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Autore: ryuga hideki    28/11/2015    2 recensioni
-No...- l'espressione di Banner cambiò subito, facendosi perplessa constatando l'abbandono del lato maturo di Stark.
-Dai! Sarà divertente!!! Possiamo divertirci come loro hanno fatto con noi...-
(...) Da quando era tornato sulla Terra per stare con Jane le cose non erano andate come si era immaginato. La relazione con Jane per i primi mesi era andata a gonfie vele, ma con il passare del tempo si era fatta sempre più difficile e fredda.
Storia ambientata nel periodo Avengers: Age Of Ultron. Coppie: Thorki, Stanner, Clintasha e accenni Stucky
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Loki, Thor, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La storia è una versione diversa di Age of Ultron, almeno per i primi capitoli, poi prenderà una strada diversa. Spero che i personaggi non siano troppo OOC. Buna lettura

 




Salti tu, ti seguo anche io





Erano passati alcuni anni da quando gli Avengers si erano formati e Bruce, da quel momento, si era trasferito alla Stark Tower per poter lavorare al meglio nei laboratori di Tony. La torre era, di tanto in tanto se non molto spesso, affollata anche dagli altri membri della squadra che venivano per varie missioni o per semplici visite di cortesia. Ma questo non fermava i due amanti della scienza a dedicarsi un po' di tempo per ciò che più amavano fare e dedicarsi, così, a qualche nuova invenzione o scoperta scientifica e poter stare da soli nel loro mondo. Col passare del tempo i due si erano molto avvicinati e l'attrazione tra di loro divenne sempre più forte fino a diventare qualcosa di più di semplici migliori amici.

Stavano assieme da qualche mese, ormai, e la loro relazione era tutt'altro che facile. Ogni volta che un bacio si trasformava in qualcosa di più, Bruce fermava Tony prima che la situazione potesse degenerare. Aveva paura di perdere il controllo e che il grande e grosso bambinone verde potesse prendere il sopravvento e rovinare ogni cosa, far male alla persona che amava e fare disastri. Non riusciva a controllarsi, come era solito fare in precedenza, da quando stava con Tony, la sua presenza lo agitava senza riuscire a tranquillizzarsi, provava cose che non aveva mai sentito dentro di sé, sensazioni che solo Beth era quasi riuscita a fargli provare. Tutto ciò lo rendeva ancora più nervoso poiché non aveva la situazione sotto controllo e soprattutto non sapeva, non conosceva alcun modo per tenersi a bada. Eppure, nonostante tutto, Tony continuava a starvi vicino senza mostrare alcun segno di cedimento, alcuna debolezza, ripensamento e pensieri negativi. Tony era sempre rimasto se stesso: ottimista, spavaldo ed estremamente testardo.

Quel giorno, alla Stark Tower, Tony era al laboratorio a smanettare con i computer per una nuova invenzione quando Bruce arrivò.

-Stavo giusto pensando a te! Devo farti vedere questo progetto a cui sto lavorando per sapere cosa ne pensi!- disse l'inventore, voltandosi fugacemente verso il dottore. Bruce si avvicinò e guardò il monitor.

-Interessante...è un up grade per Veronica?- chiese il dottore, sistemandosi gli occhiali.

-Sì! Stanotte mi è venuto un colpo di genio su di una arma che potevamo usare per fermare il gigante verde! E credo di esserci quasi!- rivelò soddisfatto l'inventore.

-Stai dicendo che sei qui da stanotte?- lo guardò Bruce. Tony si voltò verso di lui, posandosi sulle labbra il bordo della tazza da caffè che aveva in mano. Alzò le spalle e le sopracciglia con aria indifferente.

-Sì, perchè? C'è qualche problema? Oddio, non dirmi che avevamo un appuntamento!- esclamò.

