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Autore: 1rebeccam    30/11/2015    14 recensioni
-Ok, scappiamo!-
Si era alzata di colpo, aveva chiuso i fascicoli ed era uscita a passo spedito, lasciandolo un attimo interdetto.
Aveva detto davvero ‘ok scappiamo’! E lo aveva detto a voce alta? Sul serio?!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Devo averti amato da sempre, solo che ero così sciocca da non capirlo!
A questo punto si era irrigidita, senza capirne il motivo, almeno era quello che si raccontava per riprendere la supremazia sul battere irregolare del suo cuore, ma sapeva benissimo cosa l’aveva turbata…
 
-Attenzione! Bi.so.gno.di.con.tat.to.coc.co.lo.so.im.mi.nen.te.prov.ve.de.re.su.bi.to.e.pri.ma.di.su.bi.to.-
Sembrava un robottino impazzito mentre girava per l’ufficio, sollevando e rimettendo a posto di continuo la sua nuova targhetta di Capitano e ripetendo quella frase a scatti, proprio come un automa.
Aveva riso abbassando la testa sulle scartoffie mentre lui batteva le mani sulla scrivania.
-Ho detto subito e prima di subito, cosa non è chiaro?-
Il suo sbuffo davvero insofferente le aveva fatto rialzare lo sguardo, fingendo di pensare cosa non le fosse chiaro.
-Divano, carezze, baci, sorrisi. Tutto per me… tu, io e un film lungo e romantico che ci dia il tempo di distrarci per fare altro e non perdere il filo e poi… anche il POI. Non accetto un no. Me lo devi.-
Le loro ultime settimane? Lei oberata di lavoro e lui paziente ad aspettare, tra cene ormai fredde e pennichelle scomode sul divano, nell’attesa che la serratura di casa scattasse al suo rientro, il più delle volte a notte fonda.
Glielo doveva in effetti. 
Stava ancora pensando alle settimane di fuoco che avevano trascorso dopo la sua promozione, quando la sua mente era tornata lucida sul dito puntato contro il suo naso.
-Ok, scappiamo!-
Si era alzata di colpo, aveva chiuso i fascicoli ed era uscita a passo spedito, lasciandolo un attimo interdetto.
Aveva detto davvero ‘ok scappiamo’! E lo aveva detto a voce alta? Sul serio?!
Lo aveva detto!
In auto avevano riso fino alle lacrime per la fuga improvvisa messa a punto davanti a tutta la omicidi del 12th. Beckett aveva ordinato a Ryan ed Esposito di restare reperibili anche nel fine settimana perché lei sarebbe stata fuori città, impegnata con una zia malata. Aveva chiesto mentalmente scusa alla zia Theresa, ma dovevano assolutamente scappare dalla routine e da quel tempo tiranno che, da settimane, li vedeva insieme solo al lavoro senza dargli tregua e non avrebbe permesso a niente e a nessuno di mettersi in mezzo, compresi cadaveri e problemi burocratici.
Si meritavano un week end tranquillo.
D’accordo, era ancora mercoledì, del week end non c’era nemmeno l’ombra in lontananza, ma i due giorni previsti dal sabato alla domenica erano davvero pochini.
Chi lo aveva deciso doveva darle atto di questo. 
Così aveva mentito.
Spudoratamente.  
...e senza rimorso.
Era il Capo adesso, o no?
Lo era, quindi aveva il diritto conferitole dalla città di New York e il dovere verso se stessa e suo marito, soprattutto verso suo marito,  di impartire ordini e… scappare.
Si erano tenuti per mano mentre lui guidava verso la costa degli Hamptons e lei guardava fuori dal finestrino. Con un sorriso tranquillo appena accennato sulle labbra si godeva il panorama ripensando alle battute stupide di Castle, ancora divertito dalla sua capacità di mentire senza però darla a bere a nessuno, ma essendo il Capitano, proprio nessuno si era preso la briga di farglielo notare. Certo riusciva anche a diventare pesante, per lui  il detto ‘il gioco è bello quando dura poco’ non aveva nessun senso, perciò, quando aveva continuato a prenderla in giro anche dentro casa  mentre metteva a posto i bagagli, si era messa le mani sui fianchi nella posizione d’attacco ‘ti fulmino con lo sguardo’.
-Sono un capitano adesso Castle, mi devi rispetto ed obbedienza!-
Lui aveva finto paura, poi era scoppiato a ridere mentre lei manteneva la stessa posa, ma quando era tornato serio e le si era avvicinato con fare da cospiratore, il Capitano dentro di lei aveva tentennato un momento, riuscendo però a mantenere la lucidità mentale abbastanza da spingersi a sollevare una delle arcate sopraccigliari per restare sulla sua linea autoritaria, peccato che lui le aveva preso il viso tra le mani a tradimento ed era rimasto a guardarla fisso, senza dire nulla. L’arcata sopraccigliare si era abbassata di colpo dentro quelle iridi azzurre e irresistibili e lui aveva fatto anche il grande sgarro di sussurrare, respirandole addosso -potrei dire che ogni suo ordine è imperativo per me, ma lontano dal distretto, Capitano o mio Capitano, sono un semplice uomo che rispetterà e obbedirà soltanto al piacere della carne…- e la sua carne si era arresa immediatamente, le mani sui fianchi erano semplicemente precipitate verso il basso come se la gravità avesse preso il sopravvento, tradendola all’improvviso e poi… poi tutto era diventato confuso.
Niente ragione, niente comando, niente supremazia sull’altro, solo corpi che si esplorano ed il piacere di lasciarsi andare alle sensazioni che la pelle percepisce e trasmette, mentre il cervello si annebbia del tutto, senza fare resistenza nemmeno per cercare di restare lucido almeno per un solo punto di percentuale.
Che fine avevano fatto l’atmosfera, il film, le coccole sul divano?
E come erano finiti sul pavimento senza vergogna, ancora prima che il sole tramontasse?!
Se lo era chiesto, ma soltanto dopo il tramonto, il cielo era ancora in bilico fra luce e buio e la stanza illuminata da una strana penombra che giocava con le pareti. Un po’ frastornata, i capelli arruffati, un plaid sul corpo apparso dal nulla per incanto e lui? Chissà dove…
Si era sollevata lasciando cadere la coperta, appoggiando le braccia sullo schienale del divano che la riparava alla vista, alla ricerca del soggetto delle idee malsane che le erano passate per la testa da prima che cominciasse a mentire ai suoi sottoposti  al distretto.
Individuato.
Soggetto a ore dodici chino vicino alla TV.
Nudo…
Aveva sospirato passandosi una mano tra i capelli, mordendosi il labbro, beandosi dei suoi movimenti lenti, della tensione dei suoi muscoli e della linea della colonna vertebrale che disegnava dei contorni molto molto piacevoli e si era ritrovata ad  imprecare in silenzio quando invece del resto del corpo, le si erano presentati un paio di pantaloni bene aderenti al… al soggetto in questione.
Da quando era diventato così pudico da rivestirsi immediatamente dopo aver dato il meglio di sé?!
Era proprio contrariata!
Inviava un flusso negativo che Rick doveva aver percepito, perché si era girato all’improvviso, con quel sorriso malizioso e soddisfatto di chi, oltre ad aver dato, ha anche avuto in cambio il meglio dalla compagna di giochi.
Scoperta!
Scoperta ad ammirarlo senza nessuna possibilità di negare.
Perché avrebbe dovuto? Era sempre il Capitano adesso!
Aveva risollevato l’arcata sopraccigliare, mordendosi ancora il labbro e districandosi i capelli mentre lui, a quel semplice movimento, abbandonava il sorriso malizioso restando a bocca aperta, senza riuscire probabilmente a respirare.
Aveva vinto lei comunque.
-Che stai facendo esattamente?-
Lo aveva chiesto con fare sensuale, senza smettere di mordersi il labbro e lui aveva cominciato a boccheggiare per cercare di mettere insieme una frase di senso compiuto, senza riuscirci, quindi si era aiutato gesticolando con un paio di DVD tra le mani.
-Uh… vuoi ancora creare l’atmosfera con un bel film lungo e romantico?-
Si era sollevata mostrandosi nuda in tutta la sua bellezza e lui aveva risposto balbettando qualcosa di indefinito.
-Non credi sia tardi ormai? Per l’atmosfera intendo!-
Aveva continuato guardandosi addosso in segno di sfida.
Voleva che si sciogliesse ai suoi piedi, invece la sfida lo aveva risvegliato e finalmente Rick aveva ricominciato a pensare con il cervello, o quasi, tornando a guardarla con il sorrisetto malizioso.
-Tesoro, abbiamo fatto del sano, fantastico e travolgente sesso, passione incontrollabile allo stato puro scaturito dal contatto elettrico e chimico delle nostre cellule epiteliali calamitate. Ora invece vediamo di darci una calmata e tornare ai nostri progetti sentimentali e romantici iniziali. Il sesso non è tutto nella vita!-
Sesso? Elettricità, chimica e cellule epiteliali? La stava provocando?
Si era alzata del tutto ancheggiando attorno al divano, trascinando con sé la morbida coperta che la seguiva come un gattino che fa le fusa, strisciando accanto a lei.
-Ok, se il sesso non è tutto… cambiamo gioco!-
Si era chinata su di lui, che era andato completamente in confusione su dove mirare lo sguardo e quando aveva  semplicemente appoggiato le labbra sulle sue, i DVD che teneva tra le mani si erano sparsi rovinosamente sul pavimento.
-Tu scegli il film, io mi vado a mettere qualcosa addosso e prendo i pop corn…-
Aveva lasciato la frase in sospeso accarezzandosi le labbra con l’indice, mentre riprendeva ad ancheggiare verso la scala,sempre nuda, sempre seguita da quell’estesa azzurra diventata scura per le ombre della sera che ormai avevano invaso la stanza.
O era libidine? O eccitazione? O elettricità?
Esatto, era proprio elettricità, le ombre della sera non c’entravano nulla, sarebbe bastato che tornasse sui suoi passi per scatenare fulmini e saette, visibili non soltanto negli Hamptons.
Altro che il sesso non è tutto nella vita!
Era scoppiata a ridere ormai sparita dalla sua vista, ma si era schiarita la voce per fare la seria e magari la sentimentale e romantica, pare che il copione della serata prevedesse questo e non la chimica e solo sesso… non al momento almeno!
-Ho il film che fa per noi romanticoni…-
Mentre urlava eccitato dal piano di sotto, aveva sorriso ancora, senza malizia stavolta. Era adorabile. Era riuscita ad eviscerare la sua parte romantica solo per lui. Lo amava. Irrimediabilmente.
-Via Col Vento!-
Si era bloccata di colpo, portandosi la coperta addosso come per proteggersi.
-Quattro ore Beckett. Possiamo distrarci negli squarci della battaglia, stringerci nei momenti pericolosi e coccolarci nei pezzi romantici!-
Si era stretta nelle braccia, senza capire bene il perché il suo stomaco si stesse contorcendo, voltando solo lo sguardo mentre lui correva sulle scale e le sorrideva completamente inebriato da lei.
-Non lo abbiamo più visto dopo quella volta con tutta la truppa, è il momento di rivederlo insieme, soli soletti.-
L’aveva baciata sulla punta del naso e lei aveva sorriso annuendo, mentre il cuore batteva in maniera irregolare e non per la vicinanza delle sue cellule epiteliali.
-Vuoi davvero rivestirti per vedere il film?-
La sua voce era tornata ad essere un sussurro caldo sulla pelle e lei aveva risposto allo stesso modo.
-Vuoi davvero che stia seduta sul divano per quattro ore a guardare Via Col Vento completamente nuda?-
Si era raddrizzato di colpo con lo sguardo perso nel vuoto per un istante con chissà quali fantasie innominabili dentro il cervello e non solo, per tornare poi a guardarla elettrizzato.
-Giusto! Vestiti, mettiti tanta roba addosso. Ho quattro lunghe ore per spogliarti ancora e molto lentamente.-
Aveva sollevato gli occhi al cielo, scoppiando a ridere voltandosi per andare in camera.
Mentre indossava qualcosa di comodo in assoluto silenzio, il battito insistente del suo cuore si confondeva con la voce pacata dell’oceano che s’infrangeva a qualche centinaio di metri dalla loro camera. Aveva sospirato guardandosi allo specchio, cercando di nascondere quel velo d’inquietudine e di inadeguatezza che le era piombato addosso all’improvviso.
E’ solo un film…
 
