo a piedi, era un tipo strano con tanti scheletri nell'armadio a quanto avevo visto ma non volevo focalizzarmi su di lui... non sapevo se mi avrebbe seguita o meno ma io intanto mi ero messa a cercare, prendevo e sfogliavo con un'attenzione maniacale i libri sciupati e rotti. Avevo un gran rispetto per quei pezzi di carta... * 
Avete libri sulla pasticceria? *gli chiesi semplicemente mentre continuavo a cercare, non sapevo nemmeno dove fosse ma quel posto mi piaceva. Mi ispirava sicurezza e la pioggia fuori lo rendeva ancora più accogliente e desiderabile. Mi girai solo un attimo verso la porta per vedere tuoni e fulmini sfoggiare tutte le loro capacità sonore e potenziali. Il ragazzo era rientrato nel mio campo visivo e lo vidi un po' scioccato dalla mia intraprendenza. Poggiai il libro e mi girai verso di lui * Con il brutto tempo non posso fare giardinaggio... quindi mi do alla cucina... *gli spiegai guardandolo, speravo di averlo preceduto nella sua domanda, sarebbe stato divertente, sembrava un tipo sveglio anche se misterioso * 


G- *La osservai destreggiarsi tra i vicoli di carta che avevo creato un po' maldrestramente e a quella domanda la guardai per un istante, sorpreso. Non sembrava certo il tipo di donna da stare in cucina, ma se lo richiedeva..*
- Tanto meglio, perché non ricordo più dove si trovi il reparto giardinaggio.
*Mi strinsi nelle spalle e mi tuffai tra i testi. Pasticceria. Pasticceria. Lo ripetevo tra me e me cercando di ricordare sotto quale catasta fossero finiti. Forse dovevo seriamente mettere un po' in ordine, ma poi che divertimento ci sarebbe stato?
Cominciai a spulciare i testi di una mensola non troppo alta.*
- Potrei giurare che l'ultima volta erano qui.
*Non saprei esattamente dire se lo abbia detto ad alta voce o meno, ma ricordo che mi maledissi con abbastanza forza perché, distratto com'ero a seguire i movimenti dolci e lenti di quella figura, un testo anche abbastanza sostanzioso mi arrivo' in pieno sulla testa.
Mi trattenni a stento dal maledirmi ad alta voce e, massaggiandomi la testa sul punto d'impatto, mi chinai a raccogliere il testo che poi le porsi.*
- Lo dicevo che erano da queste parti..

E- *Lo guardai prendere il comando di quella grande nave strampalata che era il suo negozio e non fu un caso che il poveretto fosse finito con un libro in testa,non fui abbastanza pronta e vicina per riprenderlo, mi avvicinai al ragazzo che già aveva raccolto tutto e già mi porgeva il tomo impolverato. Passai con lo sguardo dal lui al libro e poi di nuovo dal giovane al tomo, poi lo presi non troppo convinta. Era pasticceria a quanto si poteva vedere dalle illustrazioni ai lati delle pagine, tutto sembrava felice e perfetto. Ci mancava solo che disegnassero un largo bigotto sorriso ad un mestolo o ad una teglia e il quadretto sarebbe stato completo. Iniziai a leggere, la forma era semplice e i passaggi si capivano bene. Non sembrava difficile. Massì... non avrei di uovo dato fuoco alla cucina. Avevo solamente letto male un numero... un 20 al posto di un 200. Una semplice svista, niente di grave ovviamente, però mi ricordavo che mia madre non era della stessa opinione, chissà perché. Chiusi il manoscritto e ci passai sopra una mano per poi soffiarci delicatamente, una polverina grigiastra venne giù creando quasi un effetto magico. * Mh... non capisco come mai la gente non si dia alla pasticceria... intendo... è utile. *poi mi ricordai di aver quasi avvelenato lo zio Dylan e mi morsi il labbro poco convinta * In caso avete anche altri libri? Anche di altro genere... *gli chiesi un po' scoraggiata da quel ricordo... esiziale. Povero Zio, era sembrato così affamato. Speravo che quel ragazzo mi desse qualcosa di unico, irripetibile. Volevo una storia e l'avrei avuta. Avevo idea che in quel posto ci avrei passato molto più di qualche ora contata la tempesta che imperversava fuori. Poco male, il tipo pareva pure simpatico *