-Manno! Quale appuntamento!- voltò lo sguardo verso la sua sinistra e vide l'orologio appeso al muro: segnava le dodici e mezzo del pomeriggio. -Tony...è ora di pranzo!- tornò a guardarlo. -Non puoi tirare avanti con la sola caffeina, non fa bene! Devi riposare! Sai che il capitano Rodgers vuole che siamo tutti in forma per l'eventuali “missioni”.-

-Dormirò stanotte, non ti preoccupare. E poi dovresti saperlo meglio di me cosa significa avere un'idea in mente e doverla realizzare subito! Anche tu soffri d'insonnia- gli sorrise, posando la tazza sul tavolo.

-Sì, lo so! Ma...-

-Niente contestazioni, Doc!- gli mise una mano sulla spalla. -Sto bene e sarò al massimo se capitano calzamaglia ha bisogno di noi!- Bruce non disse nulla, discutere con Tony era pressoché inutile visto che sapeva sempre come controbattere per avere la meglio. Allora sospirò, si tolse gli occhiali e si strofinò gli occhi con due dita.

-Ad ogni modo...devo dirti una cosa...- cambiò discorso il dottore. L'inventore si sedette su di una sedia girevole ed aspettò che l'amante continuasse il discorso. Bruce si rimise gli occhiali, lo guardò negli occhi incrociando le mani. -Ehm...- era leggermente imbarazzato. -Credo che gli altri sappiano di noi...- abbassò lo sguardo per qualche secondo per poi tornare sui suoi occhi. Sapeva che ciò avrebbe divertito Tony, ma sperava, come ogni volta, che il suo lato ingenuo e competitivo si assopisse e lasciasse il posto a quello maturo e razionale. L'inventore sorrise divertito e quasi malefico. Incrociò le dita delle mani e rimase in silenzio per qualche secondo.

-Oh, bene! La cosa mi alletta parecchio...- Bruce sospirò sconsolato e scosse la testa. -A te no?- chiese anche se già conosceva la risposta.

-Devo rispondere?-

Allora Tony si alzò e gli si avvicinò, posandogli le mani sulle spalle e guardandolo in modo serio.

-Cosa ti turba?- per la fortuna del dottore, il lato razionale e maturo dell'inventore era riuscito a farsi valere per un po'.

-Niente, è che avevamo deciso di non dire niente a nessuno per evitare che...beh, potessero fare storie come per esempio: “Non è saggio che stiate assieme visto che Tony si diverte ad istigarti” o “Visto che in attimi di follia passionale l'Altro potrebbe uscire dal guscio”...- posò lo sguardo di lato per evitare che gli occhi di Tony potessero scorgere quell'amarezza che provava verso se stesso per colpa dell'Altro. Ma questa volta, per sua sfortuna, Tony comprese cosa gli stava frullando per la testa e tentò di rassicurarlo come faceva di solito.

-Beh, quando succederà ne discuteremo con loro! E poi chissene frega di ciò che dicono! Io faccio quello che voglio, nessuno può dirmi quello che devo o non devo fare! Sono Tony Stark e faccio quello che diavolo voglio!- Bruce si voltò verso di lui notando un sorriso comprensivo e allo stesso tempo determinato sul volto di Tony.

-Non ti abbatte mai nulla, vero?-

-Mmh...- alzò le sopracciglia, assumendo uno sguardo abbastanza buffo. -Direi proprio di noi!- sorrise radioso, facendo nascerne uno anche sul viso del dottore. -Ti prego...non possiamo...-

-No...- l'espressione di Banner cambiò subito, facendosi perplessa constatando l'abbandono del lato maturo di Stark.

-Dai! Sarà divertenteee!!! Possiamo divertirci come loro hanno fatto con noi...- assunse uno sguardo un po' confuso e lasciò passare qualche secondo prima di ricominciare a parlare. -Come fai a sapere che sanno di noi?-

-Beh, Natasha ieri sera alla festa ha detto delle frasi alquanto ambigue. Io mi sono comportato come al solito e poi ci si è messo anche Rodgers fraintendendo il mio comportamento con Natasha...-

-Mmh...beh, allora possiamo divertirci anche noi!- sorrise, tornando al discorso di pirma.

