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Autore: Ortensia_    28/11/2015    3 recensioni
Oikawa e Kageyama alle prese con Love Live! — e anche con qualcos'altro.
[ Non-implied OiKage; una spennellata di demenza ]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ooh, You Touch My UR




«Dovresti smetterla con la modalità expert,» Kageyama sussultò e il suo pollice mancò di pochi millimetri l'ultimo cerchio ritmico «fai veramente pena, Tobio-chan.»
Tobio si voltò, le labbra arricciate, i denti serrati con forza, nel tentativo di opporsi al ringhio gutturale che sapeva sul punto di sprigionarsi dalla sua bocca.
«Oh? Stavi facendo full combo? Mi dispiace» la voce cantilenante di Oikawa fu la goccia che fece traboccare il vaso, tanto che Kageyama protese le labbra in avanti ed esalò un sonoro sbuffo.
«L'altro giorno in Score Match non sei riuscito nemmeno ad arrivare alla fine» Tobio cercò di non badare al risolino dell'altro, piuttosto si pietrificò non appena l'ex capitano del Seijoh prese posto accanto a lui – evidentemente il gusto che provava nell'umiliarlo era tale da non fargli disprezzare la sua vicinanza, come accadeva normalmente.
«Era Beat in Angel,» Kageyama tentò di giustificarsi biascicando a voce bassa «è praticamente impossibile anche solo terminarla.»
«Questo perché evidentemente non apprezzi abbastanza Maki-chan» Oikawa adagiò il borsone sul tavolo ed estrasse il cellulare dalla tasca della felpa. «Magari potrei farti vedere come si fa.»
A Kageyama si illuminarono gli occhi, ma quando fu sul punto di acconsentire si ammutolì, la lingua intorpidita dall'orgoglio: aveva una reputazione! Non poteva certo mettersi a supplicare Oikawa di insegnargli a superare il malefico ammasso di cerchi ritmici di un gioco per cellulare!
Tooru, dal canto suo, osservò l'altro con la coda dell'occhio, apprestandosi a risistemare il cellulare in tasca non appena lo vide pietrificato alla sua sinistra.
«Oikawa-san» il torpore alla lingua era già scomparso, completamente sovrastato dal desiderio di imparare da chi, senza ombra di dubbio, aveva molta più esperienza di lui.
«Dimmi, Tobio-chan» Oikawa lo guardò e accennò un sorrisetto divertito; Kageyama, dal canto suo, gli indicò il cellulare con il dito, emettendo un rantolio sommesso.
«Non ho capito» Oikawa continuò a fissarlo, quel sorrisetto irritante ancora stampato in volto.
«Ecco...» Kageyama sfiatò appena, rivolgendo il proprio sguardo altrove «non è che potresti...»
«Sì?»
«Sì, insomma, potresti farmi vedere come si fa?»
Oikawa rimase in silenzio di modo che l'altro lo guardasse, quindi afferrò il cellulare con entrambe le mani e selezionò l'icona del rhythm game tanto in voga in Giappone e, in particolar modo, fra i ragazzi della loro età.
Appena Kageyama protese il viso verso il cellulare di Oikawa, questo sfiatò dalle narici. «Non starmi troppo attaccato.»
Kageyama si ritrovò di nuovo pietrificato, perfettamente dritto ma con gli occhi rivolti allo schermo luminoso del cellulare dell'altro, così distante da lui che in pochi secondi non poté fare a meno di accusare una grave pesantezza sulle palpebre e un fastidioso bruciore alle cornee. Eppure Tobio era assolutamente attento, a malapena respirava.
Oikawa premette il tasto giallo delle b-sides e poi selezionò la modalità expert, scorrendo il dito sullo schermo fino a che non apparve la copertina di Beat in Angel; Kageyama spalancò gli occhi e schiuse le labbra, boccheggiando appena nel notare che la canzone era contrassegnata da ben tre coppe viola – ciò significava che Tooru aveva ottenuto il punteggio massimo, aveva fatto full combo e aveva giocato quella canzone almeno centoventi volte. In quel momento, almeno nel proprio intimo, Tobio non poté negare di sentirsi intimorito dalla palese esperienza dell'altro.
