Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Persefone3    01/12/2015    6 recensioni
Aderisco con piacere all'iniziativa. Buona Lettura!
Nuova iniziativa : 12 Months Captainswan
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai Captainswan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: neve,camino, pattini
Febbraio: maschera, san Valentino, Super Bowl
Marzo: donne , risveglio, altalena
Aprile: scherzo, Cioccolato, pigiama
Maggio: fiori, pick nick, barca
Giugno:Estate, ciliegie, doccia
Luglio : spiaggia,temporale, gelato
Agosto: stelle, calore, mare
Settembre:vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno ( Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dicembre:  A Piercing-Eyed Smoldering Pirate Who Loves You
 
Dicembre inoltrato e i danni della tempesta di fine novembre non erano ancora stati superati del tutto. La situazione stava lentamente tornando alla normalità, anche  se i danni erano stati ingenti. La rete elettrica era quella che era stata maggiormente colpita e i lavori di riparazione e manutenzione si stavano protraendo più del previsto. Il che voleva dire corrente a sprazzi e quindi candele accese al posto dei lampadari e pesanti coperte per ovviare alla mancanza dei termosifoni.
Emma stava finendo di far addormentare la piccola Ginevra mentre Killian sembrava tranquillo sotto le calde coperte del loro letto matrimoniale. Era stato dimesso il pomeriggio del giorno del Ringraziamento con una sola raccomandazione da parte del dottor Whale: riposo assoluto per almeno tre settimane. Le sue condizioni cliniche erano tornate normali, ma la botta alla testa non era stata uno scherzo e non andava sottovalutata. Su un punto Whale era stato più che cristallino: niente sforzi. E poi aveva aggiunto sibillino guardando Emma e Hook con intenzione: di nessun tipo.
La felicità e il sollievo che Emma aveva provato nel vedere suo marito al sicuro con lei, avevano subìto un ultimo scossone quando erano giunti davanti alla porta della loro casa. Un grosso albero si era abbattuto su di essa provocando dei grossi danni. Si erano tutti affrettati dentro per rendersi conto meglio della situazione. L’albero aveva investito le stanze da letto e quella maggiormente colpita era quella di Ginevra. Ad Emma era gelato il sangue nelle vene, quando si era resa conto che i vetri ed i detriti erano arrivati sin dentro il lettino. Se non avesse dato retta a Regina, anche la bambina avrebbe potuto farsi seriamente male. Il giorno dopo avevano immediatamente avviato i lavori e il lettino della bambina era tornato nella stanza dei suoi genitori.
Avere Killian in giro per casa non era stato poi così male. Era riuscita a convincerlo a rimanere a letto per i primi due giorni e poi lui non aveva voluto sentire ragioni: odiava rimanere fermo e soprattutto solo sotto le coperte. Aveva iniziato, quindi a scendere e occuparsi della sua famiglia. Come era facilmente prevedibile, fu ricoperto dalle attenzioni di tutti. Henry e Ginevra erano sempre intorno a lui a reclamare un po’ dell’attenzione dell’uomo e più di una volta Hook se li era portati sul divano ora a guardare un film, un cartone animato o lo sport.
Dopo essersi accertata che la bambina stesse dormendo pesantemente, Emma la rimise nel suo lettino e la coprì per bene.
 
- Buonanotte angioletto mio – disse baciandole la fronte.
 
Si andò a sedere sul bordo del letto matrimoniale facendo attenzione a non svegliare Killian. Si sentiva ancora un po’ scombussolata per quello che era successo, per la paura che aveva provato. Già una volta aveva rischiato di perderlo per sempre e non aveva nessuna intenzione di ripercorrere quella strada di dolore che l’aveva segnata per un certo periodo non molto tempo prima. La candela sul suo comodino era ancora accesa e illuminava flebilmente le poche cose su di esso: una foto di lei e Killian con i bambini, un libro, la sveglia e un portagioie in argento. La mano di Emma andò subito al coperchio di quest’ultimo per tirarne fuori una lunga collana cui era appeso un anello. Era stato Killian a donarglielo a Camelot, quando l’oscurità la stava lentamente consumando. Nella mente sembrava un ricordo così lontano e invece risaliva a poco più di due anni prima. Emma si infilò immediatamente la collana e lasciò che il freddo metallo argenteo prendesse un po’ del suo calore corporeo. Se lo avesse indossato quei giorni, come sempre faceva quando Killian partiva, probabilmente non gli sarebbe successo nulla. Ricordava fin troppo bene quando e come quell’anello le era stato donato. Chiuse gli occhi per ricordare meglio.
 