-Tony, no!-

-Maddai! Non è nulla, dobbiamo solo stuzzicarli un po'...non so come ma possiamo farlo!-

-Perchè non andiamo a mangiare mentre parliamo del progetto Ultron?- cercò di fargli cambiare idea e chiudere la discussione.

-Si può fare, ma sappi che non mi arrendo così facilmente!-

-Lo so! Ma adesso andiamo... Jarvis ha preparato il pranzo...- si diresse verso la porta. Tony lo guardò con uno sguardo un po' spento. Continuava a vedere nella propria mente quella dannata visione degli Avengers distrutti e di lui steso a terra morto. Era per quel motivo che non riusciva a prendere sonno; l'immagine di Bruce senza vita non lo faceva dormire, procurandogli solo ansia. Scosse la testa cercando di far andare via quei pensieri cupi, corse dietro a Bruce e gli prese la mano per farlo girare verso di sé.

-Aspettami!-

-Cos...?- non fece in tempo di concludere la frase poiché le labbra di Tony si posarono sulle sue. Bruce arrossì leggermente e si lasciò abbandonare a quel tenero bacio. Pian piano l'inventore si staccò e gli sorrise.

-Avevo bisogno di zucchero...- sorrise divertito.

Il dottore fece respiri profondi per potersi calmare e poi si diressero in sala da pranzo assieme.

 

 

 

In quello stesso momento, in una stanza situata agli ultimi piani della Stark Tower si trovava Thor. Da quando avevano ritrovato lo scettro di Loki si era fatto un po' più cupo, a parte la sera precedente durante la festa dove tentò di essere il solito Dio del Tuono.

Era davanti alla finestra intento a fissare il nulla, la mente vagava senza sosta facendogli rivivere ogni cosa accaduta. Ritornò alla sua infanzia con Loki e ai bei momenti e spensierati trascorsi assieme. Rivivette ogni giorno che aveva trascorso insieme a lui e tutti quelli che aveva passato su Midgar, quando aveva conosciuto Jane. Poi sospirò, aprì le ante della finestra ed uscì. Si sdraiò per terra per ammirare il limpido cielo azzurro e le nuvole in continua mutazione. Sorrise malinconico, trovando un attimo di quiete in quella visione, ma subito dopo si fece ancora più cupo rimembrando la prima volta che Loki cadde e credeva di aver perso. Si ricordò delle parole di Heimdall che gli dicevano di aver scovato Loki su Midgar; poi riviste la lotta contro il fratello e che allora non aveva compreso fino a che Frigga non gli rivelò cosa avesse scoperto Loki da farlo reagire così. Solo in quel momento tutto gli fu più chiaro e solo allora si sentì davvero confuso come non mai. Si sentiva in pena per colui che una volta era solito chiamare fratello, ma allo stesso tempo provava rabbia per ciò che aveva fatto su Midgar. Si sentiva diviso in due e non sapeva come comportarsi e cosa fare. In seguito si ricordò della morte di Loki tra le proprie braccia e una fitta al cuore lo colpì. Nella sua mente continuava a sentire risuonare le sue ultime parole come un sussurro nel vento: “Non l'ho fatto per lui...” . E quelle parole non facevano altro che farlo stare peggio. Gli mancava, di questo ne era certo, ma provava una profonda tristezza che non si sarebbe mai aspettato di sentire. Era come se una parte di se stesso fosse morta proprio in quel momento.