Appena Oikawa selezionò la squadra, Kageyama non poté trattenere un piccolo rantolio.
«Troppe UR, vero?» Tooru sorrise compiaciuto e posizionò i pollici a pochi centimetri dallo schermo, in attesa che la canzone iniziasse. «Scommetto che non ne hai nemmeno una.»
«Mhn» Kageyama fece per dire qualcosa, ma la sua attenzione fu immediatamente catturata dal movimento veloce dei pollici di Oikawa che picchiettavano sullo schermo.
Più o meno a metà del live riuscì, anche se per pochi secondi, a distaccare gli occhi dallo schermo e osservare Oikawa in volto: non c'era dubbio che fosse estremamente concentrato, un leggero cruccio sulla fronte, il naso appena arricciato; quel viso di pietra e quelle dita che si scioglievano e si sparpagliavano in movimenti fulminei sembravano non appartenere allo stesso corpo.
Quando, al centro dello schermo, comparve in rosso il numero cinquecentonovantotto, seguito immediatamente dalla scritta colorata del full combo, Kageyama si raddrizzò, dondolando appena sulla sedia.
«Fantastico, Oikawa-san!» Tooru sorrise e sollevò il mento, gli occhi socchiusi, provando un'infinita soddisfazione nel farsi adulare in quel modo. «Ma come fai?»
Oikawa lo incenerì con lo sguardo, il suo sorriso scomparve.
«Non te lo dico!» gli fece una linguaccia. «Dovevi capirlo da solo.»
Kageyama rimase in silenzio e, con una nota di rassegnazione nello sguardo, afferrò il proprio cellulare e osservò con aria sconsolata la sua squadra cool.
«Non ne sono sicuro, ma...» Tobio esitò per qualche istante e Tooru gli rivolse la propria attenzione, per poi soffermarsi sul suo cellulare «forse tieni gli occhi fissi al centro dello schermo?»
Oikawa aggrottò la fronte e arricciò il naso in una smorfia indispettita: se Kageyama aveva già capito il suo metodo, significava che doveva averlo osservato davvero attentamente – certo era anche vero che fra capire il suo metodo e applicarlo vi era un abisso.
«Oh! Ma guarda!» pur di sviare il discorso, Oikawa gli strappò il cellulare di mano. «Hai cinque love gems, eh?»
«Uhm?» Kageyama sbatté le palpebre, per poi piegare e distendere le dita almeno un paio di volte, come se non riuscisse ancora a realizzare che l'altro si era appena impossessato del suo cellulare. «Sì, vorrei conservarle per lo scout‒» quando vide Oikawa dare un colpetto secco allo schermo, l'occhio sinistro chiuso e la punta della lingua in bella mostra, Kageyama si sentì gelare il sangue.
«O-Oikawa-san, cos'hai fatto?»
«Temo di aver sprecato le tue love gems, Tobio-chan» Oikawa gli restituì il cellulare mostrando i denti in un sorrisetto divertito che, tuttavia, scomparve non appena gli occhi di Kageyama si illuminarono.
«Una UR!»
«Eh?!»
«Una UR di Elichka!»
Sul volto di Oikawa, oscuratosi immediatamente dopo l'euforico annuncio di Kageyama, si delineò un'espressione di scherno. «Elichka?» ripeté poi, incalzando l'altro, che sobbalzò e arrossì visibilmente.
«Ahh! Ti piacciono le biondine!»
Kageyama, con le guance ancora arrossate, balbettò una misera protesta, immediatamente sovrastata dalla voce cantilenante di Oikawa.
«Beh, Tobio-chan,» Oikawa increspò le labbra in un sorriso che lo ammutolì completamente «non pensi che dovresti darmi un bacio?»
Il rossore sulle guance di Kageyama si fece ancora più evidente; Oikawa, dal canto suo, ampliò il sorriso e si alzò dal tavolo.
