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Autore: rihal    02/12/2015    2 recensioni
Ripensando ai momenti trascorsi con la sua fidanzata, capì che aveva fatto tanto per lui; era stata di grandissimo aiuto con la ginnastica, lo aveva influenzato a tornare dopo che aveva deciso di andarsene. Lentamente il loro rapporto era diventato stabile, complice la distanza di Tanner e il bisogno di affetto di cui lui aveva bisogno.
Poi fissò Payson..
E forse non aveva fatto bene i conti.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Payson, Sasha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 THE PERFECT 10

 

In quella serata primaverile di inizio maggio, le cose non stavano andando come previsto.

Sasha si maledisse mentalmente, sbuffando pensieroso, mentre indossava la camicia bianca.

Era assurdo; quella situazione era davvero paradossale. Alla fine l’aveva conquistata, quando tutto era iniziato come una semplice sfida: stava annunciando con gioia il suo fidanzamento con Summer.

Se gliel’avessero detto un mese prima, sarebbe scoppiato a ridere; dopotutto lei era una tipa tosta, dedita al lavoro e, cosa non meno irrilevante, aveva chiuso da poco e in maniera definitiva con Steve, ferita che era difficile rimuovere. Con pazienza e, ammettiamolo, addominali scolpiti, il giovane coach aveva fatto breccia  nella donna.

Lauren aveva accettato di trasferirsi a Denver; suo padre l’aveva accompagnata e vivevano insieme; se la prima esperienza in quella nuova palestra si era rivelata un fallimento, la seconda aveva prospettive migliori; lì avrebbe seguito allenamenti meno intensi e si sarebbe dedicata agli studi, mostrando maggior maturità e serenità.

Sasha si guardò allo specchio; si sentiva un pinguino vestito così. Avrebbe tanto voluto indossare qualcosa di molto meno formale, si sentiva prigioniero in quel tipo di vestiario.

Ma non poteva deludere le aspettative di Summer, che indubbiamente lo voleva elegante; anche lei avrebbe indossato un vestito, uno comprato ai tempi della relazione con Steve; lui non capiva se gli dava o meno fastidio il fatto che usasse qualcosa legato a quei momenti, ma altri pensieri aleggiavano nella sua mente in quegli istanti di attesa.

Mentre osservava con aria assente le pareti bianche della camera, si sedette sul letto matrimoniale dietro di lui; toccò con leggerezza la coperta di lino color acqua che gli stava accanto, e poi cercò di chiudere i bottoni ai polsi.

Sentì bussare alla porta; non aveva alcuna voglia di avere visite, nessuna persona era gradita, specie adesso che si sentiva fin troppo nervoso. Disse un brusco “ avanti” e tornò indaffarato alla sua camicia, quando si accorse di una voce fin troppo familiare:
“ So che ti disturbo, ma mia mamma mi ha obbligato a salire per sapere come stai”

Sasha alzò lo sguardo, sorridendo. La figura di Payson fece capolino nella stanza, avvolta in un delizioso tubino  nero. Appena la vide, l’uomo ebbe un sussulto; era di una bellezza indescrivibile, i capelli biondi raccolti in una treccia laterale, con qualche ciocco ribelle ad addolcire i suoi lineamenti.

“ Se vuoi me ne vado” disse ancora con voce flebile.

“ No resta; davvero, ho bisogno di qualcuno con cui parlare.”

La bionda sorrise, sedendosi accanto a lui; gli prese dolcemente la mano destra, aiutando a mettere apposto la camicia; Sasha gli porse l’altra mano, e lei fece la stessa cosa.

“ Non avrei mai pensato di vederti ancora con lo smoking” commentò Payson sorridendo. Alludeva a quella sera che avevano trascorso insieme, andando ad uno spettacolo di ballo.

“ Fa uno strano effetto” ammise lui, e poi aggiunse: ” Ma tu sei bellissima stasera”

Le guance di lei si tinsero di un chiaro rossore; si alzò in piedi, posando le sue iridi chiare davanti la giacca che presto il suo coach avrebbe indossato.

“ Le ragazze sono su di giri, aspettano di vederti in tiro per darti un voto”

“ E tu che voto mi metteresti?”