-Loki...- sussurrò con un filo di voce come se il Dio degli Inganni potesse sentirlo. -Vorrei che tu fossi qui...- sospirò a fatica, sentendo un blocco alla gola. Allungò una mano verso il cielo come se potesse accarezzare le nuvole con le dita. Avrebbe voluto che il moro fosse lì con lui per potergli chiedere scusa poiché sapeva che parte dei suoi problemi erano dovuti anche a causa sua. Avrebbe desiderato potergli dire cosa provava, anche se nemmeno lui sapeva davvero quali fossero i propri sentimenti. Desiderava poter tornare ai vecchi tempi pieni di gioia e affetto, ma sapeva che oramai sarebbero stati un lontano ricordo.

Da quando era tornato sulla Terra per stare con Jane le cose non erano andate come si era immaginato. La relazione con Jane per i primi mesi era andata a gonfie vele, ma con il passare del tempo si era fatta sempre più difficile e fredda. Lei era sempre in giro per il mondo per le sue ricerche scientifiche, mentre lui era impegnato con gli Avengers. Quando passavano del tempo insieme discutevano per la maggior parte delle volte perchè lui era molto spesso cupo e assente con la testa; ora, invece, si erano lasciati definitivamente rimanendo amici visto che di fatto si volevano ancora bene.

Sospirò nuovamente per poi alzarsi da terra e rientrare in camera per poter andare a mangiare qualcosa, visto che la fame si stava facendo sentire. Scese in sala da pranzo e vi trovò Tony e Bruce intenti a parlare di cose che non capiva, li salutò e poi spense il cervello per non ascoltare gli affari dei due scienziati che trovava parecchio soporiferi. Era sempre stato Loki quello più portato allo studio, lui preferiva dedicarsi all'attività fisica e al combattimento anziché dei libri.

-Thor, stai bene?- gli chiese Bruce, analizzandolo con lo sguardo. Il Dio del Tuono lo guardò con occhi assenti. -Thor?-

-Mmh...-

-Riccioli d'oro, la terra ti sta chiamando!- disse Tony cercando di farlo tornare con i piedi per terra.

-Sì? Cosa c'è?- disse Thor scrollando la testa.

-Stai bene?- richiese il dottore. -Sei sciupato...-

-Sì, sto bene, grazie! Passo nottate pesanti e agitate, ma sto bene!-

-Anziché Stark Tower dovremmo chiamarla la Torre dell'insonnia- sdrammatizzò Tony.

-Anche voi avete il mio stesso problema?- chiese Thor.

-Io da quando il tizio verde vive dentro di me...-

-Per me dipende dai giorni!- disse Tony per poi guardare Bruce. -Doc, andiamo in laboratorio?-

-Sì...Ciao, Thor! Se hai bisogno di una visita chiedimi pure...-

-Grazie mille, dottor Banner!- gli accennò un sorriso. I due scienziati lasciarono la sala per tornare in laboratorio e continuare il progetto Ultron.

Avevano fatto passi enormi da quando avevano ritrovato lo scettro di Loki e dovevano assolutamente ultimare l'esperimento visto che il giorno seguente Thor avrebbe riportato l'oggetto su Asgard. Lavorarono senza sosta fino a che non arrivarono alla fine dei loro ultimi calcoli. Erano le nove di sera e dovevano trovarsi tutti per salutare Thor con una cenetta intima.

-Ci abbiamo provato, Tony...- disse il dottore vedendo l'aria abbattuta dell'inventore.

-Tranquillo, non sono giù di morale! Dopo la cena controlliamo cosa abbiamo sbagliato...-

-Tu, dopo cena, vai a dormire! Controllo io...-

-Sì, sì! Come vuoi!- sorrise. Bruce sospirò sconsolato, sapendo che Tony non gli aveva dato retta. Spensero le luci ed andarono a prepararsi. -Vuoi venire a farti una doccia con me?- sorrise malizioso. Il dottore arrossì leggermente e si schiarì la voce.

