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Autore: Florence    01/03/2009    16 recensioni
E' passato un anno dalla battaglia contro Victoria e i vampiri neonati e Jacob, dopo un anno, ha finalmente capito il senso di quella notte, che ha segnato per sempre la sua vita. Ed ora Jacob, non può che dire "Grazie"...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction quinta classificata al contest

SAN VALENTINO STORY CONTEST ON TWILIGHT

di Kikyo90

Grazie
by Florence


Ricordo esattamente il momento in cui mi fu chiaro che lei non sarebbe mai stata mia. Potrei incidere quella data e quell’ora nella roccia del monte Olympia e riderne, tra tremila anni, riguardando quei graffi indelebili.

Era il 14 febbraio e Bella mi aveva appena regalato il nostro primo, vero bacio.

Peccato che dopo un’ora era già tornata tra le braccia del suo succhiasangue ed io, solo, tentavo invano di leccare le mie ferite, che non smettevano più di sanguinare...

Andiamo con calma... il motivo per cui la storia era finita a questa maniera doveva essermi chiaro da tempo, eppure, maldestramente, avevo sempre cercato di ingannare i miei occhi, ripetendomi che la sua era solo una cotta per un essere fatto apposta per quello scopo.

In realtà la spiegazione era molto più semplice, solo che io non volevo accettarla: Bella amava Edward per lo stesso motivo per cui io amavo lei: entrambi eravamo destinati a soffrire ed entrambi eravamo dei masochisti da manuale.

Quello che mi sfuggiva, ora me ne rendo conto davvero, è quanto lui, il succhiasangue, quello che odorava di fiori marci rubati in un cimitero e cosparsi di miele, zucchero e acqua ragia, amasse Bella: al punto di rischiare più della sua stessa vita, per lei.

Lui sì che era un Grande Masochista! Perché rischiare è un conto, rinunciare è un altro...

Ricordo che mi aveva lasciato solo con Bella, in quella misera tenda che secondo le sue idee avrebbe dovuto proteggerla in quella notte infame in cui il cielo aveva deciso di chiudersi sulla penisola di Olympia e sfogarsi sulla mia povera, piccola innocente fanciulla.

Eccoci qua... già... questo era un punto a mio sfavore: il lupo e la fanciulla: non esistevano favole con il lupo e la fanciulla e allo steso tempo un lieto fine. Avrei dovuto intuire subito che qualcosa non andava.

In realtà non esistevano neanche storie con il vampiro e la fanciulla... non esistevano proprio favole in cui comparissero vampiri, c’erano solo libri dell’orrore o splatter, che gli adolescenti divoravano come gli snack che sbriciolavano tra le loro pagine, e le donne compravano di nascosto e leggevano a casa da sole, prima che i loro mariti tornassero da lavoro, per illudersi di provare delle emozioni ormai sbiadite nell’abitudine quotidiana.

Non ce la vedevo Bella a sognare ad occhi aperti davanti ad un vecchio libro consunto con immagini truculente e prosa rutilante. Su questo non mi sbagliavo, ne ero certo: Bella non si era innamorata del clichè del bello e dannato, non era il tipo.

Bella amava Edward, qualunque natura avesse. Uomo, vampiro, lupo, scoiattolo, tritone... sono certo che non gliene sarebbe importato nulla.

E questo decretava la fine dei giochi e la vittoria del succhiasangue. 1 a 0 per lui. Complimenti.

Ma forse Bella non era mai stata il premio in gioco, perché non c’era mai stata una vera competizione. Lui aveva vinto a tavolino...

Ad ogni modo, quella mattina, lei ed io eravamo soli in quella tenda, dentro cui aleggiava ancora il tepore emanato dal mio corpo durante la notte, quando avevo creduto di impazzire legato a lei, fragile eppure pericolosa come un coltello di ceramica. Ecco cosa sarebbe diventata la sua morbida pelle, se quell’animale avesse accettato di trasformarla in uno di loro: ceramica. Fredda, dura, liscia eppure insidiosa. Ceramica indistruttibile.

