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Autore: lickmelyca    28/11/2015    12 recensioni
[Ex "Copypasted Nightmare"]
[Storia ad OC]
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Un hobby alternativo? Sakuma rideva alla sola idea. Uscire la sera per intrattenimento non portava soldi, creava fatica e non gioviava al futuro. Eppure c'erano esseri umani che ancora professavano la loro arte senza ricorrere alle apposite macchine, lottando contro il sistema. Volendo, anche loro avrebbero potuto trovarsi un vero lavoro e contribuire a perfezionare il mondo tutti insieme. Non sarebbe stata una gioia maggiore? L'arte era per bambini, dopotutto. Bambini molto sciocchi.
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Un mondo in cui il lavoro diventa divertimento e il divertimento soccombe al lavoro. Ma l'arte può veramente morire?
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-restART-

 

#ZERO.

Hardwork City, zona residenziale, cinque anni prima

 

Fuoco. Fiamme vivaci, vivide, voraci. Urla e pianti, grida di rabbia, insulti trattenuti per non sfigurare con i bambini, insulti lasciati correre perché in quel momento era l'unico sfogo. Quegli uomini vestiti con abiti uguali sembravano fatti con lo stampino, erano entrati in casa con la stessa espressione seria e vuota che, anche dopo cinque minuti che si trovavano lì, non era mai mutata per nessuno di loro. Avevano interrotto una festa, una tradizione annuale in quella famiglia di persone fantasiose e artistiche blaterando parole che all'inizio sembravano vacue. Dicevano che l'arte doveva morire per far posto al rinnovo, alla produttività e ad un profitto più responsabile. Ma, nonostante i suoi tredici anni da poco compiuti, Touya non capiva niente di tutto ciò. Non durerà a lungo, pensava, sarà un'altra di quelle sette fanatiche che bussano porta a porta, comunicano le loro idee rivoluzionarie e poi scappano via per non ricevere un calcio nel sedere, senza tornare più. Ma poi, sempre senza cambiare espressione, avevano preso la benzina e, a poco a poco, mandavano a fuoco la chitarra di suo padre, le vesti da ballo di sua madre, le carte di sua zia, i pennarelli del cuginetto… ma non voleva smettere di pensare che era solo follia momentanea e che qualcuno stesse già chiamando la polizia. L'unico momento in cui cominciò a spaventarsi sul serio era quando si rese conto della verità: loro erano la polizia.

“Touya. Vieni un attimo qui.”

Durante la confusione generale la famiglia evacuava la dimora e gli adulti urlavano o consolavano i piccolini che piangevano, il nonno se ne era rimasto tranquillo per conto suo, come era solito fare. Era un uomo generalmente burbero e solitario, ma con Touya aveva sempre legato in modo speciale. Lo stava chiamando con un sussurro e indicando il retro della casa, non ancora raggiunto dalle fiamme. Il ragazzo lo seguì, arrivando poi ad una piccola cassaforte nascosta da degli scatoloni. Il nonno la aprì, rivelando il contenuto che il nipote conosceva benissimo: l'anziano in passato si era guadagnato da vivere lavorando come illusionista nel teatrino comunale e lì dentro conservava tutta l'attrezzatura del mestiere. Era sempre stato un tipo strano, il nonno, immerso nel suo mondo come se sapesse qualcosa di cui gli altri erano all'oscuro. Condivideva i suoi trucchi di magia quasi solo con il suo nipote preferito, che lo guardava da anni con occhi rapiti e comprendeva a fondo la misticità dietro a ciò che faceva il nonno. Aveva imparato perfino a fare qualcosa da solo tanto che, quando aveva dieci anni, il nonno gli aveva detto che un giorno avrebbe preso il suo posto. E lo sguardo non più arzillo di quell'uomo gli comunicava che quello era il momento.

“Ma nonno,” Esclamò sorpreso il giovane “non mi sembra proprio il momento! Soprattutto con quello che stanno dicendo queste persone, accennavano al voler bandire questo genere di cose...”

“E' proprio questo il momento giusto invece.”

Gli consegnò i suoi libri, le sue scatoline e i suoi appunti. Poi appoggiò una mano sulla sua testa, chiudendo gli occhi come se fosse profondamente concentrato. Rimase in silenzio per qualche minuto, per poi avvicinarsi a lui e bisbigliare.

“Coraggio, Touya. Rendi reale la Grande Illusione.”

 

Hardwork City, oggi, teatro abbandonato

 

 

“Touya.”

