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Autore: En Sev En    01/12/2015    1 recensioni
Tutto è compiuto. Il comandante Viola Shepard giace ai piedi delle rovine della Cittadella mentre il male che opprimeva la galassia sembra essere stato sconfitto. Ma l'oscurità la avvolge fin da Mindoir, passando per Akuze o con i razziatori e non sarà facile per lei rompere definitivamente questa minaccia. Eppure potrebbe bastare una piccola cosa di cui lei è ancora all'oscuro... presto Liara, il comandante è ancora in pericolo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Comandante Shepard Donna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Adesso era davvero tutto finito, tutto concluso. Nessun pericolo, nessun mondo da salvare e solo un'unica missione da portare a termine: la sua famiglia.
Ed improvvisamente capì cosa fosse quel senso di indefinito che aveva provato qualche giorno prima: tutti sapevano di Rila e a malapena riuscivano a tenere a freno la lingua.
Ripensò a Miranda e Chloe che ridevano come matte alle parola zitella, o all'allusione che non avrebbe avuto più tempo libero. Capì cosa le voleva dire Jack quando affermava che il contenitore sarebbe servito a lei ora e il perchè dei nomi, comprese anche che Wrex parlava di suo figlio e sua figlia a giocare insieme, non dell'attesa di un secondo bimbo. E comprese perchè Liara non era lì con lei, si trovava a Lesuss nel monastero delle Ardat-Yakshi accudita da Samara e Falere. E Liara aveva scelto volontariamente questa soluzione visti i trascorsi dolorosi di Samara con i figli ed i suoi rapporti con Shepard: il comandante le aveva dato la possibilità di vivere ancora un po' con la sua unica figlia rimasta; aiutarla nel parto per far nascere la sua prima figlia era un buon modo per sdebitarsi e vedere qualcosa che le ricordasse la sua mentre Falere non era più nella sua pelle all'idea che la sorella potesse continuare a vivere nella memoria di tutti tramite la nascitura.

Ripensò al suo incubo con il bambino: lui rappresentava solo la sua infanzia perduta. Nel corso della vita aveva provato a recuperarla con la guerra, ma non avrebbe mai potuto riuscirci perchè la sua infanzia era sfumata. Ma in questa rincorsa aveva lasciato le persone che invece avrebbe dovuto sostenere. E se avesse perseverato nella guerra, oltre alla sua infanzia avrebbe perso definitivamente se stessa oltre che tutti gli amici. Quelle due figure che bruciavano alla fine in sogno erano il suo passato ed il suo futuro, a questo l'avrebbe portata l'oscurità.

E ripensò ad un vecchio libro della Marina, su quando le navi viaggiavano in mare con le vele e non nello spazio. Spesso incontravano tempeste violente e il cielo scuro impediva ai capitani di trovare riferimenti nel buio della tempesta per decidere in quale direzione procedere. Serviva la luce di un faro o un punto di riferimento, ma questo poteva solo essere un obbiettivo verso cui navigare. Occorreva dopo portare la nave in quella direzione mantenendo ferma la rotta, altrimenti se si fosse rimasti in balia delle onde e dei venti nessuno avrebbe avuto speranze di uscire dalla zona in tempesta. Ma le tempeste non erano la costante della navigazione, erano l'eccezione. Il mare è fondamentalmente calmo basta non cedere e resistere. Adesso si rendeva conto che lei aveva sempre avuto la barra a dritta verso la giusta direzione, anche se i riferimenti a volte erano piccoli piccoli, ma la direzione era sempre stata giusta. Ed adesso non avrebbe più potuto sbagliare.
“Vero Rila?” le diceva mentre la bambina sorrideva come se avesse già capito.

La tempesta era passata ma aveva fatto comunque danni, anche se minori rispetto a quelli possibili. Ma il danno più grande era ancora da verificare: la Normandy era ai cantieri presso Arcturus ma dell'equipaggio cosa restava?
Anderson non c'era più, Joker non più, Kaidan non più, Legion non più. Mordin, Thane, Pressley e tutti quelli sul memoriale, tutti “congedati” da questa esistenza. Ma la cosa più importante è che non c'era più un capitano: aveva già deciso da tempo durante la convalescenza che la sua missione sarebbe finita qui. Il tempo di fare un ultimo rapporto ad Hackett ed al Consiglio e il comandante Shepard non sarebbe stato più in servizio. Sarebbe stata solo Viola Shepard d'ora in poi, marito fedele e padre di una splendida bambina. Ogni protesta o richiesta per quanto accalorata sarebbe stata respinta. La leggenda del comandante Shepard sarebbe terminata adesso.