«Sto scherzando, ovviamente» afferrò il borsone e si congedò con un rapido cenno della mano. «Ci vediamo, Tobio-chan.»
Kageyama non rispose, la gola strozzata dall'imbarazzo; lo guardò andare via, tornando a soffermare la propria attenzione sulla carta ultra rara appena pescata non appena lo vide uscire dal locale: stava scherzando riguardo la storia del bacio, no?


Kageyama aveva passato le due settimane seguenti a chiedersi come mai Oikawa avesse parlato di un bacio piuttosto che proporgli di prostrarsi a lui e lustrargli le scarpe – richiesta molto più prevedibile se si teneva in considerazione il suo ego spropositato e il suo perenne bisogno di stare al centro dell'attenzione.
Il fatto che ci avesse pensato tanto, però, non era dovuto soltanto al semplice fatto che quelle parole lo avevano allarmato; col senno di poi, Kageyama aveva scoperto di nutrire un'ansiogena curiosità nei riguardi di quella inaspettata proposta, ci teneva davvero a scoprire la ragione che aveva spinto Oikawa a dire una cosa simile – possibile che non gli fosse costato nemmeno un po' di imbarazzo? O che, più semplicemente, non si fosse sentito mortificato nel dare voce a una richiesta del genere?
Oltre a ciò, durante quelle due settimane aveva tentato di replicare le mosse di Oikawa nella speranza di pescare un'altra ultra rara, ma non ottenendo alcun risultato soddisfacente aveva ripreso già da un paio di giorni a conservare love gems.
Quel pomeriggio, il loro incontro fu puramente casuale.
Kageyama era reduce di cinque ore di corsi universitari e, nonostante la stanchezza, aveva deciso di raggiungere casa sua a piedi, inoltre, complici il cielo terso e la tiepida aria primaverile, aveva scelto il percorso più lungo.
Presto si ritrovò a transitare lungo la rete metallica di un piccolo playground, arrestando i propri passi non appena udì una serie di brevi tonfi sordi: Oikawa stava allenando i propri palleggi contro l'alto muro di mattoni che faceva da contorno a un lato del campetto.
Kageyama lo fissò attraversò le maglie lucide della rete, per poi inspirare profondamente e riprendere a camminare dopo qualche secondo di esitazione, avviandosi verso l'entrata del campetto.
«Oikawa-san» al richiamo di Kageyama, Oikawa afferrò la palla, voltandosi pochi secondi più tardi.
«Buongiorno, Tobio-chan» Tooru abbassò il proprio sguardo sul cellulare che l'altro gli stava porgendo e accennò un sorrisetto divertito. «Che c'è? Hai bisogno del mio tocco magico
Kageyama fece per rispondere, ma Oikawa lo precedette.
«In tal caso me lo devi» l'ex capitano del Seijoh si batté l'indice sulle labbra, ancora increspate in un sorriso.
Kageyama deglutì e ritirò il cellulare: avrebbe voluto chiedergli se stesse scherzando o se, invece, avesse intenzioni serie, ma in quel momento pensò che, a prescindere dalla risposta, di risvolto conveniente ne esistesse uno soltanto.
Tobio guardò oltre le proprie spalle, prima a destra e poi a sinistra, e subito dopo essersi accertato dell'assenza di altre persone adagiò la mano al centro del petto di Tooru e lo costrinse contro il muro, sollevando il viso per stampargli un goffo e fugace bacio sulle labbra.
«Ti stai davvero prostituendo per delle carte, Tobio-chan?» adesso Oikawa lo fissava con il mento e il sopracciglio sinistro sollevati, le labbra protese in avanti, in una piccola smorfia; Kageyama, dal canto suo, pensò immediatamente di aver optato per l'azione più stupida e si sentì improvvisamente umiliato.
«Puoi fare di meglio, comunque» Tobio si pietrificò quando le dita dell'altro gli afferrarono con forza il mento e gli sollevarono il viso. Chiuse gli occhi non appena le labbra di Oikawa furono di nuovo aderenti alle sue.