Il diciottene si svegliò di soprassalto, rischiando di battere la testa sullo scalino. Non era la prima volta che, dopo una notte passata a scappare e a nascondersi nel buio, appena arrivato a quello stesso teatrino comunale, ormai in disuso da decenni, crollasse addormentato sulla scala anti-incendio e i ricordi di cinque anni prima gli facevano visita. Da ragazzino spensierato era diventato un giovanotto angosciato, ma con uno scopo. Il gruppo di uomini tutti uguali si era ampliato, quella che sembrava una mania senza senso si era trasformata in un affare politico, gestito da una fazione chiamata Nevros, in cui le forme di arte erano creati a macchina o comunque strettamente monitorate. L'intrattenimento non era che una perdita di tempo in un mondo che si focalizzava sul lavoro e sul reddito, dedicare la propria vita a cantare, suonare, giocare o quant'altro era considerato deplorevole. Tutto era controllato e regolamentato, sempre più persone erano diventati dediti all'industria e avevano represso l'intrattenimento, ma c'erano ancora gli Artisti, duri a morire. Un gruppo di loro fuggiva ogni sera in quel teatrino e ogni membro si esibiva nella propria specialità, ammaliando il piccolo ma caloroso pubblico. Touya era tra loro, aveva imparato quasi tutti i trucchi del nonno e intendeva continuare a rendere onore alla sua anima che tempo prima aveva lasciato il mondo dei vivi.

“TOUYA!!”

Il giovane dai capelli ramati si stava riappisolando, aveva corso davvero tanto quella notte. Ma la sua amica, una donna robusta dai lunghi capelli ancor più rossi dei suoi, non aveva intenzione di concederli alcun riposo.

“Sono sveglio, Midori,” Si stiracchiò, infilandosi in testa il suo inseparabile cilindro bianco “sono sveglio. Ti serve qualcosa?”

“Se mi serve qualcosa?! Il pubblico ti attende da cinque minuti, è il tuo turno! Saremo anche pochi, ma ci teniamo! Vuoi mandare a monte la nostra fatica?!”

“Sai bene che non lo farei mai. Arrivo subito. Mi annunceresti, per favore?”

“Non te lo meriteresti, pigrone. Ma lo sai che sono troppo buona.”

La ragazza corse verso il palco, non prima di aver dedicato una linguaccia all'amico. Touya scosse la tetsa e guardo il cielo. Le nuvole coprivano la luna, che tentava di brillare come doveva fare. Che metafora buffa e perfetta. Ma non aveva più tempo da perdere se voleva stupire il pubblico anche quella sera. Si alzò ed entrò anche lui. Già sentiva la possente voce di Midori che lo annuciava.

“Vi state divertendo, gente? Vi siete fatti delle grasse risate, avete cantato e ballato, ma ora è il momento di rimanere a bocca aperta con il nostro ritardatario preferito! Pronti a chiedervi “ma come diamine fa?!”? Ecco a voi Geist!”

Con passo ben cadenzato, il giovane illusionista salì sul palco accolto da applausi e fischi pieni di entusiasmo. Per nessun motivo al mondo poteva deludere l'affezionato pubblico. Per nessun motivo al mondo poteva deludere il ricordo di suo nonno.

 

 

Hardwork City, oggi, sede centrale Nevros

 

 

Sakuma trascriveva senza sosta ogni parola che avrebbe composto il verbale mensile. Il suo capo, nonché capo dell'intera Nevros, gli girava intorno, controllando l'operato e annuendo soddisfatto. Kidou Yuuto era un uomo che, nonostante la giovane età, sapeva il fatto suo e riconosceva un buon lavoro e la sua precisione. Per Jirou era un grande onore lavorare per lui, ma, come sottolineava sempre il suo superiore, era lavorare il vero grande onore. Ogni essere con un compito da svolgere per mandare avanti il mondo, quella era la giustizia. Eseguire era la gioia che avrebbe portato al profitto. Un hobby alternativo? Sakuma rideva alla sola idea. Uscire la sera per intrattenimento non portava soldi, creava fatica e non gioviava al futuro. Eppure c'erano esseri umani che ancora professavano la loro arte senza ricorrere alle apposite macchine, lottando contro il sistema. Volendo, anche loro avrebbero potuto trovarsi un vero lavoro e contribuire a perfezionare il mondo tutti insieme. Non sarebbe stata una gioia maggiore? L'arte era per bambini, dopotutto. Bambini molto sciocchi.

“Ottimo lavoro, Sakuma. Davvero impeccabile.”

Il segretario si alzò, inchinandosi. Andò poi a ricevere una telefonata, lasciando Yuuto da solo con i suoi pensieri. Costui prese il computer e scelse la traccia musicale numero sei, un pezzo lento e ripetitvo ma ben costruito, preciso, perfetto come tutto doveva essere. La pausa programmata sarebbe scattata di lì a breve, ma sentiva il bisogno di continuare con il suo operato. Essere utile e conciso era la sua unica gioia. Era quella la sua personale arte.

“Signore,” Jirou rientrò, trafelato “un testimone ci ha riferito l'attuale posizione degli Artisti. Cosa facciamo al riguardo?”

“Manda una decina di agenti a spaventarli un po', se sai cosa intendo.”

“Sissignore, sarà fatto immediatamente.”

Kidou sorrise tra sé e sé. Vediamo se si divertono ancora, pensò. Si diresse verso la finestra, scrutando lo spettacolo notturno delle luci dei negozi che illuminavano tutta Hardwork City di una luce rivoluzionaria, la luce del progresso. Questione di mesi, forse anche meno, e il mondo avrebbe cominciato a girare nel suo giusto verso.

