Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |      
Autore: DarkShadowedEyes    01/12/2015    1 recensioni
Una madre e un figlio che giocano insieme. Il bambino sente un richiamo dal cuore del Labirinto e da quel momento il loro destino cambia. Tratto da un sogno che ho fatto e che mi ha turbato particolarmente. Trasportarlo su carta mi ha aiutato ad estraniarmene.
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il Labirinto


Era una notte fredda di autunno.
Stavo giocando con Tommy all'ingresso del Labirinto come sempre da quando ha imparato a stare in piedi sulle sue gambe. Quel posto ha sempre avuto su di lui un'attrazione particolare.
Era una classica sera come tutte le altre e invece non lo era affatto.
Improvvisamente Tommy si alzò e mi diede le spalle.
"Devo andare." Furono le uniche parole che pronunciò.
Si incamminò verso l'ingresso del Labirinto.
Io continuavo a chiamarlo, dapprima con un tono di voce non differente dal solito e man mano che la preoccupazione saliva sempre più strozzato e stridulo.
Ho iniziato a seguirlo ma lui era già stato inghiottito dalle viscere di quel posto, ormai saturo di un'aura di orrore.
"Tommy!Tommy!" Urlavo disperata. 
Non ricevevo risposta se non l'eco distorto della mia voce. 
D'un tratto mi apparve avanti attraverso le pareti che venivano risucchiate dal terreno che screpitava sotto i miei piedi. Lo vidi fluttuare sopra a degli specchi appuntiti come sospeso da una forza che non poteva essere umana. 
Gli urladi di afferrare la mia mano e iniziai a sporgermi per portarlo in salvo.
Lui lottava contro quegli artigli invisibili che lo frenavano e lo trascinavano verso il cuore pulsante del Labirinto. Sfiorò la mia mano e io riuscii a strapparlo a quella morsa per portarlo in salvo.
Lo strinsi al petto. "Sei salvo, ora" furono le uniche parole che riuscii ad esalare prima di trascinarlo correndo via da quel luogo infernale. 
Ben presto mi accorsi che non sarebbe stato così, non era salvo affatto e non lo era nessuno di noi. Dopo quella sera né io né Tommy  siamo potuti rimanere gli stessi.
Ogni volta che provavo ad avvicinarmi e a parlare con lui qualcosa di strano e profondamente sbagliato turbava il suo sguardo, che fìdiventava vaquo. Un povero bambino preda di chissà che cosa che gli stava mangiando l'anima.
E così, le richieste misteriose si susseguivano, figure oscure nella notte accanto a lui, la certezza che non era mai solo. Sosteneva sempre che mancasse un piatto a tavola, un giocattolo nella stanza quando tutto era come sempre era stato.
Fino al giorno in cui ho deciso che bisognava fare qualcosa.
Era una sera altrettanto fredda, era passato poco meno di un mese. L'aria in quel luogo era piàù rarefatta e gelava il sangue. 
"Posso avere la pasta ora, non ho mangiato tutto il giorno e sono stato bravo. Non farò nulla di male, lo giuro." Tommy si affacciò alla porta. 
Aveva mangiato poche ore prima ed era sempre stato un bambino educato e buono.
"Arrivo subito Tommy, prima devo fare una osa molto importante."
Mi incamminai verso la bocca ansante del Labirinto, lì dove era iniziata ogni cosa.
Avevo un lume spento con me e nemmeno uno spiraglio di luce lunare traspariva dalla grande finestra. Il buio mi inghiottiva più andavo avanti. Dovevo salvare Tommy. 
Arrivai fino alle viscere pulsanti di quel posto, l'aria satura che mi mozzava il respiro. 
Appoggiai il lume a terra e mi accovacciai al suo fianco. Avvicinai l'accendino alo stoppino.
"Ecco Tommy. Ora la tua paura è stata sconfitta." 
La sola luce del lume squarciava le tenebre.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: DarkShadowedEyes