Uno di quei film che tutti i comuni mortali devono vedere almeno una volta nella vita, questo le  aveva ripetuto per giorni interminabili come un disco rotto quando aveva scoperto che invece lei, evidentemente non una comune mortale, non lo aveva mai visto. Si era premurato naturalmente di porre rimedio a questa cosa orribile, definizione sempre sua, invitandola ad una proiezione privata a casa sua e, mentre lei abbassava lo sguardo preparandosi ad un rifiuto,(assolutamente mai lei, lui e Via col vento da soli al suo loft) Rick si era affrettato ad aggiungere che naturalmente sarebbe stata una proiezione per pochi intimi. Aveva invitato i ragazzi del distretto e l’aveva costretta, diciamo così, a diventare una comune mortale.
Non si era potuta rifiutare.
Era solo un film, un film che le era anche piaciuto, ma che le aveva lasciato una strana sensazione alla bocca dello stomaco che aveva  cercato di dominare quella sera e reprimere poi per le sere a venire, riuscendo alla fine a metterla del tutto a tacere e non pensarci più. Fino a quel momento.
 
Scesa in salotto, era rimasta ai piedi della scala con la mano appoggiata al corrimano a guardare lui che sistemava le coperte e i cuscini sul divano, il tavolino già imbandito di schifezze caloriche e due calici di vino rosso pieni per metà. Aveva sentito un groppo in gola, perché ogni movimento mostrava amore, incondizionato, come incondizionato era quello che provava lei, da sempre, anche dalla sua prima volta con Via Col Vento.
Aveva fatto un altro respiro profondo quando lui aveva sollevato lo sguardo e, sorridendo, si era inchinato invitandola a prendere posto, si era avvicinata, lo aveva baciato dolcemente tenendogli il viso tra le mani, fermandosi un istante a godere della magia azzurra dei suoi occhi.
E’ soltanto un film…
Se lo era ripetuto ancora e aveva distolto lo sguardo, sedendosi comoda sul divano, solo perché se fosse rimasta ancora a guardarlo, lui l’avrebbe scoperta. Sapeva leggerle ogni pensiero ed era certa che fosse già sul punto di chiederle il perché del suo improvviso silenzio.
 
Dopotutto era davvero soltanto un film. Un film drammatico, ma romantico, che faceva atmosfera e che era andato in fretta nonostante le quasi quattro ore di programmazione.
La prima volta che lo aveva visto, quando ancora si teneva a debita distanza da Castle, lo aveva trovato piacevole e appassionante.
Quella sera, seduta volutamente lontano da lui, osservava il suo profilo sorridere ai capricci e al coraggio di Rossella O’Hara. Distoglieva immediatamente lo sguardo quando lui, di tanto in tanto, si voltava a guardarla pensando che fosse troppo presa dal film per accorgersene, specie nelle scene in cui Reth e Rossella erano vicini e uno sguardo dentro l’altro valeva più di mille parole, oppure quando litigavano furiosamente fino ad odiarsi.
Quando le aveva parlato eccitato di Via Col Vento, aveva tenuto a precisare che il personaggio di Rossella gli ricordava lei. Bella, coraggiosa, cocciuta, orgogliosa e questa cosa, mentre guardava il film e conosceva pian piano Rossella O’Hara, l’aveva fatta sentire a disagio, un disagio vero e proprio che non aveva mai realmente provato vicino a lui. Nonostante questo e nonostante sapesse che la controllava, non riusciva ad allontanare lo sguardo da lui per più di un paio di minuti, sciogliendosi del tutto quando, digrignando la mascella, si era irrigidito nel momento più doloroso del film, quando il pony non era riuscito a saltare la staccionata e la piccola Diletta era morta tra le braccia del padre e le urla disperate della madre. Avrebbe voluto abbracciarlo in quel momento, perché era evidente che, nonostante lui comune mortale l’avesse visto decine di volte, quella scena lo scombussolava ancora.
Ma allora non aveva nessun diritto di abbracciarlo, tenerlo stretto per proteggerlo e consolarlo.
Si era negata questa opzione tanto tempo prima.
Adesso, le stesse scene tra sue braccia avevano un sapore diverso, più leggero forse, più giocoso e meno doloroso.
Era un continuo accavallarsi di momenti intensi, pieni di avvenimenti gioiosi e dolorosi e sentimenti contrastanti.
Dalla merenda alle Dodici Querce, alla dichiarazione della guerra di secessione. Dalle battaglie cruenti accompagnate dalla sofferenza dei soldati feriti negli ospedali improvvisati, alle distese infinite di cadaveri di guerra. Dal coraggio e dalla caparbietà cinica e disperata della bella Rossella, alla sfacciataggine beffarda, ma in fondo tenera, dell’affascinante capitano Butler.
Come aveva preannunciato Rick, si erano distratti negli squarci della battaglia, stretti nei momenti pericolosi, coccolati nei pezzi romantici e stavolta si era arrogata il diritto di stringersi a lui davanti alla morte. Aveva perfino dimenticato quella strana sensazione alla bocca dello stomaco che l’aveva sopraffatta all’inizio, fino al momento in cui Rossella prende consapevolezza dei suoi veri sentimenti verso Reth e dice la famosa frase ‘Devo averti amato da sempre, solo che ero così sciocca da non capirlo!’
A questo punto si era irrigidita, cercando di riprendere la supremazia sul battere irregolare del suo cuore.
Si era allontanata dall’abbraccio di Rick, guardando fisso lo schermo mentre lui le aveva preso la mano sorridendo, pensando che volesse solo stare attenta alle scene finali e memorabili del Kolossal, quando Rossella cerca di convincere il marito che lo ama e lo ha sempre amato e che come una stupida rifiutava di ammetterlo, mentre Reth continua a mettere la sua roba nella borsa da viaggio, sempre più convinto che restando insieme avrebbero continuato solo a farsi del male.
Era stata Kate a questo punto a stringergli la mano, più forte del dovuto, Rick invece la guardava sott’occhio divertito perché  mangiava i popcorn freneticamente, con gli occhi incollati allo schermo, senza la più pallida idea di quello che realmente le passava per la testa.
Poi, per Rossella e il suo affascinante capitano, tutto precipita in pochi secondi.
Reth esce di casa, Rossella lo segue scendendo di corsa la lunga scalinata, il fazzoletto stretto in mano e gli occhi pieni di lacrime.
 
Reth, se te vai che ne sarà di me… che farò?
 
Kate aveva lasciato la mano di Rick spostandosi in punta al divano come se volesse essere pronta nel caso di una probabile fuga, immobilizzata su Reth che lascia Rossella senza darle nessun’altra possibilità.
 
Francamente me ne infischio!
 
Aveva digrignato la mascella mentre lui andava via senza voltarsi e lei rientrava in casa sedendosi sulla scalinata ricoperta di velluto rosso, senza accorgersi dello sguardo divertito di Rick, sicuro che, se solo ne avesse avuto il potere, avrebbe sparato al capitano Butler con lo sguardo per lo sgarbo fatto alla moglie.
 