Quando la lingua di Oikawa si insinuò nella sua bocca, Kageyama realizzò che non si trattava di uno scherzo ed ebbe l'impressione che sulle guance fosse scoppiato un incendio.
Tooru si scostò poco dopo, il naso leggermente arricciato, come – nonostante fosse stato proprio lui a cercarlo – reticente all'idea di un contatto prolungato, tuttavia gli strappò di mano il cellulare e sotto lo sguardo silenzioso di Kageyama – che in quel momento desiderava soltanto scappare a casa – selezionò lo scouting da cinque love gems.
Appena apparì l'usuale e fin troppo familiare busta rosa, sia Kageyama che Oikawa si pietrificarono.
«Una rara?!» Kageyama esplose. «Mi hai messo la lingua in bocca per una rara?!»
Oikawa, dal canto suo, accennò una risata, per poi rivolgergli un sorriso divertito. «Tobio-chan, non è detto che riesca a pescare sempre ultra rare. La prossima volta andrà meglio, okay?»
«La prossima volta mi infilerai di nuovo la lingua in bocca?!» Kageyama sbottò a voce alta, per poi gonfiare le guance e infine emettere un gorgoglio rabbioso.
«Facciamo così:» Oikawa assottigliò lo sguardo e ampliò il sorriso, continuando con voce serafica «appena avrai altre cinque love gems vieni a casa mia: se pescherò un'ultra rara mi dovrai un bacio.»
«A... casa tua?» Kageyama boccheggiò, ancora imbarazzato e infuriato.
«Tranquillo, Tobio-chan, non voglio mica portarti a letto!» Oikawa gli voltò le spalle e si allontanò con estrema calma, le labbra ancora increspate in un sorriso vagamente divertito. «A presto, allora.»


Se Oikawa non aveva intenzione di portarlo a letto, perché si sentiva così nervoso? Perché prima di suonare il campanello era rimasto impalato di fronte alla sua porta per ben cinque minuti?
Che fosse l'idea di un eventuale bacio a innervosirlo così tanto? Tobio pensava di no, tenendo conto che pur di trovarsi il più presto possibile a casa dell'altro aveva comprato le love gems con soldi veri. In realtà aveva addirittura pensato di comprarne una cinquantina, per rendere ancora più concreta la possibilità che Oikawa pescasse un'altra ultra rara.
Forse era nervoso proprio per quel motivo, perché, con tutta probabilità, era molto più consenziente di Oikawa stesso.
Quella situazione non lo divertiva come poteva fare con Tooru, ma lo stimolava, all'improvviso si era ritrovato più vicino alla sfera del sesso di quanto non fosse mai stato.
Era strano e disarmante che un bacio goffo, seguito da uno scambio più approfondito ma comunque molto breve, fosse stato così significativo per lui, ma a quanto pareva l'intima e prudente ammirazione che aveva nutrito per Oikawa in passato era riemersa e, nemmeno troppo lentamente, si era tramutata in attrazione.
Appena la porta fu aperta, Kageyama si mise sull'attenti, le labbra serrate nello forzo di trattenere il respiro.
«C'è qualcuno?» alla domanda sussurrata di Oikawa, Kageyama aggrottò la fronte, per poi rivolgere una fugace occhiata alla strada e negare con un cenno del capo.
«Allora sbrigati a entrare,» Oikawa scomparve dietro la porta e Kageyama dovette entrare da sé «non voglio che i vicini ti credano mio amico.»
Kageyama si sentì più leggero: Oikawa lo aveva fatto entrare in casa sua, ma aveva già preso le distanze. In sintesi, più Oikawa si mostrava freddo e ostile nei suoi confronti, più Kageyama si sentiva al sicuro, dopotutto se non c'era possibilità che la sua attrazione fosse ricambiata avrebbe potuto limitarsi a soffocarla senza farsi scoprire e senza umiliarsi più di quanto non avesse già fatto.
«Hai fatto presto.»
«Sì» Kageyama gli porse il cellulare e Oikawa, subito dopo averlo afferrato, si diresse verso il salotto.
