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Autore: LittleDarkAngel    29/11/2015    1 recensioni
Jenny è solamente una semplice ragazza come tutte. Con sogni, ideali, ambizioni... Eppure...
Le manca qualcosa. Non riesce ad essere felice. Nessuno riesce a capirla e per questo è costretta a reprimere tutto dentro.
Ma non ce la fa più. Tutte queste sue ansie, paure che la consumano giorno dopo giorno...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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PROLOGO

Era buio. Non vedeva nulla attorno a lei . Aveva paura. Gridava aiuto ma nessuno rispondeva, solamente l'eco della sua voce risuonava attorno a lei. Allungava la mano ma invano. Nessuno che la afferrasse. L'ansia cresceva così come il suono delle sue urla che aumentavano mano a mano che avanzava e agitava le braccia; le lacrime scendevano, il suo corpo tremava...

Continuò per diversi minuti a correre senza andare da nessuna parte, aveva la sensazione di rimanere ferma quindi si arrese buttandosi giù e accovacciandosi rimettendosi a piangere. Una folata di vento la assalí all'improvviso. Non sentiva freddo. " Strano " pensò.

Aprí gli occhi e si alzò di scatto guardandosi attorno confusa cercando di mettere a fuoco. Il battito era accelerato e il respiro affannato quando riuscì a mettere a fuoco.

 Tirò un sospiro di sollievo. Aveva avuto uno dei soliti incubi. Questa volta sentì freddo e notò che la finestra era rimasta aperta. Alzò gli occhi al cielo e si diresse a chiuderla.

Si sedette sul letto, ormai era già diverso tempo che faceva dei sogni simili. " Perché ?.. " continuava a domandarsi... Ma non riusciva a trovare risposta a tale domanda. Si sdraió sul letto e richiuse lentamente gli occhi, "sperando in un domani migliore" pensò.

Quando riaprí gli occhi si voltò verso l'orologio della sveglia ; segnava le 09 : 15, così decise di alzarsi. Si diresse in cucina ma i genitori erano via. Rimase lì ferma per qualche istante e poi tornò in camera. In seguito andò in bagno, si fece una doccia, si cambiò ed uscì di casa.

Fuori c'era molta nebbia e faceva freddo. Ma a Jenny non importava; a lei piaceva quel clima.

Intraprese la strada che portava verso il parco per la sua solita passeggiata. Le piaceva camminare e liberare la mente da tutti i pensieri che la opprimevano. Jenny era solita tenersi tutto dentro. Ogni emozione, negativa o positiva che fosse, ogni problema, ogni dubbio... Lei reprimeva tutto, non poteva sfogarsi o parlare con qualcuno, anzi, non ne aveva proprio il diritto. La sola cosa che era costretta a fare era quella di fingere con il prossimo che tutto le andasse bene. In effetti le altre persone attorno a lei facevano bene a dirle che lei non doveva lamentarsi. In fondo che ne sapeva Jenny ? Lei era solo una ragazzina. Aveva 17 anni e gli adolescenti come lei non possono avere problemi. << ... Quindi evita di fare la donna vissuta! >> questo le ripetevano in continuazione i genitori; quindi provava a cercare conforto con qualche amico, ma quando provava ecco che li perdeva. Non si facevano alcuno scrupolo; o lei doveva per forza ascoltarli senza dire una parola, o loro se ne andavano. Perché lei non poteva, anzi, non doveva sfogarsi e parlare nemmeno con loro. In fondo desiderava davvero tenersi stretta quei pochi amici che aveva.

" Ma allora...Perché sto così ? " Pensò sedendosi su una panchina alzando lo sguardo al cielo. " Perché mi sento così sola ? E perché ogni giorno che passa, il mio desiderio di farla finita aumenta ancor di più ? ". Questi erano gli unici pensieri di cui non riusciva a liberarsi. Ormai era così da diversi anni, neanche si rocordava più la causa di questo suo malessere. Era così e basta. E questo la faceva star male; se le erano comunque rimasti degli amici che motivo avrebbe avuto di sentirsi così? 

Questo la lacerava dentro, stava malissimo e si sentiva in colpa per questo. Si sentiva inutile e di troppo a questo mondo. Era in questi momenti che sentiva una vocina dentro di lei; [ Beh? Cosa ti prende? Perché non agisci? Tanto cosa avresti da perdere ? Fallo. ] Gli diceva. [ Fallo ! Abbandona per sempre questo mondo. A chi vuoi che importi ].

" Già... A chi importa... " pensava dopo aver ascoltato la vocina nella sua testa. Ma lei non ne aveva il coraggio. Era troppo vigliacca pure per togliersi la vita, ma questo non le impediva di pensarci.  Già una volta aveva tentato, erano ferite lievi e che col tempo sarebbero andate via vero, ma quella fu più una richiesta d’aiuto; come se avesse voluto gridare  “ Hey sono qui! Sto male e ho bisogno d’aiuto ! ” ma cosa ottenne invece ? Derisioni e urla contro di lei. Forse era per questo che cercava di resistere alla tentazione di ritentare più pesantemente e per ciò decise che avrebbe atteso il momento giusto per farlo. Stavolta senza cercare di richiamare l’attenzione ; voleva farlo in segreto, tanto nessuno sarebbe tornato in dietro a cercarla.  

Anche se quest’ attesa la consumava ogni giorno di più, sentiva che questo modo non la voleva e di non farne parte per quanto cercasse di integrarsi.

   
 
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