Non voglio perderlo, ci sarà un modo…
 
Aveva guardato la scena come se si aspettasse un finale diverso, anche se sapeva bene che era una cosa del tutto impossibile, eppure teneva il fiato sospeso come se continuasse a sperare, ma poi…
 
Oh! Non posso pensarci adesso sennò divento pazza… ci penserò domani! Dopotutto… domani è un altro giorno!
 
Sbuffando, aveva messo via i popcorn e spento la tv sulla colonna sonora di chiusura, aveva lanciato il telecomando sul tavolino e si era stretta a suo marito, mormorando qualcosa che lui non aveva colto.
-Devo essere grato a Clark Gable!-
Le aveva detto baciandola sulla fronte e lei si era sollevata a guardarlo dubbiosa.
-Il suo essere stupido e poco gentiluomo nel lasciare Rossella in quel modo ti ha fatto arrabbiare, ti ha messo di malumore e ti stringi a me. Dovremmo rivedere questa scena più spesso. Mi piace consolarti.-
Stava per baciarla, ma Kate per tutta risposta aveva sbuffato di nuovo, si era allontanata dalle sue braccia e, prendendo il vassoio delle vivande, si era diretta in cucina praticamente stizzita.
-Che stai facendo?-
-Metto un po’ a posto, ci sono popcorn ovunque…-
Rick l’aveva seguita con lo sguardo, ogni movimento era distratto come se i suoi pensieri fossero lontani. Si era alzato continuando a guardarla, mentre serrava la mascella con lo sguardo basso.
-Kate, mettiamo a posto a dopo…-
Lo aveva detto più per attirare la sua attenzione che per altro, ma sembrava che lei non lo sentisse.
-Lo facciamo dopo. Adesso è il momento delle coccole dopo film… così rovini l’atmosfera.-
Le aveva messo una mano sulla sua per fermarla, con un tono pacato e giocoso, solo allora lei aveva sollevato lo sguardo con l’espressione confusa.
-L’atmosfera!?-
Rick aveva corrucciato la fronte, prendendole entrambe le mani.
-Che succede? Ho detto qualcosa di sbagliato?-
Lei aveva sospirato e, alzando gli occhi al cielo, gli aveva lasciato le mani dandogli le spalle.
-Castle, perché pensi sempre di essere quello che dice o fa qualcosa di sbagliato?-
Sembrava irritata all’improvviso, nonostante stesse sussurrando.
-Perché due minuti fa era tutto a posto e adesso sembri contrariata e siamo solo noi due, devo per forza aver detto qualcosa che ti ha infastidito!-
-Il film mi ha infastidito, Rossella mi ha infastidito, è stupida!-
Si era girata gesticolando, tenendo poi i palmi delle mani verso l’alto.
-Ma sul serio per te questo film è fantastico? Secondo te è un film romantico?-
-Beh…-
Era riuscito a dire solo questo prima che si trovasse il suo dito puntato contro.
-Non lo è invece. Un film romantico, con la erre maiuscola, deve assolutamente avere un lieto fine, qualcosa che ti lasci sereno e soddisfatto e che ti proietti anche al POI che avevi organizzato.-
-Ma…-
-Niente ma, Castle!-
Continuava a parlare a raffica senza dargli il tempo di rispondere.
-Se vuoi un POI con me, vedi di eliminarlo dalle visioni dei film di coppia, perché Rossella non è romantica, anzi! Fa cadere le braccia e i sentimenti e l’atmosfera.-
-Kate…-
-E anche il POI!-
Aveva preso un lungo respiro come se volesse riempire per bene i polmoni prima di ricominciare.
-Quattro ore Castle! Quattro ore a soffrire, a gioire, a palpitare e per cosa alla fine? Niente di niente…-
Aveva aperto le braccia lasciandole andare poi di peso sui fianchi, mentre Rick aveva cercato ancora di dire qualcosa, ma inutilmente, perchè lei era tornata alla carica. Non c’era verso che riuscisse a spegnerla.
-…cioè, ne passano di cotte e di crude, ci fanno piangere, ridere, accapponare la pelle, poi quando arriva la parte bella, quella importante in cui lei sembra diventare furba all’improvviso e si rende conto di amare Reth alla follia, mentre lui invece decide di chiuderla lì, tra parentesi ha tutte le ragioni del mondo per farlo, invece di corrergli dietro e magari supplicarlo di non lasciarla, si siede tranquilla e dice che domani è un altro giorno? Ma è seria o stupida!?-
Aveva detto ancora tutto d’un fiato, alzando la voce e gesticolando, mentre Rick la guardava a bocca aperta perché era proprio arrabbiata e, se era ancora bravo a leggere tra le righe, non era arrabbiata né con lui né con Reth Butler, ma con Roassella!?
-Se lo avessi visto al cinema sessant’anni fa, giuro che mi sarei fatta rimborsare il biglietto!-
Si era fermata aspettando una risposta qualsiasi, ma quando lui aveva continuato a guardarla stranito, si era resa conto della sua reazione leggermente esagerata. Aveva sospirato e abbassato la voce evitando di guardarlo.
-Seriamente Castle, non è un finale stupido e inutile?-
Rick aveva sorriso alla sua reazione, sollevando le spalle.
-Ho il permesso di rispondere? Si?!-
Aveva aspettato un attimo nel caso avesse avuto ancora qualcosa da dire, ma quando lei lo aveva guardato senza fiatare, aveva preso coraggio.
-E’ un finale aperto, come quello di altri film e romanzi della letteratura, è questo il bello, ti dà la possibilità di immaginarlo come più ti piace!-
Non l’avesse mai detto, aveva sbuffato di nuovo e lo aveva guardato con lo sguardo di fuoco.
-Dopo quattro ore e tanta sofferenza io non voglio immaginare una fine, voglio vederla. Voglio vedere quei due abbracciati con alle spalle il tramonto di Tara, che si baciano appassionatamente e al posto della parola ‘fine’ voglio leggere un bel ‘…e vissero felici e contenti!’ grande quanto lo schermo. Pretendo di vederlo, non di immaginarlo e poi che c’è da immaginare quando quella si mette seduta comoda e dice domani è un altro giorno, mentre l’uomo che ama se ne va senza voltarsi indietro? E’ una cosa imperdonabile! Una cosa su cui non si può passare sopra. E mi piacerebbe capire che cavolo di frase è domani è un altro giorno!?-
Aveva ripetuto la frase incriminata scimmiottando in falsetto Rossella O’Hara e sventolando le mani davanti al viso di Rick, che le gliele aveva prese tra le sue per fermare lei e il suo fiume di parole senza senso, non riuscendo a trattenersi. Era scoppiato a ridere davanti alla sua espressione per metà furiosa e per metà delusa.
-Kate, è esattamente questa la fine. Aprirsi al domani. Domani è un altro giorno non è altro che l’apoteosi del futuro!-
Non avesse mai detto nemmeno questo, lei gli aveva lasciato le mani scocciata.
-L’apoteosi del fut… oh! Signori telespettatori sono spiacente di informarvi che l’atmosfera è definitivamente deceduta pochi secondi fa!-
Aveva preso i pochi popcorn rimasti e li aveva fatti volare in aria come piccoli fiocchi di neve voltandogli le spalle.
-Ho bisogno di un po’ d’aria fresca!-
 