- Con un po’ di fortuna, domani potremmo rimettere a posto Excalibur e così, bam, niente più oscurità.
- Fai attenzione Emma.
 
Dopo averla baciata come solo lui sapeva fare, Hook si era sfilato quella collana dal collo e l’aveva porta ad Emma. La donna sentì un brivido correrle lungo la schiena: non era la prima volta che un uomo manifestava la volontà di donarle un anello ma questa volta si sentiva stranamente a suo agio nella situazione.
 
- Wow, wow, wow,
- Calmati Swan, non sto per chiedere la tua mano.
 
Peccato, aveva pensato lei tra sé e sé, ero più che propensa a dire sì lo voglio.
 
- Sai che sono un sopravvissuto. Questo anello è il motivo. Ce l’ho da molti anni. È il motivo per cui sono vivo. O potrebbe esserlo, chi lo sa?
- Non posso morire oggi, sono immortale ora.
- L’Oscuro è immortale, Emma invece no. Riportala a casa da me. Se non altro ti ricorderà che qui c’è un ardente pirata dagli occhi penetranti che ti ama.
 
Emma si stava perdendo nel ricordo di quell’intenso secondo bacio che si erano scambiati, quando si sentì circondare da due calde e assonnate braccia.
 
- Cosa succede amore, non riesci a dormire? Ginevra non sta bene?
- Va tutto bene, non preoccuparti. Sono lontani i giorni in cui invece di riposarmi costruivo acchiappasogni. Mi stendo subito, tu torna a dormire.
 
Hook si girò dal suo lato sotto lo sguardo amorevole di sua moglie. Dopo aver spento la candela, Emma si sistemò sotto le coperte. Il contatto con il freddo delle lenzuola la fece tremare e sentire più freddo del dovuto. Odiava quella sensazione e c’era un solo modo per liberarsene: usare Killian come una stufetta. Adorava stringersi alla sua schiena per scaldarsi e lui tutte le volte non si lamentava mai, neanche quando gli piantava addosso i piedi gelati. Aveva appena deciso di girarsi dalla sua parte, quando lui tornò ad abbracciarla da dietro.
 
- Stai tremando come una foglia, cosa stavi aspettando a venire da me? – disse ancora mezzo addormentato.
- Mi hai preceduto.
 
Killian iniziò a sistemarle la coperta in modo che Emma potesse stare al caldo. La sua mano sfiorò l’anello al collo di Emma.
 
- Lo porti ancora.
- Certo, Killian, è molto importante per me.
- Mi sono sempre chiesto perché non hai mai voluto indossarlo.
- Me lo hai dato così e per un certo periodo, come ben sai, è stata la mia guida per tornare da te, per tornare a prenderti. E poi ne porto un altro di anello.
 
Emma guardò il piccolo cerchio d’oro bianco intorno al suo anulare sinistro. Hook allungò la mano facendo brillare la fede al suo dito con i raggi della luna e afferrò quella di Emma per farla tornare sotto le coperte.
 
- Non ti scoprire, amore mio che prendi freddo. La piccola dorme?
- Sì, ci ha messo un po’ e questo perché la stai viziando facendola addormentare nel lettone con noi.
- Uh qualcuna vuole essere l’unica donna tra queste lenzuola a quanto pare.
- Che male c’è? In fondo questo è l’unico posto dove siamo solo noi due.
- Mi piace come ti sta la fede al dito, ti dona.
- Anche a te, capitano.
- Mi spiace solo di non portarla alla mano giusta.
- A me importa solo che tu la abbia, quale mano poco importa.
 
Hook le accarezzò dolcemente la pancia, in un gesto che aveva manifestato all’infinito quando Emma era incinta di Ginevra.
 
- Che vorrebbe dire questa carezza?
- Come cosa vorrebbe dire?
- Non dirmi che vorresti diventare ancora padre?
- Ad essere onesti non mi dispiacerebbe, anzi. Mi piaceva quando aspettavamo Ginevra.
- Ti piaceva vedermi con le gambe gonfie e la schiena dolorante o andare in giro in piena notte a cercare cibi che non avesti mai potuto trovare in quanto fuori stagione?
- Non pensavo esattamente a questo. Mi riferivo al fatto che mi svegliavi in piena notte perché i tuoi ormoni viaggiavano molto veloci.
- Dovevo immaginarlo che ti riferivi a quello – disse Emma arrossendo.
- Non c’è niente di male, anzi. Mi ricordo anche quello che ti piaceva.
 
