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Autore: KomadoriZ71    30/11/2015    3 recensioni
Tratto dal capitolo ~ "La luce della lampada era fissa sul vetro, questa si rifletteva così da provocare un gradevole gioco fatto di luci e ombre. Paul Landers, il secondo chitarrista dei Rammstein, era seduto sul letto e scrutava il buio invernale che si celava oltre alla finestra, da essa penetravano degli spifferi gelidi che lo facevano rabbrividire. Recuperò il piumone per avvolgerlo attorno alle spalle, sospirò annoiato e strofinò le mani per riscaldarsi, voleva sdraiarsi per tornare a dormire ma quell'accordo glielo impediva.
Deglutì quando i fari di una macchina illuminarono il cielo notturno, era arrivato."
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Richard x Landers

Nebel . . . Leben





Berlino era impressionante alle cinque del mattino, deserta e ricoperta da un soffice banco di nebbia gelida, Richard Krupse era lì quel giorno e camminava con le mani infilate nelle tasche della giacca, sfoggiava un sorriso compiaciuto davanti alle bellezze racchiuse nella città in cui era cresciuto. Arricciò il naso in una smorfia rilassata, gli attimi di solitudine l'aiutavano a ricordare dell'amore che provava per quelle vie, luoghi in cui aveva fatto le esperienze più straordinarie della sua vita. Era sicuro che non l'avrebbe mai lasciata per andare a esplorare nuovi orizzonti.
Una notizia lancinante gli attraversò la mente e, quel dolcissimo sorriso carico d'affetto, si trasformò in un ghigno pieno di sofferenza e amarezza. La vita voleva obbligarlo ad abbandonare i suoi tesori più preziosi, i medici gli avevano diagnosticato un tumore al cervello e gli restava un anno di vita, non gli bastava per portare a termine gli obiettivi che si era posto. Anche se possedeva una band conosciuta in ogni angolo del mondo, degli amici che restavano al suo fianco e una moglie bellissima che lo riempiva d'amore e d'affetto.
Sospirò all'improvviso, questa era la vita. 
Richard poteva fare solo una cosa: affrontare il suo destino.