Ed era sceso il silenzio.
E la discussione era defunta, come l’atmosfera.
Quale discussione poi?
Per discutere, qualunque fosse il motivo, si doveva essere in due o no? Lui non aveva praticamente aperto bocca!
Si era guardato intorno, passandosi la mano sulla testa per far cadere giù un paio di chicchi di mais saltato rimasti incastrati tra i capelli mentre piovevano dalla mano di Kate.
Aveva guardato lo schermo nero della TV, il divano con su le coperte e i cuscini stropicciati e quel telecomando abbandonato sul tavolino come un ferito di guerra.
Che fine avevano fatto le coccole dopo film e il fine settimana molto prolungato e romantico?
Kate si era rifugiata in veranda, seduta sugli scalini che davano l’accesso al prato e poi alla spiaggia. Era rannicchiata nelle spalle e guardava il cielo. La luna era alta e tonda, illuminava tutto intorno e sembrava essere l’unico soggetto per lei al momento importante. Si era soffermato a guardarla per un attimo, incorniciata nel legno che delimitava i rettangoli di vetro della portafinestra, ma era tornato sui suoi passi evitando di andarle vicino perché, qualunque cosa fosse veramente successa dentro il suo cervello complicato in quei pochi minuti di sfogo, sapeva che aveva bisogno di un attimo di solitudine, anche se al freddo della notte, per capire lei stessa la sua reazione.
Si era preso questo tempo per sistemare e spazzare i popcorn dal pavimento, aveva messo su il caffè e solo dopo averlo versato  nelle tazze, aveva preso una coperta, la stessa che poche ore prima aveva ricoperto il corpo nudo di sua moglie, ed era uscito nel patio.
-Non vorrai prenderti una bella influenza? E’ una bella serata ma siamo ancora in aprile e l’aria è proprio fredda a quest’ora.-
Si era girata a guardarlo mentre le poggiava la coperta sulle spalle. Gli aveva sorriso quando si era seduto accanto a lei e le aveva allungato la tazza di caffè fumante. Era tornata a guardare la luna senza dire altro, scaldandosi le mani sulla ceramica bianca e corrucciando la fronte sul DVD di Via Col Vento che Rick le aveva messo davanti.
-Che dovrei farci?-
-Vuoi che lo elimini… eliminalo! Se lo fai di persona ti sentirai sicuramente meglio.-
Lei aveva sorriso di nuovo, abbassando lo sguardo.
-Scusami Castle…-
-Lo farei anche, se solo capissi per cosa devo scusarti!-
Kate non aveva risposto, chiudendosi ancora nelle spalle.
-Dico sul serio. Non ho capito cos’è successo, solo che l’atmosfera è definitivamente morta, ma sarebbe più facile farle un bel funerale sapendo almeno perché!-
A quel punto lo aveva guardato ed erano scoppiati a ridere.
-La verità è che non lo so nemmeno io, forse non era la serata adatta per questo film, non lo so, io… io non so spiegarmi.-
Era imbarazzata e aveva bevuto un sorso di caffè, più che altro per perdere tempo e trovare le parole, alla fine aveva sospirato scuotendo la testa.
-Mi hai preso in giro per settimane quando hai saputo che non lo avevo mai visto.-
-E avrei continuato ad oltranza se non avessi messo riparo a questa lacuna terribile!-
Lei aveva sorriso mentre Rick aveva spalancato gli occhi.
-Come si fa ad arrivare a trent’anni ed oltre della propria vita, senza aver mai visto una sola volta Via Col Vento?-
Si era fermato a guardarla serio.
-A proposito Beckett, come si fa?-
-Non lo so, succede e basta e non è nemmeno tanto terribile. Ho vissuto bene anche senza conoscere Rossella O’Hara & Co. per oltre trent’anni.-
-Mhhh… no, non sono d’accordo!-
Aveva esclamato lui con tono fin troppo serio e lei aveva sollevato le spalle.
-L’avrò anche visto da bambina, i miei genitori amavano questo tipo di film, ma non lo ricordo. Poi da adolescente ribelle qual ero diventata non potevo permettermi certo film del genere e dopo… dopo il mio stato d’animo non era propenso al sentimentale, preferiva un bel trhiller.-
Si era chiusa ancora nelle spalle ed era tornata a guardarlo. I suoi occhi brillanti alla luna e quel sorriso appena accennato per darle sicurezza le avevano fatto tornare il groppo in gola e aveva spostato lo sguardo verso il cielo.
-Meno male che esiste Richard Castle!-
Sicuramente Rick doveva aver pensato si riferisse alla sera in cui l’aveva costretta a guardarlo, lei invece, lo aveva detto per se stessa, per rassicurare il suo cuore che non riusciva più ad immaginarsi senza di lui.
-Puoi ben dirlo, un po’ di cultura varia è necessaria anche per un Capitano!-
-Sarà vero, ma sai essere una piattola Castle! Ho accettato di vederlo solo perché sennò avrei dovuto spararti per zittirti per sempre.-
-Hai accettato solo perché eravamo una folla, come al cinema.-
Kate lo aveva guardato seria e lui aveva assunto la stessa espressione sospirando.
-Se non mi fossi affrettato a dirti che era una serata per tutti, saresti venuta?-
Lei non aveva risposto nulla e lui aveva annuito, tornando a guardare davanti a sè.
Su questo almeno erano d’accordo!
-Ti avevo lasciato un posticino sul divano accanto a me, ma non mi hai concesso nemmeno quello, ti sei sistemata sulla poltrona con Lanie, lasciando che Esposito prendesse il tuo posto condannandomi ad una serata terribile.-
-Ma non è vero! E’ stata una bella serata, si è divertito anche Esposito.-
Rick aveva annuito gesticolando facendola ridere ancora.
-Certo che si è divertito! Ha passato quattro ore ad anticipare ogni battuta di ogni personaggio, sembrava un doppiaggio discordante… è stato allucinante! Chi immaginava che conoscesse tutto a memoria, nemmeno io ricordo ogni battuta!-
Aveva finito la frase rabbrividendo mentre lei continuava a ridere divertita; sembrava che tutta la rabbia o qualunque cosa fosse stata, fosse sparita del tutto.
-Hai ragione, è vero… Javi tipo da Via Col Vento è stato una vera rivelazione anche per me.-
-Già…-
Aveva finto di rabbrividire ancora, poi era tornato serio e, guardando la luna, l’aveva spinta  dolcemente con la spalla.
-Davvero Kate, non dovevi fartelo piacere solo per farmi contento.-
Lei aveva scosso ancora la testa, distogliendo lo sguardo.
-Ma mi è piaciuto. Proprio tanto. Ho amato tutto, anche le scene di guerra. Hai ragione a dire che è un Kolossal, un lavoro pazzesco con un numero infinito di controfigure, niente a che vedere con le immagini elaborate al computer di adesso, un vero capolavoro. E ogni personaggio perfetto. Rossella e il suo carattere pieno di contraddizioni, capricciosa fino al midollo, con quel suo fare egoista che nasconde un cuore grande. Anche se è molto molto stupida…-
Rick aveva corrucciato la fronte sempre più confuso per la sua reazione di poco prima.
Le era piaciuto, non le era piaciuto? Più che altro sembrava avere un grosso problema con Rossella, continuava a darle della stupida!
Però mentre parlava sorrideva emozionata e questo era destabilizzante perfino per lui.
-…e Reth, il bel capitano, ombroso e affascinante, filibustiere e cinico, ma solo all’apparenza, un vero uomo da amare e…-
Le parole le erano morte in gola quando si era girata a guardarlo, restando incollata ai suoi occhi che riuscivano ancora a farle tremare le gambe, nonostante gli anni e nonostante fosse seduta. Lui aveva sorriso e lei aveva fatto lo stesso tornando a parlare, un po’ più calma.
-…e Melania, così fragile nel corpo, ma forte come l’acciaio dentro un animo nobile e puro che metteva in imbarazzo perfino Rossella. E più di tutti ho amato Mami e la sua sottoveste rossa che non avrebbe mai indossato, ma che non si toglieva mai.-
Avevano riso insieme annuendo e lei aveva alzato le mani verso di lui.
-E quel Ashley?! Non capisco come Rossella possa aver potuto anche solo pensare di essere innamorata di lui, ha perso anni dietro un uomo…-
Aveva alzato gli occhi al cielo per cercare l’aggettivo adatto.
-…insipido. Per carità, un uomo onesto, gentile, vogliamo anche definirlo bello?-
Rick aveva storto le labbra e lei aveva fatto altrettanto.
-Ok, fingiamo che fosse bello, ma insipido. C’era o non c’era era la stessa cosa!-
Erano scoppiati a ridere e si erano ritrovati con le dita intrecciate senza nemmeno accorgersene. Avevano guardato insieme le   loro mani strette e si erano persi nel silenzio dei loro sguardi per qualche secondo.
-Mi è saltato il cuore in gola quando finalmente Rossella si scopre innamorata di Reth e poi…-
Aveva sospirato scuotendo la testa.
-…e poi lui si convince che per smettere di soffrire deve allontanarsi da lei… e lei invece di strisciare ai suoi piedi per riprenderselo, resta ferma lì a non fare niente e, oltretutto, a dire una frase fatta che non è altro che una sciocchezza.-
Gli aveva lasciato la mano, deglutendo vistosamente.
-E’ stato come se mi avesse guardato dritta negli occhi e mi avesse schiaffeggiato!-
Era stato un sussurro detto d’un fiato con lo sguardo rivolto alla luna, aveva cominciato a stritolarsi le dita ed evitava di guardarlo, lui per tutta risposta le aveva messo la mano sulle sue. La conosceva bene. Aveva intuito che la sua reazione esagerata non aveva nulla a che vedere con la filmografia americana nel momento in cui era scappata fuori.
-Stiamo ancora parlando di Via Col Vento?-
Lei aveva scosso la testa sorridendo, abbassando però gli occhi.
Come poteva leggerle dentro così facilmente?
-Di Via Col Vento e di quello che ha smosso dentro di me una sera di parecchi mesi dopo il mio ferimento.-
Un altro sussurro che cominciava a preoccuparlo realmente perché non riusciva a guardarlo. Le aveva spostato una ciocca di capelli dietro l’orecchio per avere accesso ai suoi occhi, ma lei era rimasta immobile.
-Kate, che succede?-
-Sai Castle, non ho mai parlato a nessuno del mio risveglio in ospedale. A nessuno.-