-Ehm, non credo che sia il caso...-

-Andiamo, Doc! L'abbiamo già fatto, andrà tutto per il meglio...ti tranquillizzo io!- sorrise. Bruce rimase in silenzio per qualche secondo, ammirando gli occhi teneri di Tony. Poi sorrise, si tolse gli occhiali e fece un gesto con la mano.

-E va bene...- non sapeva dirgli di no quando Tony assumeva quello sguardo così tenero e quasi bambinesco che lo metteva di buon umore.

Andarono in camera e si diressero nel bagno. Bruce accese l'acqua per farla riscaldare e poi si voltò verso Tony che era già nudo. Il dottore arrossì vistosamente, sentendo i battiti accelerare a vista d'occhio. Cercò di mantenersi il più calmo possibile prima di impazzire e s'iniziò a spogliare nel mentre faceva respiri profondi, dopo di che entrarono nella doccia. Bruce continuava a tenere gli occhi chiusi per mantenersi il più tranquillo possibile, mentre Tony rideva divertito.

-Smettila di ridere!-

-Scusa, tesoro, ma sei troppo buffo!- poi notò Bruce girarsi, dandogli le spalle, e smise di ridere. Gli mise le mani sulle spalle, incominciando a fargli un massaggio delicato per farlo distendere. Il dottore s'irrigidì in un primo momento, per poi tranquillizzarsi poco dopo. -Mi piace quando perdi il controllo, ma non sopporto quando l'Altro ti rende cupo...-

Bruce era sul punto di dire qualcosa, ma non lo fece perchè non voleva rovinare nulla con le sue parole. Si lasciò cullare dalla voce calda di Tony e dal dolce massaggio che gli stava facendo. L'inventore continuò a parlare , poco dopo, per cercare di farlo tranquillizzare.

-Andrà tutto bene, devi solo crederlo...- rimase in silenzio un secondo con aria pensierosa. -Com'era quella frase di quel film sdolcinato...mmh... “Salti tu, ti seguo anche io...” -

-Per essere precisi era: “Salti tu, salto io...” - sorrise Bruce.

-Beh, sì! È uguale! Il senso era lo stesso, ad ogni modo non posso lasciarti cedere...- disse con un sorriso divertito. Bruce si voltò, tenendo sempre gli occhi chiusi, alzò il viso e aprì lentamente le palpebre per poterlo guardare negli occhi. Rimasero così per qualche minuto fino a che il dottore non decise di posare le labbra su quelle di Tony. L'inventore gli mise una mano sul collo, lasciando l'altra sulla spalla. Era un semplice bacio, nulla di troppo passionale, ma pieno di affetto e sentimento. Di tanto in tanto le loro lingue si sfioravano per far sentire la loro minima presenza. Si staccarono piano, quando non ebbero più fiato, per poi guardarsi negli occhi. Bruce aggrottò le sopracciglia, senza mai togliere lo sguardo su Tony che comprese perfettamente ciò gli che passava per la testa. Sapeva che il dottore avrebbe voluto essere più libero di esprimere ciò che provava. Era perfettamente consapevole che aveva paura e per questo motivo non lo sforzava a fare qualsiasi cosa, ma semplicemente gli lasciava i suoi spazi e ritmi. Sapeva che, quando Bruce sarebbe stato pronto, la loro relazione avrebbe raggiunto la svolta decisiva che tanto desideravano entrambi. Tony lo strinse a sé posando la testa su quella del dottore, rimanendo così per un po' senza alcuna fretta.

 

 

Tutti erano ormai arrivati alla Stark Tower e la cena si stava svolgendo per il meglio tra risate e battute stupide, fino a che qualcosa non li destò dalla loro quiete e serenità. Si voltarono verso la porta da dove proveniva una strana voce crudele. Tony e Bruce si guardarono, capendo perfettamente di chi si trattava. Era Ultron, colui che avrebbe dovuto portare e mantenere la pace era nato.

