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Autore: Dragon_Flame    02/12/2015    2 recensioni
"Perché, in fondo, anche lei lo aveva perdonato per i suoi errori. Perché anche lei, dentro di sé, sperava ancora di poter essere assolta per le sue azioni. Perché, nonostante tutti i trascorsi e le incomprensioni, si amavano."
***
Salve a tutti! Dopo tempo immemore ritorno in questo fandom con una nuova storia che, mi auguro, vi piacerà. Solita Dragon, tema forse trito e ritrito, ma volevo comunque dedicare qualcosa a questa coppia meravigliosa. Dunque, buona lettura.
[Possibile OOC][DragonShipping]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lance, Sandra
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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Can you love me again?

 
 
 
 
L'ultima cosa che Lance aveva inspirato prima di lasciare per sempre Ebanopoli era stato il profumo di lei. Le morbide chiome azzurre di Sandra si sposavano alla perfezione con l'aspro profumo di lavanda selvatica di cui esse profumavano intensamente, come i piccoli fiori violacei che di tanto in tanto gli ricordavano le cupe iridi di lei sconvolte dall'ira. Come accadeva sovente, del resto.
L'aveva tenuta stretta tra le braccia, mentre piangeva, sussurrandole parole di conforto all'orecchio. Pareva una stella spenta, lei, una supernova giunta al culmine del suo splendido declino. Dopo l'infuriare della collera, la reazione di Sandra aveva lasciato posto all'amarezza e al pianto. Si stavano separando per del tempo, ma ciò che era peggio era che non sapevano fino a quando.
Ora Lance si accorgeva che lasciar trascorre cinque, lunghissimi anni era stato fin troppo. Non ce la faceva a restare lontano da lei, non dopo ciò che aveva tentato di fare, dimenticarla.
Lei. La sua luce e tenebra, la sua vita, il suo dolce supplizio, il suo tutto e niente.
Lance era pazzo della selvatica Sandra, fiera e indomita come una fiamma ribelle esposta alla corrente dei venti. Ma, nonostante questa sua voglia di indipendenza mentale e sentimentale, lei l'aveva amato intensamente, con passione, con ebbra follia. Lui si era fatto amare da lei.
 
 
Know I’ve done wrong,
left your heart torn,
Is that what demons do?
 
 
Amare.
Lance sapeva cosa significava? Forse no. Non si era fatto scrupolo ad accantonare il pensiero di lei che l'attendeva nel loro Clan, a Ebanopoli, aggrappata alla vana speranza di poterlo riabbracciare presto, in un angolino buio e isolato della mente. Aveva preferito seguire la via del successo, godersi il trionfo, crogiolarsi nella soddisfazione di una nuova prospettiva eccitante e ricca di avventure e onori che gli si era aperta davanti quando aveva conquistato la Lega di Altopiano Blu, sconfiggendo il precedente Campione e strappandogli la corona d'alloro del vincitore dal capo chino sotto il peso della sconfitta.
La fame di successo, l'inseguimento di onori e titoli importanti e altisonanti, quelli erano i suoi demoni. Dei demoni, come li chiamava lui, che gli avevano portato via Sandra. Lei lo aveva aspettato, lui si era dimenticato di lei.
Che razza di persona era? Dov'era finito il suo onore vergognosamente macchiato?
 
 
It’s unforgivable,
I stole and burnt your soul,
Is that what demons do, hey?
 
 
Le sue grandi ambizioni, i suoi demoni, lo avevano strappato da Sandra, avevano brutalmente spezzato le felici illusioni che lei si faceva su un possibile futuro insieme a lui, le avevano incrinato l'anima.
Le aveva spezzato il cuore. Ora non si meritava di tornare e tormentarle l'animo dopo cinque anni di silenzio e di noncuranza. Come avrebbe potuto farle questo?
 
 
They rule the worst in me
Destroy everything,
They blame on angels like you, hey!
 