Come se non avesse sentito la sua domanda, aveva cambiato discorso come un’auto in corsa che all’improvviso fa un’inversione ad U completamente senza senso. Aveva sottolineato la parola nessuno, come se volesse anticipargli che ne avrebbe finalmente parlato adesso e soltanto con lui, che invece si era perso di nuovo nel suo discorso.
Che c’entrava adesso il suo risveglio dopo l’attentato!?
-Giuro che a questo punto, non ti seguo più, Kate.-
Aveva risposto anche lui sussurrando, un brivido lo aveva attraversato per tutta la schiena come se si aspettasse qualcosa di terribile da un momento all’altro, mentre lei scuoteva la testa.
Come poteva seguirla nei suoi ragionamenti contorti, tornati alla mente per colpa di uno stupido film!
Così aveva continuato per la sua strada nello svolgimento di una trama personale.
-Ne ho un ricordo confuso, nel senso che subito non mi sono resa conto né di dove fossi, né cosa fosse successo. Ricordo solo uno strano senso di torpore nel corpo e il vuoto nella testa. Una sola cosa era chiara nella mia mente…-
Si era girata finalmente a guardarlo e aveva sorriso.
-…tu! Tu che dicevi di amarmi.-
Il brivido che gli aveva percorso la schiena poco prima lo aveva come congelato all’istante e lei aveva avvertito le sue mani irrigidirsi nella loro stretta, ma questo non l’aveva spaventata. Non aveva abbassato lo sguardo.
-Mi sentivo bene. Nessun dolore, nessuna paura. Solo tu, la tua mano stretta alla mia e la tua voce. Mi aggrappavo a te per sopravvivere e tornare alla realtà.-
Aveva sorriso sinceramente, come se ricordare quel momento drammatico le desse una sensazione di serenità e non di dolore, fino a che il sorriso era sparito e aveva sospirato, stringendo le labbra.
-Quella bolla di benessere però è sparita subito, esplodendo davanti alla realtà. C’era davvero una mano stretta alla mia, una voce indistinta che pian piano diventava chiara insieme al senso delle parole che pronunciava, solo che… che non eri tu e, per la prima volta da sveglia, ho sentito un dolore lancinante al petto,  ma non proveniva dalla ferita.-
Aveva accennato un timido sorriso e si era persa per l’ennesima volta dentro i suoi occhi, adesso scuri e lucidi.
-In quel cimitero avevo chiuso gli occhi stretta a te e quando mi sono svegliata, ho desiderato che fosse ancora così, ma tu non c’eri… e certo non per colpa tua.-
Aveva pronunciato l’ultima frase stretta tra i denti, arrabbiata con se stessa, mentre lui deglutiva e le lasciava le mani per chiuderle in un pugno, lo aveva fatto d’istinto perché gli faceva ancora male pensare a quei giorni e Kate, anche lei d’istinto, si era affrettata a stringergliele, bisognosa ancora di quel contatto spezzato di colpo e soprattutto del suo sguardo, che invece si era perso lontano, nel buio.
-E quando finalmente sei arrivato con i fiori e quell’espressione indecifrabile, mista di sollievo perché ero viva e di dubbi perché non sapevi cosa sarebbe successo da lì a cinque minuti, mi sei sembrato così… fragile…-
Aveva mantenuto il sorriso anche se con l’espressione rattristata, ma gli occhi emanavano luce come la luna. Lui la guardava in silenzio perso nel ricordo di quel giorno, quando si era sentito davvero fragile, quando tutto il coraggio che aveva avuto cercando di farle scudo con il suo corpo contro il proiettile, era sparito mentre lei chiudeva gli occhi.
-…sapevo benissimo che eri fragile, che stavi soffrendo. L’ho sempre saputo. Avevi messo a nudo i tuoi sentimenti, ti eri esposto e non sapevi cosa avrebbe comportato fra me e te. Aspettavi che io facessi la prima mossa per non sbagliare, per non rovinare tutto e, in quel momento, l’unico mio desiderio è stato che mi stringessi e mi ripetessi che sarebbe andato tutto bene, che avrei scalato anche questa montagna insieme a te…-
Aveva abbassato ancora lo sguardo scuotendo la testa.
-…ma i ricordi sono affiorati tutti insieme e a te si è sovrapposto il corpo di Montgomery sul pavimento dell’hangar, il funerale, il proiettile…-
Aveva digrignato la mascella quando lo aveva sentito sospirare pesantemente, sapeva di fargli ancora male. Lo aveva guardato con gli occhi lucidi e gli aveva messo la mano sul viso.
-…e non ce l’ho fatta. Mi sono detta ‘Kate se adesso ti affidi a lui, avrai sempre bisogno di qualcuno a cui appoggiarti e questo non te lo puoi permettere. Non puoi lasciarti andare adesso. Non ora. Devi prima risorgere da sola e dopo, forse, entrare nella vita di qualcun altro senza distruggerla’.-
Aveva stretto le labbra, senza distogliere lo sguardo.
-‘Non posso pensarci adesso, è una cosa troppo grande da affrontare, ci penserò domani… tanto non cambierà nulla…’-
Rick aveva socchiuso le labbra sorpreso.
I ricordi lo avevano sopraffatto, la menzogna di Kate lo feriva ancora e non aveva capito la sua reazione iniziale. Quella frase. Il comportamento di Rossella davanti alla fuga di suo marito. Tutto questo aveva scatenato in lei ricordi che le pesavano ancora sul cuore, come pesavano a lui.
-Quel domani è diventato il giorno dopo e dopo ancora, ho lasciato passare tre mesi consapevole di farti del male…-
Rick aveva chiuso gli occhi deglutendo, pensava di essersi buttato quel periodo alle spalle, ma non era vero, ed era così per entrambi, se comunque lei sentiva il bisogno di fargli questa strana confessione.
Perché adesso?
-…tanto tu eri lì, ci saresti sempre stato, era una cosa che ripetevi di continuo. Egoisticamente volevo ritrovarti al tuo posto al mio ritorno, ed è stato così, alla fine sei tornato, ed io ho continuato a mentire. Ho continuato ad aspettare domani e poi ancora domani e non solo! Ti ho anche dato contro quando le cose non sono andate come io le volevo, ti ho dato del traditore quando quella che realmente mentiva ero io, ho sempre avuto sulle labbra me e solo me…-
Aveva cominciato a parlare con la voce rotta, deglutendo spesso, con un groppo in gola così pesante che Rick era sicuro che, se solo l’avesse interrotta, sarebbe scoppiata in lacrime.
-Quella sera a casa tua, nonostante gli altri invitati, non mi hai perso di vista un solo istante. Era una serata solo per me, per avermi vicina e più mi davi attenzione, più io continuavo a pensare alla frase di Rossella, al suo comportamento e al fatto che eravamo davvero caratterialmente simili. Mi sono sentita in colpa…-
-Kate ascolta…-
-No. Fammi parlare ti prego!-
Lo aveva pregato. Con la voce incrinata e gli occhi lucidi e Rick si era zittito di colpo. Era un fiume di parole in piena, non riusciva a fermarsi, voleva solo parlare e parlare per liberare quel groviglio che le pesava sul cuore e le stringeva la gola.
-Sarei dovuta restare quella sera e dirti la verità, ma non ho trovato comunque il coraggio di fare nulla per rimediare, ho continuato per la mia strada, senza pensare a te. Tanto tu ci saresti sempre stato…-
Si era asciugata in fretta una lacrima e aveva stretto i pugni.
-…almeno fino a che non ho tirato troppo la corda e mi hai detto ‘francamente me ne infischio!’-
Rick aveva abbassato lo sguardo e lei si era affrettata a prenderlo per il mento e fargli alzare la testa per guardarla. Aveva stretto le labbra, ma non era riuscita a ricacciare indietro le lacrime.
-E hai fatto bene. Era l’unica cosa che potessi fare per non permettermi di distruggerti.-
-Sarà vero, ma a differenza di Reth, io non ti ho lasciata seduta su uno scalino, ti ho lasciata appesa ad un cornicione.-
Lo aveva sussurrato così piano e con tanto dolore nella voce che se non lo avesse mai conosciuto, in quel momento, si sarebbe innamorata di lui ancora una volta.
Gli aveva preso il viso tra le mani scuotendo la testa.
-IO mi sono buttata da quel cornicione Rick!-
Lui le aveva sorriso dolcemente, accarezzandole la guancia e asciugandole le lacrime, dandole la possibilità di riprendere fiato su quelle carezze.
-Ti ho fatto del male Castle, sono sempre stata consapevole di fartene e non ho fatto niente per rimediare, non ti ho mai chiesto scusa per questo, nemmeno dopo che ci siamo messi insieme, non sono mai riuscita a parlartene e a farmi perdonare.-
Rick aveva scosso la testa con veemenza.
-Basta Kate. Non c’è niente da perdonare. E’ passato e l’abbiamo superato.-
-Sei sicuro? Allora perché l’eroina stupida di uno stupido film mi fa sentire così? Perchè anche tu ti irrigidisci se solo pensi a quei giorni? La verità è che ci siamo buttati tutto alle spalle come niente solo per paura di non farcela, lo hai detto anche tu, ricordi? Non abbiamo mai parlato di nulla d’importante successo tra noi a quel tempo…-
Aveva sospirato per calmarsi, era davvero sul punto di singhiozzare ed era l’ultima cosa che voleva adesso, dopo anni e finalmente serena insieme a lui.
-…perché riusciamo a parlare di tutto noi due, tranne di quei momenti che sono stati catartici per noi?-
Lui aveva sorriso circondandole le spalle con un braccio e aveva alzato gli occhi verso la luna.
-Quando ci siamo messi insieme i nostri cuori erano ancora talmente fragili per tutto quello che avevano sopportato, che una parola in più avrebbe potuto frantumarli. Il silenzio ci ha sempre unito. In casi come questo è stato l’unico amico a cui siamo riusciti a rivolgerci.-
Kate aveva sollevato la testa perdendosi nei suoi occhi, mentre lui sembrava essere tornato sereno.
-Guardaci adesso. Siamo qui a parlare di cose che ci hanno fatto male per tanto tempo e riusciamo a restare abbracciati e non a darci contro, significa solo che siamo forti. Infrangibili insieme.-
L’aveva baciata sulla fronte e lei si era asciugata le lacrime stringendosi a lui.
-Mi spiace per stasera Castle, non so che mi è preso! Quando hai pronunciato il titolo del film che avevi scelto mi sono sentita mancare l’aria all’improvviso, come se tutte le cose brutte di quel periodo avessero ripreso vita. Mi sono sentita persa a pensare a quei momenti senza di te.-