G- *Credo che anche mio nipote di due anni si sarebbe defilato dopo una figura del genere. Bene, poco male. Tutt'al più mi sarei sepolto sotto la caterva di libri che mi sarei fatto cadere addosso da li' a poco. La osservai in silenzio e, colpendomi appen
a la fronte con il palmo della mano agguantai un lembo della camicia e lo passai sulla copertina del testo. Nonostante ne avesse soffiata via un po', la camicia cambio' colore.*
- Se è utile, allora questo ve lo regalo, a patto che la prossima volta mi portiate un assaggio di cio' che quelle belle mqni produrrano.
*Col male che auell'affare mi aveva fatto, ne avrei divorate le pagine, figurarsi una torta. Tornai a vagabondare tra i libri guardandomi intorno e indicandone alcuni con le dita, poi tornai a voltarmi verso di lei e allargai le braccia, acchiappando al volo un altro libro che avevo colpito.
- Mia signora, se cercate un libro, questo è il posto giusto, se vi piace immergervi..

E- *guardai il libro ancora impolverato dopo aver notato la sua camicia ormai di una tonalità diversa, che gentiluomo. Lo aprii, era semplice e chiaro come l'altro ma quando mi fece la richiesta lo guardai impietrita alzando solo gli occhi verso di lui senza muovermi. Era troppo promettente per finire come lo Zio Dylan, povero Zio... Schiusi le labbra per dire qualcosa ma finii solo per passare la lingua sulle zannette, Sospirai. * 
Forse non è raccomandabile... intendo... l'umanità ha fatto molti errori... *lui l'avrebbe presa come uno scherzo ma i miei disastri erano catalogabili a livello nazionale. Chissà, forse era anche per quello che avevo cambiato continente. Rigirai qualche pagina per cercare qualche ricetta elementare, niente di difficile o sarebbe stato un problema. Non solo mio, decisamente non solo mio. Alzai un attimo lo sguardo per vedere lui che riprendeva l'ennesimo libro che cadeva. Avevo idea che se avessi respirato troppo forte sarebbero crollati tutti sotterrandoci, dopotutto la cultura aveva il suo peso. Mi sembrava un ragazzo alla vecchia maniera senza troppi problemi, mentre non guardava sorrisi divertita e mi scostai da davanti agli occhi un ciuffo fuggitivo rimettendolo con gli altri... leggevo ma comprendevo poco e niente, ascoltavo ciò che faceva, come si muoveva e cosa diceva. Le sue silenziose bestemmie mi creavano sorrisi improvvisi e sinceri. Poi mi diedi un contegno e lo guardai mentre ancora armeggiava con la sua barca malandata. * 
Davvero vorreste darmelo? *gli dissi alzando leggermente il libro su cui avevo passata la mano per tenerlo aperto *

G- *Guardandomi attorno, quella fu la prima volta che mi resi conto di quale dedalo instabile fosse diventato quell'ammasso di carta e polvere. Mentre provavo a recuperare un po' di decenza e decoro, fallivo miseramente ogni volta che mi sentivo i suoi occhi puntati addosso.*
L'uomo vive di errori, mia signora.. i dolci non sono uno di questi..
*Mi voltai per un istante verso di lei e le sorrisi, per poi rituffarmi in una piscina di copertine, spulciandole ad una ad unaµ
Dunque, vediamo.. non mi sembrate tipo da grandi classici, immagino li conosciate già molto bene.. 
*Parlavo più con me che con lei, ma le avrei trovato quello che cercava, anche se non avevo la più pallida idea di cosa cercasse realmente. Leggevo i nomi degli autori più disparati e decisi di optare su qualcosa di poco conosciuto.. misi in fila qualche diverso testo e riemersi da quella piscina, forse impolverato quanto i libri stessi.*
Bene, la casa consiglia, voi scegliete pure.. E' vostro se mantenete la parola.. e il mio nome è Giulio, mia signora.
*DIssi lentamente, sorridendole, mentre accennavo un inchino, come il mio vecchio maledetto retaggio mi avrebbe imposto*