Hook la afferrò per la vita e fece aderire ancora di più il suo corpo a quello della moglie.
 
- Non mi sembra il caso ora. Svegliamo Ginevra.
- Non svegliamo nessuno se la smetti di parlare.
 
Hook afferrò il lembo del piumone e lo portò sopra le loro teste in modo da esserne completamente coperti.
 
- È tanto, troppo che non sei sola con me al buio e questo non va bene.
 
La mano di Hook iniziò a correre invitante sul fianco di Emma, cui ben presto si unirono dei roventi e passionali baci.
 
- Killian – disse Emma cercando di fermarne la mano – hai sentito cosa ha detto Whale: niente sforzi.
- Ti assicuro che non mi sto sforzando, mi esce tutto dannatamente naturale con te. Le tre settimane sono praticamente finite e mi manchi.
- Ma …
- Niente ma, fammi fare il marito stanotte.
 
Emma iniziò a voltarsi verso di lui, ma Hook le impedì nuovamente di farlo.
 
- Lasciami fare, mi prenderò cura io di te – le sussurrò nell’orecchio aumentando la stretta sul suo fianco.
 
Emma aveva cercato di contenere l’ondata di piacere per tutto il tempo, ma quell’ultimo gemito di passione si era dimostrato anarchico e stava scivolando dalla sua bocca. Hook si precipitò immediatamente a tamponare quel singulto con un bacio. Non appena sentì Emma rilassarsi tra le sue braccia e dopo essersi deliziato anche lui dei piaceri dell’amore, tirò fuori la testa da sotto le coperte per volgere lo sguardo verso il lettino di sua figlia.
 
- Che padre premuroso – sussurrò Emma quando tornò sotto al piumone – ti assicuri che la nostra bimba dorma beata.
- Sono anche un marito premuroso, mi sto assicurando di poter continuare a dedicarti le mie attenzioni.
 
Emma gli stava accarezzando i capelli e si stava facendo cullare dalle sue carezze, che non erano mai smesse. Il suo corpo caldo e accogliente era sempre pronto a dimostrale l’amore che provava e che lei ricambiava fino all’ultima goccia.
Emma si girò per affondare il viso nel suo petto e respirare l’intenso e inebriante odore della sua pelle.
 
- Mi spiace di aver alzato la voce in ospedale, ma ho avuto davvero paura.
- Non devi giustificarti Emma.
- È che quando ti ho visto steso e incosciente nella tua cabina mi sono sentita morire – continuò Emma passando una mano sulla leggera cicatrice che Hook aveva sul collo – mi era sembrato di tornare in quel campo di camelie. La stessa paura di perdere tutto, di non vedere il nostro futuro, la casa che avevi scelto per noi.
 
Le guance di Emma furono rigate dalle lacrime.
 
- Amore mio – disse lui stringendola – non c’è niente di cui spiacerti. Qui l’unico che dovrebbe farlo sono io: non mi perdonerò mai abbastanza per essere stato così duro con te.
- Killian eravamo d’accordo che non ne avremmo più parlato. Ne siamo usciti insieme e questo basta.
- Tu volevi proteggere me e la nostra vita insieme, io ho scaricato solo la mia rabbia.
- No, non è vero. Ti ho trasformato in qualcosa che non volevi e che avevi paura ad affrontare. Ed io non sono stata in grado di starti vicino. Ho pensato che avrei potuto sistemare le cose e poi restituirti i ricordi. Ho sbagliato, dovevo fidarmi di te, di noi e dirti tutto sin dall’inizio.
 
Hook strinse ancora più forte a sé Emma.
 