-Dovevi solo dire che non ti andava e avremmo scelto un altro film. Io non avrei sospettato nulla perché ero troppo preso dall’eccitazione e tu non avresti assassinato l’atmosfera! Poveretta… riposi in pace.-
Aveva sospirato in maniera teatrale e lei era scoppiata a ridere tra le lacrime, senza staccarsi da lui, che aveva continuato con tono funereo.
-E’ un crimine senza senso e del tutto inconcepibile!-
Kate aveva continuato a ridere. Lo amava. Lo amava perché era lui. Lo amava perché era così. Lo amava ormai in maniera  irreversibile.
Forse per questo si era infuriata con Rossella e alla fine aveva commesso un crimine contro l’atmosfera?!
Aveva riso ancora per i suoi pensieri e si era allontanata da lui  per guardarlo negli occhi.
-Sai Castle, è strano. La prima volta, Rossella è riuscita a farmi sentire in colpa, adesso siamo sposati e non vorrei essere in nessun altro posto al mondo se non qui con te, perciò ho pensato che stavolta non mi avrebbe toccato. Ma quando ha detto di nuovo quella frase idiota sono andata su tutte le furie!-
-Tesoro, non vorrei fare il saputello, ma è un film, avresti dovuto aspettarti che finisse sempre nello stesso modo.-
Quel suo modo di parlare da ‘so tutto io’ gli aveva fatto guadagnare un bel pugno sulla spalla.
-Ahio!-
-Te lo meriti. Mi prendi in giro!-
Lui aveva annuito sorridendo, con quell’espressione tenera che la fa impazzire e lei aveva sbuffato.
-Ok, sapevo benissimo che il finale era quello, ma per un attimo ho sperato che quella stupida di Rossella facesse l’unica cosa possibile: pregarlo, convincerlo del suo amore incondizionato, dirgli che voleva solo lui…-
Si era fermata di colpo a bocca aperta per quello che aveva detto e Rick si era sporto in avanti avvicinandosi ad un paio di centimetri dal suo naso.
-Per questo sei corsa da me quella sera? Anche se avevo staccato il telefono e avevo deciso di chiudere per sempre? Perché era l’unica cosa possibile?-
Lei aveva sospirato e annuito.
-Prima hai detto che andandotene mi hai lasciata appesa ad un cornicione.-
Lui si era adombrato subito, ma lei aveva continuato a sorridere.
-Beh… paradossalmente, appesa a quel cornicione, tu mi hai salvata. Sono stata ore sotto la pioggia a pensare a te, a noi…  sapevo che tutti i miei domani ormai erano terminati. Non ci sarebbe stato un altro giorno per me e te, perciò avrei anche strisciato perché tu aprissi la porta e mi lasciassi parlare.-
Rick aveva scosso la testa e lei aveva annuito.
-Lo so, lo so… tu sei tu… non mi avresti mai permesso di strisciare.-
Lo aveva baciato sulle labbra sorridendo ed era rimasta con la fronte sulla sua per un attimo.
-Per questo mi sono arrabbiata. Via Col Vento non può finire così. Rossella è un grande personaggio, non può restare nei secoli dei secoli ad aspettare il giorno dopo. Non è giusto!-
Rick era scoppiato a ridere, non riusciva a resistere a quel broncio corrucciato che la faceva sembrare una bambina capricciosa.
-Ma non resta seduta ad aspettare. Ti ho già detto che l’immaginazione fa il resto.-
Lei aveva sbuffato di nuovo.
-Tu e la tua immaginazione…-
-Non riesci davvero a vedere un finale alternativo?-
-Sicuro! Lei inchiodata su quella scala, ormai vecchia, raggrinzita e acida e lui perso chissà dove, in qualche bisca impregnata di fumo di sigaro a fingersi cinico, mentre in solitudine si strugge ancora per lei.-
Rick aveva sollevato gli occhi al cielo.
-Ho detto alternativo Beckett, non catastrofico!-
-Sei tu lo scrittore Castle, io sono solo un misero e arido capitano di polizia. Dimmi tu cosa comporta questa…-
Aveva sventolato le mani irritata, facendolo ridere ancora.
-…questa apoteosi del futuro!-
-Devo dire che ogni volta l’ho immaginato in maniera diversa, ma sono sincero, finisce sempre che tornano insieme…-
Lei aveva fatto una smorfia come a dire che questa cosa, conoscendolo, era scontata, ma lui si era affrettato a puntualizzare, sollevando un dito verso di lei.
-…anche se una volta ho ucciso Reth!-
Kate aveva spalancato gli occhi incredula.
-No!-
-Giuro! Rossella va a riprenderselo, lo trova a letto con due donnette qualsiasi e presa dalla gelosia gli spara… un dramma credimi, c’era sangue ovunque, ti saresti impressionata perfino tu!-
Aveva detto tutto eccitato e lei aveva storto il naso.
-Non ci credo che hai ucciso Reth, però mi piace Rossella assassina.-
-Che vuoi che ti dica, era il mio periodo ‘adesso scrivo storie del terrore’.-
Si era stretta a lui appoggiando la testa sulla sua spalla.
-E stasera? Come lo vedi questo futuro?-
Lui aveva finto di pensarci su un momento e aveva appoggiato il viso sui suoi capelli.
-Rossella intanto, si schioda dallo scalino!-
Era scoppiata a ridere di cuore. Era più forte di lui, non riusciva a restare serio per più di due minuti.
-Quindi torna a casa. A Tara. Da lì deve ricominciare.-
La sentiva annuire sulla spalla e aveva sorriso.
-Il lavoro è duro, ma con l’aiuto di Mami, delle sorelle e di tutti gli amici, l’insipido compreso…-
Kate aveva sollevato la testa continuando a ridere e lui si era preso un attimo per bearsi di quella risata che gli apriva il cuore.
-…dicevo, con l’aiuto di tutti, dopo qualche settimana il terreno è pronto per la semina e la casa rattoppata alla meglio. Un giorno, mentre spolvera girando come una trottola con il piumino in mano, si sofferma a guardarsi allo specchio. Le brillano gli occhi, si vede bella nonostante la fuliggine sul viso e il fazzoletto in testa per proteggere i capelli dalla polvere e in quel momento ha l’illuminazione. Butta via il piumino, si toglie il fazzoletto dalla testa e mentre scrolla i capelli per districarli sa di essere pronta.-
Kate lo aveva guardato corrucciando la fronte e lui aveva sollevato le spalle.
-Aveva solo bisogno di un po’ di tempo per prendere coraggio, ma poi ci è arrivata…-
Aveva alzato un sopracciglio storcendo le labbra.
-…non ti ricorda qualcuno?-
Lei per tutta risposta lo aveva colpito con un altro pugno alla spalla, tornando poi ad appoggiarci su la testa.
-Che succede poi? Spero non gli spari, non è serata Castle!-
-Succede che lo trova…-
Senza permettergli di continuare si era sollevata di colpo con lo sguardo truce.
-Non mi dire che Reth saltella dalla gioia e se la riprende così come niente, perché perderebbe tutta la mia stima e a questo punto puoi anche sparargli.-
Lui aveva alzato gli occhi al cielo.
-E’ il tuo futuro, o il mio?-
-Ok, scusa… continua.-
Aveva annuito serio, ridendo dentro di sé per l’espressione contrita di Kate.
-Comunque, Reth non se la riprende come niente, anche lui ha il suo orgoglio, quindi la fa trottare per bene. Diciamo che la fa anche strisciare e soffrire, fingendo di non calcolarla proprio e magari provocando la sua gelosia, facendosi vedere con una bella biondina al fianco…-
Un altro pugno bene assestato e uno scappellotto dietro la nuca, seguito dal suo migliore sguardo cattivo.
-Oh insomma! Sei arrabbiata con Rossella o con me? Sennò immaginatela tu questa fine e chiudiamola qui.-
Si era imbronciato, fintamente offeso e lei invece di dargli ragione, era scoppiata a ridere di nuovo.
Sembrava non facesse altro insieme a lui. Ridere.
-Non parlo più e nemmeno ti picchio… parola di Capitano!-
-Dicevo, la biondina al suo fianco… però Rossella, ormai convinta di quello che vuole, non si lascia spaventare, accetta di sottomettersi un pochino, certo l’orgoglio è sempre lì che la frena, ma fa di tutto per fargli capire che non lo deluderà mai più e che sono nati per stare insieme.-
Finalmente Kate aveva annuito in silenzio ad ogni parola, tanto attenta a quello che diceva che era davvero difficile per lui restare serio.
-E alla fine, inevitabilmente, il capitano Butler torna a casa con sua moglie.-
L’aveva sentita sospirare, sollevata da un lato, ma dubbiosa dall’altro.
-Certo, solo perché è un film.-
-No…-
L’aveva guardata dritto negli occhi scuotendo la testa e sussurrato quel no così intensamente, che aveva sentito un fremito lungo la schiena.
-…non perché è un film, ma perché, finzione o realtà, qualunque uomo intelligente che si rispetti e, bada bene che siamo rimasti in pochi al mondo…-
L’aveva fatta sorridere ancora, mentre lui era rimasto serio e composto.
-…qualunque uomo intelligente che riesce a leggere il nome della sua anima gemella inciso a fuoco sul suo cuore, non può fare altro che allargare le braccia, acchiapparla e stringere forte per non farla scappare mai più.-
Kate aveva deglutito, sentiva gli occhi lucidi mentre guardava i suoi illuminati dalla luce della luna. Riusciva perfino a specchiarsi in quel blu notte scintillante.
-Per questo non mi hai cacciato via quella sera? Il mio nome è marcato a fuoco sul tuo cuore?-
Gli aveva appoggiato la mano sul petto e lui aveva annuito baciandola a fior di labbra, stringendola a sé quando l’aveva sentita rabbrividire.
-Per un po’ sono stato ignorantello e non ho saputo leggere, ma alla fine è stato tutto chiaro!-
Aveva sorriso stringendosi a lui. Anche il nome di Rick era impresso a fuoco sul suo cuore, lo aveva letto distintamente quando era appesa a quel cornicione e sembrava che nulla avesse più importanza, tranne lui.
Aveva sospirato beandosi del suo calore.
-Quindi come finisce? Loro due abbracciati contro il tramonto di Tara mentre appare la scritta ‘…e vissero felici e contenti’ a tutto schermo?-
-Ma neanche per idea!-
Si era staccata di colpo guardandolo male.
-Come sarebbe a dire neanche per idea! Neanche adesso un lieto fine?-
-Ma no, quella frase va bene per le favole, Via Col Vento racconta la realtà della guerra e il coraggio di chi l’ha vissuta, non sarebbe credibile una frase del genere alla fine.-
Lei aveva abbassato lo sguardo davvero delusa.
-Allora come finisce?-
Lo aveva guardato stizzita, puntandogli il dito contro.
-Mi devi un finale coi fiocchi o non seppelliremo solo l’atmosfera stasera.-
