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Autore: Alicetta01    27/11/2015    0 recensioni
"Tratto da Twilight"
E se i Cullen per una volta fossero i cattivi,o meglio gli antagonisti? E se la nascita di una nuova bambina stravolgesse l'armonia della famiglia dei vampiri vegetariani? E se questa nuova bambina fosse fin dalla nascita una vampira? E se la sua crescita si fermasse ai 17 anni? E se,ancora, l'incontro con il nemico naturale dei vampiri portasse ad un sentimento inevitabile?
Dal capitolo 
"Quindi erano tutte bugie. Lui non mi aveva pensato, nessuno lo aveva fatto.
Se avessi potuto, avrei pianto.
Mi ero solo illusa. Ma alla fine le persone sono fatte così. Ti illudono e ti gettano poi via. Anche gli sconosciuti lo fanno.
Solo, che a me era capitato troppe volte."
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(I capitoli dove i dialoghi non si vedevano sono stati corretti )
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Successivo alla saga, Contesto generale/vago
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"Ciao. Mi chiamo Alice Cullen. Ho 16 anni. I miei genitori sono Isabella ed Edward Cullen. Ho una famiglia numerosa. Mia sorella si chiama Reneesme..."
<< Fa schifo!>> esclamai per la millesima volta. Non credevo che un tema su di me potesse essere così straziante e....difficile. Già,non potevo mica uscirmene scrivendo di essere un vampiro. Nè che i membri della mia famiglia fossero anche loro vampiri. Se avessi presentato una cosa del genere il prof. avrebbe convocato i miei genitori e.... bè, si sarebbe ritrovato dei presunti quarantenni che però avevano l'aspetto di due diciasettenni. Strano no? 
<< Bene,riproviamo>> sospirai un po' irritata.
" Salve. Mi chiamo Alice Cullen. Ho 16 anni. La mia famiglia è abbastanza numerosa. I miei genitori sono Isabella ed Edward Cullen. Mia sorella maggiore invece si chiama Renesmee. Voglio molto bene alla mia famiglia. Sono molto legata a loro..."
<< Balle! Ecco che cosa sto scrivendo! Balle e solo Balle!
gridai,tenendomi la testa tra le mie freddi mani. Stavo scrivendo solo menzogne
Accartocciai di nuovo il foglio dove stavo scrivendo, e lo buttai nel cestino. O da qualche parte lontano da me. Sospirai rumorosamente.  Avevo bisogno di dire chi ero...che cosa ero... Volevo gridare ai quattro venti la verità... Ma io sapevo che era un desiderio irrealizzabile...nessuno doveva sapere che cosa eravamo...per il bene di tutti. 
Il bene di tutti. Nessuno pensava però al mio bene. 
Un pensiero mi lampeggiò in testa. Avrei scritto semplicemente la verità. Per una volta. Tanto poi avrei strappato il foglietto, e avrei strapparo pure la verità. Nessuno deve sapere. Per il loro bene.
" Salve. Mi chiamo Alice Cullen. Sono una vampira. Lo sono anche i miei genitori e il resto della mia famiglia. Io però sono..come dire,un' eccezione. Tutti sono stati umani, oppure sono comunque per metà umani,come nel caso di mia sorella maggiore, Reneesme. Io,invece, non lo sono mai stata. O almeno così mi hanno sempre detto. Una bambina nata vampiro. Non ho mai respirato per il bisogno di farlo. Non ho mai sentito il calore del mio corpo, nè il mio cuore che pompa il sangue. Sangue. Siamo degli esseri dipendenti dal sangue. Senza, probabilmente moriremo di fame. Al contrario di ciò che i miei genitori sostenevano, io riesco a controllare la mia sete. Posso resistere fino a due settimane. Ho battuto tutti i record attuali. La mia famiglia mi odia,e io odio me"
Quando finii di scrivere,tirai un sospiro di sollievo. La verità, come era dolce e amara allo stesso tempo. Sentii delle voci ridere spensierate. Ne riconobbi alcune. Una era certamente di mia sorella, un'altra apparteneva al suo fidanzato-licantropo, Jacob. Ascoltai meglio. Si,avevo ragione. Un'altra era di Alice. Storsi il naso sul fatto che i miei genitori mi avevano chiamato Alice,come la mia sottospecie di zia. L'unica differenza era quella di pronuncia. Il mio nome si leggeva come si scriveva. Quello di zia...si pronunciava tipo "Elis", più all'inglese o all'americana,non so. Per fortuna non mi avevano dato soprannomi come "Alice junior". Non l'avrei proprio sopportato. 
Ancora persa nei miei pensieri osservai le gocce di pioggia scendere imperterrite dal cielo,prima di atterrare a terra. Amavo la pioggia... la trovavo così triste e felice. Lavava tutto ciò che doveva essere lavato via,come le cose cattive. Era come se ti purificasse, mandando lontano da te i pensieri negativi. 
Girai nuovamente la testa,e mi alzai,camminando verso lo specchio che alloggiava in camera mia. Guardai il mio riflesso. Vidi una figura alta,slanciata,con i capelli color rame perennamente arruffati. Vidi anche io mio viso,di carnagione chiara,bianca. L'unica nota di colore,oltre ai capelli, erano i miei occhi. Erano del color del bronzo,ma con sfumature tendenti al rossiccio. Le mie labbra,invece, erano appena rosa. Ma quando guardai il tutto insieme,mi accorsi che vedevo un'estranea,davanti a me. Mi sembrasse che fosse una creatura a parte,intrappolata nello specchio,che non si muoveva come me,anzi, potevo dire che facesse tutto il contrario di quello che facevo io. Negai con la testa,cercando di distorgliermi dai miei pensieri.
Guardai di nuovo verso la finestra. All'improvviso sembrò che la stanza diventasse sempre più piccola,costringendomi ad uscire. Ecco quello che avrei fatto. Presi il foglietto dove ci doveva star scritto il mio tema, e me lo infilai nella tasca de jeans. Corsi verso l'anta della finestra, la aprii, e mi lanciai fuori. Destinazione: la scogliera dove si era lanciata mamma quando era umana.
   
 
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