E- Ci sono cose che se fatte nel modo sbagliato fanno molto male nonostante la loro incredibile semplicità. *gli dissi mentre chinavo... quando si arrischiò a definirmi una tipa da classici che voleva passare a cose più complesse quasi mi andò di traverso l'aria. Scossi leggermente la testa lasciandolo continuare nella sua ricerca. Era piuttosto indaffarato e finii con chiedermi se avesse mai avuto clienti. Lo visi riemergere dagli scaffali dello stesso colore della polvere dei libri... soffiai un secondo sui suoi vestiti per mandare via quello strato in eccesso. Pareva tutto convinto di aver trovato il libro adatto... gli sorrisi un po intenerita. Poi si presentò e mi accorsi di non avergli nemmeno detto il mio nome, mi maledissi per l'ennesima volta. *
Edith... 
*mi affrettai a dire per rimediare al danno il prima possibile. Mi ero completamente scordata delle formalità. Giulio... un bel nome, importante ed italiano. Antico. Formalità... ora che ci pensavo questo tipo di approccio non era per niente plebeo... quel giovane nascondeva qualcosa. *

G- *Quando provo' a mandarmi via la polvere di dosso, un potente moto di imbarazzo mi si mosse dentro senza che riuscissi a capire da dove scaturisse. Abbassai lo sguardo e mi limitai a porgerle i libri, rendendomi conto di aver sconfinato senza volerlo, senza rendermene conto. Nonostante fossero passati anni, delle volte ancora dimenticavo di essere un libraio, ora. Una formica tra la moltitudine.*
- Spero di non essere andato troppo fuori pista, mia signora.. Non sono andato sul generico, ma tenete, valutate voi stessa..
*Sempre a capo chino, come si sarebbe convenuto ad un poveraccio davanti a chiunque si fosse trovato davanti di alto lignaggio, tornai ai miei libri, che mi osservavano muti. Mai in tanto tempo mi ero ritrovato a guardarmi con gli occhi che mi sentivo addosso ora, il cui sguardo cominciava a bruciare..*
- Se ho sbagliato, ditemi pure cosa preferite e vedrò di trovare ciò che cercate..
*Dissi automaticamente, provando a rimettere in ordine i libri che avevo rivoltato poco prima..*

E-  
*aveva chinato il capo e si era messo a ricollocare i libri... io avevo cercato di dire qualcosa ma niente sarebbe andato bene... vidi una sedia in un angolo e andai a sedermici, l'imbarazzo era palpabile. Scossi leggermente la testa per poi maledirmi, lo avevo fatto sentire un cretino e non avrei voluto... lessi alcune pagine senza troppa concentrazione, poggiai sul naso i miei fedeli occhiali e cercai di leggere seriamente senza troppi risultati. Passavo le mani sulle pagine, erano antiche e ingiallite ma niente toglievano al contenuto, lo arricchivano... quante donne di casa erano passate prima di me a farsi ispirare da quel libro... dopo poco rialzai lo sguardo su di lui... ancora indecisa sul da farsi. Mi alzai senza fare rumore e mi avvicinai a lui che era ancora di schiena aveva il capo chino. Ero bassa in confronto a lui e avendo vissuto più di lui ancora c'erano cose che non sapevo gestire... il cuore si era svegliato e si faceva sentire, pareva agitato... non sapevo da cosa. Gli poggiai una mano sul braccio come per farlo girare, non volevo certo dar noia ma se i libri erano la sua passione avremo avuto molto di cui parlare e lo avrei fatto faticare per trovare un libro perfetto... che alla fine sarebbe stato solo un infantile pretesto per vederlo sorridere. * Scommetto che questo non è il miglior libro che si annida tra questi scaffali... *gli sussurrai piano da dietro la spalla, speravo solo non si sarebbe spaventato *

G- 
*Probabilmente, se avessi lanciato uno dei libri che avevo tra le mani, avrebbe impattato con la coltre densa e pesante che era calata addosso a me e di conseguenza nella piccola bottega.. Le lanciai uno sguardo di soppiatto quando andò a sedersi e un po' stupidamente mi augurai che il libro potesse almeno lontanamente piacerle.. Un tuono, poco lontano, ebbe a far vibrare la vetrina ancora una volta mentre la mia mente cominciava a vagare non più tra le copertine, ma tra gli stessi testi, cercando uno degli infiniti paesaggi descritti dove potessi rannicchiarmi e nascondermi.. Se solo avessi potuto, non ne avrei più fatto ritorno.
Il suono dolce della sua voce mi riporto' alla realtà prima ancora che potessi accorgermi di quanto fosse vicina.. come diavolo avevo fatto a non sentirla muoversi su quelle assi assurdamente scricchiolanti? Ebbi l'istinto di voltarmi ma non lo feci. Se la sua mano poteva toccarmi e mi fossi girato; l'avrei avuta di fronte e la cosa mi convinceva poco, in quella situazione almeno.*
- Tra questi scaffali si annida il meglio di alcuni e il peggio di altri.. dipende dai punti di vista..
*Sentivo il petto martellare ma non riuscivo a comprenderne il motivo, del reso non mi aveva spaventato poi così tanto.. Mi passai una mano sul viso, sentendo pungere la barba mal rasata di quella mattina e poi scossi la testa*
- Ditemi cosa cercare..

