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Autore: Clods_    24/11/2015    0 recensioni
Avete mai pensato di adottare un tenero cucciolo? Si? Fossi in voi non lo farei...
In una fredda sera di Ottobre, nessuno penserebbe che il proprio cagnolino possa rivelarsi un pericolo. O almeno, il portatore di un pericolo. Anche per Samantha, questa era un'ipotesi assurda. Era.
Dal testo:
Cos'è stato? Un rumore la svegliò dal suo sonno profondo e senza sogni. Come un tonfo, seguito da un uggiolio. "Cap? Sei tu? Tutto bene?" La ragazza si alzò dal letto e uscì dalla sua camera, in corridoio, dove si trovava la cuccia del cane. Ma il cucciolo non si trovava lì. Lentamente, presa da una profonda inquietudine, si diresse verso il bagno e...
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                             WATCH THE DEMON

A tutti quelli che amano i cuccioli...
o i demoni.


"Cap sono a casa!"  Samantha chiuse la porta e appogiò le chiavi, munite di un portachiavi a forma di bruco, sul tavolo dell'ingresso. Si tolse la giacca, e subito dopo si vide arrivare addosso una palla di pelo bianca, nera e marroncina: Captain, un adorabile Jack Russel, regalo di un natale di molti anni prima.
"Si cucciolo, mi sei mancato anche tu." Disse Sam, accarezzando dolcemente il pelo del cucciolo che la guardava con occhioni adoranti. Si diresse verso la cucina, con Cap alle calcagna, e cominciò a preparare la cena, canticchiando una vecchia canzone di Bruno Mars. Persa nei suoi pensieri sulla pesante giornata lavorativa, non si accorse che il cane era uscito dalla porta sul retro. Quando sentì un uggioliò, però, capì che quel cucciolo temerario aveva cercato nuovamente di allontanarsi lungo la strada, saltando il cancello di ferro. La ragazza non capiva il perchè, ma da qualche tempo il Jack Russel cercava sempre più spesso di scappare: eppure, lei lo trattava bene. Sarà il richiamo della foresta, pensava sorridendo ogni volta. Poco dopo il cucciolo rientrò, zoppicando leggermente.
"Captain, ti avevo detto di smetterla di cercare di superare il cancello! Vedi che ti sei fatto male?!" Samantha era stizzita, non capiva perchè non le desse mai ascolto. Gli si avvicinò e vide un graffio non troppo profondo sulla zampa anteriore del cane, circondato da un alone nero. Non essendo un' esperta  si limitò a fasciare la ferita e a sgridare amaramente il cucciolo, che la fissò con uno sguardo vacuo.
La serata continuò senza intoppi e dopo cena la ragazza si sdraiò sul divano marrone e consunto che si trovava al centro del piccolo salone e si mise a guardare un po' di televisione, con quella piccola palla di pelo accocolata fra le braccia. Verso le undici, dopo una serie molto lunga di sbadigli decise di andare a dormire e diede la buona notte a Captain, che le rispose con un ringhio sommesso.

Cos'è stato? Un rumore la svegliò dal suo sonno profondo e senza sogni. Come un tonfo, seguito da un uggiolio. "Cap? Sei tu? Tutto bene?" La ragazza si alzò dal  letto e uscì dalla sua camera, in corridoio, dove si trovava la cuccia del cane. Ma il cucciolo non si trovava lì. Lentamente, presa da una profonda inquietudine, si diresse verso il bagno...e trovò la piccola palla di pelo. Era raggomitolata in un angolo, affianco alla vasca, e guaiva piano.
"Ei cucciolo, cos'è successo?" Il cane alzò la testa e Sam balzò indietro per lo spavento. Aveva il muso completamente insanguinato, sembrava fosse stato dilaniato da artigli, e nel vederla aveva cominciato a ringhiare come se fosse stata proprio lei a fargli questo.
"Oh cazzo...Cap." La ragazza era sull'orlo delle lacrime e continuava a cercare di avvicinarglisi, ma ad ogni tentativo veniva respinta dai ringhi del cane, che aumentavano di volume nel momento in cui lei si avvicinava. Samantha non aveva idea di cosa fare, mentre il suo cane, il suo cucciolo, il suo amico, moriva dissanguato davanti a lei. Non voleva perderlo, così gli si avvicinò nuovamente, disposta a ferirsi pur di aiutarlo. Poi si accorse che c'era qualcosa che non andava.
Il sangue, a contatto con il pavimento di pietra, sfrigolava, e da esso si alzavano sottili volute di vapore nero. Nello stesso momento vide i grandi occhioni color nocciola della sua piccola palla di pelo, che color nocciola non erano più. Stavano sfumando lentamente verso il rosso e diventavano sempre più scuri ogni secondo che passava. Terrorizzata, urlò e si allontanò lentamente dal Jack Russel e proprio mentre usciva dal bagno, camminando all'indietro, da esso cominciarono a fuoriuscire piccoli sbuffi vorticanti di fumo nero. Si staccavano dalla sua pelle, quasi ne facessero parte, e salivano a mezz'aria, andando a condensarsi in qualcosa di indefinibile. Intanto il cane, riverso sul pavimento nel suo stesso sangue, aveva cominciato a sussultare e muovere freneticamente gli occhi, guardando la massa nera. Sam chiuse di colpo la porta del bagno e corse in camera sua, barricandosi dentro e entrando di nuovo nel suo letto.

