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Autore: Mama Holy    24/11/2015    1 recensioni
Piacere sono Holyland ^^ questa è la prima storia che scrivo qui spero vi piaccia.
Logan è un ragazzo semplice, spesso fra le nuvole, con una famiglia più o meno di merda e una vita, possiamo dire, tranquilla.
Il suo incontro con Jane cambierà ogni sua abitudine. Una ragazza strana e molto diversa da lui. Misteriosa e interessante, gentile e provocante, volubie o forse senza una personalità. I suoi occhi, due freddi diamanti finti. Bellissimi a prima vista, ma senza alcun valore.
Genere: Angst, Dark, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Shattered

1. Prologo


"< Tornerò... > pronunciò con la sua voce dolce e ferma mentre mi stringeva forte le mani.

< Ed io ti aspetterò sempre > dissi < Anche se morirai, tu sarai il mio solo e unico amore >.

< No Merlin ti prego. Se dovesse succedere, se io non dovessi tornare, tu promettimi di dimenticarmi. Non voglio che tu rimanga legata a un morto >.

< Oh Andreis ...>"

 

Logan sbuffò e rinfilò il libro al suo posto nello scaffale della libreria.

Ora nessuno poteva dire che non ci aveva provato a leggere qualche libro d'amore. Erano tutti uguali, tutti scontati e irrealistici.

L'amore non era certo quello e lo sapevano tutti, ma a nessuno sembrava importare...

Infondo la realtà non piaceva a nessuno, lui compreso.

Si diresse verso gli scaffali fantasy e guardò i titoli dei libri cercandone uno che non avesse già letto. Ne prese uno e lesse qualche parola e la trama per poi rimetterlo apposto.

Ogni giorno era così, oramai quell'ora che passava alla libreria dopo l'università era sacra. Cadesse il mondo, lui doveva passarci. A volte usciva a mani vuote, altre con un nuovo libro che non vedeva l'ora di leggere.

Quel giorno era uno di quelli in cui dovette tornare senza bottino.

Si incamminò appena deluso verso casa non stando troppo attento a ciò che lo circondava.

Lasciò che le gambe percorressero la solita strada, mentre la mente pensava ad altro. Probabilmente aveva anche attraversato col rosso, ma non era poi così importante.

Arrivato prese le chiavi e aprì il portone di casa. In silenzio poggiò lo zaino per terra in cucina e agguantò alcune cose precotte buttandole poi nel microonde.

< Dovresti smetterla di mangiare sempre quelle cose, Logan. Non credi di dover imparare a cucinare? > disse suo fratello maggiore ridacchiando, mentre entrava in cucina.

Aveva i capelli neri con qualche riflesso castano, ma nettamente più scuri di quelli del fratellino. Lo stesso valeva gli occhi verde oliva e non smeraldo come quelli di Logan.

< Lo sai bene che finisco sempre per bruciare roba se mi metto a cucinare, Xander > gli rispose sorridendo appena.

Quello rise ancora un po' mentre il microonde finiva di riscaldare quella cena veloce e immediata.

< Non posso darti torto > ammise, mentre Logan tirava fuori il piattino e lo posava sul tavolo per mangiare.

< Niente libro anche oggi eh? > disse poi Xander sedendosi accanto a lui.

< Già > si limitò a rispondere mentre masticava lentamente.

< Com'è andata? >

< Bene, bene. Abbiamo fatto le solite cose. Tu non dovresti essere a lavoro? > gli chiese girandosi verso di lui iniziando intanto a mangiare.

 

< Oggi ho il giorno libero, te l'ho detto stamattina > sorrise e ridacchiò appena < Mi hai anche risposto "Um, ok"> finì di dire imitando il fratello.

< La mattina è ovvio che non presto attenzione alle tue parole > rispose Logan con la bocca piena sorridendo.

< Tu non presti mai attenzione a nulla, è diverso > Xander rise appena e gli diede una spintarella alla testa strappando una leggera risata al fratello minore.

< Comunque ora ti conviene prestare attenzione e ricordarti quello che ti dico, ok? >

< Ok > rispose con voce scherzosa Logan, facendo una finta espressione distratta e fissando gli occhi nel vuoto.

< Occhi a me > lo riprese in modo scherzoso il fratello maggiore facendolo girare < Su è importante > disse poi in modo più serio.

< Ok, ok, dimmi > ora Logan lo guardava negli occhi, tenendo però il leggero sorriso.

< Oggi ho tutto il giorno libero, anche la sera, perché nostro padre non c'è. Ti va di uscire? > gli propose sorridendo.