E- Siete voi l'uomo che ha rapito tante storie... *gli dissi guardandomi attorno a cercare qualcosa che catturasse la mia attenzione. Feci scivolare sul tessuto in basso la mano forse con un po' di tristezza, non volevo certo metterlo a disagio e il contatto molto probabilmente lo aveva infastidito se non di più. Feci un passo indietro per non farlo sentire in trappola... ero sicura che da quelle labbra potessero uscire cose interessanti. Dopotutto era un libraio, ne aveva dovute aver viste di storie, ero curiosa come una bambina e non mi vergognavo ad ammettere che mi sentivo bene. Volevo solo che pure lui potesse sentirsi come mi sentivo io * Stupitemi... sono sicura che ci potreste benissimo riuscire... *lo sfidai e speravo che avesse colto e accolto questa piccola gara. Quando si parlava di libri l'argomento era la cultura che in ogni sua forma e scrittura era buona e giusta. Niente di meglio, gli uomini di quel tempo non mi piacevano ma lui pareva diverso. Un libraio con una storia da raccontare ed un passato oscuro, mi sembrava una storia vittoriana. Tra l'altro mi era venuta un'idea che gli avrei sottoposto solo un momento prima di lasciare quel posto quasi magico*

G-  *Questa volta riuscii a sentire che si allontanava, ma nonostante quella vicinanza mi avesse scosso, questo ora non mi provocava piacere.. Sollevai lo sguardo sulla marea di libri che riposavano sugli scaffali e ne presi uno tra le mani.*
- Non le ho rapite, le ho salvate.. dall'oblio, da loro stesse.. qualsiasi di questi libri ha un'anima densa, viva e palpitante e non solo la propria.. ne ha una parte di chi lo ha scritto e una parte di quelle di chiunque lo abbiano letto.. sono vivi, tutti quanti.. 
*Mi voltai verso di lei e le offrii il mio più sincero sorriso. Mi rendevo conto che probabilmente ero risultato sgarbato e chinai il capo in un cenno di scuse.. guardai la mano che aveva abbassato e ne provai dispiacere.. aveva belle mani, sembravano morbide.. scossi appena la testa per provare e rientrare in me.*
- Ditemi, avete mai sentito parlare del cimitero dei libri dimenticati? Questa ne è una sua piccola succursale, mi piace pensarla così..

 
E- *lo vidi girarsi, evidentemente si era sentito a disagio con me così vicina. Mi maledissi per un'altra volte. Avevo perso il conto ormai e la cosa non mi faceva piacere. Lo ascoltai con sguardo quasi sognante e la mia espressione un po' rattristata si tramutò piano in una maschera di curiosità e stupore. Io l'avevo detto che quel tipo imbranato aveva qualcosa che mi piaceva, ma non potevo certo dirglielo, o seriamente mi avrebbe cacciata, magari pure con una denuncia. Però mi incuriosiva dannatamente... non conoscevo bene il mio corpo e non sapevo cosa si provasse precisamente in ogni secondo ma potevo dire che stavo iniziando a sentirmi un po' esaltata, attendevo qualcosa o qualcuno, non sapevo bene come controllare tutto ma il cuore ormai era andato. Speravo solo di non dover morire lì per colpa del viso gentile di quel giovane. Anche se dopotutto non sarebbe stata una morte così terribile. Lo osservavo ora con uno sguardo diverso, non era uno sguardo innocente ma non me ne accorsi nemmeno, aveva fatto tutto il momento. Feci vagare lo sguardo su tutta la sua figura e mi soffermai sulle mani ancora intente a tenere un libro. Poi tornai a guardarlo in volto ed ascoltai la sua domanda... ero nata prima del suo famoso cimitero dei libri... ne avevo visti tanti e tanta era stata la tristezza che mi avevano portato. Tutte quelle belle parole abbandonate senza più la possibilità di urlare il loro messaggio al mondo. * è un posto unico nel suo genere... ma qui i libri rivivono... non si scavano certo una dignitosa fossa per sotterrarsi nel silenzio...