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Salve, qui Ursy! Non so quanti di voi mi conoscano, quindi piacere!

Questa è la mia… mh, quarta storia ad OC. Le altre tre le cominciai due-tre anni fa, ma per vari motivi non me la sono sentita di tenerle. Ora mi sento pronta a riprendere con un impegno tanto grande, voglio che sia una cosa carina che mi spinga a spronarmi sempre di più!

Dunque, per quanto riguarda la trama, spero sia abbastanza chiara, ma mi sento comunque in dovere di spiegarla in poche parole: allora, la storia si svolge in una Terra alternativa, dove un gruppo politico emergente (Nevros) si sta impossessando del controllo del mondo. Il loro scopo è ampliare il settore lavorativo per rendere il pianeta un luogo mai stanco e sempre in funzione, regolare e stabile. Molti hanno aderito, poiché è economicamente un piano favorevole che bilancia manodopera e benessere, ma le forme artistiche sono così fortemente diminuite e regolamentate. La musica, la pittura, il teatro eccettera sono fornite da macchinari o da pochi professionisti selezionati con cura. Gli artisti di strada o comunque emergenti sono quindi banditi e i pochi che non si sono arresi sono ricercati. Lo scopo della Nevros è quello di convertirli e arrivare alla dominazione mondiale, quello degli Artisti di distruggere la Nevros e ristabilire l'arte.

Tutto chiaro? In caso, scrivetemi in MP se c'è qualcosa che non avete capito. Lascio qui le due scalette per l'OC, una con tutte le mie spiegazioni e l'altra bianca, da copia-incollare nel messaggio che mi manderete.

 

 

NOME: Qualsiasi vogliate, essendo un mondo alternativo non tengo conto delle nazionalità. Il cognome è facoltativo. Maschi e femmine tutti accettati.

ETA': Possibilmente dai sedici in su, ma vi prego cercate di variare

FAZIONE: Artisti o Nevros. Vi scongiuro, anche se capisco la tentazione, NON mettetemi tutti Artisti. Se non ci saranno abbastanza Nevros, dovrò decidere io.

LAVORO: Se siete Artisti, la vostra specializzazione (cantante, musicista, saltimbanco, mago, cartomante, pittore, ballerino, anche prostitute se volete, siate fantasiosi!), se siete Nevros, specificate se lavorate per il governo o no e ditemi la vostra professione.

ASPETTO FISICO: Siate dettagliati. Non vorrei stare a specificare che non voglio Mary Sue o Gary Stu

PERSONALITA': Come sopra.

BACKGROUND: Molti sembrano non saperlo, quindi chiariamo le cose: BACKGROUND SIGNIFICA STORIA. Il passato e presente del vostro personaggio, insomma.

RELAZIONE: Questo lo divido in quattro:

-nome: questa sezione è speciale, poiché mi dovete, oltre a ovviamente scrivere il pg che avete scelto, dire se volete che venga usato il suo nome doppiato o quello originale giapponese. Trattandosi di un'AU sono aperta ad un miscuglio, tanto conosco bene entrambi. Accetto personaggi di tutte le serie, ma specifico una cosa: per favore, cercate di essere originali con le vostre scelte. Ho scritto già tre storie ad OC e una mia amica ne ha una in corso e abbiamo avuto lo stesso problema, ossia che tutti scelgono sempre i soliti quattro gatti quali Hiroto, Fubuki, Suzuno, Nagumo, Afuro… se proprio non potete farne a meno va bene, vi rispetto, ma Inazuma Eleven ha TANTI personaggi, un po' di originalità, scegliete il vostro terzo personaggio preferito magari piuttosto che il primo. Così avete anche un po' più di probabilità di essere scelti.

-età: l'età del pg scelto.

-rapporto: siccome questa storia non è esclusivamente romantica, neanche il rapporto tra OC deve esserlo per forza. I due possono sì essere fidanzati o marito e moglie (accetto anche relazioni homo), ma anche fratelli, cugini, amici, panettiere e cliente di fiducia, paziente e dermatologo...

-fazione: anche qui Artista o Nevros e stesso discorso di prima. Potete se volete specificare il lavoro del pg scelto, altrimenti ci penso io.

ALTRO: Tutto quello che vi viene in mente, divertitevi!

 

 

 

NOME:

ETA':

FAZIONE:

LAVORO:

ASPETTO FISICO:

PERSONALITA':

BACKGROUND:

RELAZIONE:

-nome:

-età:

-rapporto:

-fazione:

ALTRO:

 

 

Bene, dovrei aver finito, solo un'ultima cosa: non scrivetemi “posso prenotare X?” perché la risposta è no. O mi inviate due opzioni o in caso vi mando un MP io chiedendovi se avete altre preferenze. Accetto otto-nove OC al massimo e avete tempo fino alla sera dell'8/12 per mandarmi la scheda.

Perfetto, non ho altro da dire, spero che vi sia piaciuto questo piccolo inizio!

Bis Bald,

Ursy

   
 
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