Senza darle la minima attenzione, Rick aveva sollevato le mani congiungendo la punta delle dita a formare un quadrato.
-Immagina Beckett. Inquadratura finale: Reth e Rossella abbracciati, guancia contro guancia, stagliati nel tramonto di Tara…-
Aveva annuito seria, guardando tra le mani di Rick, dentro il riquadro che aveva come sfondo la luna.
-…ma parecchi anni dopo. I capelli sono tinti d’argento, sul viso qualche segno in più del tempo passato. Guardano entrambi verso la pianura, il cotone è pronto per essere raccolto, accanto ai campi il prato della grande casa, completamente ristrutturata, si riempie delle chiacchiere di quattro giovani donne che preparano il lungo tavolo per la cena. Sorridono sereni per quelle quattro meravigliose figlie che gli hanno riempito la vita di gioie, di piccoli dolori, di tanti pensieri ogni volta che uno spasimante ronzava loro intorno come un moscone e nello sguardo si può leggere l’orgoglio per quella nidiata di nipotini   scatenati che corrono e urlano tutto intorno, mentre Mami, ormai centenaria, si gode la sua meravigliosa famiglia dal dondolo del patio.-
Si era fermato perché Kate, senza respirare, fissava le sua mani ancora chiuse ad inquadrare la scena, con un dolcissimo sorriso sulle labbra e gli occhi lucidi.
Era adorabile.
Si era innamorato di lei per la sua forza, ma quello che amava davvero era scoprirla ogni giorno, vederla spogliarsi della corazza e mostrare le sue fragilità, scoprirla romantica e tenera e appassionata e arrabbiata, anche per un semplice e stupido film.
Si era perso nei suoi pensieri e una sua carezza lo aveva risvegliato. Aveva annuito, pronto a girare un finale degno per la sua romantica Kate.
-Mentre guardano da lontano il loro piccolo mondo, si sovrappongono le immagini degli anni trascorsi. Notti appassionate, serate silenziose, liti furiose, abbracci di conforto, giorni e giorni ad ignorarsi per tornare poi ad amarsi più forte di prima, la nascita delle loro figlie, la perdita di amici, raccolti andati a male, altre battaglie e altri dolori e altre gioie… immagini di una vita intera trascorsa insieme, sempre e comunque…-
Kate guardava la luna attraverso le mani di Rick, le lacrime avevano fatto capolino offuscando le scene proiettate dalla sua voce direttamente sulla palla d’argento, aveva sorriso tornando a guardarlo, un sorriso radioso ed emozionato e lui non aveva potuto fare a meno di baciarla. Un bacio lento, dolcissimo, assaporato con calma. Quando si era staccato da lei, aveva appoggiato la fronte sulla sua, restando a fissarla.
-E mentre le immagini di una vita continuano a scorrere nei loro ricordi e le voci dei nipotini rallegrano i loro cuori, sullo schermo prende vita l’unica stupida frase possibile…-
I suoi occhi le stanno penetrando l’anima e lei annuisce, senza distogliere lo sguardo.
-Domani… è un altro giorno!-
Avevano sussurrato insieme e Rick l’aveva baciata di nuovo, a fior di labbra.
-E poi un altro e un altro e un altro… fino all’ultimo giorno insieme…-
Erano rimasti occhi negli occhi, mentre lei sospirava.
-Sei proprio uno scrittore…-
Aveva lasciato la frase in tronco ed era tornata a guardare la luna storcendo le labbra.
-Mi hai fatto venire voglia di rivederlo.-
-Ma se volevi eliminarlo?-
-Che vuoi che ti dica? Sei un bravo narratore... la prossima volta chiuderò gli occhi e immaginerò il tuo finale, così posso sopportarlo.-
Si era girata di colpo puntandolo ancora con un dito.
-Anche se Rossella non mi è diventata più simpatica, non la perdonerò facilmente per essere rimasta a non far niente!-
Lui era scoppiato a ridere perché continuava a non sopportare l’eroina di Via Col Vento.
-Che ti ridi? Reth perdona, io no…-
-Rido perché ho ragione. Sei capricciosa e insopportabile come lei. Forse è per questo che non la sopporti.-
-Non è per niente vero! Io non avrei mai fregato il futuro marito a mia sorella per una falegnameria!-
Aveva esclamato convinta con una smorfia quasi schifata delle labbra.
-Ti ricordo, Beckett, che tu non hai una sorella.-
Lo aveva guardato socchiudendo gli occhi a due piccole fessure.
-Che vorresti dire, che se ne avessi una avrei potuto farlo?-
-Voi eroine siete capaci di tutto.-
Rick aveva sollevato le spalle indifferente cercando di scappare sul prato quando lei lo aveva guardato con istinto omicida. Il tentativo di fuga non era servito perché era stato placcato e buttato giù.
Erano rotolati uno sull’altro fin quando Kate lo aveva bloccato, sedendosi a cavalcioni su di lui, pronta alla vendetta… ma aveva fatto l’errore di poche ore prima, aveva esitato un attimo perdendosi nella sua risata, nel suo sguardo divertito che pian piano si faceva serio, intenso e scuro su di lei. Le sue mani calde sul viso avevano fatto il resto e aveva abbassato la guardia lasciandosi sopraffare dalle sue labbra, senza reagire.
Si era abbandonata tra le sue braccia, ed erano rimasti distesi sull’erba, ad ascoltare solo il silenzio.
-Uh… stai cercando di risuscitare l’atmosfera?-
Aveva sorriso scuotendo la testa mentre gli slacciava un paio di bottoni della camicia, accarezzandogli il petto.
-Volevo leggere il mio nome sul tuo cuore.-
Ma quanto è meravigliosa quando si lascia andare e diventa romantica?!
Aveva sospirato sorridendo, le aveva preso la mano e l’aveva guidata quasi al centro del petto e, come si fa con un bambino a cui si vuole insegnare a scrivere, aveva segnato i contorni della prima lettera.
-Senti? Questa è la kappa.-
Lei lo aveva guardato negli occhi annuendo e, senza distogliere lo sguardo, Rick era andato avanti.-
-Ecco la A e poi la T e poi…-
E poi lo aveva zittito mordendogli le labbra a tradimento, sbottonando il resto della camicia. Lo sfiorava con la punta delle dita e si godeva i suoi sospiri, mentre anche lui le accarezzava la schiena.
-Rientriamo?-
Le aveva sussurrato, quando gli aveva morso l’orecchio.
-Per quale motivo?-
Aveva continuato a morderlo fin giù sul collo.
-Beh… direi che… che non si è ri… presa solo l’atmosfera!-
Si era messo a balbettare, mentre lei lo aveva guardato mordendosi il labbro e muovendosi malefica sulla sua ripresa.
-E se ti dicessi che sto immaginando un altro finale alternativo per i nostri eroi?-
Aveva sussurrato continuando ad accarezzarlo e lui aveva alzato gli occhi al cielo.
-Oddio, catastrofe in arrivo!-
Lei aveva sorriso e lo aveva baciato ancora, prima di sollevarsi e congiungere le dita in un riquadro in direzione della luna, come aveva fatto lui poco prima.
-Immagina Castle: Reth e Rossella sulla collina di Tara, mentre ricordano il passato e si godono il presente, si baciano appassionatamente, si lasciano prendere dalla passione e rotolano sull’erba…-
Rick aveva sollevato un sopracciglio, mentre lei lo costringeva a sedersi per togliergli del tutto la camicia. Lo aveva baciato, ancora, accarezzandogli i capelli.
-Ho capito bene? Quei due sporcaccioni non aspettano di tornare in casa?-
Le aveva chiesto con finto stupore accarezzandole il viso con le labbra e lei aveva annuito.
-Anche se sono alla mercè di chiunque?-
Le aveva sfilato la maglia, raccolto i capelli in una mano per poterla baciare liberamente sul collo, mentre lei portava la testa all’indietro sospirando.
-Sulla collina c’è solo la luna che li guarda invidiosa e quando la situazione diventa calda, arrossisce improvvisamente…-
Gli aveva slacciato i pantaloni accarezzandolo e Rick aveva stretto la mascella guardando la luna.
-Rossella, Rossella… fai vergognare anche la luna…-
-…e le stelle spettegolano, invidiose anche loro!-
Le era sfuggito un gemito mentre lui rotolava su se stesso, ribaltando la posizione.
-Brutta cosa l’invidia…-
Aveva sussurrato sulle sue labbra, facendola sorridere.
Si era chinato a baciarle il seno e lei gli aveva preso la mano indirizzandola sul suo cuore, disegnando con un dito l’iniziale del suo nome.
-Ti ho sempre amato, ma ero tanto sciocca da negarlo, per paura, anche se adesso non so esattamente di cosa…-
Lo aveva sussurrato stringendogli la mano sul suo seno e lui si era fermato a guardarla.
Possibile che diventasse sempre più bella?
Ricordi ed emozione l’avevano sopraffatta e aveva sentito le lacrime fare capolino. Aveva abbassato quegli occhi brillanti e scuri, per nasconderle a Rick, che invece l’aveva baciata dolcemente, sentendola rabbrividire tra le sue braccia.
-La notte è umida Kate… dovremmo rientrare.-
Si era morsa le labbra e si era alzata in tutta fretta, coprendosi alla meglio con la maglia e correndo dentro casa. Rick era rimasto seduto sull’erba, con la fronte corrucciata e ansimante per l’eccitazione. Non aveva avuto il tempo di chiederle che avesse in mente, che era tornata fuori e aveva cominciato a colpirlo con un paio di cuscini. Era scoppiata a ridere mentre lui la guardava ammutolito, spettinata, mezza nuda e con un groviglio di coperte tra le braccia.
Quella donna lo scombussolava da sempre, quella stessa donna che aveva mentito per paura di mostrarsi fragile, quella stessa donna che era scappata letteralmente dal distretto solo per farlo contento. Come poteva non scombussolarlo? Come poteva non rimescolargli lo stomaco di continuo?
Come poteva non amarla?
Era rimasto immobile a guardarla mentre sistemava le coperte ed i cuscini sull’erba e l’aveva stretta tra le braccia, quando si era chinata ancora su di lui.
-Che succede adesso, mia bella Rossella?-
Le aveva chiesto sollevando un sopracciglio.
-Andiamo capitano Butler… dov’è finita la tua immaginazione?-
-Uhhhhh… la luna divenderà di fuogo, mizz Rozzella!-
Aveva guardato la luna facendole una linguaccia, prima di coprire entrambi con le coperte ed era scoppiata a ridere mentre Rick continuava ad imitare Mami; una cosa che le era sembrata sinistramente sexy.
 