G- - Quindi sapete di cosa parlo? Davvero?
*Era forse la prima volta che qualcuno non solo si interessava davvero a quello che dicevo, ma avesse anche idea di cosa stessi parlando. Mi accorsi troppo tardi dell'acceso entusiasmo delle mie parole e provai a tornare a darmi un contegno*
- Sono qui per questo e, se qualcuno le conoscesse, mi piacerebbe che le regole di quel posto venissero seguite. A dispetto del suo nome, quel posto da una seconda possibilità a testi che altrimenti ormai non esisterebbero più..
*un passo verso di lei e le porsi il libro che avevo tra le mani*
- Prendete quello che volete, provate, scoprite.. Vi posso assicurare che ogni testo che contenga un'anima come sono questi, non vi potrà deludere. Magari possono sembrare un po' malandati, ma alcuni di loro hanno così tante storie da raccontare che non si finirebbe presto di ascoltarli.. scegliete, prendete, lasciatevi ispirare dal profumo di una copertina, dal colore dell'inchiostro sbiadito..
*D'accordo, forse ero un po' troppo entusiasta, ma quando si trattava di queste cose faticavo a darmi ritegno*

E- *Pareva essersi acceso, i suoi occhi prima rabbuiati da una solitudine secolare ora si erano infuocati. Ne fui quasi sorpresa e non smettevo di guardarli, erano vivi e languidi. Il suo viso nella sua totalità appariva più chiaro ed il cuore riprese ad impazzire. Conoscevo molte cose ma quelle sensazioni così profonde e destabilizzanti mi avevano fatto salire l'angoscia. Mi umettai le labbra ormai secche per il momento. Mi costrinsi un attimo a guardare in basso per non risultare troppo invadente, finsi di sistemarmi le vesti e poi tornai a guardarlo, sembrava cercare di darsi un contegno e lo guardai sorridendo * Sarò ben felice di lasciarmi naufragare in una di queste storie... i libri sono altre vite e si può essere davvero immortali se lo di vuole... *gli dissi, era un periodo complesso e vivevo solo di libri... la mia vita era così monotona e infinita che dovevo riempirla di altro... da quel mattino però qualcosa era cambiato, per la prima volta mi ritrovai a pensare al domani. Ai progetti che avevo... L'unica cosa sicura in quel momento era che sarei potuta stare una vita a guardare quegli occhi pieni di vita. Non mi vergognavo di ammetterlo a me stessa, dopotutto gli umani parlavano di questi grandi stati d'animo, io ormai li avevo scordati e ora come un maremoto riaffioravano incontrollati. Presi il libro che mi stava porgendo e ci passai sopra una mano, sembrava quasi caldo. Non volevo andarmene e mi guardai attorno cercando un tavolo o una scrivania. Mi ero portata dietro la colazione, piccoli bignè ripieni di crema, stavo cercando di riabituarmi al cibo umano e condividerli con lui sarebbe stato il massimo. Avrei aspettato però, non volevo risultare scortese. * 
Ci vorrà tempo per leggerli tutti... sperando che non mi caccerete da qui... *gli dissi suggerendo velatamente una colazione tra intellettuali, se così ci potevamo definire, appassionati sicuramente. *

G- - Si resta immortali se si è furbi, immagino..
*Ricambiai i suoi sguardi sorridendo.. mi guardai intorno e le indicai un ammasso di libri e cartine ingiallite verso cui la seguii. Arrivati, mi misi a liberare un po' il ripiano che si rivelo' un vecchio tavolo in legno massiccio, intarsiato me ricoperto anche lui di polvere..*
- Non è il massimo della comodità, me se volete fermarvi, fate un po' come a cassa vostra..
*Era già raro avere dei clienti, figurarsi se mi ero mai preoccupato di un angolo lettura.. O meglio, esisteva all'inizio, ma rimasto inutilizzato, le sedie erano dapprima diventate scaffali, poi erano arse nel focolare di casa. L'unica sopravvissuta era quella su cui lei si era seduta poco prima e andai a recuperarla. Le diedi una pulita alla meglio e gliela portai. Mi soffermai a guardarla, ora e forse un po' troppo a lungo.. mi riscossi e tornai a guardarmi attorno, passandomi una mano tra i capelli*
- Come foste a casa vostra, mia signora.. scegliete quello che volete e consultatene senza farvi problemi.. 
*Sentivo una strana sensazione dentro, ero contento e anche lei lo sembrava.. e questo mi faceva ora ancora più piacere.. le liberai ancora un po' di spazio e le feci cenno di accomodarsi pure*
- Mi dovrete perdonare, pero', ma capitate nel giorno sbagliato, non ho niente da offrirvi..
*Dissi quasi ridendo, prendendomi in giro da solo alla fin fine*