«Non ti ho disturbato, vero?»
«Tu disturbi tutta la mia casa, Tobio-chan» Oikawa si sedette sul divano e Kageyama si sentì così tranquillo riguardo quel commento colmo di disprezzo nei suoi confronti che decise di sistemarsi accanto a lui.
Tooru restò in silenzio, osservato dagli occhi adoranti di Kageyama – che era ancora convinto esistesse un particolare movimento della mano per pescare una carta ultra rara.
Non appena la scatola rettangolare si aprì e una busta rossa si librò verso l'alto, Oikawa increspò le labbra in un sorriso compiaciuto e rivolse un'occhiata a Kageyama – grosso errore, contando che di lì a pochi secondi il viso di quest'ultimo si illuminò e gli si mostrò come una visione fin troppo gradevole.
«È Eli ladra!»
«La stessa dell'altra volta» gli fece notare Oikawa senza smettere di sorridere.
«Quindi posso...» Kageyama lo guardò con una tale felicità sul viso da destabilizzarlo «posso idolizzarla?»
Oikawa ampliò il sorriso e scoprì leggermente i denti, e il volto di Kageyama si rabbuiò in un riflesso incondizionato. «Lo sai cosa significa, no?»
«Oikawa-san...» quella che doveva essere una protesta suonò piuttosto come un sussurro soffocato sulle labbra di Oikawa, che aveva già adagiato il cellulare sul tavolino e proteso il viso verso di lui.
Kageyama non oppose resistenza, semplicemente sollevò un poco le sopracciglia in un moto di sorpresa quando l'altro gli prese il viso fra le mani.
Questa volta Tobio decise di partecipare attivamente al bacio, perciò contrastò con decisione la lingua dell'altro, che però non desistette.
Pareva che Oikawa non fosse più reticente all'idea di un contatto prolungato, anzi sembrava intenzionato ad alimentarlo ulteriormente, tanto che Kageyama si ritrovò a strizzare le palpebre e a sfiatare leggermente dalle narici – per qualche istante aveva dimenticato di respirare.
Le dita di Oikawa scivolarono lentamente oltre la maglietta di Kageyama, accarezzandogli i fianchi con un lento movimento che l'altro cercò di incassare inarcando leggermente la schiena.
Adesso Tobio non aveva più dubbi: il gioco era finito, stavano facendo sul serio.
La schiena di Kageyama, sotto la pressione di Oikawa, si inarcò ulteriormente, finché non aderì perfettamente alla morbida superficie del divano.
Appena le labbra di Oikawa gli sfiorarono il collo, Kageyama dischiuse le labbra in un sospiro tremante, poi serrò gli occhi e focalizzò la propria attenzione sulle mani dell'altro, ancora aderenti ai suoi fianchi.
Oikawa era un maledetto bugiardo.


Tobio brontolò sommessamente e inclinò il viso, nel tentativo di sfuggire al raggio di sole che, superato l'ostacolo delle veneziane semiabbassate, si era placidamente adagiato sulle sue palpebre chiuse.
Era perfettamente sveglio, perfettamente cosciente di quello che era avvenuto poche ore prima, eppure il pensiero di aver fatto sesso con Oikawa lo annichiliva, lo faceva sentire completamente indifeso. Era improbabile che l'altro si fosse spinto a tanto solo per gioco, ma, pur pensando qualcosa di simile, Kageyama non riusciva a trovare alcun conforto, nessuna considerazione che potesse tranquillizzarlo.
Ancor prima di aprire gli occhi tastò la superficie liscia del comodino in cerca del cellulare, afferrandolo non appena lo trovò.
Sollevò le palpebre e subito dopo, a causa della vista annebbiata dal sonno, assottigliò lo sguardo, premendo con tocco impreciso sull'icona di Love Live!.
«Eh?» Kageyama si stropicciò gli occhi con una mano, per poi sbattere le palpebre un paio di volte: aveva cinque love gems? Non era rimasto a secco dopo lo scouting di qualche ora prima?
