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Autore: Fede883    30/11/2015    2 recensioni
La storia parla del tremendo fenomeno della disoccupazione e cosa significa vivere una tragica situazione economica in famiglia sotto la festa di Natale, il protagonista farà una lunga riflessione e capirà che a natale si può anche essere felici senza grandi regali e facendo del bene alle persone più sfortunate. In fondo non è questo il vero significato del natale?
PS: Il racconto è ispirato vagamente alla canzone "Non ho che te" di Luciano Ligabue
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chissà quante luci sono sono accese 

 

 

25 dicembre 2015
Cavolo, è già Natale e sembra incredibile come passano i giorni quando perdi il lavoro. Questo è il mio primo Natale da disoccupato, l'azienda dove lavoravo ha chiuso, ci hanno mandato a casa e lasciato senza un lavoro, questo è successo a novembre un mese prima di questa festa. Mi chiamo Alessandro Fanti e ho 40 anni, ho sempre lavorato e ora mi trovo da solo e sperduto e triste in una delle sere più speciali per la mia famiglia, il Natale. Purtroppo, non percependo lo stipendio da un mese, non posso fare i regali di Natale alla mia famiglia, mi trovo smarrito in questo momento così delicato della mia esistenza perché non mi era mai capitato di passare le feste di Natale con un fardello simile sul groppone. La sera di Natale si dovrebbe sempre stare con la propria famiglia, senza pensieri e senza paure di arrivare a fine mese, ma quest'anno per noi le feste hanno un significato un po' diverso. Non mi sono mai reso conto di quanto il Natale fosse un evento così speciale per la mia famiglia, vedere le loro facce sorridenti quando si aprivano i regali, vederli felici anche se con poco, e io quella felicità l’ho sempre data un po' per scontata, ho sempre pensato che il Natale ci sarebbe sempre stato, nel bene e nel male, perché in fondo è il Natale il periodo in cui succedono delle magie a volte. Ma oggi guardo la realtà e mi accorgo che le cose sono molto cambiate: mia figlia che fa l'università e che fa fatica a superare gli esami perché a detta sua sono molto difficili e i professori sono molto severi e basta un niente per farsi bocciare, che non riesce a trovare un lavoro perché come si può pretendere che tua figlia di 20 anni trovi un lavoro se tu resti disoccupato a 40 anni? Tuo figlio di 15 anni che ormai si è isolato dalla vita familiare e passa le giornate attaccato all'Ipad e ai videogiochi e mi ricordo che quando io avevo la sua età si andava fuori a giocare a palla, a nascondino oppure a simulare le battaglie tra Americani e Tedeschi e usavamo i bastoncini caduti dagli alberi per fare i fucili e ci sentivamo come dei veri combattenti, ma ora i giovani sembrano solo attratti dall'essere in competizione l'uno con l'altro dimenticandosi delle cose di valore, le cose che dovrebbero essere essenziali nella nostra vita. Mia moglie, invece, dice che anche se non ho più un lavoro si può festeggiare il Natale, perché il vero significato del Natale non sono le luci colorate, le abbuffate o i regali che riceviamo, il vero significato del Natale è stare insieme alla propria famiglia anche quando le cose sembrano andare per il verso sbagliato; in fondo il Natale ci insegna che non dobbiamo mai abbandonare le persone che amiamo a loro stesse e che non c'è regalo più bello se non quello di stare con loro. Purtroppo mio figlio mi aveva chiesto un computer nuovo per Natale e io non so davvero come prenderglielo, non ho soldi e di certo ora è impossibile; mia figlia mi aveva chiesto di darle dei soldi per andare in vacanza insieme alle amiche per passare il Capodanno, ma non riesco a soddisfare neanche questa richiesta. Credetemi, dire ai miei figli che non posso regalargli niente perché non ho soldi in tasca è davvero una cosa orribile. Mia moglie dice che l'importante è stare bene tra di noi e che bisogna avere fiducia, che troverò un nuovo lavoro prima o poi, ma non riesco a credere che lei sia così tranquilla, perché siamo sommersi dalle bollette da pagare e anche oggi il recupero crediti ci ha chiamati; di certo, questa è l'ultima telefonata che uno vorrebbe ricevere in un giorno speciale come il Natale, ma è successo e mia moglie continua a rimanere tranquilla; è sempre stata una regina dell'autocontrollo e non immaginavo che riuscisse a rimanere calma anche in una situazione così drammatica, e per giunta la sera di Natale. Penso a quante luci siano accese oggi, a quante speranze sto facendo appello, perché in fondo Natale è la festa in cui possiamo esprimere i nostri desideri, le nostre speranze e i nostri sogni, la festa in cui ci possiamo ritrovare per sorridere, per non pensare ai problemi di ogni giorno e per metterci magari alle spalle anche un anno faticoso di duro lavoro. Natale è una festa in cui la famiglia deve venire prima di tutto, anche prima dei regali, perché forse il vero regalo è donare a chi amiamo un sorriso, un sogno, una speranza o semplicemente un abbraccio, e così quest'anno io e la mia famiglia abbiamo parlato prima dell'arrivo di questa celebre festività, ci siamo guardati negli occhi e i nostri cuori si sono aperti. Quest'anno io e la mia famiglia faremo volontariato il giorno di Natale, non ci saranno regali come computer, un telefono nuovo, un vestito alla moda o una videocamera di nuova generazione, saremo noi a donare il nostro tempo alle persone più bisognose. Il Natale alla fine serve soprattutto a questo, bisogna sempre credere che ci siano delle luci accese e spesso ci poniamo la domanda: “Ma chi sa quante sono queste luci accese?”. Alla fine la vera risposta la riusciamo a trovare solo nei nostri cuori e oggi, il giorno di Natale, forse sono riuscito a capire quanto speciale possa essere regalare il proprio tempo a qualcuno che ne ha bisogno, regalare un letto a delle persone che hanno perso la casa, un piatto di pasta ad una persona affamata e una coperta per riscaldarsi a una persona infreddolita. Il nostro cenone per quest'anno è passato in secondo piano e io, mia moglie e i miei due figli siamo felici di aver fatto questa scelta e che il Natale ci abbia reso delle persone un po' migliori. Se tutti fossimo sempre buoni e desiderosi di aiutare gli altri sarebbe un mondo migliore; questo andrebbe fatto non solo a Natale. Le luci accese adesso sono tante e mi hanno fatto capire che forse, in fondo in fondo, il Natale è soprattutto regalare il proprio tempo a qualcuno che ha più bisogno di noi; non avremo regali e io non avrò più un lavoro ma siamo felici di aver aiutato delle persone in difficoltà. Buon Natale a tutti voi. Alessandro Fanti.

   
 
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