- Mi sembra ieri quando mi hai chiesto di venire a vivere qui con te. Eravamo ancora in quella fase in cui quello che era successo avevamo cercato di relegarlo in un angolo e andare avanti. Sono rimasto sorpreso quando mi hai mostrato quale casa avevi affittato. Quella che io avevo scelto per noi. Mi ricordo che la prima sera che abbiamo passato qui, eravamo piuttosto imbarazzati. Henry era salito nella sua stanza a dormire e noi eravamo rimasti seduti sul divano a guardare la tv. Era la prima volta che eravamo soli e io non volevo forzare le cose tra noi. Ad un certo punto hai sbadigliato, mi hai preso la mano e mi hai detto di voler andare a dormire. La prima notte che abbiamo dormito abbracciati in questa stanza ho capito che il mio posto accanto a te potevo ancora meritarmelo. Ho sempre avuto paura di non essere alla tua altezza, di non riuscire ad essere il meglio per te.
- Ehi – lo interruppe Emma alzandosi leggermente per poterlo guardare negli occhi – non lo devi neanche pensare. Nessuno mi è stato accanto come hai fatto tu. Io non cerco la perfezione ma qualcuno che sappia capirmi, stringermi quando ho bisogno di sicurezza e spronarmi quando sto sbagliando. E tu ci sei sempre stato.
- Amore mio – disse Hook baciandola ancora – riattraverserei tutti i gironi dell’inferno per avere quello che abbiamo ora. Quando mi hai detto che aspettavi la nostra bambina mi sono sentito l’uomo più felice del mondo. Finalmente completo. Il solo custode di un tesoro preziosissimo, piratescamente parlando. E sono contento che alla fine questo discorso sia venuto fuori, non volevo fosse una faccenda in sospeso tra noi. Detesto quando ci sono silenzi a tenerci lontani.
 
Emma si sistemò nuovamente sulla sua spalla. Afferrò la mano dell’uomo e se la portò nuovamente sulla pancia.
 
- Mi devi dire qualcosa?
- No niente, ma a me e la piccola piaceva tanto, dovevi sentire come scalciava felice o come si calmava quando era irrequieta. E anche io mi sento bene quando mi accarezzi così.
- Sai che non puoi dire una cosa del genere e sperare che io rimanga impassibile.
 
Emma sorrise maliziosa.
 
- Infatti ti stavo incoraggiando.
- Ah Swan sei la mia dolce tortura – replicò Hook riprendendo a baciarla con ardore.
 
Ma prima di scivolare nuovamente nella passione, c’era ancora una cosa che ad Emma premeva esprimere.
 
- Qualcuno ha detto che i lieti fine non sono sempre come vorremmo. Aveva ragione. Credevo che il mio lieto fine implicasse solo Henry e te, ma mi sbagliavo. Adesso abbiamo la nostra vita, Ginevra e se qualcun altro busserà alla nostra porta, sarà sicuramente il benvenuto. Avevi proprio ragione a Camelot.
- Riguardo a cosa?
- Al non aver paura del futuro. Da quando ho smesso di averne, la vita non ha fatto altro che donarmi felicità incondizionatamente.
- Perché la meriti anche tu amore mio.
- E lo stesso vale per te. Abbiamo creato tutto questo insieme, io e te.
- Ascolta … Che ne dici se diamo una spintarella a questa felicità? 
- Mi stavo chiedendo perché la tua vena di doppi sensi non fosse ancora uscita, capitano.
- Rimediamo subito allora.
 
Hook baciò ancora Emma con trasporto e si portò sopra di lei. Ne era davvero valsa la pena alla fine, perché il loro futuro insieme era davvero musica per le sue orecchie da pirata.
 

ANGOLO DELL'AUTRICE:
Per fortuna ho scritto questa shot la settimana scorsa ... perchè nelle condizioni in cui sono ora non riuscirei amettere insieme due parole neanche per sbaglio ... manco il mio nome e il mio cognome riuscirei ad accoppiare. Sono letteralmente devastata ... e per quanto Dark Hook sia di una figaggine estrema, lo rivoglio iniseme ad Emma. 
Detto questo mi ritrovo a pubblicare l'ultimo capitolo di questa raccolta che ho amato da impazzire. Personalmente mi sono divertita molto a sciverla e spero di essere riuscita ogni mese a portare alla luce un diverso aspetto di quello che per me rappresentano i CS. SOno davvero affezionata a questi due personaggi, con un trasporto che non sentivo da un sacco di tempo. Grazie quindi al CS Group che ha indetto questa bellissima challenge.
Sto lavorando a qualche nuova idea, quindi magari prima o poi mi deciderò a buttarla giù per bene. 
Nel frattempo io visaluto e vi ringrazio e speriamo che il winter finale risparmi le nostre vite.
Un bacione 
Persefone
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Persefone3