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Autore: Rosysmith    24/11/2015    2 recensioni
Edward e Roy. Apparentemente due persone normali ma con compiti e obblighi diversi. Quando c'è un sentimento da rivelare le parole sono difficili e in questa storia molto ooc ve ne accorgerete. È la prima fanfiction che pubblico e mi auguro che vi piaccia. Buona lettura.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang, Un po' tutti | Coppie: Roy/Ed
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti. Come già vi ho anticipato nell'introduzione della storia, questa è la prima fan-fiction che pubblico. Perdonatemi se ho fatto errori grammaticali, questa storia l'ho scritta a scuola quindi potrei essermi distratta. Spero che questa piccola storia vi piaccia... buona lettura!


Edward battè le mani e toccò la lama d'acciaio che componeva la parte inferiore del braccio, trasmormandola nell'automail. Winry si sarebbe infuriata a vederlo usare in modo così improprio la sua creazione.
Sorrise ripensando ai bei momenti passati con suo fratello Alphonse e lei. Ogni giorno correvano su e giu per i prati, divertendosi ad usare l'alchimia e a ricreare gli oggetti che durante lo studio vedevano sui libri. 
Al tempo dovevano usare i cerchi alchemici per poter costruire qualcosa, ma dopo quella volta... 
Quando la loro madre si ammalò e loro padre cominciò a viaggiare alla ricerca della pietra filosofale fu chiaro il loro destino. Era scomparsa ancor prima che i due fratellini potessero accorgersene. I primi tempi andarono a vivere con la nonna di Winry, una vecchietta arzilla che si ostinava a volerli vedere sempre sorridenti. Loro non volevano prendere nemmeno in considerazione l'idea che la loro madre se ne fosse andata in quel modo, lasciandoli da soli senza nessuno al mondo, e a nulla erano valsi i tentativi di fargli accettare la cosa e andare avanti. 
Un pomeriggio d'autunno presero la fatidica decisione, avrebbero tentato la forma di alchimia piu' proibita: la trasmutazione umana. 
Naturalmente fallirono, era impossibile riportare alla vita una persona defunta. 
Edward si trovò davanti a quel portone maledetto, quello che gli avrebbe strappato via ogni cosa cara. In quel tentativo lui perse il braccio destro e la gamba sinistra, mentre Alphonse sacrificò tutto il corpo.
Miracolosamente Ed riuscì a legare l'anima del fratello dentro ad un'antica armatura, ma non fu piu' lo stesso Alphonse. 
I due, che originariamente avevano due anni di differenza, si ritrovarono a dover osteggiare il parere della gente che vedeva Alphonse come il maggiore tra i fratelli, una cosa che faceva imbestialire Edward che di statura era evidentemente piu' piccolo.
Ed si tolse la giacca, cercando di sciogliere i muscoli e di scrollarsi di dosso l'acqua presa cercando di catturare quel delinquente assassino di Scar.
Sentì bussare alla porta.
-Sì?- disse stancamente.
Entrò il colonnello Roy Mustang con il solito sorriso borioso sulle labbra.
Edward si girò per due secondi prima di riprendere lo svestimento. Quando ebbe finito si voltò verso di lui.

-Che cosa la porta qui, colonnello?- incrociò le braccia con fare spazientito, nell'attesa di ricevere qualche scherzo o battuta di poco spirito tuttavia rimase sorpreso.
-Sono venuto per vedere come stai. Oggi è stato complicato gestire quel pazzo-.
In effetti lo avevano rincorso per tutta Capital City, ma era peggio del fumo, piu' letale del veleno.
-Sto bene, anche se penso che tutta questa umidità la pagherò in reumatismi fra un pò di anni- Roy sorrise.
Edward aveva ancora diciotto anni, lontani dai suoi trenta ormai compiuti, e già pensava alla vecchiaia.

Quel ragazzo così testardo lo aveva incontrato quattro anni prima, quando gli si era parato davanti con l'arroganza di un moccioso, dicendogli che avrebbe partecipato all'esame per diventare alchimista di stato e che non l'avrebbe fatto per scopi politici o patriottici, ma solo perchè voleva quella dannata pietra filosofale.
A quel tempo non lo aveva preso sul serio, tuttavia i giudici valutarono che un alchimista a cui non occorreva tracciare alcun cerco alchemico fosse di grande utilità contro i " cattivi ". 
Roy si avvicinò piano ad Edward e gli appoggiò una mano sulla spalla. Il ragazzo alzò gli occhi sorpreso. I loro sguardi si incontrarono, completamente diversi nella loro intensità. In Ed vi era una curiosità fanciullesca mentre Mustang sentiva l'eccitazione pulsargli nelle vene. Cercò di avvicinarsi al suo viso tuttavia Edward si scansò in tempo, il fiato corto e le guance completamente rosse.

Roy sembrava quasi sul punto di giustificarsi ma ci ripensò; era tutto il giorno che cercava di rimanere solo con il suo sottoposto ma i suoi tentativi furono del tutto vani. Ora avevano l'occasione per la prima volta dopo tanto tempo di parlare e non se la sarebbe lasciata sfuggire. Da troppo tempo in lui regnavano sentimenti contradditori ed era stufo di doversene stare in disparte.
Lo attirò a sè con forza, gli alzò il mento e lo baciò. Edward tentò di liberarsi ma il colonello lo tenne stretto. Mustang approfondì il bacio, trascinando il ragazzo in un vorticoso tunnel di passione. I due si sentivano al settimo cielo, incoraggiati da quella forza estranea a cui non seppero dare un nome o una forma. Erano solo loro due stretti l'uno all'altro. Nelle mani del piu' grande una cascata di capelli biondi come il grano. Negli occhi del piu' giovane pupille di un ebano contorto e attraente.
Quando arrivò il momento di staccarsi entrambi capirono che niente sarebbe stato piu' lo stesso. Stava solo a loro decidere in che modo.
Edward si chiuse in un doloroso mutismo, prese a disfare la valigia e si voltò di schiena, evitando di mostrare lo sguardo all'altro. 
Mustang interpretò quello come un gesto di rifiuto, poteva benissimo capirlo, dopotutto doveva averlo sorpreso con quell'uscita improvvisa. Tuttavia non se ne pentiva affatto.

-Edward, tu...tu mi piaci-. 
Stette a guardare la reazione di Ed, il quale tuttavia si limitò a continuare a disfare i bagagli.
Roy scosse la testa amareggiata e si incamminò verso la porta. Poco prima di spingere la maniglia e aprire la porta però Edward gli rispose: - Anche io-. 
E questo cambiò la loro vita per sempre.
 
   
 
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