Su una cosa, però, io e Mr.Bloody non avevamo vantaggi: sulla sua mente chiusa ad entrambi come una cassaforte piena di segreti.

Durante la notte Bella si era mossa diverse volte, stringendosi a me, intrecciando le sue gambe alle mie e cercando sul mio petto nudo un angolo comodo per il suo volto... sapevo che il vampiro vedeva tutto nei miei pensieri e avevo gongolato, lasciando che la mia immaginazine lo torturasse con immagini vere e inventate. Mi sa che una parte di me gli aveva comunicato anche quanto fossi eccitato da quella situazione. Mi ero guadagnato un ringhio sottile, simile ad un sibilo, in risposta ai miei pensieri e la sua voce, impalpabile quanto crudele, che mi aveva sussurrato all’orecchio: “Toccala e vincerò il disgusto di affondare i denti nella tua carne pelosa...”

Non avrei toccato mai Bella! Cosa credeva quello stupido pipistrellaccio? Anche se... bruciavo dalla voglia di lei. Forse è stato questo surplus di calore a salvarla dal gelo, quella notte. Ma il colpo di grazia era arrivato con quel bacio.

Lei si era svegliata, c’era stato un bisticcio tra noi, poi ero stato estromesso dalla loro tenda, trattato come una stufa e nulla di più. Ero scappato lontano, dove sarebbe infuriata la battaglia.

Sarei morto per lei, ma se mi avesse trattenuto, in quel momento avrei accettato di mostrarmi codardo e di portarmela lontana, per sempre. In fondo non avrei fatto che imitare il suo cavaliere senza cuore. Sarei stato pure banale.

Non avevo creduto che davvero Edward mi avesse dato un’ultima possibilità, subito dopo. Avevo corso come un forsennato per non fare aspettare Bella e, quando l’avevo rivista, quando il suo profumo aveva ottenebrato la mia ragione, di nuovo, avevo infranto la promessa che mi ero fatto e l’avevo costretta ad un secondo, odiato contatto tra noi. Ma dopo era stata lei a baciarmi...

Può un uomo-lupo alto quasi due metri, con la forza di cento bulldozer sentire le sue ginocchia vacillare per un bacio? Può la mente prendere e scappare via dalla testa e lasciare che siano solo il cuore e i sensi a comandare i movimenti? Può esistere qualcosa di più dolce, sensazionale e ardente delle labbra di Bella? Delle sue mani tremanti su di me? Dei suoi occhi lucidi eppure splendenti e del sapore della sua bocca, l’odore del suo respiro affannato?

Su una cosa sono certo: mi è andata male, quel giorno, ma quello è stato il primo vero bacio di Bella. E anche il mio. Forse anche lui lo ha capito, sentendolo attraverso i miei pensieri confusi, forse ha sentito, tramite me, Bella vibrare di passione. Lui non avrebbe potuto fare altrettanto, non senza ucciderla.

Forse è per questo che si è buttato nella battaglia sapendo che aveva più nulla da perdere. Perché gli ho fatto credere che lo avesse già perso.

Ma la vita di Bella, no, quella ancora era in pericolo, e avrebbe dato l’immortalità pur di salvarla.

Forse è per questo che lui ne è uscito vittorioso ed io sconfitto.

Perché il suo amore era più potente del mio, anche se non potevo capirlo.

Avrei voluto entrare nei suoi pensieri come lui faceva con me e stanare il momento esatto in cui quell’amore era esploso, riducendo a brandelli la gelosia che avevo scatenato in lui e aveva reso i suoi fendenti micidiali per chiunque.

Invece avevo preferito scappare lontano, piuttosto che guardare ancora gli occhi della donna che amavo e che mi aveva appena spezzato il cuore, ricambiando quell’amore impossibile.

Avevo visto attraverso gli occhi del mio fratello Seth il suo gesto avventato, per salvare la vita del suo vero amore e lo sguardo di terrore sul volto di cera di quel vampiro.