Si erano lasciati andare al sonno a notte fonda, la luna non era arrossita visibilmente, ma era stata testimone per ore di quel groviglio di cuscini e coperte che si muoveva in maniera scomposta tra sussurri, risate e gemiti.
In verità, lui si era addormentato, Kate sonnecchiava e sospirava. Alla fine aveva aperto gli occhi, sorridendo a quel giaciglio improvvisato, stranamente caldo ed accogliente. Si era crogiolata nel silenzio, rotto solo dal respiro irregolare dell’oceano e da quello invece tranquillo di suo marito. Aveva studiato nei minimi particolari i loro corpi incastrati, le gambe attorcigliate, il suo braccio perennemente stretto a lei e, sorridendo, si era detta che erano proprio un bellissimo puzzle. Aveva disegnato ancora il suo nome sul suo petto, facendolo rabbrividire inconsciamente al suo tocco, ed era rimasta immobile a godere di quel momento magico.
Era sgattaiolata in casa che era ancora buio, mentre lui si era rannicchiato come fosse in un vero letto, coprendosi fin sopra la testa. Era uscita circa quindici minuti dopo, vestita solo di un cardigan comodo e caldo, calzettoni di lana ai piedi e una tazza fumante tra le mani.
Aveva guardato il cielo, brindando alla luna ormai sbiadita che la salutava lasciando il posto ad un tenue chiarore ed era corsa da Rick, gli aveva scoperto il viso e lo aveva baciato sulle labbra.
-E’ ora di svegliarsi capitano Butler…-
Rick aveva mugugnato qualcosa, nascondendo il viso sul cuscino, ma si era sollevato strizzando gli occhi quando lei gli aveva scompigliato i capelli.
-Giochiamo ancora a Via Col Vento?-
Aveva chiesto con la voce impastata dal sonno, ma lei aveva scosso la testa mettendosi in piedi davanti a lui, che l’aveva guardata dal basso in alto sospirando.
-Sexy!-
Kate aveva corrucciato la fronte guardandosi addosso e lui si era svegliato del tutto.
-Calzettoni di lana e sotto il cardigan niente… davvero sexy.-
Lei aveva arricciato il naso e si era accucciata davanti a lui, lasciandosi abbracciare.
-Vuoi un sorso di caffè?-
-Dalle tue labbra si…-
L’aveva baciata, assaporandola con gusto.
-Buono!-
Si era stretta a lui soddisfatta, perdendosi a guardare il cielo.
-Ho aspettato questo momento tutta la notte.-
Rick non aveva colto e l’aveva guardata dubbioso, mentre lei faceva cenno verso l’immenso aperto davanti a loro. Solo allora si era reso conto che il buio stava lasciando il posto all’alba.
-Wow!-
Non era riuscito a dire altro, mentre la stringeva a se davanti alle piccole sfumature miste tra il rosa e il dorato del cielo.
-Già… wow!-
Aveva risposto lei, lasciandosi andare completamente su di lui.
-Il nostro nuovo domani…-
Rick aveva sorriso su quel sussurro e l’aveva baciata sulla guancia. Non riusciva a vederle gli occhi, ma era pronto a giurare che luccicavano come il primo raggio di luce che li aveva colpiti in quell’istante.
-Ti amo Rick!-
Era rimasto immobile, con le labbra poggiate sulla sua pelle e lei si era voltata di poco.
-Non conosco il futuro, non so cosa ci riserverà, ma so con certezza assoluta che ti amerò per ogni domani della mia vita, anche se un giorno, per qualche motivo inimmaginabile, dovessimo stare lontani…-
Gli aveva regalato occhi lucidi e un sorriso radioso mentre stava per continuare, ma lui l’aveva battuta sul tempo.
-…per il semplice fatto che non riesco ad immaginare qualcosa di più forte del sentimento che provo per te.-
Si era voltata del tutto per prendergli il viso tra le mani e baciarlo.
Aveva concluso la frase per lei dimostrandole ancora una volta che quel sentimento era uguale per entrambi. 
-Anche se sono esasperante e snervante? Un po’ come Rossella?-
Rick aveva sollevato un sopracciglio perso in quel sorriso sereno e quegli occhi che cambiavano colore man mano che l’alba dava vita al nuovo giorno.
-Sei anche incredibile e intrigante! Come Rossella!-
Si era morsa il labbro con l’espressione birichina e Rick aveva appoggiato la fronte alla sua.
-Ti amo così tanto che a volte non riesco a contenerti nel mio cuore…-
Aveva annuito e lo aveva abbracciato, affondando il viso contro il suo collo. Si erano persi parecchi minuti in quella posa statuaria, davanti alla meraviglia della natura, godendosi a vicenda, fino a quando un sospiro di Rick aveva rotto l’incanto.
-Sono affamato…-
Lei aveva ridacchiato divertita per quel sussurro, baciandogli l’orecchio.
-Ma non sei stanco? Abbiamo trottato praticamente tutta la notte!-
-Infatti, sono stanco e affamato… affamato sul serio, voglio mangiare, ma non te.-
Si era staccata da lui mostrandosi offesa e Rick aveva sollevato le spalle.
-Non nell’immediato futuro, dopo colazione magari!-
Si era alzata in piedi incrociando le braccia.
-Lo sai vero, che hai appena ridato la morte all’atmosfera?-
Rick si era alzato di colpo, raccattando la coperta e un cuscino per coprirsi al meglio e si era incamminato verso la casa.
-Ma quella muore, decede, risuscita, muore di nuovo…-
Si era girato a guardarla sollevando le sopracciglia.
-Vorrà dire che dopo colazione vedremo di rianimarla ancora!-
Era sparito dentro casa, mentre Kate aveva cercato di reprimere una risata e si era messa comoda sul prato. Si era goduta  l’ultimo sorso di caffè rimasto ammirando l’alba ormai giunta al culmine.
Sarebbe stata una giornata splendida, il sole avrebbe preso quota di lì a poco e il cielo non mostrava l’ombra di una nuvola.
Aveva sorriso pensando alla sera prima, alla sua reazione esagerata, alla pazienza di Rick e… anche a Rossella.
Per qualche motivo recondito dentro di lei, continuava a non piacerle.
Si era stretta nelle ginocchia e aveva sospirato quando la voce di suo marito l’aveva chiamata dalla cucina, chiedendole di fare in fretta.
L’atmosfera era definitivamente defunta!
E poi l’assassina sarebbe lei…
-Eh, mia cara Rossella, lo dico con tutto l’amore del mondo, ci vorrà molta, molta, ma molta pazienza con i nostri uomini. Dovresti starmi simpatica solo per solidarietà femminile.-
-Beeeeckeeeett…-
Aveva alzato gli occhi al cielo e si era girata verso di lui che faceva capolino dalla portafinestra.
-Due minuti… volevo vedere il sole alzarsi sull’oceano.-
-Ma la colazione si fredda, tanto il sole si alzerà sull’oceano anche domani…-
Lei aveva storto le labbra contrariata.
Aveva sposato l’uomo romantico per definizione!? Solo quando non gli brontolava lo stomaco!
-…e domani noi saremo ancora qui, grazie al fatto che adesso sei il Capo!-
Era sparito di nuovo, ma si era riaffacciato subito.
-E poi prima mangiamo, prima possiamo perderci nella vasca idromassaggio e fare la respirazione bocca a bocca all’atmosfera.-
Le aveva fatto l’occhiolino prima di rientrare e lei era scoppiata a ridere.
D’accordo, era romantico, solo che aveva uno stile tutto suo nell’esserlo, su questo non aveva dubbi.
Si era alzata stiracchiando le braccia dietro la schiena e si era diretta verso la veranda, prima però si era voltata un’ultima volta.
Il sole era quasi alto e la brezza marina le accarezzava i capelli.
-E’ vero, qualunque cosa accada, il sole si alzerà anche domani.-
Aveva respirato a pieni polmoni l’aria di mare e quella strana felicità che qualche volta, ancora adesso, le faceva paura e aveva sorriso raggiante chiudendosi nelle spalle.
-Dopotutto domani… è un altro giorno!-

 
 
 
Angolo di Rebecca:
 
Via col Vento e Kate Beckett… mi ronzava in testa da maggio, ma ha preso vita solo adesso… boh!
Lo stavo guardando mentre ero in chat con zia Lisetta e mentre le dico: “sto guardando Via col Vento”, lei mi dice che non lo ha mai visto.
Io O.o ??? Come non lo hai mai visto???
E così lo ha guardato commentando in chat con me e alla fine… credo di avere riso come Riccardone, ha cominciato ad imprecare contro Rossella (per carità, ha anche ragione, come può stare inchiodata alla scala mentre il pezzo d’uomo di suo marito sparisce nella nebbia?!) e il mio neurone è partito per la tangente.
Vabbè, questo solo per dirvi come nascono alcune storie e farvi sapere che ancora oggi, zia Lisetta, non sopporta Rossella :p e poi, finalmente, mi sono tolta il sassolino dalla scarpa: Kate che, sproloquiando alla Martha Rodgers, chiede scusa a Rick, a modo suo per carità, ma almeno lo fa ;)

Un grazie enorme alle mie lucine nel buio (non solo per le nostre storie) Vale e Lisa e… spero che zia Lisetta non me ne voglia per essere stata, oltre che editor, una inconsapevole musa :p
  
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