Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club
Ricorda la storia  |       
Autore: Heart_break    29/11/2015    0 recensioni
Ciaoooo
una breve ff per quei pochi se non rari GouMomo, come me.
Dal brano: «Dicono che le falene siano le anime dei nostri cari che non ci sono più che vengono a farci visita.»
«Sono le anime dei nostri cari?» l'espressione della rossa divenne improvvisamente nostalgica. Pensò che fosse davvero uno strano caso, perché proprio in quel periodo avrebbe tanto voluto abbracciare suo padre
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gou Matsuoka, Momotarou Mikoshiba, Rin Matsuoka, Seijuro Mikoshiba, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il sole splendeva alto nel cielo, l'aria era frizzantina, gli alberi verdi o, i più audaci, in fiore, le nuvole si muovevano lente. Segno che il vento soffiava, ma non era freddo. Momotarou portò una mano sulla fronte a mo' di visiera per riparare gli occhi dai caldi raggi gialli e guardare meglio difronte a sé. 
I diplomandi della Iwatobi salivano uno alla volta sul palco allestito nel cortile per ritirare il foglio che avrebbe dato loro accesso al mondo degli adulti. 
«Matsuoka Gou.»
Eccola. 
Momotarou strabuzzò gli occhi: camminava decisa, sicura di sé, pronta per lasciarsi i migliori anni alle spalle. Almeno, così poteva sembrare a prima vista: in realtà la ragazza, come molti dei giovani presenti, era tesa, attenta a non commettere gli errori più assurdi ai quali ci si sarebbe potuti imbattere per fare brutte figure in pubblico. Inoltre a rendere ancora più tesi tutti non era l'incertezza del futuro che sembrava invece un traguardo quasi raggiunto, bensì la nostalgia del liceo che sembrava già un ricordo lontano. 
Alla fine della cerimonia alcuni ragazzi si misero a piangere salutando gli amici più giovani o i propri coetanei che sarebbero partiti per studiare lontano.
«Ehi pivellino, che ci fai qui nascosto?» 
Una mano diede un'energica pacca sulla spalla di Momotarou, il quale dopo aver tolto gli occhi di dosso alla ragazza dai capelli vermigli si girò. Con stupore poté constatare la presenza di Rin che non era solo, con lui c'erano anche i senpai del club di nuoto dell'Iwatobi.
«Rin-san! Ma ci sono anche Haru-san e Mako-san!»
«Ciao...» gli fece sorridente il più alto seguito dall'espressione inespressiva di Haruka. 
«Che ci fate qui?» 
Rispose sempre Makoto accompagnandosi con i gesti «Siamo venuti per la festa di addio per Nagisa, Rei e Gou e, visto che abbiamo trovato anche Rin, probabilmente ci riuniremo tutti...» 
L'ultimo interpellato si intromise «Esattamente. Ho anche avvisato Nitori e dovrebbe venire. Se non sbaglio ci sarà anche l'amica di mia sorella, Chigusa?...» 
Makoto riprese «Stiamo da Haru, vuoi venire anche tu? Sempre se non hai impegni.» 
Il rosso si rigirò dove aveva guardato fino a un attimo prima e scrutò Gou sorridere insieme alle sue amiche, aggrottò le sopracciglia e si rivolse verso i tre «No grazie, devo fare delle cose... mi dispiace. Salutatemi tutti da parte mia anche se rivedrò Nitori-senpai prima che parta.» 
«Va bene come preferisci.» asserì gentilmente, sempre Makoto. 
In un attimo Momotarou si dileguò lasciando Rin con un dubbio che esternò a voce alta senza accorgersene «Ma cosa ci faceva qua?» 
«Chi lo sa... magari voleva salutare gli altri. In quest'ultimo anno hanno gareggiato contro in molte competizioni.» 
«Può essere, ma sembrava nascondersi...» 
Sorprendentemente Haru sollevò una mano per parlare «Non dovremmo andare dagli altri?» 
e destò tutti dalle varie teorie che spiegassero la presenza del ragazzo appena scappato via. 
«Hai ragione!» 
 
Dei coriandoli colorati caddero da una sfera posta al centro del soffitto del soggiorno di casa Nanase e avvolsero i presenti.
«Congratulazioni!» esclamarono i più grandi con entusiasmo, escluso il padrone di casa distratto: non vedeva l'ora di servire i propri stuzzichini allo sgombro.  