La piccola Bells... chi avrebbe mai detto che avrebbe preferito giocare a fare Superman, piuttosto che restare in disparte, nascosta al sicuro? Dovevo immaginare che il legame che esisteva tra loro, più forte della passione che era riuscita a placare dopo quel bacio, più forte delle loro carni così diverse, l’avrebbe spinta sul fronte a lottare per quell’amore disperato.

Masochista!

D’accordo, lo scettro spettava a lei, ma la battaglia che si era combattuta quel giorno –e non mi riferisco a quella tra “vampiri-buoni” e lupi contro “vampiri-cattivi”, ma a quella avvenuta nei nostri cuori- aveva minato alla base la sua povera anima, spezzandola in due.

Avevo visto il suo gesto grazie a Seth e mi ero distratto: poi non ricordo molto... solo un dolore atroce alle costole, la gamba e tutto il resto. Credo di essere rimasto incosciente per un po’, nascosto nella boscaglia scura.

Nessuno mi ha mai raccontato cosa fosse davvero successo sul campo. Probabilmente neanche io sarei in grado di dirlo, pur essendo stato presente fino a quel momento, perché la mia attenzione era interamente concentrata su quello che stava avvenendo dove era lei.

Qualcuno mi aveva riportato a casa, un tempo incalcolabile dopo e la voce tanto melodiosa quanto stridente di uno di quei succhiasangue mi aveva chiesto di sforzarmi per tornare umano. So per certo di aver pensato per un istante che volesse mangiarmi e, non gradendo le cose pelose, mi invitava gentilmente a riprendere le mie sembianze. La risata che seguì produsse un dolore lancinante. Pari solo a quello del fendente vibrato con violenza nel mio cuore dal bacio gentile che Bella, ore dopo, posò sulla mia guancia.

I suoi occhi erano luccicanti e la sua voce, un po’ roca per le urla di quella giornata infame, vibrava appena, incrinandosi a tratti.

-Ti amo, Jacob-, mi aveva detto, e avevo sentito il cuore volare oltre le costole rotte, come una colomba che vola alta, in cielo, puntando al sole.

-Ma non è con me che vuoi passare il resto della tua vita-, la mia voce suonava bassa e simile al lamento delle nuvole che si addensano prima del temporale.

-No-, aveva confermato semplicemente, senza spiegazioni. Non ce n’era bisogno. Bella era il mio sole che in quel momento più che mai brillava intenso ardente di passione. Era sempre stata lì, il suo amore era sempre esistito, come il sole aveva sempre splenduto su di me, su di noi.

Non era il suo calore a venire meno: era come se io fossi condannato a rimanere in eterno nel cono d’ombra di un’eclissi che mi impediva di sentirlo riscaldare la mia pelle.

Forse il suo cuore era talmente colmo d’amore che stava frantumandosi e le schegge si saldavano tra loro, impedendoci di guardarci l’un l’altra.

Edward aveva raccolto quelle schegge, o forse erano sempre state sue e quella era la sola cosa che Bella poteva vedere, guardando verso di me.

Il resto era silenzio.

Mi aveva regalato un sorriso multicolore, ricolmo delle sfaccettature della luce, del calore, del fuoco, del dubbio, della luna.

Poi mi aveva baciato sulla guancia.

Non avrei saputo dire se era triste o felice, se qualcosa si fosse spezzato o se per un istante avesse guardato anche lei oltre il cono d’ombra e si fosse sentita più forte, tanto da prendere quella decisione.

Quando era uscita, dalla porta della mia stanza era entrato Seth, trasformato nel lupacchiotto che si era battuto per lei. Si era avvicinato a me e aveva sporto il muso fino a toccare il mio viso. Era la prima volta che provavamo quel genere di connessione, ma le immagini dei suoi ricordi erano arrivate nitide alla mia mente.

-Va’ da lui...-, il vampiro cerca di nascondersi, piega il viso lontano dalle fiamme, per non mostrare lacrime inesistenti. -Va’ da lui. Devi... dimenticarmi-

La fanciulla si avvicina al vampiro e allunga una mano, verso di lui. –Edward...-, sussurra.