 
Eppure, saperla soffrire per lui gli aveva procurato un certo sottile compiacimento egoistico. Chi era lui per Sandra? Fino a pochi anni prima non l'aveva mai notato, o forse aveva proprio finto di non accorgersi delle timide avances che lui le inoltrava. In fondo erano solo bambini, si diceva Sandra, che male c'era nel corteggiare la cugina?
Tuttavia, così come tutti i nodi vengono al pettine, anche tutti i problemi erano saltati fuori improvvisamente intorno ai quindici anni, quando entrambi, poco più che adolescenti, amici da una vita, per la pelle, che si consideravano fratello e sorella acquisiti - almeno per la giovane Domadraghi -, si erano accorti di provare qualcosa di più. Lance ne era sempre stato consapevole, ma aveva represso i sentimenti in fondo al cuore perché sapeva che non poteva spezzare un'amicizia così unica e preziosa come quella con sua cugina. E in più la loro parentela avrebbe impedito loro una qualsivoglia relazione, perciò era proprio fuori questione.
Ma Lance non riusciva a non pensare a lei come all'oggetto dei suoi desideri più segreti, dei suoi sogni più proibiti, delle sue più dolci e tenere illusioni di adolescente. Più che diventare Campione di Johto, voleva poterla considerare sua per il resto della vita, potersi dire suo, di lei soltanto, per tutti i decenni che avrebbero trascorso insieme.
Ma lei aveva spezzato i suoi sentimenti. Nella notte delle celebrazioni dell'anniversario di fondazione del Clan, durante i raffinati festeggiamenti della comunità montana, Lance le aveva preso la mano, facendo scivolare tra le dita quelle eteree e affusolate di Sandra, incrociandole tra le proprie. Sotto i fuochi d'artificio che infuocavano il cielo altrimenti cupo e scintillante di stelle della volta celeste, aveva allungato il collo verso lei, cogliendola di sorpresa e posando le labbra sulle sue. Aveva fatto appena in tempo ad avvertire l'eccitante sapore della sua morbida bocca contro la propria, prima di beccarsi un ceffone in pieno volto, bruciante e umiliante come solo un rifiuto poteva essere.
 

I need to know now, know now,
can you love me again?
 