Pensò anche di cambiare definitivamente identità per chiudere con il suo passato e guardare solo al futuro.
“Per la dea, sei sicura? Non è una cosa così semplice da fare" le diceva Liara.
“Non preoccuparti, va tutto bene ora. Che ne diresti se mi chiamassi…Alison Gunn?”
“Alison? Uh, non mi dispiace anche se dovrei farci l'abitudine; e poi Gunn in fondo ti si addice, diciamo che un legame va tenuto. Ma come faremo per i documenti e tutto il resto?” obbiettò la sua giovane compagna.
“Non preoccuparti di questo, qualcuno ha già provveduto, chiedi a Glifo.”
Pensando ai legami le venne in mente che i suoi genitori erano sempre stati atei anche se lei aveva comunque sviluppato una certa attenzione per il suo lato spirituale: non poté fare a meno di notare che il raggio della cittadella l'aveva fatta ascendere in cielo, che lì era morta e che tre giorni dopo era resuscitata. Ed aveva 33 anni ma nessuna intenzione di essere martirizzata o lasciare la famiglia.
Restava solo da decidere dove vivere visto che sulla Terra o su Mindoir non aveva più nessun legame, pertanto aveva pensato a Thessia come ambiente migliore per la sua famiglia.
Ed avrebbe impedito ferocemente che la sua bambina crescendo potesse diventare una danzatrice in postacci come l'AfterLife.

In realtà un legame c'era ancora ed era Karin Chakwas ma lei le aveva già detto che non si sarebbero più riviste. Non perchè fosse una sua scelta ma perchè si rendeva conto che per entrambe era l'ora di godersi un po' di tranquillità. L'unica cosa che le aveva chiesto era di passare a salutarla quando sarebbe venuta sulla Terra magari a far conoscere a Rila un po' di posti nuovi e lei.
Come promesso Shepard visitò il Consiglio dell'alleanza spiegando allo sbalordito Hackett cosa fosse successo, ma anche i suoi dubbi su cosa fosse realmente successo. Ed in ogni caso non era più un problema suo. E lei non sarebbe più stata un marine. Provarono a convincerla ma non le potevano rifiutare più nulla e dovettero accettare a malincuore. Non volle neanche vedere il Consiglio ma fece portare un serio avvertimento da Garrus ai membri in carica: Rannoch doveva essere aiutata, in nome di tutti i caduti e come simbolo di pace e cooperazione. O altrimenti sarebbe tornata lei a rendere conto ai quattro delle loro azioni subdole durante la guerra. E se per caso le minacce del capitano assente sembrarono distanti, il tono di Garrus supportato in video da Urdnot Wrex convinsero i consiglieri che sarebbe stato molto saggio cooperare. Ma in realtà fu abbastanza facile convincerli giacché le ferite recenti avevano realmente unito tutti almeno fino al prossimo conflitto.

E volle visitare per l'ultima volta la Normandy, quella che era stata la sua vera casa nel bene e nel male fino a quel momento. Non andò sulla plancia o in luoghi particolari, gli serviva solo un posto, quello davanti al memoriale, quello di fronte a David Anderson. Si era sempre preso cura di lei in ogni modo possibile ed immaginabile, non soltanto con l'addestramento. Non era molto lontana dal vero nel pensare che un grande freno alla sua aggressività di quegli anni fosse dovuto alla sua presenza e alla sua guida. Ed era certa che non fosse stato un caso che lui avesse insistito per inserire lei e Johnson nella stessa squadra sotto il suo comando, aveva visto la loro disperazione ma anche la loro umanità e sperava che ognuno potesse aiutare l'altro. E nuovamente non sbagliava.
Lei allungo le dita sulla targa per sentire quelle lettere in rilievo mentre la mano scivolava da un capo all'altro.
“Grazie.”
Posò la sua piastrina N7 lì sul memoriale e se ne andò.

Tre settimane dopo, una mattina nella loro casa su Thessia, in un paese vicino la capitale in ricostruzione, suonò il loro intercomm: “Salve dottoressa T'soni, c'è il comand...la signora Gunn?”
Era Barla Von, alla fine decise comunque di chiamarlo per sicurezza.

Appendice
In quel momento nel sistema Dis nelle profondità oceaniche del pianeta 2181 Despoina:
“Il tributo è stato pagato e l'IA sterminata con tutti i razziatori, la mietitura è finita.”
“Dobbiamo radunare tutti?”
“Si, è il momento di riprendere il posto che ci spetta ed esigere i tributi e la venerazione degli esseri inferiori. Ma adesso impediremo loro di compiere il nostro errore. Dovranno solo servirci e non consentiremo la creazione di sintetici, non più Che lo sappia tutta la galassia, è ora”
“E Shepard? Potrebbe adempiere ai nostri bisogni in maniera differente."
“No, Shepard deve morire, perchè tutti devono piegarsi alla nostra volontà. Tutti.”
“E allora morirà.”
In quello stesso momento dalle oscure profondità di Despoina fino all'angolo più remoto ed buio dell'universo, dei piccoli manufatti sferici iniziarono a brillare, poi improvvisamente cessarono completamente e tornarono nell'ombra.
Visto da lontano l'universo era immerso nell'oscurità più totale mentre qualcosa si stava muovendo lì dentro minacciosamente.

   
 
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