Il vampiro la guarda come fosse l’ultima volta che lo fa e dietro quegli occhi neri che, piano piano, tornano dorati, nasconde la voragine entro cui vuole sprofondare. Poi si volta, tiene le spalle basse e si allontana.

-Edward... perchè?-, domanda la ragazza, senza trattenere l’angoscia, lasciando che le lacrime righino il suo volto d’avorio. -... perché?-

Il vampiro alza una mano, vuole parlare, ma non riesce a trovare le parole per descrivere quello che brucia dentro di lui. Fa un passo ancora verso il baratro e lontano da lei.

-Sono un mostro...-, bisbiglia andandosene.

La fanciulla si muove, corre verso di lui, non vuole che se ne vada. Urla il nome del vampiro con voce straziante, ancora una volta. Inciampa e cade.

Il vampiro si ferma, mentre le ombre prodotte dal fuoco ballano attorno a lui, annusa l’aria, percepisce il sangue della fanciulla. Si volta e la guarda: una macchia scura si allarga sulla stoffa dei suoi pantaloni, sopra al ginocchio sbucciato.

Torna indietro, accelerando per coprire la distanza tra lui e la fanciulla, immobile a terra.

Lei non può più parlare, perché il suo respiro è rotto dal pianto, che non vuole più nascondere.

Allunga una mano verso il vampiro, ma lui si abbassa sopra di lei, strappa la stoffa del pantalone, si avvicina al suo sangue.

La fanciulla lo guarda. Vede qualcosa in quegli occhi in cui si riflettono le fiamme. Vede qualcosa e, tra le lacrime, spunta un sorriso di speranza.

Il vampiro strappa un lembo di stoffa dalla sua camicia e fascia la gamba della fanciulla, poi la solleva tra le sue braccia, come se fosse una piuma leggera pronta a volar via.

-Il mostro sono io... per quello che ti ho fatto...-, dice lei e affonda la testa sul petto del vampiro.

Dopo non parlano più. Non hanno bisogno di parole: possono leggere l’uno negli occhi dell’altra tutto quello che non è stato detto.

Poi il loro abbraccio si scioglie, la fanciulla si rimette in piedi, lui la sostiene, la stringe a sé, mentre lei cerca con le mani la sua pelle, scivola con le braccia dietro il suo collo, avvicina la bocca a quella che la bacia lentamente.

Tanti piccoli baci, come le stelle del cielo, per ritrovarsi, conoscersi, scoprirsi. Tanti piccoli baci che uno ad uno aumentano, come la tensione tra loro, e diventano sempre più affannati, febbrili. Baci che non la fanno soffrire, che non scuotono il suo corpo in un fremito, ma la sua anima. Baci che arrivano dove la materia non può.

Seth aveva allontanato il muso da me: non mi era concesso rubare altro alla loro intimità.

Avrei dovuto odiarlo per quello che mi aveva mostrato, invece non smetterò mai di ringraziarlo per ciò che avevo compreso.

Quella era stata la nottata più lunga della mia vita, sospeso tra un dolore fisico che andava via via acquietandosi e un tormento che si faceva strada dentro di me imperioso.

Quella notte l’avevo persa per sempre, ma non perché non ricambiasse il mio amore.

L’avevo persa perché nel suo cuore e nella sua anima, il suo sole avrebbe brillato solo per Edward Cullen.

E’ passato un anno da quel giorno e ancora nella mia mente le immagini di quello che era accaduto si sovrappongono caotiche a quelle create dalla mia fantasia. Ripensare adesso al bacio che Bella ed io ci siamo scambiati nella tormenta mi fa sorridere di dolcezza ed imbarazzo.

Ho tentato di restare lontano da loro, di ignorare la decisione che la aveva legata a lui indissolubilmente, di dimenticare la fanciulla e di guardare solo alla meravigliosa statua di perla che ha scelto di diventare, ma non ci sono riuscito: sono tornato a capo chino da loro, richiamato dalla loro unione, tanto quanto essa graffiava la mia anima.