Quasi spontaneamente, Kageyama guardò alla propria destra e si soffermò per qualche istante sul viso estremamente rilassato di Oikawa, addormentato al suo fianco: non aveva intenzione di richiedere ancora una volta l'ausilio del suo tocco magico, perciò inspirò profondamente e premette il tasto dello scouting.
Appena apparve una busta rossa, Kageyama strepitò la propria gioia e si mise a sedere.
«Ammazzati» Oikawa biascicò, mettendosi a sedere con le palpebre semiabbassate.
«Oikawa-san, ho pescato un'ultra rara!»
Oikawa gli rivolse un'occhiataccia, ma la sua espressione si ammorbidì non appena soffermò la propria attenzione sul cellulare che l'altro stringeva fra le mani.
«Grazie, Tobio-chan.»
«Eh?»
«Questo è mio» Oikawa gli prese il cellulare dalle mani e rivolse una rapida occhiata allo schermo, sussultando non appena vide il risultato dello scouting. «M-Maki-chan!»
«Oikawa-san, Maki-chan è la tua waifu?»
«Non ti aspettare un ringraziamento!» Oikawa fece una linguaccia. «E non chiamarla Maki-chan! Solo io posso!»
Kageyama sbatté le palpebre un paio di volte, fissandolo senza tradire alcuna emozione, per poi mostrare i denti in un sorriso a dir poco inquietante.
«Eh?!» Oikawa squittì. «Cosa ti prende?»
«Hai un'ultra rara in più grazie a me.»
«Ti ho già detto che non ti ringraz‒»
Kageyama gli prese il cellulare di mano e lo costrinse fra lui e il materasso, senza smettere di sorridere in quel modo inquietante.
«Tobio-chan, non ho mai detto che quello che facciamo vale per il contrario... Tobio-chan!»




L'angolino del gatto sociopatico:
Non so come mi sia venuta in mente. Cioè, lo so: la sera mi annoio e mi faccio film mentali assurdi... e a volte ne spuntano di così assurdi che devo metterli per iscritto.
Ho scritto questa shot in due giorni e, per quanto stupida possa essere, per quanto potrei anche essere andata OOC considerando l'idea di Oikawa che adesca in un modo simile Kageyama, io sono soddisfatta.
Come si sarà capito nel corso della narrazione, ho deciso di collocarli in un futuro prossimo, in particolare Kageyama frequenta il primo anno di università e quindi Oikawa è al terzo.
Inizialmente nella shot doveva esserci anche del p0rn esplicito, ma alla fine ho deciso di tagliarlo per renderla leggibile anche a chi magari non piace particolarmente la coppia e, soprattutto, per non privarla della sua essenza fondamentalmente idiota.
Decidere quali potrebbero essere le waifu di Kageyama e Oikawa (che poi cosa parliamo di waifu? Si sa che sono tutti omosessuali, oh) è stato abbastanza difficile.
Inizialmente per Kageyama avevo pensato a Kotori o Umi, ma Eli alla fine mi sembra la più equilibrata fra le muse, perciò ho optato per lei.
Per Oikawa avevo pensato a Nico perché formerebbero una coppia meravigliosa (?), ma li vedo più come amici stronzi, quindi ho optato per Maki, perché Maki... perché Maki è bella e brava, ok. (?)
Per quanto riguarda la narrazione, voglio solo precisare che con questa frase Oikawa era un maledetto bugiardo Kageyama sta pensando al fatto che il giorno prima gli aveva assicurato che non lo avrebbe portato a letto.
Non si fosse capito, alla fine Oikawa lo prende - letteralmente - in quel posto.
Ora, tutto ciò può sembrare estremamente superficiale, ma vi ricordo l'avvertimento nonsense (sì, sto facendo la paracula).
Per il resto mi scuso con chi non è pratico di “Love Live!” e magari ha avuto qualche difficoltà nella comprensione della shot! ;3;
A chi fosse interessato, questa è la mia pagina: Neu Preussen - Pagina Facebook
Alla prossima!
   
 
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