Mentre dentro si festeggiava tra risate, racconti e ricordi; un ragazzo camminava istericamente avanti e indietro sul marciapiede fuori dal cortile di quella casa. Era Momotarou che non sembrava per niente stanco di aver consumato l'asfalto da un bel po'. Pensava a come si sarebbe potuto presentare e aveva trovato molte scuse. Gli sarebbe bastato un banale ''Gli impegni che avevo sono saltati ed eccomi qui'', ma la realtà era che il vero problema consisteva nella presenza di Gou. Non che Momotarou volesse evitarla perché la odiasse, ma semplicemente non riusciva a guardarla in faccia da quando durante le vacanze natalizie era stato rifiutato. 
Per dirla tutta, tutto ebbe inizio molto prima, durante le vacanze estive: Seijuro, infatti, dopo essere tornato a casa per la pausa dai corsi, ebbe occasione di trovare la ragazza. Si frequentarono per tutto il periodo prima dell'inizio e dell'anno accademico e di quello scolastico, quando il maggiore dei Mikoshiba dovette ripartire. Dall'ora iniziarono a sentirsi per telefono, mail e tutti i mezzi possibili, qualche volta anche per lettere. 
All'università però Seijuro conobbe una coetanea che gli fece perdere la testa. Tradì Gou, ma lo nascose. Dopo poco tempo quella parentesi si poteva considerare una ''cavolata'', ma il ragazzo si sentiva male dentro. Un giorno preso dai rimorsi non riuscì più a tacere e con una telefonata confessò il fatto. 
Gou lo sentì per l'ultima volta con quella chiamata: lo aveva considerato come morto, finché lui non gli si presentò sotto la porta di casa per chiedere scusa. 
Era la sera di Santo Stefano. 
«Penso di doverti delle scuse.» La prima reazione della ragazza fu quella di chiudergli la porta in faccia, ma l'altro glielo impedì
«Aspetta!» 
«Vattene, vattene o chiamo Rin!» 
«Addirittura fino a questo punto?!» rispose lui, facendo scattare come una molla nella ragazza che in altre circostanze avrebbe riso a quella frase, ma allora non poté che far uscire delle lacrime.
L'espressione di Seijuro divenne seria «Mettiti una giacca che facciamo un giro.»
«Va bene.» 
Passeggiarono per un lungo tratto in silenzio disegnando nuvole di vapore ad ogni respiro. Dopo aver raggiunto un chioschetto, il ragazzo insistette per prendere due cioccolate calde: una l'avrebbe offerta alla ragazza, che non fece molte storie e l'accettò. 
«Ecco tieni... attenta che scotta.» 
Lei allungò la mano, avvolse il bicchiere di cartoncino per scaldarsi e si sporcò le labbra dando un primo sorso. Infine schietta andò al punto, anche se avrebbe preferito evitare tutto e ricominciare da lì.
«Allora di cosa volevi parlarmi?» 
La conversazione si sarebbe protratta a lungo. Quello che Seijuro aveva da dire furono delle scuse sincere per aver lasciato Gou in quel modo e che al momento si sentiva con la stessa persona con cui l'aveva tradita. Seguirono lacrime, battibecchi, brevi silenzi e alla fine prima di lasciarsi, non solo fisicamente, un abbraccio per dirsi addio. 
In tutto questo Momotarou non fece che da spettatore: aveva lasciato che il fratello ci provasse con la ragazza che piaceva pure a lui, non ci aveva provato in sua assenza, ma aveva lasciato, e di questo si era pentito, che, come la vedeva lui, Seijuro oltre ad aver spezzato il cuore della ragazza, avesse anche giocato con i propri sentimenti. Così stanco di fare il moralista, l'ultimo dell'anno quando trovò casualmente Gou alla festa del tempio, non si tirò indietro. Purtroppo però, il ragazzo non aveva fatto i conti col fatto che la rossa fosse ancora provata dalla rottura conclusasi solo pochi giorni prima e che trovarla lì alla festa non fu solo un coincidenza, ma il frutto di sforzi sovrumani da parte del club di nuoto e della sua migliore amica, per farla uscire di casa. 
Comunque Momotarou, incosciente di tutto, appena ebbe l'occasione si avvicinò alla ragazza che sola stava seduta su dei gradini. 
«A-allora come va?» 
''Che domanda è?! Mi prende in giro?!'' pensò subito lei, ma non poté che fare i conti con l'inaspettata faccia pulita del ragazzo.
«Sono stata meglio...» 
Alla fine anche il nostro impacciato dorsista si accorse dell'indelicatezza della domanda così provò a rimediare.
«Ehm ... S-sai qual è il colmo per uno studioso di insetti?»