Dopo quella terribile esperienza si era dato a una breve fuga, sparendo per qualche giorno da Ebanopoli. Cosa stava succedendo? Perché Sandra, che sembrava ricambiare il suo implicito corteggiamento, l'aveva così brutalmente respinto?
Lance decise che doveva sapere, che doveva andare in fondo alla questione. Le avrebbe parlato.
Facile era la risposta: Sandra aveva paura dei suoi sentimenti, del rischio di infrangere uno dei tabù più intriganti del mondo, l'amore fra cugini. Incesto, lo chiamava. Una relazione fra due parenti stretti.
E lei lo adorava quel suo cugino un po' scapestrato, quel ragazzone dai lunghi capelli rossi perennemente arruffati. Ma poteva amarlo senza riserve, sia in senso platonico che carnale? No. Avrebbe infranto la proibizione più terribile che il vincolo familiare imponeva. Non poteva amarlo. Non doveva.
E ciò le spezzava il cuore, perché sotto sotto la azzurra era consapevole che anche Lance provava gli stessi sentimenti per lei. Che terribile spreco di vite e di passioni.
Lance non demordeva, era conosciuta a tutti la sua ostinazione invincibile, e aveva insistito e tanto fatto che Sandra aveva ceduto. L'irriducibile Sandra era caduta fra le sue braccia dopo mesi di insistenze e istigazioni a uscire dagli schemi, a strapparsi di dosso la maschera che la società le imponeva, a liberarsi delle convenzioni e delle idee perbeniste e conformiste inculcatele nella mente dalla famiglia e dalle persone che avevano influito sulla sua educazione.
E Sandra aveva ceduto, e lei e Lance si erano lasciati bruciare dalla vampa della passione, quel fuoco cupo e distruttore che li aveva consumati, bruciati, inceneriti e uniti in quelle ceneri stesse che aveva lasciato dopo l'ultima scintilla moribonda.
Ma poi il pentimento per essersi arresa, essersi dimostrata debole alla carne e facilmente domabile l'aveva indispettita a tal punto da negare a Lance ogni parola, ogni sguardo, ogni saluto. Lui aveva sofferto in silenzio per quel voltafaccia, quel tradimento dei loro sentimenti, del loro amore proibito.
E aveva deciso. Se ne sarebbe andato da Ebanopoli, alla volta di Altopiano Blu. Per dimostrare a lei, prima ancora che a se stesso, di valere, di essere forte, di poter diventare Campione e ottener tutto ciò che voleva dalla vita. Soprattutto, di farle rodere il fegato per il rimorso e il rimpianto, e di farla soffrire al suo trionfale rientro nel Clan, dopo la conquista dell'ambito titolo, magari al braccio di qualche altra meravigliosa ragazza, soltanto per dimostrarle che lei era stato un capriccio, una passione momentanea, una storia di una volta, un niente di fronte all'amore vero.
Pareva deciso ad attuare la sua vendetta e andarsene subito, ma l'infausta morte dell'anziana nonna l'aveva trattenuto ancora un poco al Clan, costringendolo a sbattere ogni giorno contro il dolore del rifiuto, contro lei, la fonte della sua più grande gioia prima e del suo più profondo tormento interiore dopo.
Ed era ricaduto, vittima di sentimenti più forti di lui, speranzoso di attirare finalmente su di sé un suo sguardo altezzoso, solo per rendersi conto di valere ancora qualcosa per quell'arrogante creatura eterea. Ma nulla era successo. E lui aveva preso la sua decisione definitiva, partire, andarsene via.
La sera prima della partenza, un'improvvisata di Sandra in camera sua l'aveva fatto vacillare. Lei, nonostante tutto, non voleva che la lasciasse. Lei lo amava, gli aveva confessato tra lacrime rabbiose. E lui se ne voleva andare per chissà quanto. Avrebbe sofferto senza poterlo rivedere più.
Aveva tanto insistito, Sandra, affinché egli non lasciasse la città all'alba del giorno venturo, ma le sue parole di supplica erano cadute nel vuoto. Aveva versato lacrime, gridato la sua collera, insultato il suo misero orgoglio di Domadraghi.
 
Know I’ve done wrong,
left your heart torn
Is that what devils do?

 
Ma nulla era servito a farlo desistere. Cullata dalle parole di falso conforto pronunciate al suo orecchio da Lance, Sandra s'era assopita sul letto dalla trapunta grigia in cui il rosso non avrebbe più dormito per molto tempo, destandosi ormai quando era troppo tardi per fermarlo. E aveva pianto a dirotto, distrutta e ferita da quelle illusorie frasi piene d'affetto e sentimento. Che razza di idiota era stata a lasciarsi ingannare così? Lei l'aveva respinto dopo esserglisi concessa. Era chiaro che lui avesse pianificato la sua rivalsa sfruttando i suoi sentimenti per poi andarsene furtivamente, senza l'ombra di un chiarimento o di una spiegazione.
Stupida e ingenua era stata. E aveva imparato ad odiarlo, in virtù di quell'amore impossibile che le aveva prima offerto e poi brutalmente strappato. Perché, in fondo, lei lo amava da tanto, intensamente, in modo struggente e disperato.

 
Now I'm rising from the crowd,
Rising up to you!
Feel with all the strenght I found,
There's nothing I can't do!
 

