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Autore: Elielihoran    29/11/2015    0 recensioni
Il futuro. Non esiste niente di più spaventoso e imprevedibile. La concezione di futuro divide le persone in due categorie: i temerari, coloro che non vedono l’ora di sapere ciò che la vita gli riserva e dunque affrontano ogni situazione a testa alta, e i timorati, coloro che vivono con la costante paura dell’avvenire e del cambiamento. La differenza pressoché abissale, è che un timorato può diventare temerario, ma difficilmente può accadere il contrario.
Cosa accade, dunque, se un timorato si trova improvvisamente vicino ad un temerario?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wait for me to come home.





Aveva finito di riempire la sua valigia da ore, ciononostante Noah Davis continuava e continuava a controllare se avesse realmente preso tutto. Avrebbe preso l’aereo fra meno di due ore, e cavolo, finalmente sarebbe arrivata al college. Era così eccitata. Non le importava niente delle persone che lasciava, era contenta di uscire finalmente dal Canada, in maniera permanente poi! Già, Noah non l’aveva ancora espressamente detto alla sua famiglia o ai suoi amici, ma non pensava che sarebbe tornata a Blainville. Stava andando alla NYU, a New York. Passava da Blainville, una delle più piccole città del Canada, a New York, la metropoli per eccellenza.
 
Decise finalmente di chiudere la valigia, perché si era fatto effettivamente tardi. L’aeroporto distava un bel po’ da casa sua, e Simon, il suo migliore amico, l’aspettava già da cinque minuti. Aveva scelto di salutare la sua famiglia a casa e di chiedere a Simon un passaggio. La sua famiglia l’avrebbe rivista di sicuro, mentre di Simon non era poi così sicura.
Scese le scale trascinando il suo bagaglio, che abbandonò poi davanti all’ingresso. Salutò prima suo padre. Lo abbracciò forte, senza dire niente, e fece lo stesso con la mamma. Le raccomandazioni erano già state fatte il giorno prima. ‘Se ti scordi di telefonare al tuo arrivo, ti faccio ritornare a suon di ceffoni’, l’aveva minacciata suo padre, provocando una serie di risate.
 
Simon accorse ad aiutarla con la valigia, lui non sorrideva. Era amico di Noah sin dall’asilo, e nonostante lei non avesse espressamente detto che si trattava di un trasferimento permanente, era sicura che Simon l’avesse capito.
“Hai tutto pronto?” le chiese, chiudendo il portabagagli e sedendosi al lato del guidatore. Noah semplicemente annuì, incastrando la cintura di sicurezza.
“Ho controllato la lista delle cose da mettere in valigia innumerevoli volte, sono più che certa di non aver scordato nulla!” esclamò lei, strappando un lieve sorriso al suo amico.
 
Il resto del viaggio procedette in religioso silenzio. Nessuno dei due aveva voglia di chiacchiere, una troppo eccitata per parlare, l’altro troppo triste. Simon l’aiutò a scaricare la valigia e insieme si diressero al check-in.
“Sai che ho capito” le disse Simon ad un tratto. Noah abbassò lo sguardo, capendo subito a cosa stava alludendo “perché non lo dici ad alta voce, Noah? Perché non mi dici che non tornerai?” proseguì. Sembrava quasi arrabbiato. Stringeva i pungi e la guardava insistentemente.
“Io.. Io non penso di tornare..” mormorò la ragazza “cavolo Simon! Stiamo parlando di New York, la città che pullula di esperienze e opportunità. Non posso stabilire con certezza che non rimetterò piede qui, perché tutto può succedere. Attualmente però non è nei miei piani..” e chiamarono il suo volo. Simon voltò lo sguardo. Era arrivato il momento che sanciva il cambiamento radicale. Domani non si sarebbero incontrati, né dopodomani e neanche il mese dopo. Fine dei pranzi assieme, fine del the delle cinque. Fine e basta.
Noah dimenticò la rabbia del suo amico, dimenticò anche i suoi piani per un secondo, e lo abbracciò, lo strinse forte.
Nonostante Simon la superasse di due spanne abbondanti in altezza, sembrava così piccolo. I singhiozzi lo scuotevano, mentre le braccia di Noah tentavano di calmarlo, invano. Allora gli prese il viso tra le mani e lo fissò dritto negli occhi.
“Puoi telefonare quando vuoi” gli disse. Lui sorrise amaramente.
 
Ci fu un ultimo abbraccio, poi l’ultima chiamata per il volo di Noah, che fu costretta a voltare le spalle al ragazzo in lacrime per  correre verso il check-in.



SPAZIO AUTRICE.

Eccomi qui con una nuova FF. L'ho buttata giù stamattina e ho deciso di pubblicarla, perché secondo me può nascere qualcosa di interessante :D 
Ovviamente questo è solo l'inizio, è corto ed è quasi privo di contenuti realmente importanti, la storia effettiva comincerà dal prossimo capitolo. 
Fatemi sapere se vi è piaciuta o no, ci tengo. E soprattutto se avete critiche, non fatevi problemi a scriverle, perché, davvero, sono importantissime per me :D
 
Much love, Elielihoran <3
  
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