< Um... ok. Dove volevi andare? >

< Giacché il dittatore non è in casa, pensavo di andare in discoteca, che ne dici? >

< Va bene > rispose tranquillamente l'altro riprendendo a mangiare.

< Così ti faccio uscire da quella camera, e non per andare all'università o in libreria. Magari trovi anche una ragazza > Xander ghignò appena dandogli un leggero colpo col gomito.

< Non credo. E poi non m’interessa molto > rispose Logan con un sorriso mentre finiva il suo misero pranzo.

< Cos'è mi sei diventato gay? > riprese il fratello facendo una finta espressione preoccupata.

< No, non credo > gli fece l'altro ridendo, mentre si alzava per mettere a posto le cose usate per il pranzo.

< Allora io vado a studiare subito. Così mi faccio entrare in testa subito i nuovi appunti e ho la serata libera > disse infine Logan facendo per andare in camera sua.

< Ok, ma ricordati: alle ventuno dobbiamo uscire, capito? >

< Sì sì ho capito, non devi ripetermelo così tante volte > disse l'altro ridacchiando e chiudendo la porta della camera.

 

Xander sospirò e guardò per diversi minuti la porta "Ci scommetto tutto quello che ho che per stasera si sarà scordato tutto quello che gli ho detto”.

Ridacchiò appena e si ritirò anche lui nella propria camera a studiare. Aveva un lavoro sicuro nella polizia grazie a suo padre, ma, se non si fosse diplomato a pieni voti, l'avrebbe ucciso di sicuro.

 

Logan intanto si era già chinato sui libri a sottolineare e a ripetere le nozioni scritte nel libro di legge e sui vari appunti confusi. Non gli era mai interessata legge ma suo padre da vero e proprio dittatore aveva silenziosamente imposto a lui e a suo fratello di decidere fra poche università. Non avrebbe mai potuto fare il medico e di sicuro non voleva fare lo stesso lavoro del padre e del fratello. Così aveva scelto di diventare avvocato, giudice no, non gli andava di decidere di nessuno.

E poi quel lavoro rendeva abbastanza bene, soprattutto se eri... "fortunato" come lo era lui.

Suo padre comunque era dell'idea che a casa sua si faceva come diceva lui e sinceramente non gli andava troppo di mettersi a litigare con quel tizio. Era inutile e lo sapevano sia lui sia suo fratello maggiore. Le sue idee non cambiavano e le sue decisioni nemmeno.

Ma alla fine ci si erano abituati, era l'unico modo per sopravvivere infondo. Aveva imparato a memorizzare tutto con facilità, anche se suo fratello era di certo più sveglio di lui. Non più intelligente, ma più sveglio. Logan era un po' lento, prendeva tutto con tranquillità e aveva i suoi tempi per capire, ragionare e reagire. Era difficile vederlo arrabbiato, anche perché scendeva a vivere fra i comuni mortali raramente.

Finì di riempire il proprio cervello di nuove nozioni e si stese sul proprio letto mettendosi a leggere il libro comprato qualche giorno prima, mentre fuori si faceva pian piano più buio.

 

Perse come al solito la cognizione del tempo e, quando Xander bussò alla porta della stanza, lui gli aprì con uno sguardo perso e interrogativo.

< Io lo sapevo! > disse il fratello maggiore e scoppiò a ridere lasciando Logan interdetto.

< Ti sei dimenticato! > disse poi puntandogli un dito contro fra le risate.

< Di cos- oh! È vero... Ma sono già le nove? >

< Proprio così > Xander sospirò ridacchiando. < Su cambiati >

Logan annuì e si ritirò nella sua stanza. Prese dei vestiti un po' a caso per poi infilarseli velocemente.

< Xander, ho finito! > disse uscito dalla propria camera, afferrando poi appena in tempo un panino lanciatogli dal fratello.

< Non hai cenato vero? Mangialo nel viaggio >

Logan si limitò ad annuire mentre si avvicinava per imitare il fratello e infilarsi il giacchetto seguendolo poi in macchina.

 

Mangiò velocemente il panino nell'auto color blu notte di Xander. Questa era molto bella, ma allo stesso tempo non molto appariscente, ma quello che importava davvero a Logan è che fosse davvero comoda. Anche lui aveva provato a fare il test della patente ma... diciamo solo che era stato bocciato... Si voltò a guardare il fratello che guidava con un sorriso. Non passava molto tempo con Xander non gli dispiaceva per nulla stare con lui, anzi. Adorava Xander sin da quand'era piccolo e gli sarebbe piaciuto poter stare più tempo con lui in realtà...