“ Stanno giocando loro, non io. Non ti metterei ai voti”

Quella frase suscitò in Sasha una vivace curiosità; quasi gli dispiaceva che non avesse espresso il suo parere al merito ( sempre se ne avesse avuto uno); si alzò anche lui, raggiungendola. “ Se dovessi darti io un voto, sarebbe un 10 perfetto”

Payson sorrise. “ Come Nadia Comaneci e Nelli Kim. Ma io non sono così talentuosa”

“ Per me sei molto talentuosa” affermò Sasha, fissandola dritta negli occhi.

Seguì un attimo di silenzio, dove entrambi continuarono a guardarsi; ora l’atmosfera era davvero calda, e il cuore di Payson non accennava a rallentare.

Lui le prese la mano, accarezzandole il palmo col pollice; un gesto affettuoso, che mai si sarebbe aspettata se non in rarissime occasioni. Conosceva la sua indole burbera e poco melensa.

Ma quella sera era diverso; era come se volesse dirle qualcosa, comunicarle parole che non poteva pronunciare. Anche lei nascondeva qualcosa di misterioso; chiuse gli occhi per un istante, ritraendo poco dopo la mano.

“ Payson, io… non so cosa mi stia passando per la mente, ma non so se sto facendo la cosa giusta”

La sua affermazione spezzò il silenzio appena creato. Lo sguardo turbato non aiutava la sua inquietudine.

“ No Sasha, non puoi deluderla; tutti aspettiamo questo giorno. Lei lo sta aspettando da tempo, e finalmente oggi lo rendi ufficiale. Ci tiene a te, e tu tieni a Summer. Puoi avere paura, è vero, ma ogni dubbio svanirà col tempo. Siete sempre stata una coppia perfetta” ammise con un fil di voce.

Sasha le accarezzò il viso. “ Pay, tra tutte sei tu quella che ammiro in misura maggiore. Non mentirei se dicessi che ho paura, tanta paura, perché non so cosa mi aspetta il futuro. E allo stesso tempo non sono totalmente convinto dei miei sentimenti per Summer.”

La sua sincerità era spiazzante. La bionda si sentì frastornata; era strano vederlo così insicuro, era sempre stato una roccia per tutte le ginnaste. Avrebbe voluto rassicurarlo, ma non sapeva che parole usare, quella situazione era troppo grande da gestire con professionalità.

“ Dici così solo perché sei in ansia, ma è normale. Dopo sarai più tranquillo” ribatté subito dolcemente.

“ Può essere, si.”

Ripensando ai momenti trascorsi con la sua fidanzata, capì che aveva fatto tanto per lui; era stata di grandissimo aiuto con la ginnastica, lo aveva influenzato a tornare dopo che aveva deciso di andarsene. Lentamente il loro rapporto era diventato stabile, complice la distanza di Tanner e il bisogno di affetto di cui lui aveva bisogno.

Poi fissò Payson..

E forse non aveva fatto bene i conti.

La sua mente tornò a quella sera: quanto si era divertito, quanto era stato bene in sua compagnia, a come le brillavano gli occhi quando aveva visto la sua amica ballare … e come era dannatamente perfetta con quel vestito, come erano dannatamente perfetti loro due insieme, a braccetto, mentre salivano le gradinate che conducevano all’ingresso del teatro.

E, soprattutto, come si era ficcata nei guai per cercarlo, per convincerlo a tornare. Aveva corso un bel rischio, la signorina, ma non ci aveva pensato due volte; non si era posta domande e non aveva meditato sui problemi che poteva affrontare. Prese il volo e lo raggiunse, senza se e senza ma, con l’animo di chi avrebbe combattuto fino all’ultimo.

Chi avrebbe compiuto qualcosa del genere per lui?

Solo chi poteva provare affetto. Molto affetto. Osava pensare amore, ma non ne era sicuro.  

Si avvicinò alla ragazza, abbracciandola. Era così piccola in confronto, respirò il suo profumo di rose. La circondò con le sue braccia, chiudendo gli occhi.