Dopo cinque anni di vuoto, solitudine, silenzio e nostalgia, era pronta tuttavia Sandra a riaccoglierlo? O lo avrebbe scacciato? Non voleva farla soffrire. Lance aveva sopportato molto per lei e s'era preso la sua vendetta, abbandonandola da sola dopo averla sottilmente illusa con parole rassicuranti. Erano pari, secondo lui. Ognuno aveva strappato all'altro ciò che prima gli era stato sottratto. Lui l'aveva sedotta, lei l'aveva fatto penare. Lei aveva fatto vacillare le sue intenzioni e i suoi progetti, lui l'aveva abbandonata. Cosa ne avrebbe pensato Sandra?
Lance, comunque, stava tornando da lei. Finché non gli fosse stato dimostrato che era impossibile cancellare gli errori e le cattiverie del passato per recuperare quell'amore confuso e doloroso, sarebbe stato sicuro che ciò avrebbe potuto ancora avverarsi. Tentar non nuoce, dice il detto, e lui avrebbe tentato. Anche perché il perdente è colui che nemmeno tenta la scalata verso la vittoria. E lui non era un perdente, un vile, un codardo. Era un combattente. Era un Campione. E voleva riconquistare ciò che tempo prima si era rabbiosamente impedito di prendere a causa dell'orgoglio. Brutta bestia, l'orgoglio e la presunzione. Meno male che era maturato in questi cinque anni. Altrimenti non avrebbe mai trovato il coraggio e la risolutezza di porre riparo a quella sconsiderata decisione.
 

Told you once again,
Do this again, do this again, oh!
 

Lance chiamò a raccolta tutto il suo coraggio e, preso un profondo respiro, s'incamminò lungo un percorso ciottoloso immerso nel verde del selvatico giardino confinante con la boscaglia della Dorsale Argento, che circondava il cottage in cui Sandra viveva da sola, fermandosi quindi di fronte al portone d'entrata, tentennante e atterrito dalla possibile reazione che la giovane Capopalestra di Ebanopoli avrebbe potuto avere.
Bussò piano, quasi sperando di non essere stato sentito. Perché, nonostante l'aria spavalda e sicura di chi torna a prendersi ciò che gli spetta di diritto, era spaventato, terrorizzato, atterrito dall'idea di vedersi ancora una volta rifiutato.
Una bella ragazza sui vent'anni, con la vaporosa chioma azzurra raccolta in una grossa treccia e gli occhi sinceri e celesti s'affacciò alla porta appena aperta. Un sorriso appena accennato su quella bella bocca rossa e dalla piega altezzosa si scompose in un'espressione terrorizzata, e in quelle iridi come frammenti di cielo estivo Lance lesse disappunto, sorpresa, dolore, tormento, collera, rancore e una miriade di altre emozioni represse in un silenzio di cinque anni, soffocate e spinte in fondo a un cuore distrutto.
Sandra, se possibile, impallidì ancor più di quanto già fosse possibile con quella sue pelle color miele.
Eppure non lo scacciò. Non gli urlò contro parole per ferirlo o allontanarlo. Semplicemente, indietreggiò di lato e gli lasciò lo spazio per entrare.
Si guardarono in silenzio dalle rispettive posizioni, quasi studiandosi. Il ribollire del mare in tempesta contro l’ardente vampa ambrata. Gli occhi di lei in quelli di lui, di nuovo a guardarsi diretti e sinceri dopo cinque anni di lontananza e menzogna.
Il demone dai capelli rossi e l’angelo dallo sguardo fiammeggiante.
Il fuoco distruttore della passione e il gelo anestetico del dovere e dell’onore.
Lance raccolse a sé tutto il coraggio che non pensava di avere ed entrò.
Perché, in fondo, anche lei lo aveva perdonato per i suoi errori. Perché anche lei, dentro di sé, sperava ancora di poter essere assolta per le sue azioni. Perché, nonostante tutti i trascorsi e le incomprensioni, si amavano.
Avrebbero ricominciato la loro vita da dove l’avevano interrotta.
Insieme.


 
§§§




Sulle note inebrianti e frenetiche di "Love Me Again" di John Newman, il mio piccolo tributo personale a Lance e Sandra, una delle coppie più belle e complesse dell'intero universo Pokémon.
Buona lettura!


 
Flame
  
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