Oggi è un giorno speciale, per me: il primo giorno in cui Bella mi ha concesso di rimanere tutto solo con la mia dolce bambina, con colei che impregna ogni mio pensiero e fa volare il mio cuore come un colibrì.

Oggi è San Valentino e dice che anche i vampiri festeggino l’evento.

Chissà... forse è per via di tutti quei cuori rossi... immagino che solletichino il loro appetito.

... quanto so essere idiota, a volte!

Ed e Bella hanno detto che sarebbero andati a caccia, tutti gli altri Cullen, a coppie, si sono dileguati e alla mia piccola e al suo lupo peloso hanno lasciato tutta la loro incredibile villa.

Ho una sola parola, per loro: Grazie…

Ho fiutato l’aria e aguzzato la vista: Bella è ancora nella sua casetta, ogni tanto cerca di capire come stia sua figlia.

Ed, sicuramente, sta perlustrando i miei pensieri.

Che lo faccia! Che legga quanto mi hanno reso felice regalandomi Renesmee e quanto io vorrò rendere felice lei! Che scopra la ferita provocata dalla scelta di Bella e guardi come il tempo l’abbia risanata! Che riveda se stesso, nella mia mente, come l’ho visto io quella volta e si senta orgoglioso del tesoro che ha conquistato.

E ora via, lasciateci in pace, lasciate che culli la vostra piccina tra le mie braccia, che le sussurri nell’orecchio dolci favole incantate!

Le racconterò la novella del lupo e del vampiro buoni, che per amore della stessa stella strinsero un patto di pelle e sangue e promisero di combattere fianco a fianco per il bene di qualcosa di puro e splendente che rapiva entrambi i loro cuori.

Le narrerò di come il lupo cattivo amò la principessa triste e di come il suo sorriso si accese quando ella scelse di essere felice. Le parlerò della bellezza del vampiro e della sua anima gentile ricolma di un amore incommensurabile.

E poi canterò della creatura meravigliosa nata da quell’amore, al cui cospetto si inchinano le nuvole del cielo, scoprendo al sole la sua bellezza.

Le dirò come il lupo divenuto buono la accompagnò mano nella mano nei suoi primi passi e promise di sorreggerla quando sarebbero arrivati i pericoli da saltare, giurando di starle vicino fino alla fine dei tempi.

E quando la piccina crescerà, le parlerò delle antiche leggende che popolano le nostre terre e di quelle nuove, che cresceranno assieme a lei. Le mostrerò i luoghi delle nostre storie e sarò sempre pronto ad accogliere i tormenti della sua anima pulsante.

Le narrerò la storia del sole che, giorno dopo giorno, attende che il fiore sbocci per godere del suo profumo celestiale e osserverò i suoi occhi farsi più profondi, il viso più magro, le labbra più rosse, il suo corpo sbocciare nel fiore che potrei aspettare in eterno, legato da corde indistruttibili a lei.

Quella che verrà poi, sarà solo la nostra storia.

FINE

***

Disclaimer: i personaggi e gli argomenti trattati appartengono totalmente a S. Meyer. La storia è di mia fantasia e non intende paragonarsi a quella concepita e pubblicata da S. Meyer.

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Twilight, New Moon, Bella Swan, i Cullen, i Volturi, Jacob Black, Seth Clearwater, il Wolf Pack sono copyright di Stephenie Meyer. © Tutti i diritti riservati.

La storia narrata di 'Grazie', le circostanze e quanto non appartiene a Stephenie Meyer è di invenzione dell'autrice della storia che è consapevole e concorde a che la fanfic venga pubblicata su questo sito. Prima di scaricare i files che la compongono, ricordate che non è consentito né il loro uso pubblico, né pubblicarli altrove, né la modifica integrale o di parti di essi, specialmente senza permesso! Ogni violazione sarà segnalata al sito che ospita il plagio e verrà fatta rimuovere.
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