E- *lo vidi cercare un posto, mi aveva ascoltato quasi terrorizzato come uno scolaro che viene interrogato sull'unico argomento che non ha ripassato. Mi divertivo anche un po' a metterlo alla prova. Mentre lui cercava di ricavare del posto sopra ad tavolo ancora indefinito feci vagare lo sguardo sui tanti scaffali a cercare qualche titolo interessante, erano tutti libri con una storia come diceva lui, vivi e al sicuro dalle intemperie e dalla tempesta che stava imperversando fuori. Era strano come non ci stessimo pensando, forse eravamo presi da altro. Con la coda dell'occhio lo osservai e quando si rigirò verso di me tornai con gli occhi ai libri per poi girarmi verso di lui in modo spontaneo, il tavolo in legno era splendido, ne avevo di simili ma non così belli nella mia dimora, quel posto era un crogiuolo di ricchezze, di vita, di bellezza... tornai a guardarlo appunto. Tirai fuori dalla borsa il contenitore dei dolci, era una piccola gabbia intarsiata, avevo trovato solo quella a casa, la poggiai sul tavolo e attesi una qualche reazione da lui. Tra le fini sbarre dell'elegante gabbietta si vedeva un'infinità di dolci e speravo che avesse fame sennò lo avrei dovuto portare indietro. Mi sarebbe molto dispiaciuto. Mi sedetti sulla sedia che aveva spolverato e sorrisi trionfante, mi piaceva far sorprese e amavo osservare i visi delle persone, in particolare il suo... ancora non mi spiegavo il perché *

G- *Col il poco che avevo a disposizione sarebbe stato difficile offrirle una sistemazione migliore e in cuor mio me ne dispiaceva.. stavo ancora provando a sistemare e a pulire un po' più dignitosamente quel povero tavolo quando tirò fuori quella specie di gabbietta.. mosso da un mito di curiosità mi ritrovai ad osservarla.. anche se realmente non sarebbero stati affari miei, il profumo dolce che ne arrivava aveva raggiunto il mio naso da segugio. Quando si dice prendere per la gola un uomo.. da piccolo porco così quale sono sempre stato, quell'ammasso informe di colori e profumi mi fece tornare sulla terra.. da quanto non mi capitava sotto al naso una cosa del genere? lo guardai qualche istante ancora e poi sollevai lo sguardo di di lei.* 
- Li avete fatti voi, mia signora?
*Presa coscienza ancora una volta della realtà e tornato a darmi contegno, tornai diligentemente ad allontanarmi*
- C'è qualcosa che vi attira in particolare, qui da qualche parte?

E- *sorrisi divertita per poi alzarmi e avvicinarmi leggermente a lui, ora tutti e due guardavamo la gabbietta piena di dolci ma lui a differenza mia sembrava volercisi tuffare sopra per mangiare tutto compreso il metallo, gli poggiai una mano sulla schie
na per invitarlo ad avvicinarsi ai dolci per assaggiarne alcuni, se non potevo toccarlo almeno quando gli offrivo del cibo. * 
Li ho presi nella mia pasticceria di fiducia... 
*gli spiegai notando la sua espressione già sognante rivolta verso i dolci, ce n'erano di tutti i gusti e mi girai verso di lui per godermi un altro po' la sua espressione stupita ma anche sollevata, forse per quel silenzioso invito a servirsi, sarebbe bastato aprire la gabbietta e tutto sarebbe stato fatto. Poteva servirsi liberamente. Lo spinsi leggermente senza fargli male ovviamente mentre mi avvicinavo un secondo al suo orecchio * 
Serviti pure... buona colazione... *gli sussurrai piano, io mi sarei fatta un giro tra tutti i libri cercando qualcosa di interessante... dopotutto era pieno e lui avrebbe potuto mangiare in santa pace *
 
 
   
 
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