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Autore: jamesguitar    29/11/2015    2 recensioni
Vorrei che tu sappia che va bene così, davvero. Va bene che il mio amore per te, per quanto sia bello, mi faccia sentire ancora più inutile di quanto già mi senta. Va bene che i tuo sorriso tormenti i miei sogni, va bene che tu non sappia chi io sia e continui a vivere la tua vita fatta degli amici di sempre, amore e speranza. Va bene perché l’amore, per quanto facile, è un soffio leggero di vento che prima o poi passa, anche se profondo, sincero e vero. Ti dimenticherò, prima o poi, forse quando avrò il coraggio di accettare me stessa e andare avanti.
Questa storia partecipa al contest "Letters to you" di __Sil
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Un soffio di vento.
 

Roma, 25 Maggio 2012
Cara Sofia,
è possibile che tu ti stia chiedendo chi diavolo ti abbia scritto questa lettera, e sarebbe più che lecito se lo facessi, perché non mi conosci e credevo che non avresti mai saputo della mia esistenza. In questo momento sei seduta al tavolo accanto a me, siamo entrambe in biblioteca per studiare, ed effettivamente dovrei farlo, ma proprio non ci riesco.
Non so cosa mi sia successo oggi, mi sono svegliata e mi sono sentita diversa, più sicura di me, meno timorosa di fare il passo sbagliato. Per questo ho deciso di dirti quello che provo, una volta per tutte, senza più avere paura, senza sentirmi inferiore o incapace di farlo.
Io e te siamo davvero molto diverse. Non c’è una volta che non ti veda circondata da amiche e ragazzi che ti ronzano intorno, sai sempre la cosa giusta da dire al momento giusto, tutti ti ammirano o ti invidiano, e credo che tutti vogliano essere come te. Io cosa sono, invece? Niente di che, a dire il vero. Una di quelle ragazze che nella vita siedono all’ultimo banco e non alzano mai la mano per paura di dire la cosa sbagliata, che si nascondono dentro una felpa di tre taglie più grandi; forse non dovrei, ma sono fatta così e non sono mai riuscita a cambiare. Non ho molti amici o amiche, e spesso la gente mi guarda di traverso appena scopre la mia sessualità, ma non fa niente, ormai ci sono abituata e fingo che non me ne importi.
Siamo state nella stessa classe al primo anno di università, quando ancora frequentavo giurisprudenza come voleva mio padre e non avevo deciso di cambiare facoltà, ma non mi hai mai davvero notata. Ricordo che la mattina salivo sull’autobus pieno di gente con la speranza che in mezzo a tutte quelle persone ci fossi tu… e pensa, ancora non mi ero resa conto che quello che mi legava a te era più di semplice ammirazione o voglia di fare amicizia. A quel tempo pensavo semplicemente che fossi fantastica, una di quelle ragazze che non si possono non adorare: eri gentile con tutti, non c’è stata una volta in cui ti abbia vista giudicare qualcuno o prenderlo in giro. Non hai mai considerato me, ma la colpa è stata mia, perché nonostante quella voglia matta di conoscerti non mi sono mai davvero esposta.
Ho impiegato del tempo per rendermi conto che mi piacevano le ragazze, ma se devo dirla tutta sei stata tu a farmelo capire. Non è stato difficile: eri l’unica che davvero mi piacesse, mi piacesse tanto, più di quanto mi fosse piaciuto un qualsiasi ragazzo, per moda o per autoconvincermi di essere “normale”, dato che la mia famiglia è profondamente cattolica e contro gli omosessuali.
Dio, Sofia, sei così bella. Ogni volta che mi capita di guardarti da lontano il mio sguardo si incanta sui tuoi capelli rossi e lisci che scendono delicatamente sulle tue spalle, che scuoti mentre ridi con quel tuo sorriso perfetto, quei denti bianchi e dritti e il nasino all’insù che si arriccia leggermente. Non ho avuto quasi mai l’onore di incrociare il mio sguardo al tuo, ma se c’è una cosa che so è che quei tuoi occhi color smeraldo sono la cosa più bella che abbia visto nella mia vita, così particolari e profondi. E tu lo sai, di essere bella; sei sicura di te come io non sono mai stata, per questo mi sento così inferiore a te. Siamo due generi completamente diversi, due opposti che, a differenza di altri, non potrebbero mai attrarsi reciprocamente.