-Sono stato creato per portare la pace ed è ciò che farò...- con una sola frase si scatenò il delirio più totale all'interno della stanza. Androidi realizzati da Tony incominciarono ad attaccare gli Avengers con il solo scopo di ucciderli. Thor distrusse la prima copia di Ultron con un solo colpo. Quando la situazione tornò alla normalità, anche se distrusse l'intera stanza, Steve e Thor si voltarono verso Tony guardandolo in cagnesco.

-Cosa diavolo hai combinato, Stark?- chiese il capitano.

-Stavo cercando di portare una soluzione definitiva al nostro pianeta!-

-Tony, non credo che...- cercò di dire Bruce.

-Spiegati meglio!- disse Natasha.

-Non possiamo contrastare da soli minacce aliene come la prima volta! Dobbiamo essere preparati ad ogni rischio che potrebbe incombere sul pianeta.-

-E quindi hai optato di ucciderci tutti?- disse ironico Steve.

-Dovevamo creare un'intelligenza artificiale capace di sostituirci in quelle situazioni, non sapevamo nemmeno di esserci riusciti visto che, al termine del progetto, non si era attivato nulla...- rivelò Bruce.

-Adesso abbiamo una minaccia, che vuole distruggerci, in giro per il mondo! Fantastico!- intervenne Clint.

-Dobbiamo rintracciarlo prima che possa fare qualche danno...- disse Thor.

Si misero a lavoro, cercando di pensare dove trovare la piccola marionetta di latta. Le ore passavano velocemente come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all'altro. Senza che neanche se ne rendessero conto il sole era già sorto e come un lampo al ciel sereno un'idea s'intrufolò nella mente di Tony, portandolo nella strada giusta e trovando l'ubicazione del figlio.

Una volta trovato Ultron si accorsero che al suo seguito vi erano anche i gemelli Maximoff, i mutati che erano nelle mani dell'Hydra. Iniziò lo scontro che servì agli Avevgers per impedire a Ultron di impossessarsi del vibranio, ma nulla andò come sperato poiché la squadra andò fuori gioco in poco tempo per via del potere di Wanda che portò tutti, fatta eccezione di Tony e Clint, fuori uso per un po'.

Natasha vide terribili visioni riguardanti il suo passato e la sua vita trascorsa con Clint; sentì la voce di Fury rimbombargli nella testa parole che gli aveva detto qualche mese fa e che le portarono solo dolore.

Steve ebbe una visione su Peggy e in seguito su Bucky; lo vide in pericolo che urlava aiuto, seguito da immagini senza alcun senso apparente.

Thor sentì, in un primo momento, le parole di Loki che gli rimbombavano nella testa ed in seguito si ritrovò su Asgard immersa nel caos più totale. Si guardava intorno e qua e là vedeva il volto di Loki tra la gente. Non ce n'era uno solo, ma mille visi del Dio degli Inganni: uno rideva sadico, un altro era morto, un altro ancora aveva l'aspetto di uno Jotun, uno aveva il viso piangente, l'altro pieno di odio e poi si fermò su di uno che lo guardava con occhi sofferenti, ma con l'intento di mostrarsi forte.

Tony cercò di fronteggiare Ultron da solo, ma più che uno scontro di colpi sembrava uno a parole. L'inventore cercò di tenergli testa fino a che la marionetta di latta non gli disse qualcosa che lo fece preoccupare parecchio.

-Credo dovresti preoccuparti del dottore, anziché di me...ne avrà bisogno!-

-Bruce...- sussurrò per poi volare verso il dottore.

Anche Bruce era stato deviato dalle visioni di Wanda e vide cose che avrebbe voluto non vedere mai. 



 
Ciao a tutti! Ecco il primo capitolo, spero che vi piaccia, non ho potuto rileggere pechè sono di fretta quindi sorry per gli errori e per il finale terribile, spero di continuare ogni due settimane! Fatemi, se volete, sapere cosa ne pensate!

a presto

Ryuga Hideki
   
 
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