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Autore: Kane0042    01/12/2015    1 recensioni
All'inizio degli anni novanta Howard e Maria Stark muoio in un incidente per mano dell'Hydra.
Anni dopo, un uomo piange sulle loro tombe...
Dal testo:
"Signor Stark?" mi aveva chiamato un qualche agente di una qualche agenzia di cui non mi frega nulla.
"... "
"... Signor Stark?" Insisteva lui.
"Cosa?"
"Sono morti."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bruce Banner, Nuovo personaggio, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Accident
 

Un incidente. 
Hanno detto che è stato un incidente. 
E hanno mentito spudoratamente.

Non pensavo che sarei potuto ritornare qui.

Fisso un punto indefinito davanti a me mentre stringo le mani a pugno.
Posso quasi sentire le unghie conficcarsi nella carne per la rabbia.
Le linee di lapidi bianche si estendono per metri davanti a me, e io non posso fare altro che ricordare il giorno in cui gli ho persi:

"Signor Stark?" mi aveva chiamato un qualche agente di una qualche agenzia di cui non mi frega nulla. 
"... "
"... Signor Stark?" Insisteva lui. 
"Cosa?"
"Sono morti."

Dannato S.H.I.E.L.D..

Li hanno messi in pericolo, sapevano che sarebbe successo e se ne sono fregati. 
E poi se ne sono usciti con: "È stato un incidente." 
Come hanno potuto essere così egoisti?
Sento gli occhi umidi, così abbasso il capo, come se mi vergognassi di questo gesto.
La mano inizia a fare male da quanto la stringo.
Porto il palmo destro davanti al volto: tremo. 
Lo faccio di nuovo scomparire davanti alle mia dita mentre serro gli occhi e stringo i denti.
Il mio cuore inizia a galoppare e la rabbia a montare.

COME HANNO POTUTO?

Vorrei fare qualcosa, accasciarmi su questo prato, gridare, picchiare quei due cazzo di pezzi di marmo fino a farmi sanguinare le nocche.
Vorrei. 
Ma non posso. 
Queste emozioni mi turbinano nel petto, cercando di uscire, ma io le fermo. 
Non qui. 
Non ora.
Un peso sulla spalla mi riporta alla realtà, mi volto con calma e vedo il mio mentore che abbozza un sorriso. 
Lo fisso, spaesato, ha gli occhi lucidi...

Hai pianto anche tu eh...

Cerco di sorridergli di rimando, ma non ci riesco.
Abbassa il capo e fa per andarsene. 
In questo momento le parole neanche servono.

Dovrei andarmene anche io.

Punto il mio sguardo verso il cielo, sbattendo ripetutamente le palpebre per scacciare le lacrime, e mi perdo ad osservare l'azzurro limpido sopra di me.

Mpf, è incredibile, sarei riuscito ad immaginarmi di tutto, ma che durante l'inverno ci potesse essere il sole proprio no. 
... 
Persino le condizioni atmosferiche sono contro di me.

Faccio anch'io dietrofront e comincio ad incamminarmi.

Voglio andarmene da qui.

Ma qualcosa mi blocca. 
Mi guardo alle spalle e leggo i nomi incisi su una lapide: Howard e Maria Stark.
Sorrido mesto.
Di fianco ad essa un'altra lapide, un'altra scritta, sopra i nomi Anthony e Virginia Stark.
Mi volto definitivamente e lascio cadere una lacrima sulla mia guancia.

Addio mamma, addio papà.
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Era una ventosa giornata d'autunno datata 2024.
In quello stesso cimitero, un uomo e un bambino erano accovacciati per terra.
<< Campione, ti presento i tuoi nonni. >> Disse l'uomo rivolto al piccolo.
Il bambino, che non aveva più di sette o otto anni, scrutava la tomba con espressione corruciata, cercando di capire dove fossero i suoi nonni in quel rettangolo bianco davanti a lui.
Il padre rise sommessamente, intenerito dall'espressione del figlio. 
Gli poggiò una mano fra i capelli castani folti (presi da lui ovviamente), ed iniziò ad arruffarglieli tutti.
Il piccolo si voltò e lo guardò con gli occhi che brillavano, sperando che il suo eroe gli raccontasse una storia.
L'uomo sospirò e cominciò a parlare:
<< Lo sai che non sei per niente di aiuto? Loro sono i tuoi nonni, si. 
Tuo nonno, il mio vecchio, era come dire... particolare... >> afferma non del tutto convinto, ma viene interrotto dalla parlantina del figlio:
<< Come eri tu prima di incontrare mamma? >> chiese felice. 
<< E questa chi te l'ha detta? La mamma vero? >> Lo guardò con sguardo fintamente duro. 
<< Ehm... NO! non me l'ha detto lei! Giuro! >> si affrettò a rispondere, preoccupato di aver potuto mettere nei casini la madre.
Di nuovo, il padre sorrise, mise le mani sulle ginocchia per darsi lo slancio e ritornò eretto. 
Porse la mano al figlio e lo aiutò ad alzarsi. 
<< Ce ne andiamo già? >> chiese triste. 
<< Si campione, papà ha da fare. >>
<< Possiamo ritornare? >> chiese ancora, speranzoso.
L'uomo lo prese in braccio e lo guardò.
<< No, mi spiace cucciolo non possiamo. >> 
<< Perché? >> insistette. 
<< Perché è stato un incidente. >>
Rispose, camminando con il piccolo tra le braccia.
Non capendo quella risposta, fece spallucce e appoggiò la testa nell'incavo del collo del padre.
<< È stato un incidente. >> Sussurrò ancora, prima di uscire anche lui dal cimitero. 



Angiolo della pagina di Kane:
Questo esperimento e nato per caso, dopo una notte di filmini mentali (uniti alla fantasia che non si sa come, esce sempre durante le ore di letteratura Manzoniana).
All’inizio non sapevo se fosse una buona idea o meno, ma visto che io adoro gettarmi sugli esperimenti ci ho provato.
Ah si, HO UN UCCISO TONY E PEPPER.
Come? Boh. 
In realtà la loro morte è avvenuta non so come, ma esattamente come per i genitori di Tony, per mano dell'Hydra. 
E quindi il loro caro e tenero figlio (si perché nella mia testa loro avrebbero trattato un ipotetico figlio moooolto meglio di come Tony ha trattato JARVIS, il che la dice lunga) si incavola con lo S.H.I.E.L.D. 
Ah e inoltre vorrei dire che ovviamente il suo "mentore"  è Bruce. 
Spero vivamente di non avervi incasinato la testa con questa one-shot, e che sia scritta decentemente. 
Ora mi dileguo.
Kane
 
   
 
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