A vederti in giro con quel ragazzo alto, bello e ambito da tutte mi fa male il cuore, che si stringe e si fa piccolo piccolo ogni volta che ti mette un braccio intorno alla spalla o ti stampa un bacio sulle guance candide che hai, o addirittura su quelle piccole labbra di un rosa intenso. So che non potrò mai averti, che abbiamo gusti decisamente diversi e che anche se ti piacessero le ragazze non potresti mai essere attratta da una come me, e questa rassegnazione mi contorce lo stomaco, tormenta le mie notti e i sogni in cui ci sei, sto per averti, ma mi scivoli via dalle dita.
Non so molto dell’amore, ma in fondo, chi è che ne sa davvero qualcosa? I filosofi? Gli psicologi? No. Le uniche persone che possono capire qualcosa di quell’immenso casino che è un intreccio di cuori e anime, siamo noi. Le persone ancora giovani, senza i problemi della vita che si intromettono nell’intreccio; quelli ancora liberi da complicazioni più grandi di loro, quelli che stanno per entrare nel mondo degli adulti ma hanno ancora del tempo per vivere la vita come vogliono, quelli che possono amare in modo semplice. L’unica cosa che credo di sapere è questa, che l’amore è davvero facile. È il cuore che batte più forte del normale alla vista di una persona che per noi è speciale, è un sorriso generato da quello dell’altro, è una tempesta di farfalle nello stomaco. Potrò sembrare ridicola, quasi patetica, ma tu mi hai sempre mandata fuori di testa e sì, credo di amarti.
Adesso sei seduta un po’ più in là, intenta a mordere il fondo della matita. Credo che tu stia studiando qualcosa di complicato, perché riesco a scorgere da qui la tua espressione aggrottata. Sei bella anche così, sai?
So che non potrò mai essere la persona giusta per te, in ogni caso, perché non ti merito. Non ti ho mai meritata.
Sai, non sono esattamente quella che si può definire una bella persona. Sono perennemente acida e antipatica, vedo il lato peggiore delle persone e delle cose, e ho sempre un giudizio sulla punta della lingua perché probabilmente vedere i difetti degli altri per un secondo mi fa dimenticare dei miei. Tu sei l’esatto contrario, Sofia, e meriti qualcuno che sia come te: qualcuno che sia gentile e amorevole ogni secondo, che cerchi di vedere la gioia nelle cose e a trasmettertela.
Ti sto scrivendo questa lettera senza un vero e proprio scopo; non mi aspetto di certo che tu mi corra incontro e mi dica che il tuo sentimento è reciproco, perché non sai neanche della mia esistenza, né mi aspetto che tu provi a conoscermi per compassione. Non è quello che voglio. L’unica ragione per cui sto scrivendo questa lettera è che ti amo, ti amo dal profondo del cuore, e avevo bisogno di dirtelo. Avevo bisogno di farti sapere che sei l’unica cosa semplice nella mia testa, l’unica che, anche se mi tormenta, mi da sollievo. Il mio amore per te è l’unica fonte di gioia che ho, libera dai giudizi e dai problemi. Forse non lo sarà più, adesso che non è più un segreto, ma se devo essere sincera non me ne importa.
Vorrei che tu sappia che va bene così, davvero. Va bene che il mio amore per te, per quanto sia bello, mi faccia sentire ancora più inutile di quanto già mi senta. Va bene che i tuo sorriso tormenti i miei sogni, va bene che tu non sappia chi io sia e continui a vivere la tua vita fatta degli amici di sempre, amore e speranza. Va bene perché l’amore, per quanto facile, è un soffio leggero di vento che prima o poi passa, anche se profondo, sincero e vero. Ti dimenticherò, prima o poi, forse quando avrò il coraggio di accettare me stessa e andare avanti.
Per adesso mi limiterò a tirare su il cappuccio cercando di non far vedere la mia faccia, avvicinarmi al tuo tavolo e posare questo foglio su di esso, sperando che tu lo legga tutto, senza fermarti a metà e gettarlo via dopo averlo stropicciato.
Ricordati che, qualsiasi cosa succeda, ci sarà sempre qualcuno che ti ama lo stesso. Che si è innamorata della ragazza meravigliosa che sei.
 
Con amore,
la tua ammiratrice segreta.
  
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