"Samie, Samie, dovresti smettere di mangiare le cozze, ti fanno male e cominci a fare dei brutti incubi, ora dormi e non preoccuparti, non sta succedendo niente di strano, non sta succendendo niente di strano..." E continuava a ripetersi queste parole, sussurrando, in stato di shock, cercando di autoconvincersi di non aver visto niente. Stava cominciando a tranquilizzarsi e riprendere possesso delle sue facoltà mentali quando sentì un sibilo propagarsi fuori dalla sua porta. Si irrigidì, lo sguardo fisso nel buio e non si accorse di quello che stava succedendo affianco al suo letto. Solo quando sentì che dalla sua destra  arrivava uno spiffero d'aria si girò di scatto e...lo vide.
Era un vortice nero e la stava chiamando. Ripeteva il suo nome, con voce suadente, stregandola, e a poco a poco sul volto della ragazza comparve un sorriso ebete. Si alzò dal letto, come in trance, e allungò una mano verso l'ombra. Quando la toccò, sentì un formicolio lungo il braccio, e immediatamente comiciò a tremare. Le sembrava che qualcosa fosse strisciato sotto la sua pelle e fosse entrato dentro di lei, ma continuava a sorridere imperterrita. Poi, le sue gambe comiciarono a muoversi da sole e fece un paio di passi in direzione della finestra. Spaventata dall'aver perso il controllo del suo corpo tornò in se stessa e venne presa dal panico sentendo qualcosa dentro di sè, come un parassita, come se non fosse più la sola abitante di sè stessa. Cominciò a graffiarsi il viso cercando di fare uscire quella viscida creatura, ma l'unica cosa che ottenne fu di scivolare e cadere nella pozza formata dal sangue che le colava lungo il viso. Il demone intanto la costrinse ad aprire la finestra e salire sul davanzale. Lì, vedendo il nero della notte stagliarsi davanti a sè, Samantha si arrese e smise di combatterlo. Comiciò a piangere di sua spontanea volontà, come se quell'essere volesse lasciarla soffrire. Poi il suo corpo si mosse in avanti e...cadde. La ragazza cadde dal secondo piano, e sbattè sul duro cemento. La vista le si annebbiò, mentre guardava le stelle, e perse la percezione del suo corpo. Non sentiva più niente, il mondo era diventato una realtà ovattata.

No, sono io che sto morendo. Pensò Sam con ironia mentre la creatura si e staccava da lei tornava a condensarsi nell'aria gelida, con una crudele sinfonia.

Al mattino del giorno successivo, quando la vicina di casa che doveva prendersi cura del cane era entrata nell'abitazione dalla porta sul retro,utilizzando le chiavi di scorta, aveva trovato Captain dissanguato nel bagno, mentre una Samantha morta da tempo sul vialetto antistante a casa sua.  La ragazza, evidentemente con le sue ultime forze e utilizzando una pietra di gesso che componeva la ghiaia collocata affianco allo stretto passaggio in cemento, aveva inciso, all'altezza del suo braccio, nove semplici parole, difficili però da comprendere.
Attenti ai vostri demoni. Vi stanno venendo a prendere.

 

In the corner:
Ma salve! Piaciuta la storia? ;) Lo so, è un po' banale e ci sono sempre i soliti clichè, ma ho voluto fare un semplice esperimento scrivendo un breve racconto non troppo impegnativo o complicato. L'horror non è proprio il mio genere ( e quando dico proprio intendo per niente) tanto più che non credo scriverò altre storie come questa. Comunque, mi farebbe piacere se recensiste facendomi capire cosa ne pensate  e se devo abbandonare per sempre la mia (neo) carriera da scrittrice. Vi ringrazio per aver letto ciò che ho scritto e detto questo, vi sauto.
Baci e alla prossima.

 

 

   
 
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