* * *

La luce della lampada era fissa sul vetro, questa si rifletteva così da provocare un gradevole gioco fatto di luci e ombre. Paul Landers, il secondo chitarrista dei Rammstein, era seduto sul letto e scrutava il buio invernale che si celava oltre alla finestra, da essa penetravano degli spifferi gelidi che lo facevano rabbrividire. Recuperò il piumone per avvolgerlo attorno alle spalle, sospirò annoiato e strofinò le mani per riscaldarsi, voleva sdraiarsi per tornare a dormire ma quell'accordo glielo impediva.
Deglutì quando i fari di una macchina illuminarono il cielo notturno, era arrivato.
Il campanello dell'appartamento suonò, lui si alzò di tutta fretta, cercò di non inciampare nei vari oggetti oscurati dal buio e schiacciò il bottone per aprire. Passi pesanti cominciarono a percorrere la tromba delle scale, Paul respirava a fatica e sentiva il cuore battere all'impazzata. Il rumore assordante terminò e qualcuno bussò alla porta, tre colpi pesanti che rimbombarono nell'orecchio del chitarrista. Levò la sicura con la mano che tremava, afferrò la maniglia e spalancò la porta fino ad aprirla del tutto. «Hai fatto tardi oggi, ti aspettavo per le quattro» mormorò con la voce tremolante, abbassò lo sguardo e tirò su con il naso. Era un principio di raffreddore, ne era sicuro. O forse no? Sentiva qualcosa di caldo e bagnato che gli scorreva lungo le guance arrossate...Piangeva. Impossibile, Paul non era il tipo che si comportava così.
«Non sono qui per farmi la predica, lo sai» commentò la voce maschile oltre alla soglia. «È difficile alzarsi presto la mattina per questi incontri, mi domando come mai non possiamo vederci a un orario più...normale» continuò lui, senza rendersi conto che il compagno era in lacrime. «I tuoi vicini sanno che siamo amici, non è la prima volta che vengo qui da solo».
«Zitto ed entra, per la miseria!» tuonò Paul con una voce rauca provocata dal pianto, pulendosi gli occhi con il tessuto del pigiama.
«Va bene, va bene entro. Però calmati, cazzo» esclamò Richard poco prima di sbuffare, si trascinò nell'appartamento ben riscaldato e cominciò a sbottonarsi il giaccone, fischiettando come se niente fosse.
Paul sapeva, sapeva tutto. Era a conoscenza della verità, una volta tanto.
Si preoccupò di chiudere frettolosamente la porta, ora che erano al riparo dal mondo esterno potevano chiacchierare tranquillamente. «Richard, non è il momento adatto per il sesso» cominciò a parlare seriamente, deglutì con gli occhi fissi sulla figura muscolosa e sensuale di Richard. Non si sarebbe smosso facilmente, era arrabbiato con lui.
Solo in quel momento Richard alzò il sopracciglio e, recuperata una sigaretta dal pacchetto che custodiva nella tasca destra dei pantaloni, agguantò l'accendino per concendersi dei meritati tiri. «Non riesco a capirti Paulie, stasera sei proprio diverso. Di solito dobbiamo darci dentro come conigli, non discutere delle nostre emozioni come delle signorine neo mestruate e pettegole».
«Io sarei diverso?!» sbraitò Paul senza trattenere i toni, avvicinandosi con fare burrascoso al chitarrista. Gli levò la sigaretta dalle labbra, che schiacciò in modo seccato sotto alla pantofola. A fanculo il pavimento, c'era qualcosa di più importante su cui discutere. «Sei tu quello che mi ha tenuto nascosto il fatto che hai un cancro al cervello e non cercare di mentire, Till mi ha detto tutto ieri sera!».
Richard sbuffò, tirò la testa all'indietro per fissare il soffitto con un'espressione vuota. «Io l'ammazzo Till».
«Tutto qui?!» esclamò Paul sull'orlo di una crisi di nervi, avvicinandosi così tanto a Richard che le punte dei loro nasi quasi si sfioravano. «Tra un anno morirai e non hai nient'altro da dire?! Tu sei fuori Richard, completamente fuori. Io sono sdegnato dal tuo cazzo di comportamento! Ci frequentiamo così da almeno cinque anni e hai anche il coraggio di tenermi all'oscuro come se fossi un cazzo di estraneo. Tu, cazzo, sei...».
Paul non riuscì a finire la frase che uno schiaffo potentissimo lo colpì in pieno viso.
Indietreggiò con il volto decorato da un'espressione allibita e, per colpa del tavolino che gli stava dietro, inciampò e cascò sul divano. Respirava a fatica mentre si massaggiava la guancia colpita, in quel momento guardava Richard con gli occhi sbarrati. Era la prima volta che alzava le mani. «Come...Come....Come hai potuto Richard?» 
Richard era proprio lì, in piedi, poco lontano da lui e lo fissava con uno sguardo non molto piacevole. «Stai sparando una marea di stronzate Paul. Stronzate, hai capito?!» urlò e schiacciò l'altro contro al divano grazie alla sua forza. «Non capisci che sto solo cercando di proteggerti?! Non lo capisci questo, vero?!».
«Richard...» mugolò Paul come se fosse un bambino, iniziò a singhiozzare. La situazione non poteva diventare peggio di così.
Uno schifo, Paul si sentiva un vero schifo. Si lasciò andare completamente e si accucciò contro al petto di Richard, aveva bisogno di lui.
Richard sospirò amaramente, stringendolo in un abbraccio così dolce per farlo aderire contro al proprio petto. «Non importa come andrà a finire la storia della mia vita Paulie. Basta sapere che ho te al mio fianco e che mi ami follemente, come non hai mai fatto con nessuno dei tuoi amanti occasionali, così sono certo di poter morire in pace. Dico davvero, nessuno riesce a rendermi felice come fai tu con il tuo sorriso e le tue dolci coccole dopo il sesso...Piccino mio...Nemmeno mia moglie è in grado di arrivare al tuo livello. E se tutto succede, è solo perché ti amo. Va bene?».
«Ti amo anche io, Richard».




Stanno abbracciati stretti
un misto di carne così ricco in giorni
dove il mare tocca la terra
lei vuole dirgli la verità

Ma il vento mangia le sue parole
dove il mare finisce
tiene la sua mano tremando
e lo bacia sulla fronte

Porta la sera nel suo petto
e sa che deve morire
appoggia la testa sul suo grembo
e chiede un ultimo bacio

E allora lui la baciò
dove il mare finisce
le sue labbra delicate e pallide
e i suoi occhi diventano umidi

L’ultimo bacio fu tanto tempo fa
l’ultimo bacio
lui non se lo ricorda più .

[Nebel, Rammstein – Traduzione]



**Angolo dell'autrice**



Ciao a tutti, eccomi di nuovo qua. 
Sono io, Lily di KomadoriZ71, autrice di questi racconti contorti e malati. Nascono per colpa della mia fantasia ma, spesso e volentieri, mi lascio aiutare dalle mille sfumature contenute nelle canzoni della mia band preferita, i Rammstein. Così drammatici, ma ricchi di emozioni che ti lasciano senza respiro.
Allora...
Il motivo per cui butto giù queste righe improvvisate è per ringraziare tutti quelli che stanno leggendo con interesse i miei racconti, specialmente chi si ferma per lasciare una recensione. So che sembra qualcosa da nulla, ma la mia felicità va alle stelle nel vedere che i miei sforzi e il mio lavoro vengono apprezzati come vorrei.
Quindi grazie, grazie a voi che mi fate sempre sorridere!
Adesso vi saluto, spero che la mia RichardxPaul vi sia piaciuta.
Presto continuerò "Hilf Mir...Aiutami!" e "Wo bist du", datemi solo il tempo di organizzare un po' le idee. Un bacione e alla prossima avventura :)



Ps: I fatti descritti sono stati tratti dalla mia fantasia e per far corrispondere il testo alla canzone. Nessun Richard e nessun Paul è stato maltrattato o è colpito da una malattia terminale x''D

Arrivederci!!


- Lily












   
 
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