Si girò di nuovo a guardare fuori dal finestrino. Le luci della città passavano davanti ai suoi occhi come dei fasci colorati in quel buio notturno. Eppure la città era viva. Per le strade le persone camminavano tranquillamente, parlando e ridendo. Sembravano tutti così felici... il giorno era davvero diverso dalla notte. Infatti, alla luce del sole sembrava che la gente preferisse girare da sola, in silenzio e con gli occhi fissi a terra o su un telefono.

A proposito di telefoni, si era portato dietro il suo, giusto?

Lo cercò nelle tasche del giaccone e dei pantaloni ma non c'era...

< Emm... Xander... >

< Si? >

< Mi sono dimenticato il telefono... > disse piano Logan facendo ridere il fratello per l'ennesima volta.

< Oh be, vorrà dire che dovrai stare vicino, vicino al tuo fratellone per evitare di perderti > gli rispose riprendendosi dalle risate e usando un tono spiritoso.

< No, no, torniamo indietro > ribatté l'altro scherzando.

< Eh no, ormai il danno è fatto, siamo arrivati > Xander ridacchiò e parcheggiò la macchina tirando poi fuori il telefono dell'altro.

< Credi che non ti conosca? Sapevo che, idiota come sei, te lo saresti scordato >.

Logan sorrise appena prendendo il telefono per poi uscire dalla macchina. Se lo infilò in tasta mentre si guardava attorno. Xander gli fece cenno di seguirlo e lui gli camminò dietro tranquillamente infilando le mani nel giacchetto per proteggerle dal freddo pungente di quella serata invernale. Dalla discoteca si poteva già udire la musica che dentro era probabilmente altissima. E una volta entrati Logan lo poté confermare con le sue orecchie. C'era molta gente che faceva avanti e indietro per il locale e anche di più che ballava al ritmo al centro della grande sala.

Si sedettero da una parte un po' più lontana per potersi capire senza doversi sgolare.

< Non eri mai stato in posti del genere, vero Logan? >

< No, mai... > ammise l'altro guardandosi intorno.

< Be, sono esperienze > disse sorridendo il fratello mentre frugava nella tasca dei propri pantaloni. Ne tirò infine fuori un pacchetto di sigarette e ne prese una allungandola all'altro.

< Era davvero tanto che non fumavo > disse Logan e prese la sigaretta facendosela accendere dal fratello che si era già accesa la propria.

< Tu non ci sei mai a casa. Fumare da solo è triste > continuò ridacchiando appena mentre prendeva avidamente un tiro. Sentì la bocca riempirsi pian piano di fumo che in parte soffiò poi fuori da essa.

< Mi dispiace > rispose Xander in tono più serio < Ora con il lavoro con nostro padre e lo studio ho davvero pochissimo tempo libero... >.

< Tranquillo, non ha importanza > Logan gli sorrise e lo stesso fece l'altro sentendo poi il telefono vibrare nella propria tasca.

Lo tirò fuori e fece una smorfia quando vide apparire la scritta "dittatore" sullo schermo.

Schioccò la lingua e si alzò < Scusa Logan ma il tiranno mi chiama devo uscire... Torno subito > disse e, spenta la sigaretta nel posacenere, si allontanò a passo veloce verso l'uscita.

Logan sospirò e continuò a fumare guardandosi intorno nell'attesa che il fratello tornasse.

C'era davvero molta gente in quei posti e pensandoci bene la testa iniziava a fargli male per la musica troppo alta...

Fu una voce femminile a tirarlo fuori dai suoi pensieri e quando scese di nuovo in terra, incrociò due grandi occhi verdi, adornati con molto ed evidente trucco che li faceva sembrare più grandi e belli di quanto fossero in realtà. Gli angoli delle sue labbra rosse spente erano appena sollevati in un leggero e seducente sorriso. Dello stesso colore rosso erano i capelli corti e ricci che le ricadevano appena appena sul viso dalla pelle liscia e mediamente abbronzata. Le sue gambe snelle, quasi completamente scoperte da una corta gonna nera, erano accavallate e uno dei suoi piedi dondolava tranquillamente insieme alla scarpa del medesimo colore della gonna e dal tacco mediamente alto.

Il suo corpo era sinuoso e come perfetto; bacino stretto, messo in risalto da una semplice maglia rossa, fianchi abbastanza larghi, e un a seno prosperoso ma allo stesso tempo non esagerato.

< Come ti chiami? > chiese tranquillamente senza dimostrare alcuno stupore allo sguardo fisso del ragazzo < Non ti ho mai visto qui > aggiunse poi inclinando appena la testa sorridendo di più.

< Ah, Logan > rispose l'altro riprendendosi appena < Tu? >

< Jane >

   
 
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