 «No...» Gou provò uno strano interesse per quella domanda che sembrava portare ad una conclusione stupida e che con molta probabilità non avrebbe che peggiorato la conversazione eppure alla risposta del ragazzo ''Scambiare lucciole per lanterne!'' non riuscì a trattenere una lieve  risata. Oltre a mancarle quel colmo nella lista delle peggiori battute del secolo, c'era qualcosa che l'aveva spinta a sorridere: forse la gestualità o forse l'imbarazzo del ragazzo o forse quell'irresistibile sorriso puerile che non toglieva mai dal volto. E che successivamente alla battuta riuscita, si accentuò. 
Momotarou si sedette affianco alla Matsuoka. Lo scalino sul quale si poggiò era abbastanza freddo.
«Brr...» strofinò le mani sulle braccia incrociandole «è g-gelido!» 
La rossa era pronta a sorridere di nuovo di fronte a quell'eccessiva quanto spontanea gestualità, ma venne colta alla sprovvista da un insetto che le si posò sul naso. Come prima reazione saltò in piedi, poi chiuse gli occhi e mosse le braccia urlando ''Aiuto!''
Solo poche persone tra tutta la gente presente si accorsero della scena e spinsero Gou a sentirsi in imbarazzo; questa non aveva notato che l'insetto scatenante tale confusione le era stato sfilato via con un dito da Momotarou che osservò la scena un po' stranito.
«Non dovresti trattare così le falene...»
«Falene?!» rispose la ragazza ricomponendosi. Lui continuava a usare l'indice come piedistallo dell'animaletto «Sì, lei quella che ti è volata sul naso.» 
«Ah era semplicemente una farfalla...» la ragazza si sentì sollevata: chissà di quali altri strani esseri si sarebbe potuto trattare! 
«Dicono che le falene siano le anime dei nostri cari che non ci sono più che vengono a farci visita.» 
«Sono le anime dei nostri cari?» l'espressione della rossa divenne improvvisamente nostalgica. Pensò che fosse davvero uno strano caso, perché proprio in quel periodo avrebbe tanto voluto abbracciare suo padre «Non pensavo che si potessero vedere anche d'inverno.» 
Nel frattempo la falena volò via.
Il kohai guardò la senpai con un'aria che sembrava voler dire di sapere ogni virgola sull'argomento aperto
«Devi sapere che è erroneo pensare che le falene così come le farfalle vivano solo d'estate: infatti alcune di esse vivono nei periodi freddi, solo che non essendoci fiori su cui posarsi, le vediamo di meno....» 
''Non lo facevo così appassionato, credevo fosse solo un bambino troppo cresciuto che va a caccia di insetti'' 
«... così si nutrono di frutta e altre cose.» Quando il ragazzo finì di parlare, Gou aveva appena concluso di squadrarlo dalla testa ai piedi ''Se ci fossimo trovati prima...'' 
Momotarou che la vide così attenta nei propri confronti pensò di aver fatto centro e non perse altro tempo: afferrò le mani della ragazza portandosela più vicina 
«Gou-san! Vuoi diventare la mia ragazza?» La diretta interessata svegliata dai propri pensieri, sbatté ripetutamente le palpebre incredula, ma non ci mise molto a rispondergli
«Mi dispiace, ma non me la sento di avere relazioni al momento e inoltre ... ecco sei il fratllo ...» 
«Seijuro? Non gli importerà molto, ormai lui sta con un'altra...» 
Un'altra volta, il ragazzo fu indelicato però, la risposta di lei non si tradusse in una triste espressione anzi «Non è di lui che mi importa, ma di me! Io non voglio avere più niente a che fare con i Mikoshiba, mai più!» e se ne andò in lacrime, lasciando a metà discorso il rossiccio. Questi non comprese subito la reazione della ragazza perché quello che aveva da dire, e che forse avrebbe dovuto dire all'inizio, era che il fratello non amandola veramente non aveva il diritto di averle fatto tutto quel male. Comunque, purtroppo capì solo più tardi della mancanza di tatto con cui si era fatto avanti.
Da allora non ebbe più il coraggio di parlare con Gou. 
Una goccia di pioggia cadde sui capelli scompigliati di Momotarou che dopo aver fermato la  propria frenetica camminata portò una mano sulla testa per spiegarsi se avesse sentito bene. Non ebbe bisogno di starci troppo a pensare perché in poco tempo l'acqua cadde grossa e pesante. 
Anche dentro si accorsero dell'acquazzone che in un attimo fece scendere dalle finestre ondate d'acqua a ritmi quasi regolari. 
«Sta piovendo...» 
«No, sta diluviando!»
Improvvisamente tutti si ritrovarono a placcare Haru che accortosi dell'acqua si mise in costume.
«Haru fermo! Non puoi nuotare nelle pozzanghere!» 
Rin che guardò divertito la scena, divenne serio nel guardare la sorella invece preoccupata davanti alla finestra che dava sul giardino.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club / Vai alla pagina dell'autore: Heart_break