Lei non si aspettava questo gesto improvviso; quella sera ci prendeva gusto a sorprenderla. Il suo cuore accelerava, e sperava che il tempo si fermasse. Non si era mai sentita così protetta, era tutto così strano … Lui le faceva provare emozioni che si aspettava provasse da un coetaneo, non dal suo inflessibile ed elegante coach. Gli circondò le spalle, annusando il suo dopobarba.

Non esisteva nulla di più sconveniente dei suoi pensieri; le sue fantasie si stavano avverando. Quante volte desiderava un suo abbraccio, ma uno di quelli veri, che ti mozzano il respiro e ti lasciano sospesa tra sogno e realtà. Di quelli che ti marchiano la pelle, che ti restano nel tempo, che mai sarebbero stati rimossi.

“ Sasha”

“ Dimmi”

“ Se dovessi darti un voto, un 10 non sarebbe abbastanza”

Sorrise, stringendola ancora a sé. Gli sembrava di volare. Le accarezzò appena i capelli, cercando di ricordare come si respirasse normalmente.

Avvertì un nodo allo stomaco, pensando che con Summer era diverso. Non gli faceva provare quei brividi lungo la schiena, non lo faceva sorridere come un ebete quando la guardava, non pensava a lei molto spesso.

E il motivo ce l’aveva davanti.

Perché sei innamorato Belov. Sei innamorato di Payson Keeler.

Era forse troppo tardi per ricominciare? Era forse troppo tardi per scegliere di stare con Payson?

“ Credo dobbiamo andare. O si convinceranno che costringi ad allenarmi anche oggi” con amarezza si staccò dal suo torace.

Sasha rise. “ Si ne sarei capace” le fece l’occhiolino, notando come subito lei voltò lo sguardo.

“ Dai andiamo” farfugliò velocemente. Mentre camminava quasi non notò la gamba del letto, e per poco non ci andò addosso. Poi, dopo aver lanciato un’imprecazione a bassa voce, uscì dalla stanza.

Un sorriso compiaciuto comparve sul suo volto.

Credo di piacerle.

 

Nel salone i bicchieri si alzarono all’unisono, quando comparvero Sasha e Summer mano nella mano. Sebbene non avessero ancora ufficializzato il matrimonio, gli invitati sapevano che a quell’evento non mancava molto.

Le ragazze,  in un angolo, applaudivano felici. Accanto a loro, i ginnasti portarono due flute e una bottiglia di ottimo spumante alla coppia. Summer abbracciava i genitori delle ragazze, regalando sorrisi. Il suo abito rosso scintillava nella stanza, abbracciando poi Sasha che sorrideva imbarazzato.

Tutti rimasero in silenzio, aspettando un loro discorso.

Gli occhi dell’uomo vagavano per la sala: tutti lo guardarono felici, ma quando si girò verso Payson, notò che sorrise forzatamente. Riconosceva ogni sfaccettatura della ragazza, e sapeva quando mentiva ma non voleva darlo a vedere.

Ci aveva visto giusto, allora. Anche lei provava qualcosa, non le era indifferente. Una piccola vittoria.

In quegli istanti, mentre le parole di Summer e le persone erano lontane, era il momento di decidere. Non poteva rimanere sospeso in un limbo eterno, doveva agire subitamente. Il suo cuore e la sua mente sapevano cosa scegliere, e ora aveva capito anche lui.

Prese la mano di Summer, fermando la sua parlantina. Portò la bocca vicino al suo orecchio; Summer mormorò qualcosa, preoccupata, ma lui non la sentì. Sasha aveva deciso. E non gli importava delle conseguenze, delle domande e di tutto il resto. Era giunta l’ora di essere maturi, di essere felici, di amare davvero. E non ebbe esitazioni quando disse a bassa voce, nel suo tono brusco di sempre:

“ Summer, dobbiamo parlare.”

 

 

 

Ciao! Questa è la mia prima storia su questo fandom, spero vi piaccia! Ho voluto modificare alcune situazioni per adattarle a questa piccola storia, mantenendo altri avvenimenti che potete trovare nel corso della serie tv nella prima e seconda stagione.
Come periodo la colloco verso la fine della seconda stagione, non tenendo conto della gravidanza di Emily e cambiando appunto alcune situazioni. Mi auguro non vi pesino troppo!

Vi ringrazio in anticipo per il vostro tempo, spero apprezzerete! 

   
 
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